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Don DeLillo e la cosiddetta letteratura postmoderna


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49 replies to this topic

#1 100000

    Enciclopedista

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Inviato 14 settembre 2011 - 10:13

Ok, io di questo autore non so nulla se non che me lo trovo citato ogni 3 per 2 da tutti gli autori post-moderni che mi piacciono (da Wallace a Auster). Già avevo intenzione di provarlo da tempo, più passa il tempo e più lo trovo citato più sono curioso di leggere qualche suo libro. In realtà in questo periodo ho davvero il comodino stra-pieno, ma prima o poi comprerò un suo libro e quindi vi chiedo se mi consigliate un qualche titolo da cui iniziare (Underworld come prima lettura mi spaventa un po', avevo pensato White Noise).
Ho aperto la discussione con un topic di dichiarata ignoranza anziché di approfondimento perché mi sembra un autore noto e chiacchierato anche all'interno del forum, quindi spazio a discussioni di ogni sorta ovviamente...(oltre che a numerosissime risposte al mio quesito, ovviamente).
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#2 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 14 settembre 2011 - 10:35

Purtroppo il mio errore fu quello di iniziare proprio da "Underworld". Forse se avessi approcciato DeLillo con qualcosa di più commestibile l'avrei digerito meglio. Ma come ho già detto in un'altra discussione, è il prototipo per me di quel postmodernismo arido che ti spinge a domandarti perché continuare nella lettura.

La scrittura è molto affascinante, avvolgente, piana. Fino a che, a metà romanzo, cominci a domandarti se l'esercizio di stile lascerà prima o poi il posto a qualcos'altro.

Le prime cinquanta pagine di "Underworld" sono qualcosa di micidiale. Solo la vita dello starec Zosima mi mise a dura prova ancor di più.
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#3 Infinite dest

    dolente o nolente

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Inviato 14 settembre 2011 - 11:00

Concordo con Jules. Ad essere onesti, gli autori andrebbero letti seguendo le loro opere in ordine cronologico, magari tralasciando le opere consoderate "minori", per poi riprenderle dopo.
Underworld, in effetti, pur non essendo un lavoro minore, è un approccio diagonale; io ne ho ricavato le stesse sensazioni di Jules, per cui: stima, ma non amore. Anche con "Americana" non ho palpitato; ho in lista d'attesa White Noise, che dovrebbe essere il suo zenith narrativo (ci ha vinto il National Book Award, che non è il premio Strega, per intenderci).
Forse Piersa (ma dove diavolo è finito?) può illuminarci di più.
  • 1

 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.

 

 

 

Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).

 

 


#4 100000

    Enciclopedista

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Inviato 14 settembre 2011 - 11:08

Concordo con Jules. Ad essere onesti, gli autori andrebbero letti seguendo le loro opere in ordine cronologico, magari tralasciando le opere consoderate "minori", per poi riprenderle dopo.


Ecco, io quando mi innamoro di (o quantomeno mi interesso molto a) uno scrittore, tendo a leggerne l'intera bibliografia (o quantomeno buona parte) e in ordine cronologico. Questo vale tanto più per gli scrittori post-modernisti che mettono in gioco sé stessi all'interno dei libri (penso a Paul Auster su tutti), ma in ogni caso vale per tutti, per seguire il percorso di evoluzione artistica e umana che spesso si riflette inevitabilmente negli scritti. Anche per questo avevo pensato a White Noise: uno dei suoi primi libri (il primo?) e, come giustamente dicevi, insignito di un premio significativo (oltre che di una mole più facilmente affrontabile di Underworld).
(piccolo OT, nel caso continuiamo altrove: io ho letto pochi romanzi del Premio Strega, ma ormai sono prevenuto a prescindere, quasi che sia una nota di demerito)
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#5 debaser

    utente stocazzo

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Inviato 14 settembre 2011 - 11:24

Non mi piace
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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#6 music won't save you

    reprobo

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Inviato 14 settembre 2011 - 11:49

prima o poi comprerò un suo libro e quindi vi chiedo se mi consigliate un qualche titolo da cui iniziare (Underworld come prima lettura mi spaventa un po', avevo pensato White Noise).


Underworld prende polvere nella mia libreria ormai da qualche anno, sicuramente per timore reverenziale ma anche e soprattutto della combinazione tra la mole e la scrittura di DeLillo, non proprio tra le più agevoli.
Ho letto altro di suo dopo l'approccio con "Rumore Bianco" e devo dire che nessun altro dei suoi romanzi vi può essere paragonato, per capacità narrativa e soprattutto per la lucidità di un approccio storico-sociale incredibilmente analitico e lungimirante, se si pensa che è stato scritto venticinque anni fa.
Romanzo per me imprescindibile tra i contemporanei e unico dei suoi che mi sentirei di consigliare ciecamente.
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in eremitaggio su http://musicwontsaveyou.com

#7 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 14 settembre 2011 - 12:04

Io ho letto solo Rumore Bianco, non è che mi abbia fatto venire 'sta gran voglia di leggere altro. Più ben scritto che appassionante, compiaciuto, frigido alla fine...
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A chemistry of commotion and style

