Vai al contenuto


Foto
- - - - -

Muddy Waters


  • Please log in to reply
23 replies to this topic

#1 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 06 giugno 2011 - 17:26

*
POPOLARE

Anche a questo grande bluesman, le cui influenze sulla musica popolare sono impossibili da descrivere con le parole, sono dedicati pochissimi post e scarne parole, quindi tenterò di fare una panoramica della sua vita picaresca e della sua produzione discografica sterminata.


McKinley Morganfield nasce nei primi anni 10, lui sostenne per tutta la vita nel 1915 (anche la sua lapide riporta tale data) ma più probabilmente nel 1913 (stando agli atti ufficiali), in una piantagione del Mississippi (anche su questo non c'è certezza: Rolling Fork è quella più accreditata). Crebbe con la nonna e per la sua attitudine a giocare in pozze, spesso fangose, del grande fiume, ricevette il nomignolo che lo accompagnerà per tutta la vita: Muddy Waters. Gli anni della giovinezza sono anche quelli dell'apprendistato musicale, dapprima cantando accompagnandosi con tamburi fatti di latte riciclate, quindi dilettandosi con l'armonica e approdando infine alla chitarra, strumento che abbracciò definitivamente, sotto la fondamentale influenza dei grandi musicisti deltatici dei primi anni 30: Son House e Robert Johnson, che a più riprese saranno citati da lui stesso come influenze fondamentali sul suo sound. Iniziò quindi a suonare nella fertilissima scena locale, abbandonando i campi e il loro lavoro massacrante. Arrotondando i pochi spiccioli che guadagnava guidando il trattore alla Stovall Farm, giocando di azzardo e distillando whisky clandestinamente, nella migliore tradizione locale, mise in piedi una band rodata e talentuosa (abilità, questa di scegliersi i giusti compari di ventura, che lo accompagnerà in tutta la sua carriera) formata dal chitarrista Percy Thomas, dal bassista Pittypat (di cui si perdono completamente le tracce dopo questi anni) e, soprattutto, dal violinista Henry "Son" Simms, celebre per avere spesso accompagnato Charley Patton nelle sue incisioni leggendarie degli anni 20. La popolarità di quest'ultimo è tale che l'ensemble è conosciuto con il nome di Son Simms Fours e proprio con tale fama si spingerà fino a Memphis e San Louis in cerca di fortuna. Non incisero alcunchè in questa sortita durata circa un anno, alla fine degli anni 30, tuttavia Muddy riuscì ad accumulare un gruzzolo sufficiente per acquisire una bettola nel Delta, subito trasformata in sordida bisca, dove i quattro si esibivano, alle volte accompagnando musicisti del calibro di Elmore James e Sonny Boy Williamson. All'inizio degli anni 40 tuttavia non è più tempo del blues del Delta, ruvido e rurale: la guerra è alle porte e il ritmo e quello delle grandi orchestre swing, alla maniera di Benny Goodman. Proprio in quel periodo Alan Lomax iniziò il suo viaggio verso sud alla ricerca di Robert Johnson (ormai defunto da anni) e nel 1941 capitò dalle parti del locale di Muddy: tra il 24 e il 31 agosto vennero registrate tre canzoni, intervallate da brevi interviste, che estasiarono Lomax al punto di pagarle ben 20 dollari (cifra iperbolica se si pensa che Son House ricevette, per le sue incisioni, una coca, la quale quantomeno, "era bella fresca" nei ricordi del grande vecchio). In seguito, nell'estate 1942, Lomax tornò e fece registrare a Muddy e i suoi un gran numero di pezzi (leggenda vuole che molti siano ancora nascosti in qualche cassetto). Stimolato da questo incontro, due anni più tardi McKinley prende un treno che lo portò a Nord, in quella Chicago centro focale della grande emigrazione nera, in fuga dalle campagne, dalla miseria e dalla segregazione. Gli inizi non furono esaltanti, tra lavori di facchino e camionista e sporadici ingaggi, tuttavia, grazie anche all'apprezzamento ricevuto da musicisti affermati, come Big Bill Broonzy (cui Muddy resterà talmente legato da dedicargli un album in cui riprendeva tutti i successi del chitarrista di Scott Country), nel 1947 ottennè un contratto con la neonata Aristocrat (il primo nome di un'etichetta storica: la Chess Records) e nel 1948 incise un 78 giri con una versione elettrica di I be's troubled (già incisa con Lomax nel 1942), che, nel giro di pochissime ore, andò completamente esaurita. Questo è l'inizio della carriera di Muddy a Chicago, che, tra il 1948 e il 1955, compose un successo dopo l'altro insieme alla sua formidabile band: inizialmente accompagnato da Little Walter all'armonica (poi destinato ad una folgorante carriera solista), Jimmy Rogers alla seconda chitarra e Leroy Foster alla batteria, cui si aggiunsero via via Otis Spann al piano e Willie Dixon (talent scout par excellence della scena di Chicago e talentuosissimo arrangiatore) al basso, l'ensemble costituirà il modello per ogni rythm and blues band che si formerà nei decenni a venire. Nel 1960, con la partecipazione al festival di Newport, viene svelata al mondo l'esistenza di questo sound, duro, elettrico, frenetico, su cui troneggia il vocione magnetico e roboante di Waters, perfetta esemplificazione di un popolo che si è spostato dai campi alle fabbriche ma ha mantenuto intatta e fiera la sua identità culturale. Dopo questa performance Muddy Waters diventa una star internazionale e incide una quantità insensata di musica, cavalcando l'entusiasmo del pubblico bianco, di gusto assai meno educato rispetto a quello dei giovani neri del Chicago West Side. I musicisti che componevano la sua band non sono più con lui, dedicandosi a carriere soliste di tutto rispetto e il risultato sono dischi spesso manieristici, assolutamente dimenticabili, pur con qualche perla (di cui dirò dopo nell'analisi della discografia). Nel 1973 la moglie amata muore e Muddy cade in un periodo di grave sconforto, dedicandosi a rimettere insieme pezzi di una vita disordinata, tra cui il riconoscimento legale di un discreto numero di figli che aveva sparso in giro. Quando ormai gli anni migliori sembrano alle spalle, arriva la proposta dell'etichetta di Johnny Winter, pirotecnico chitarrista texano, di incidere con lui un disco, contenente i suoi grandi successi, accompagnato da alcuni vecchi compagni (quale l'armonicista James Cotton, che, nella band di Muddy, aveva sostituito Little Walter a partire dal 1958). Il risultato è eccellente, tanto da essere uno dei più grandi successi commerciali del nostro, replicato, l'anno successivo da I'm Ready. Nel 1983 the father of blues si spegne, nella sua Chicago.

