Jenny Hval - Viscera [Rune Grammophon, 2011]
#1
Inviato 10 luglio 2011 - 09:58
Le nove composizioni qui presenti si distinguono con una formula di folk semplice e strutturalmente essenziale, la voce è elemento preponderante e splende in tutta la sua magnificenza con cromature variegate e purissime. Le uniche divagazioni dagli accordi di chitarra sono esili arrangiamenti elettronici in sottofondo ed alcune percussioni delicate, peraltro del tutto accessori a differenza dei ritmi pulsanti della Sundfør. Non si percepisce una coltre nube di asfissiante malinconia o perdizione nebbiosa, i sentimenti più ricorrenti in questo disco sono la sconfinata pace che può evocare un orizzonte freddo e nevoso, oltre alla sostanziale serenità celestiale che la voce cristallina della Hval evoca con le sue note limpide. La lunghezza dei brani, quasi sempre sopra i sei minuti, permette ai pezzi di svilupparsi senza tirarla troppo per le lunghe, raggiungendo la perfezione in “This Is A Thirst”.
http://www.ondarock....i/2011_hval.htm
#2
Inviato 11 luglio 2011 - 15:46
sorpreso, visto che mi ero convinto che quest'album fosse gradito solo a me e a
pochissimi altri.
Giorni fa mi è capitato di sentirla anche nel bell'album di Jens Carelius ed ho
provato veramente un brivido!
Per me rimane ancora uno degli album più belli dell'anno e mi spiace terribilmente
che utenti (e anche redattori) molto attenti l'abbiano stroncato...
#3
Inviato 13 luglio 2011 - 13:44
Engines in the city mi ha colpito come introduzione, una voce da brivido e poche note che dipingono un paesaggio sonoro magnificente e semplice allo stesso tempo ma certo l'album non doveva chiudersi tutto lì. Le seguenti "Blood Flight " e "Portrait Of The Young Girl As An Artist", infatti, alzano il livello d'emozione ai massimi livelli ma poi il lavoro effettua un'involuzione in sé stesso e diventa un lungo (e veramente noioso!) monologo. Sembra che l'artista si sia chiusa in una camera buia a confessare a sé stessa i propri pensieri ed emozioni senza alcun riguardo per l'interlocutore. Infatti, non ha proprio senso ascoltare per 2 volte i pezzi dal 4 al 9 (nella tracklist manca l'ultimo brano!).
Io, che non mi arrendo mai, ci ho voluto provare per ben più di 2 volte, alla ricerca di un seppur minimo particolare che rinnovasse l'interesse ma proprio non c'è.
#4
Inviato 13 luglio 2011 - 14:44
http://www.youtube.c...h?v=upXMao3zDO0
#5
Inviato 17 luglio 2011 - 08:07
è in effetti un disco molto racchiuso, non è facile entrarci. io ho avuto subito la folgorazione grazie a uno spunto di maedhros sul thread della sundfor. credo che la norvegia stia sfornando talenti uno dopo l'altro..
#6
Inviato 20 luglio 2011 - 11:59
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#7
Inviato 21 luglio 2011 - 12:21
è in effetti un disco molto racchiuso, non è facile entrarci.
Per me, il problema, non è stato tanto l'"entrare" nel disco perché sono, più o meno, abituato da sempre ad ascoltare cose simili ed infatti, sin dal primissimo ascolto, l'album mi era piaciuto molto ma mi era parso di perdere l'attenzione dopo i primi brani. Invece, ascolto dopo ascolto, ho capito che non avevo perso io l'attenzione ma la Hval ha perso l'ispirazione dopo i primi brani.
Un ep di 4 pezzi....e sarebbe stato un 9 per me!
#8
Inviato 21 luglio 2011 - 12:57
Ma siamo sicuri di avere ascoltato lo stesso album?...la Hval ha perso l'ispirazione dopo i primi brani...
Cioè, tu butteresti via brani come A Silver Fox, Golden Locks, Milk
of Marrow, Black Morning/Viscera? Posso capire un po' la lunga ed
evanescente This is a Thirst (che per me è comunque bellissima)...
No, ragazzi, questo album è di una purezza cristallina: anche nei momenti
più rarefatti, a me basta solo che lei alzi la voce per farmi venire i
brividi...
#9
Inviato 26 luglio 2011 - 18:49
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#10
Inviato 28 luglio 2011 - 09:35
Ma siamo sicuri di avere ascoltato lo stesso album?