#8 aldous

    mainstream Star

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Inviato 14 settembre 2011 - 14:30

anch'io ho letto solo Rumore bianco, non è che ricordi molto, ma mentre lo leggevo mi era piaciuto molto (forse dovrei rileggerlo).
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#9 frankie teardrop

    The scars on my wrists may seem like a crime

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Inviato 14 settembre 2011 - 14:49

Rumore Bianco e Underworld sono due libri consigliatissimi. Non sempre la sua scrittura è agevole, ma ne vale pena.
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#10 starmelt

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Inviato 14 settembre 2011 - 15:02

Ho letto solo Underworld.
Ho faticato fino a un terzo, poi è scattata un'immersione/ossessione e me lo sono sparato in pochissimo tempo (almeno per i miei standard).
La fatica è dovuta sostanzialmente alla difficoltà nell'intrecciare le storie (il romanzo parte dagli anni '90 e ritorna indietro seguendo le vite dei protagonisti) e nel capire i legami tra i personaggi, però man mano che si prosegue la voglia di scoprire l'origine di un certo fatto o relazione diventa fortissima.

E poi ci sono le pagine semplicemente meravigliose dedicate ai personaggi storici (i pezzi Lenny Bruce sono traumatizzanti, sembra di essere lì, in piena crisi missilistica).


PS su anobii uno aveva ricopiato il dialogo sugli stivali tra il protagonista e padre Paulus, è stato quello che mi ha spinto a leggerlo, si dovrebbe trovare ancora lì.
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#11 Plozzer

    Haddaway

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Inviato 14 settembre 2011 - 15:11

i pezzi Lenny Bruce sono traumatizzanti


Non male anche i pochi paragrafi su "Cocksucker Blues". Tutto il libro comunque si ama o si odia - eccetto la primissima parte che fa storia a sé - se ci entri non ne esci più ed è la densità, prima ancora della storia, a prenderti.

Oltre a Rumore Bianco straconsiglio Libra, fiction storica sull'assassinio Kennedy (e non solo, va da sé).
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Whatever you do, don't


#12 jack incandenza

    pivello

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Inviato 14 settembre 2011 - 15:40

Io di De Lillo ho letto Americana, White Noise, Mao II e L'uomo che cade. Underworld ancora non ho avuto modo di affrontarlo ma sicuramente lo farò. Per quanto mi riguarda ho trovato Mao II un libro molto molto bello e anche tutto sommato di agevole lettura e lo metterei assolutamente fra i consigliati assieme a rumore Bianco. Io mi sono accostato alla lettura di De Lillo dopo esser stato folgorato dal grandissimo David Foster Wallace. Devo dire che seppur da molti accostati, e seppur Wallace fosse senza dubbio lettore, conoscitore ed ammiratore di Don De Lillo io trovo i due scrittori decisamente diversi. Wallace è per una voce più cristallina, profonda e più vicina al mio animo. De Lillo ha belle idee e le scrive bene ma non sarà mai il mio scrittore preferito :-)
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#13 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 14 settembre 2011 - 19:17

Concordo con Jules. Ad essere onesti, gli autori andrebbero letti seguendo le loro opere in ordine cronologico, magari tralasciando le opere consoderate "minori", per poi riprenderle dopo.
Underworld, in effetti, pur non essendo un lavoro minore, è un approccio diagonale; io ne ho ricavato le stesse sensazioni di Jules, per cui: stima, ma non amore. Anche con "Americana" non ho palpitato; ho in lista d'attesa White Noise, che dovrebbe essere il suo zenith narrativo (ci ha vinto il National Book Award, che non è il premio Strega, per intenderci).
Forse Piersa (ma dove diavolo è finito?) può illuminarci di più.


Chi, io?
Ma io non lo conosco per niente. Tutta colpa dei suoi ammiratori che lo definiscono il "qualcosa del postmoderno" e gli trovarono l'erede in Wallace (sbagliando, quello col post non centra niente, non basta un riferimento a Wittgestein per fare di qualcuno un postmoderno, il linguaggio è sostanza non uno specchio in differita).

Ciao a Dest e a tutti. Leggo tutto ma partecipo poco. Sto ribattendo il mio romanzo che si annuncia come il migliore mai scritto nel mio quartiere (Vanchiglia, Torino, Giolla Unita).
  • 3

#14 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 14 settembre 2011 - 21:05

welcome back!
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#15 100000

    Enciclopedista

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Inviato 14 settembre 2011 - 21:26

Tutta colpa dei suoi ammiratori che lo definiscono il "qualcosa del postmoderno" e gli trovarono l'erede in Wallace (sbagliando, quello col post non centra niente, non basta un riferimento a Wittgestein per fare di qualcuno un postmoderno, il linguaggio è sostanza non uno specchio in differita).