Ora andiamo con i dischi consigliati:



Immagine inserita
Complete plantation recordings (1941-1942)
Le due sessioni in cui Lomax catturò su disco la sua primigenia grandezza, il nostro è accompagnato dal vibrante violino di Son Simms e subito si intuisce che la stoffa è quella giusta: lo stile è essenziale, giocato sulle pause e sulle violente note slide, un disadorno ma efficace accompagnamento per la sua voce tellurica. Il primo pezzo inciso da Muddy (I Be's Troubled), rielaborato in chiave elettrica come I can't be satisfied, sarà la prima hit del chicago blues. Alle canzoni sono intervallate brevi interviste, in cui Muddy racconta il suo apprendistato musicale.



Immagine inserita
His Best: 1947-1955
Raccolta dei suoi grandi successi a Chicago, in cui si può sentire tutta l'evoluzione del sound, dalle iniziali I cant be satisfied e Rollin and tumblin (tributo ad un gigante del blues quale Elmore James), in cui prevale lo scarno ed efficace dialogo tra la chitarra elettrificata e la sua voce roboante, arrivando fino a brani quali I'm ready, che codificano e cristallizzano il sound rythm and blues, che sarà la cifra stilistica di riferimento per generazioni di musicisti.



Immagine inserita
At Newport (1960)
La Muddy Waters Band al suo zenith, nella sua sconvolgente rivelazione al di fuori dei confini degli ascoltatori neri. Il sound di chicago è ormai pienamente affinato e tutto funziona alla perfezione, in una performance live epocale. La popolarità che ne seguì originò grandi guadagni oltre che un buon numero di incisioni di scarsissima qualità.



Immagine inserita
Folk Singer (1964)
Nella produzione degli anni 60 e primi 70 si annida una perla rara: Muddy reimbraccia la chitarra acustica e con un accompagnamento d'eccezione (Willie Dixon al contrabasso, JT Brown agli ottoni- solo in una seconda sessione di registrazioni- e un giovane Buddy Guy alla chitarra) fa a ritroso il viaggio da Chicago al Delta, reinterpretando i suoni della sua tradizione e chiudendo la prima sessione con lo strepitoso duetto voce-slide di Feel Like Going Home. Sembra quasi che sull'onda del revival Muddy voglia comunicare forte e chiaro che quelle sono le SUE radici e che pochi sono in grado di fare il Delta Blues come lo suona lui. Non si può che essere d'accordo, ascoltando questo disco senza tempo.