Cioè, tu butteresti via brani come A Silver Fox, Golden Locks, Milk
of Marrow, Black Morning/Viscera? Posso capire un po' la lunga ed
evanescente This is a Thirst (che per me è comunque bellissima)...
Ovviamente, i gusti sono gusti ma, per quanto mi riguarda, non giudico mai un disco per la scaletta dei pezzi quanto nell'unità dell'opera d'arte. Un artista deve anche imparare a piazzare i brani con l'alternanza giusta per modulare la tensione, dosare le emozioni, dare un senso di unità e coerenza al tutto, evitando le 'furbate' di mettere i pezzi migliori all'inizio ed i riempitivi ala fine (non che sia necessariamente il caso di questo disco!).
"Golden locks", ad esempio, ha i suoi momenti magici ma non regge nell'interezza.
Il guaio di questo disco è che, da un certo punto in poi, tutto diventa uguale a sé stesso come un unico flusso che non cerca l'emozione ma la narcolessia.
#11
Inviato 21 marzo 2013 - 18:38
Jenny Hval - Innocence is Kinky
Voglio.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#12
Inviato 23 aprile 2013 - 09:16
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#13
Inviato 23 aprile 2013 - 09:38
#14
Inviato 25 aprile 2013 - 08:32
Non sapevo cosa aspettarmi, anche perché il lavoro con Volden mi aveva un po' spiazzato e credevo volesse spostarsi nel campo dello sperimentalismo più radicale. Ancora sono ai primissimi ascolti, ma la cosa che noto, rispetto a Viscera, è una maggiore omogeneità: mentre nell'esordio solista (a proposito, sentiti gli album a nome Rockettothesky?) alcuni brani rischiavano di catturare l'attenzione a discapito degli altri (e infatti il gradimento di molti, a quanto pare, si era limitato a quei brani), questo mi sembra avere una tensione emotiva più "compatta", ma non per questo l'album, nel complesso, è meno vario e bello. Come sempre, poi, la sua voce arriva fino in fondo all'anima in un modo direi più unico che raro...
#15
Inviato 26 aprile 2013 - 15:38
Jenny Hval - Innocence Is Kinky [Rune Grammofon, 2013]
bella rece....l'album è splendido, lei ha una voce veramente sublime...
#16
Inviato 02 settembre 2014 - 14:32
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#17
Inviato 05 marzo 2015 - 15:23
Apocalypse, girl
Il prossimo album di Jenny, in arrivo a giugno, segnerà l'esordio su Sacred Bones.
Speriamo bene: secondo me quell'etichetta porta un po' sfiga.
Teaser
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#18
Inviato 06 marzo 2015 - 08:21
la copertina è veramente inguardabile, speriamo bene
#19
Inviato 06 marzo 2015 - 17:44
Apocalypse, girl
Il prossimo album di Jenny, in arrivo a giugno, segnerà l'esordio su Sacred Bones.
Speriamo bene: secondo me quell'etichetta
porta un po' sfiga.fa cagare.
#20
Inviato 06 marzo 2015 - 18:04
Apocalypse, girl
Il prossimo album di Jenny, in arrivo a giugno, segnerà l'esordio su Sacred Bones.
Speriamo bene: secondo me quell'etichetta
porta un po' sfiga.fa cagare.
---
Sì beh, diciamo che è darkume di serie B.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#21
Inviato 06 marzo 2015 - 20:41
That Battle Is Over, best new track di Pitchfork [già la benedizione?]
https://soundcloud.c...-battle-is-over
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#22
Inviato 03 ottobre 2016 - 10:47
Riassunto delle puntate precedenti.
Apocalypse, Girl (2015, Sacred Bones)
interludio
Kim Myhr & Jenny Hval / Trondheim Jazz Orchestra - In The End His Voice Will Be The Sound Of Paper (2016, Hubro)
Blood Bitch (2016, Sacred Bones)
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#23
Inviato 04 ottobre 2016 - 17:25
In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle
#25
Inviato 04 ottobre 2016 - 18:29
In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle
#26
Inviato 01 marzo 2017 - 11:31
Vista ieri sera dal vivo. Show piuttosto strano, fin troppo breve, molto quieto e silenzioso, luci sempre bassissime, solo droni e una tuba, pezzi lunghissimi e tanti momenti parlati e sospirati, lei mezza nuda e dipinta di rosso. Ha veramente una splendida voce, a tratti vorresti un po' di slancio soprattutto sui pezzi con base soft-techno in sottofondo (che sembrano quasi robyniani), ma non s'è mai veramente "concessa", il che è un peccato perché se su album certe atmosfere possono andar bene, sul palco vorresti un po' più di trasporto. Avevo paura tirasse assorbenti usati sul pubblico, lei ad un certo punto ci ha scherzato davvero, ma almeno quello per fortuna non è successo!