Colgo l'occasione per chiedere a Piersa o a chiunque altro cosa si intende esattamente per postmoderno in letteratura: chi ci rientra e chi no e perché. Io da bravo ignorante avevo messo Wallace nel calderone perché ce lo mettono tutti, non per altro.
  • 0

#16 mingus

    how about no

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Inviato 15 settembre 2011 - 05:45

Underworld immenso. Lo rileggerei oggi stesso. Americana e L'uomo che cade non mi hanno detto granché, onestamente. Leggerò quanto prima White noise, ma cercherò di farlo in lingua originale. Ripeto, Underworld mi è piaciuto davvero molto. Certo non è una lettura da ombrellone, per me.
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#17 Infinite dest

    dolente o nolente

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Inviato 15 settembre 2011 - 07:49


Concordo con Jules. Ad essere onesti, gli autori andrebbero letti seguendo le loro opere in ordine cronologico, magari tralasciando le opere consoderate "minori", per poi riprenderle dopo.
Underworld, in effetti, pur non essendo un lavoro minore, è un approccio diagonale; io ne ho ricavato le stesse sensazioni di Jules, per cui: stima, ma non amore. Anche con "Americana" non ho palpitato; ho in lista d'attesa White Noise, che dovrebbe essere il suo zenith narrativo (ci ha vinto il National Book Award, che non è il premio Strega, per intenderci).
Forse Piersa (ma dove diavolo è finito?) può illuminarci di più.


Chi, io?
Ma io non lo conosco per niente. Tutta colpa dei suoi ammiratori che lo definiscono il "qualcosa del postmoderno" e gli trovarono l'erede in Wallace (sbagliando, quello col post non centra niente, non basta un riferimento a Wittgestein per fare di qualcuno un postmoderno, il linguaggio è sostanza non uno specchio in differita).

Ciao a Dest e a tutti. Leggo tutto ma partecipo poco. Sto ribattendo il mio romanzo che si annuncia come il migliore mai scritto nel mio quartiere (Vanchiglia, Torino, Giolla Unita).

Ciao Pierino, sono riuscito a stanarti, vedo
Bene, De Lillo è rimandato a settembre, tu intanto finisci il tuo romanzo che non vedo l'ora di stroncarlo
  • -1

 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.

 

 

 

Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).

 

 


#18 piersa

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Inviato 15 settembre 2011 - 16:18

asd
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#19 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 15 settembre 2011 - 16:51


Tutta colpa dei suoi ammiratori che lo definiscono il "qualcosa del postmoderno" e gli trovarono l'erede in Wallace (sbagliando, quello col post non centra niente, non basta un riferimento a Wittgestein per fare di qualcuno un postmoderno, il linguaggio è sostanza non uno specchio in differita).


Colgo l'occasione per chiedere a Piersa o a chiunque altro cosa si intende esattamente per postmoderno in letteratura: chi ci rientra e chi no e perché. Io da bravo ignorante avevo messo Wallace nel calderone perché ce lo mettono tutti, non per altro.


Ciao Valerio, ti ringrazio molto per la domanda SEMPLICISSIMA che mi hai posto.
Non posso dati una risposta scientifica (nè letteraria nè filosofica), dovrei tornare alla mia esperienza personale che parte dall'iscrizione all'Università (1992, scienze della comunicazione, cioé Primum comunicare e cosa non è un problema), nascita del PDS, elaborazione del pensiero debole, analisi (nel volume feltrinelli curato da Vattimo) dello scrittore Peter Handke, tangentopoli (la fine della Storia, caduta del muro), monito del Papa al relativismo (vabbè, lui lo chiamava secolarizzazione), Pal Auster e la poetica del "caso" (i tre racconti di New York?), sceneggiatura Smoke. Segue: "Non ci sono gatti ma solo interpretazioni". critica letteraria e cinematografica focalizzata sulla mise en abyme, Eco e i 4 livelli di lettura, il finale aperto, l'io narrante...
Poi 10 anni dopo ho sentito parlare di De Lillo ma ne avevo le palle piene.
Perdonami ma ti ho messo su solo una lista di appunti malmessi. Appena ho tempo ci metto mano, se qualcuno intanto si vuole accomodare...
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#20 lazlotoz

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Inviato 15 settembre 2011 - 20:20

Dico il già detto: Underworld è, per mia esperienza, un capolavoro unico. Di quelli che se ne scrivono un cinque o sei così al secolo. Il poco altro che ho letto di De Lillo l'ho trovato minore. Non brutto, ma purtroppo non accostabile a quel bel mattonazzo. Rumore Bianco, per esempio, è il primo che ho letto di suo. Bello, niente da dire, ma allo stesso tempo un po' freddo (e molti hanno sottolineato questa cosa). Ma di una freddezza che fatica a comunicare, anche solo il concetto di fredezza. Mentre Underworld è caldo-caldissimo in tanti suoi momenti (l'incipit già citato, descrizione di una partita di baseball...insomma, trasforma lo sport più noioso del mondo in qualcosa di epico e dinamico, qualcosa a cui appassionarsi) con dei momenti di pura tecnica narrativa, che di sua natura è fredda. Ma qui quel gelo è un gelo strano, che scalda, che ti arriva. Perchè? Perchè diventa la tecnica stessa il messaggio, e il contenuto. Insomma, credo che De Lillo abbia ben descritto il secolo breve conclusosi troppo in fretta.

Per chi chiede cos'è il postmoderno in letteratura, posso dare il link (http://it.wikipedia....ura_postmoderna) e di mio aggiungere poco. Son, per così dire uno storico dell'arte (per così dire nel senso che postlaurea mi son riciclato in altro) e posso dire che il termine postmoderno è stato coniato inizialmente per una corrente architettonica. Poi è passato alla letteratura (e poi al cinema...es. trovare una recensione su tarantino che non usi la parola "postmoderno"). Il termine è vago, forse vaghissimo per la letteratura e non credo si sia mai delinato. Insomma, se si parla con un anglista ti dirà che Virginia Woolf è postmoderna, altri parlano di De Lillo, altri di Wallace...Non è chiaro. E credo non sia possibile chiarirlo...
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#21 piersa

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Inviato 15 settembre 2011 - 20:50

Lyotard aveva staccato tre punti che definiscono il pm: uno riguardava il gioco come motore dell'innovazione (il che suona ironico ché almeno dal 2001 il motore è la guerra), gli altri due dovrei rivederli ma non sono poi così cogenti perché fanno un precipitato del pensiero debole, che è almeno più critico e articolato.
Evidentemente pensiero debole e pm sono due cose differenti, come spiegherebbe qualsiasi reggipanza che fa il suo programma di lavoro e scrive di 10mila cose che fa mentre in realtà fa molto poco.
Sbaglierò ma il postmoderno mi puzza TOTALMENTE di rilettura di Nice a SX. Quella che traduce con "L'anticristo" il corretto "L'anticristiano" (esiste, in italiano, cercatelo pure).

Ah, Wikipedia è postmoderna: livellata al basso, comoda, falsamente democratica, acritica

Tarantino pure: tema scottante della violenza col pudore al secondo grado, una sorta di pudore in malafede

Wallace ha dato la vita per la letteratura: non è postmoderno

Per quel che so neanche filip rot è postmoderno

sic

Abel Ferrrara quando è diventato pm ha fatto solo cagate (Mary)

Koons è postmoderno.
Cattelan pure ma almeno è visionario

Bartezzaghi è pm

Il pm è tutto occidentale

uno spirito religioso non è MAI pm

I dittatori sono in parte pm, nel senso di mediatici, almeno quelli di oggi

Il bunga bunga è pm, rappresentazione con scarso peso all'atto

la psicologia è pm

la divisione derivativo/seminale è un buon argomento contro il pm (tutto derivativo)

Blob è pm

e i reality

Se mi viene in mente qualcosa scrivo. 'Notte

L'enogastronomia è pm

Vendola è pm

anche se con tesi contrarie al pm (il racconto)

Sarkozy è pm (sradicato e lobbista)

e la Merkel (ex agente della Stasi)

la DDR era un baluardo al pm

Dario Fo non mi piace ma NON è pm

L'arte sacra (di adorazione o di committenza) non è pm
  • 1

#22 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 16 settembre 2011 - 01:38


Per quel che so neanche filip rot è postmoderno


Grazie al cielo hai ragione.
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#23 Infinite dest

    dolente o nolente

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Inviato 16 settembre 2011 - 07:38

Piersa
Allora
Anche a me piace il nebbiolo, ma questo tuo post mi sa tanto di gita al Righino a raccoglier funghetti allucinogeni (et ultra)
Messa così mi ha fatto sbellicare ma arrivato in fondo mi rendo conto che per te il postmoderno è una fotocopia a colori del relativismo
Riprova da sobrio che ce la fai, non mettermi altri meno però sennò chiamo la polizia postale (o un utente querulo, a tua scelta)

(NIce riletto a sinistra è bellissimo, lo puoi interpretare anche come la città della cote d'azur e viene ancora meglio)
  • 2

 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

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#24 100000

    Enciclopedista

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Inviato 16 settembre 2011 - 08:00

Ok, l'unica cosa che conosco del primo post di Piersa sul pm è Paul Auster, però almeno lì credo di essere abbastanza ferrato.
Da wikipedia ho letto ma ne so più o meno quanto prima...
  • 0

#25 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 16 settembre 2011 - 09:27

Piersa
Allora
Anche a me piace il nebbiolo,


"Io bevo primitivo perché son vivo perché son vivo" (cit.).


Ok, l'unica cosa che conosco del primo post di Piersa sul pm è Paul Auster, però almeno lì credo di essere abbastanza ferrato.
Da wikipedia ho letto ma ne so più o meno quanto prima...


Ma infatti Auster, di cui so che sei ferrato, è un crocevia importante. Da quel momento (e da quei racconti) pm diventa una parola di uso comune.
Fossimo al tempo dei mecenati, potremmo metterci in 3, 4 a riorganizzare le fila del discorso, (del tipo Zizek con il suo "Vivere alla fine dei tempi" che non riesco a leggere, dannazione) che invece si limitano a una lista borgesiana che almeno ha fatto ridere Dest. asd
  • 0

#26 100000

    Enciclopedista

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Inviato 16 settembre 2011 - 09:39

Buono il primitivo.
Comunque rimanendo nelle cose di cui posso parlare anch'io, buttami lì perchè è importante anche la sceneggiatura di Smoke (ho visto anche il seguente Blue in the face, forse ancora più particolare, e Lulu on the bridge, che però è del solo Paul Auster e forse m'è parso il meno riuscito, non so, forse non l'ho capito a pieno) per l'idea e lo sviluppo del postmodernismo letterario.
Invito anche gli altri letterati del forum a rispondere, tanto so che qui tutti (tranne me) hanno più lauree in ambito umanistico e possono dire la loro. Anche Destouches e Jules: non limitatevi al commento del post di Piersa dai che ne viene fuori qualcosa di interessante (e così io magari mi sgrezzo un po').
  • 0