(ps: hanno aperto lo show i Virginia Wing, dal vivo sono un po' più slanciati e synthosi e lei è meno cagnettosa del previsto, ma il fatto che dopo due album siano ancora ad aprire i concerti per una tipa norvegese nella loro città natale la dice lunga sull'effettivo impatto della loro musica...fanno proprio cagare dai, fatemelo dire ).
#27
Inviato 30 maggio 2018 - 10:36
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#28
Inviato 13 marzo 2022 - 09:13
E... siamo alle solite? Ditemi voi:
Bella voce (ovviamente), le idee ci sarebbero pure, l'apertura di Year Of Love parte addirittura per il Sudamerica, a dimostrazione di una cura del suono e della strumentazione molto calda e avvolgente che poi pervade sul resto del disco. Ma presto ci si accorge che si sta girando sempre attorno alla solita idea di folk espansivo e informe che rifiuta di aprirsi verso un qualcosa di davvero memorabile. Potremmo anche parlare del suo disco "pop", ma una volta stese le basi Jenny rifiuta di arrivare con convinzione alla compiutezza lirica e melodica e si (ri)perde piuttosto nei suoi soliti meandri da studentessa d'arte che deve per forza alzare l'asticella. Vorrei farmelo piacere, ci sono spunti interessanti, ma in bocca a lei il tutto assume un tono ondivago e vagamente disingenuo. Weyes Blood torna!
#29
Inviato 13 marzo 2022 - 11:44
E... siamo alle solite? Ditemi voi:
Bella voce (ovviamente), le idee ci sarebbero pure, l'apertura di Year Of Love parte addirittura per il Sudamerica, a dimostrazione di una cura del suono e della strumentazione molto calda e avvolgente che poi pervade sul resto del disco. Ma presto ci si accorge che si sta girando sempre attorno alla solita idea di folk espansivo e informe che rifiuta di aprirsi verso un qualcosa di davvero memorabile. Potremmo anche parlare del suo disco "pop", ma una volta stese le basi Jenny rifiuta di arrivare con convinzione alla compiutezza lirica e melodica e si (ri)perde piuttosto nei suoi soliti meandri da studentessa d'arte che deve per forza alzare l'asticella. Vorrei farmelo piacere, ci sono spunti interessanti, ma in bocca a lei il tutto assume un tono ondivago e vagamente disingenuo. Weyes Blood torna!
forse ne avete già parlato in un topic dedicato ai progetti collaterali del duo: l'anno scorso è uscito un disco a nome Lost Girls, praticamente lei e Havard Volden, un chitarrista improvvisatore (termine italiano) di Oslo, il titolo è facile (=Menneskekollektivet) e l'album suona una elettronica-idm composta da chi vorrebbe andare oltre i canoni dei generi affrontati, potrebbe ricordare il leftfismo (termine italiano) anni 90 e Leila che è la più grande in ambito trip-hop un filino sperimentale; volutamente (forse troppo) ripetitivo e brodo allungato ma non male
la rece di OR
https://www.ondarock...kollektivet.htm
hai ragione, è proprio una studentessa d'arte con le te*** piccole, la panzetta, la scogliosi e l'immancabile banana warholiana che probabilmente usa nei momenti di magra, la posizione in cui la tiene suggerisce questa interpretazione un pochino porno
PANCAROTTO + KUEDO = PERFEZIONE
#30
Inviato 13 marzo 2022 - 12:30
Il disco delle Lost Girls era piaciuto a Duck se non ricordo male, lo dico a voce alta almeno si trova costretto a intervenire
Mi scoccia passare per hater e contraddire la recensione, ma io l'avevo trovato semplicemente osceno: un'altra pisciata fuori dal vaso di post-paganesimo woke e paturnie assortite su beat alla moda. Queste cose le sa far bene solo Leslie Winer.
#31
Inviato 13 marzo 2022 - 13:10
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
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