#27 William Blake

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Inviato 16 settembre 2011 - 10:01

mah, 10000 days è più di un secolo che si parla di post-moderno, non possiamo arrivare noi a mettere parole definitive sull'argomento :P come è stato detto se ne parla da fine ottocento inizio nove: Joyce, Woolf, Borges ci sono finiti dentro come padri. poi però se n'è cominciato a parlare con una certa consistenza dagli anni '50 con Barth, poi Pynchon che ne ha fatto un vessillo. la questione è: quali sono le caratteristiche? ecco, c'è qualsiasi cosa: confusione nella focalizzazione del narratore, frantumazione del tempo, funzione centrale della struttura narrativa e del linguaggio con ovvie conseguenze: metalinguismo, ipertestualità, meta-narrazioni e narrazioni multiple. sono cose che non c'erano? no, c'era già tutto, solo che il post-moderno è il nostro "sentire" comune, perchè vi siamo immersi, anche chi se ne estranea alla fine ci sta dentro (Messori ha definito Benedetto XVI "intellettuale postmoderno" :P): Wallace lo sapeva benissimo, infatti capiva che dalle macerie delle demolizioni postmoderne era arrivato il momento di costruire qualcosa di nuovo. il postmoderno è il nostro manierismo/periodo barocco, è quello che è stato l'ellenismo per i greci o il periodo imperiale per i latini: l'unico figlio possibile dopo la morte delle certezze positiviste. e il post-moderno si è comunque esaurito secondo me. adesso bisogna capire cosa ci sarà dopo e inventarci una nuova etichetta :D
  • 0
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#28 Infinite dest

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Inviato 16 settembre 2011 - 10:52

Buono il primitivo.
Comunque rimanendo nelle cose di cui posso parlare anch'io, buttami lì perchè è importante anche la sceneggiatura di Smoke (ho visto anche il seguente Blue in the face, forse ancora più particolare, e Lulu on the bridge, che però è del solo Paul Auster e forse m'è parso il meno riuscito, non so, forse non l'ho capito a pieno) per l'idea e lo sviluppo del postmodernismo letterario.
Invito anche gli altri letterati del forum a rispondere, tanto so che qui tutti (tranne me) hanno più lauree in ambito umanistico e possono dire la loro. Anche Destouches e Jules: non limitatevi al commento del post di Piersa dai che ne viene fuori qualcosa di interessante (e così io magari mi sgrezzo un po').


Hai ragione, abbiamo un po' cazzeggiato - ma la materia è tosta proprio perchè quasi impossibile da definire (questo era l'intento di Piersa, immagino, cioè attestare la scivolosità dell'oggetto)
Per quanto mi riguarda - e per rimanere nel nostro ambito, cioè la letteratura - il postmoderno comincia con Ulisse e Tropico del Cancro (Celine era già avanguardia, infatti, e lo è tuttora); sempre ammesso e non concesso, comunque, che pm possa significare qualcosa d concreto, criticamente parlando. Per me infatti non significa nulla, è un etichetta messa su un prodotto per poterla vendere a chi ha bisogno di catalogare per capire, per orientarsi e per sentirsi parte di una comunità (culturale, in questo caso, ma è uguale).
Io non mi ritengo fra questi, e francamente me ne fotto (di catalogare).
  • 0

 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.

 

 

 

Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).

 

 


#29 100000

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Inviato 16 settembre 2011 - 14:56

Ok, condivido il menefreghismo di Destouches per le varie categorie e catalogazioni.
La mia era pura e semplice curiosità, derivante dalla mia totale ignoranza in campo umanistico/letterario. Ora quantomeno ho capito che la vaghezza del termine non è solo nella mia testa. Tra l'altro ho letto (qualcosa di) quasi tutti gli autori citati (tranne Don DeLillo! ironia del thread): li apprezzo ma li trovo piuttosto differenti.
Per esempio si può collegare facilmente Celine a Miller (lo stesso Miller ha riscritto nella versione attuale Tropico del Cancro dopo aver letto entusiasta Viaggio al termine della notte se non sbaglio). Oppure si possono vedere le somiglianze di Beckett e Auster o di altri. Ma fra loro, tutti messi nel calderone postmodernista, non troverei troppe somiglianze. Forse stilistiche più che estetiche mi direte, ma alla fine neanche troppissimo. Riesco invece a distinguere questi (piccoli?) sotto-filoni (se vogliamo chiamarli così) e seguirli un po' meglio nella loro coerenza (quando c'è).
Sul discorso del barocco di William Blake: capisco ma in molti degli autori qui citati come postmoderni trovo un linguaggio asciutto che tutto definirei tranne che barocco. Forse tu non ti riferivi ai canoni estetici del barocco ma alla sua contingenza storica o forse io sto scrivendo e capendo cose a caso.
Vabbè, detto questo, modifico il titolo del topic e vi lascio continuare le vostre interessanti dissertazioni. Sappiate che vi leggo e che parlo (scrivo) dall'alto di un'ignoranza abissale, quindi non stupitevi se troverete queste mie parole semplicemente ingenue.
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#30 William Blake

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Inviato 16 settembre 2011 - 20:59


Sul discorso del barocco di William Blake: capisco ma in molti degli autori qui citati come postmoderni trovo un linguaggio asciutto che tutto definirei tranne che barocco. Forse tu non ti riferivi ai canoni estetici del barocco ma alla sua contingenza storica o forse io sto scrivendo e capendo cose a caso.
Vabbè, detto questo, modifico il titolo del topic e vi lascio continuare le vostre interessanti dissertazioni. Sappiate che vi leggo e che parlo (scrivo) dall'alto di un'ignoranza abissale, quindi non stupitevi se troverete queste mie parole semplicemente ingenue.


be' con barocco intendevo le tendenze di un grande periodo storico che iniziò col manierismo. forse dovevo specificare meglio...però tutti questi postmodernisti con un linguaggio "asciutto" non me ne vengono in mente :P
  • 0
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#31 piersa

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Inviato 17 settembre 2011 - 01:49

Infatti c'è il filone critico della Susan Sontag che isolò il concetto di "barocco desolato" per i film di Godard degli anni '80 (Sauve qui peut, Passion, Prènom Carmen e Je vous salue, Marie su tutti) e opposto a un certo manierismo che individuò in Syberberg (la sei ore su Hitler) e Raul Ruiz (L'ile au tresor).
Tutti letti in chiave pm, nel senso di proliferazione del discorso (barocco) attraverso citazioni (Godard nelle citazioni non ha rivali; riguardo il suo King Lear, quello con Woody Allen, provenienza Shakespeare, si vantò di aver messo di suo nella sceneggiatura solo i buongiorno e buonasera) e riletture che rendono il testo polisemico quando non labirintico (e qui c'è una certa malafede quando al pm è associata una personalità del calibro di Borges).
Come dice Dest però, dobbiamo stare attenti a non scivolare in un "nerd mood" di mera classificazione. Il primo che fa la classifica delle opere pm lo segnalo alla Finanza.
Semmai, dato che siamo in primis persone di buona volontà, mettiamo carne sul fuoco ché a cuocerla ci pensiamo poi.
Sincerely Yours,
P

ps: Valerio, tu sei tra i relativamente pochi italiani di cultura scientifica a possedere e nutrire una sensibilità letteraria.
Non sottovalutare questa cosa!
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#32 Ɲ●†

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Inviato 17 settembre 2011 - 13:54

Non ho letto il libro di Lyotard (m'ero scordato esistesse), che dovrebbe essere un po' quello di riferimento sull'argomento, però a naso e in linea di massima non lo vedo di buon occhio questo post-modernismo in letteratura (ma anche quell'altro, non so).
Mi pare più una chiave di lettura che di scrittura; credo ci siano più lettori-critici post-modernisti (comprese le derive più meta-onaniste e wannabe) che non scrittori che si siano professati tali (poi magari ci si ritrova post-moderni per intercorsa persona).

Preferisco il termine de-costruzionismo, applicato per esempio al romanzo, per designare quelle pratiche di smembramento / rovesciamento /auto-commento / etc. messe in opera, anche da autori che amo (Manganelli, Beckett, Joyce, Borroughs, anche "L'opera galleggiante" di Barth, ri-presa da Wallace - visto che si parlava di andare oltre un certo atteggiamento autorial-ombelicale ed ego-giocoso fine a se stesso - in chiave insieme rispettosa e ironico-critica in Verso l'Occidente l'Impero fa il suo corso).

P.S. Ma in Italia non aveva fatto tutto Calv-Eno?
Mi ricordo di un testo - "Pasolini contro Calvino", di Carla Benedetti, ma non l'ho letto - in cui si contrapponevano Calvino e Pasolini, come atteggiamenti antitetici rispetto al fare letteratura (però avevo letto una conversazione tra la Benedetti e Antonio Moresco in cui si ritornava sul tema).
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A chemistry of commotion and style

#33 piersa

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Inviato 17 settembre 2011 - 14:38

http://www.pasolini....ca_polemica.htm

E' un link che riassume la diatriba che contrappone "le storie di carta e inchiostro (Calvino) a quelle di carne e sangue (PPP)", un disimpegno di Calvino, premiato, e un impegno civile di PPP condannato quasi all'oblio.
E' interessante notare che la critica letteraria (e di conseguenza buona parte della storia della letteratura) sia costituita da TROPPO tempo dagli stessi nomi: dai papi Asor Rosa, Ferroni, Davico Bonino, Raboni... ai cardinali di oggi, da Tuttolibri alle pagine culturali di Repubblica, Sole 24 ore, Manifesto eccetera.
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#34 100000

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Inviato 18 settembre 2011 - 18:44

però tutti questi postmodernisti con un linguaggio "asciutto" non me ne vengono in mente :P


Probabilmente hai ragione, però il mio pensiero va sempre a Auster per primo, il quale non può che essere definito tale. Anche il Beckett della seconda parte di Molloy (che credo di preferire alla prima) non mi sembra barocco come certi altri qua citati. Borges non ho capito se è pm o no però mi sembra anch'egli abbastanza asciutto ecco. Boh, poi non è che ci tengo ad aver ragione, m'era venuta così ecco.

p.s.: grazie a piersa per il post scriptum. Ora leggo l'articolo linkato.
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#35 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 19 settembre 2011 - 19:33

vi chiedo se mi consigliate un qualche titolo da cui iniziare


l'ultimo uscito in italia, Punto Omega: è bello, direi rappresentativo dell'autore e soprattutto lo leggi in tre giorni

ai pensieri di piersa aggiungerei un banale: il post-moderno è il moderno che ha perso fiducia nel progresso

vendola non è pm: è barocco-trotskista
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#36 piersa

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Inviato 19 settembre 2011 - 23:02





vendola non è pm: è barocco-trotskista


:firuli:
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#37 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 20 settembre 2011 - 05:54


i pezzi Lenny Bruce sono traumatizzanti


Non male anche i pochi paragrafi su "Cocksucker Blues". Tutto il libro comunque si ama o si odia - eccetto la primissima parte che fa storia a sé - se ci entri non ne esci più ed è la densità, prima ancora della storia, a prenderti.

Oltre a Rumore Bianco straconsiglio Libra, fiction storica sull'assassinio Kennedy (e non solo, va da sé).



Libra ce l'ho in canna (cioé appoggiato sulla libreria un po' in bilico) e prima o poi lo inizierò, poi a quanto pare è da lì che ha preso spunto Ellroy per la trilogia percui lo devo leggere.
Rumore Bianco lo iniziai anni fa ma non l'ho mai finito, mi vengono in mente pochi libri così irritanti.
  • 0

#38 Reynard

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Inviato 21 settembre 2011 - 12:35

...sempre ammesso e non concesso, comunque, che pm possa significare qualcosa d concreto, criticamente

Una piccola osservazione.
Una difficolta', con un termine come post-moderno applicata a varie arti (e non solo a quelle), e' che non e' chiaro quale sia il "moderno" a cui succede. C'e' un evidente sfasamento temporale, qui.
Il termine e' nato in architettura, dove il "moderno" a cui si contrappone e' il razionalismo novecentesco, lo stile internazionale, le Corbusier. Civilta' artistica nata nel tempo (e nella temperie culturale) in cui contemporaneamente in altre arti nascevano esperienze che sono viste ora come padri del "post-moderno", o almeno come primi sgretolamenti del "moderno" (Joyce in letteratura ecc.).
Altro "moderno" (e quindi altro "post-moderno") nel cinema. Anzi, forse vista la datazione relativamente recente del "classico" nel cinema, viene quasi da dire che in questo ambito non c'e' stato moderno, c'e' stato direttamente il post-moderno (ma qui e' questione di parole).
Altro sfasamento temporale ancora in filosofia, dove il "moderno" e' sotto il segno di Cartesio, cioe' ha una origine immensamente retrodatata rispetto a tutti gli altri campi di applicazione del termine "post-moderno".
Insomma, non mi stupisco che non si abbia una definizione chiara di "post-moderno", visto che non si ha un'idea chiara di rispetto a cosa sia "post".
  • 1
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#39 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 21 settembre 2011 - 12:37

Insomma, non mi stupisco che non si abbia una definizione chiara di "post-moderno", visto che non si ha un'idea chiara di rispetto a cosa sia "post".


Forse è il motivo per cui si tende a farlo andar bene un po' con tutto, quindi anche il segreto del suo "successo".
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#40 100000

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Inviato 21 settembre 2011 - 20:34

Bel post valentine, era una considerazione che andava vagamente palesandosi anche nella mia mente, però boh, non m'ero espresso per paura di dire una cazzata. Anche perché non ho riferimento ad altro se non a qualcosina di architettura (e non per merito mio).

Altra domanda innocente:
per la letteratura, vale la tesi meta ==> post? Cioè nel dubbio, se c'è della metaletteratura lo si può definire postmoderno?
(ovviamente non vale l'inverso post ==> meta)
  • 0

#41 debaser

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Inviato 21 settembre 2011 - 21:00

Jonathan Coe, What a carve up!: post-moderno? wikipedia dice di sì.
  • 0

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#42 piersa

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Inviato 22 settembre 2011 - 19:15

Altra domanda innocente:
per la letteratura, vale la tesi meta ==> post? Cioè nel dubbio, se c'è della metaletteratura lo si può definire postmoderno?
(ovviamente non vale l'inverso post ==> meta)


Sì, certo. ogni discorso di tipo riflessivo cioé con percezione di se stesso quando esula dalla "appercezione" (filosofia e in subordine psicologia) e "coscienza di Dio" (teologia) è di stampo post-modernista.
  • 0

#43 100000

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Inviato 22 settembre 2011 - 19:32

Ok, almeno qualche linea la tiriamo...l'appercezione non so cosa sia, ma farò finta di niente leggendo wikipedia.
  • 1

#44 Ganzfeld

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Inviato 26 novembre 2021 - 14:37

Ma la recente traduzione di Rumore bianco di Biondi è davvero così oscena? Da Amazon:

 

"Se siete dei fan di Don DeLillo sconsiglio vivamente questa edizione con la traduzione di Biondi. Avendo letto il testo sia in lingua originale che nella sua prima edizione italiana della Tullio Pironti (87) posso dire che questa nuova edizione modifica il ritmo DeLilliano in favore di una "attualizzazione" a parer mio assolutamente non necessaria. Cercate la prima traduzione del Biondi in edizione Tullio Pironti per avere una traduzione fedele."
 
In genere me ne sbatto la minchia delle traduzioni ma qua ammetto che sono un po' perplesso.

  • 0

#45 simon

    Scaruffiano

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Inviato 26 novembre 2021 - 15:21

Infatti c'è il filone critico della Susan Sontag che isolò il concetto di "barocco desolato" per i film di Godard degli anni '80 (Sauve qui peut, Passion, Prènom Carmen e Je vous salue, Marie su tutti) e opposto a un certo manierismo che individuò in Syberberg (la sei ore su Hitler) e Raul Ruiz (L'ile au tresor).
 

 

Susan Sontag ha considerato "HITLER, EIN FILM AUS DEUTSCHLAND" di Syberberg come il film più importante nella storia del cinema. 

 

Il concetto di "barocco desolato" è l'esatta definizione (per gli utenti che leggono i miei post) di quando parlo di ambiguità

 

Il pensiero debole è vecchio ma se fosse applicato da un nuovo Deleuze, sarebbe il definitivo oltrepassamento del Mille Piani, ovvero comprendere il meta-inconscio della Morte, in una terapia post psicanalitica decisamente allargata, topologicamente in atto.


  • 0

„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#46 simon

    Scaruffiano

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Inviato 26 novembre 2021 - 15:23

 

 
In genere me ne sbatto la minchia delle traduzioni ma qua ammetto che sono un po' perplesso.

 

 

Se hai tempo vai a rileggerti i concetti-basi di Quine sulla traduzione.


  • 0

„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#47 Ganzfeld

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Inviato 26 novembre 2021 - 15:43

 

 

 
In genere me ne sbatto la minchia delle traduzioni ma qua ammetto che sono un po' perplesso.

 

 

Se hai tempo vai a rileggerti i concetti-basi di Quine sulla traduzione.

 

Solo se le sue opere hanno avuto un'adeguata traduzione.


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#48 simon

    Scaruffiano

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Inviato 26 novembre 2021 - 16:08

 

 

 

 
In genere me ne sbatto la minchia delle traduzioni ma qua ammetto che sono un po' perplesso.

 

 

Se hai tempo vai a rileggerti i concetti-basi di Quine sulla traduzione.

 

Solo se le sue opere hanno avuto un'adeguata traduzione.

 

 

Ottima risposta. 


  • 0

„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“

CARMELO BENE
 

 

 


#49 Ganzfeld

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Inviato 26 novembre 2021 - 18:07

 

 

 

 

 
In genere me ne sbatto la minchia delle traduzioni ma qua ammetto che sono un po' perplesso.

 

 

Se hai tempo vai a rileggerti i concetti-basi di Quine sulla traduzione.

 

Solo se le sue opere hanno avuto un'adeguata traduzione.

 

 

Ottima risposta. 

 

Dai simon, abbi pazienza, ma che risposta vuoi avere quando a una richiesta ben precisa butti là 'sto "consiglio"? Immagino, non conoscendo l'autore, che Quine dicesse come la traduzione sia un processo importantissimo e delicatissimo e come essa possa modificare in maniera importante un'opera, motivo per il quale la minchia delle traduzioni dovrei sbattermela eccome. E però, a parte che di certo io non nego questo fatto (e che infatti non l'ho neanche mai negato): io leggo per passione, questo tipo di problematiche tecniche le lascio volentieri ai dottorandi in filologia e critica, che ora ci manca solo che per un piacere io debba farmi paranoie per ogni cosa che compro confrontando le diverse traduzioni con relative indagini. Leggerò una traduzione non degna? Amen, a me va benissimo lo stesso, te lo assicuro. Sempre parlando in generale, perché come hai visto proprio qua sopra ogni tanto il problema me lo pongo anche io. Naturalmente discorso fatto partendo dal presupposto che questo dicesse Quine, ma magari affermava tutt'altro, non ne ho la più pallida idea. Ma anche qua: se proprio volevi fare un discorso serio potevi almeno buttare giù non dico sei, ma anche due righe in più per aiutarmi a contestualizzare questo filosofo.


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#50 Gabrisimpson

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Inviato 26 novembre 2021 - 18:26

 

Ma la recente traduzione di Rumore bianco di Biondi è davvero così oscena? Da Amazon:

 

"Se siete dei fan di Don DeLillo sconsiglio vivamente questa edizione con la traduzione di Biondi. Avendo letto il testo sia in lingua originale che nella sua prima edizione italiana della Tullio Pironti (87) posso dire che questa nuova edizione modifica il ritmo DeLilliano in favore di una "attualizzazione" a parer mio assolutamente non necessaria. Cercate la prima traduzione del Biondi in edizione Tullio Pironti per avere una traduzione fedele."
 
In genere me ne sbatto la minchia delle traduzioni ma qua ammetto che sono un po' perplesso.

 

 

Io so solo che ho letto la più recente e il libro in generale non mi ha entusiasmato, ma non avendo letto quella originale non saprei dire se è anche una questione di traduzione o meno. Quindi il mio commento è inutile.


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