Immagine inserita
Hard Again (1977)
Johhny Winter si mette al servizio di Muddy Waters e il risultato è questo: un disco in cui la personalità dei singoli sembra sempre sul punto di far deragliare tutto ma si resta lì, in equilibrio perfetto pur nel tumulto che si scatena tra la voce di Muddy spiegata a tutta potenza e i fuochi della chitarra di Winter. La versione di Mannish Boy che apre il disco è leggendaria e inarrivabile, per calore e intensità espressiva.
  • 10
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#2 kebab

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 3631 Messaggi:

Inviato 06 giugno 2011 - 19:44

Io sono un beato ignorantone del blues ma mi ci sto avvicinando, comunque di Muddy avevo ascoltato questo: http://rateyourmusic...uddy_waters_f2/ vale la pena o no? Pensavo fosse abbastanza rilevante nella sua discografia, illuminami.
  • 0

#3 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 06 giugno 2011 - 19:52

Vale la pena si, è una selezione dei successi che compose per la Aristocrat/Chess fino al 1958 (ultimo anno in cui piazzò una hit ai primi posti-close to you- che qua non c'è). Allmusic gli da 5 stelle e sul blues vanno forte. Ad occhio mi sembra un po' ristretta e più concentrata sugli anni fino al 51-52, in cui ancora era ancora privo di vari fronzoli, quali il piano di otis spann, che invece è presente in i'm ready e oochie coochie man, di quel best, che comunque è ben valido e non un papocchio con registrazioni lontane decenni come alle volte capita, soprattutto nel blues.
Più che altro non sono messi in ordine cronologico come invece nella raccolta (identica per periodo e spirito) che ho indicato io.
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#4 Guest_ale_*

  • Guests

Inviato 06 giugno 2011 - 19:55

un grande.
non c'entra niente questa canzone che posto perché non è di Muddy Water (nonostante il titolo inganni), ma Nick Cave è uno dei suoi ideali migliori allievi, e mi è venuto in mente lui, quindi ascoltatevela, da brividi.

http://www.youtube.c...h?v=7ZgIliykTFw
  • 1

#5 reallytongues

    Pietra MIliare

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 26095 Messaggi:

Inviato 06 giugno 2011 - 22:33

ringrazio Oblomov :ossequi: per l'interessantissima biografia , di Muddy ho 2 raccolte parecchio esaustive.

"the Collection" MCA 1992 con le migliori composizioni e interpretazioni secondo me:
come non estasiarsi con

rolling stone
i can't be satisfied
baby please don't go
hoochie coochie man
i just want to make love to you
i' m ready
smokestack lightnin'
i love the life i live
got my mojo working
southbound train
good morning little schoolgirl
going down slow
gypsy woman
i feel like going home
walkin' blues
you shook me
lonesome road blues


e della Blues Roots vol.11

ottimi brani live e in studio

su tutti la particolarissima Tiger in your Tank , Country boy,...
Mike Bloomfield sanguina come sa fare nella versione spaccatutto dal vivo di Mojo Workin'
ricordiamo gli assoli magistrali di Little Walter in molti brani del Maestro
  • 0

Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>

#6 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 07 giugno 2011 - 07:30

ringrazio Oblomov :ossequi: per l'interessantissima biografia , di Muddy ho 2 raccolte parecchio esaustive.

"the Collection" MCA 1992 con le migliori composizioni e interpretazioni secondo me:
come non estasiarsi con

rolling stone
i can't be satisfied
baby please don't go
hoochie coochie man
i just want to make love to you
i' m ready
smokestack lightnin'
i love the life i live
got my mojo working
southbound train
good morning little schoolgirl
going down slow
gypsy woman
i feel like going home
walkin' blues
you shook me
lonesome road blues


e della Blues Roots vol.11

ottimi brani live e in studio

su tutti la particolarissima Tiger in your Tank , Country boy,...
Mike Bloomfield sanguina come sa fare nella versione spaccatutto dal vivo di Mojo Workin'
ricordiamo gli assoli magistrali di Little Walter in molti brani del Maestro


non pensavo ci fossero tanti estimatori del chicago blues Immagine inserita
di little walter esiste un best uscito per il 50 anniversario della Chess Records (Immagine inserita) che è fantastico.
Avevo in mente di fare un post anche su John Lee Hooker, forse però è già abbastanza conosciuto anche a livello di discografia, o no?
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#7 reallytongues

    Pietra MIliare

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 26095 Messaggi:

Inviato 07 giugno 2011 - 08:45

Non c'è un topic sul blues? Figurati che l'anno scorso ne avevo aperto uno sul British Blues!!!!!
Adesso vado a vedermelo
  • 0

Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>

#8 Lexington Avenue

    Godlike Genius

  • Members
  • StellettaStellettaStelletta
  • 262 Messaggi:

Inviato 07 giugno 2011 - 09:10

Del buon vecchio Muddy sarebbe un crimine citare solo un pezzo, ma visto che c'è un limite ai video che si possono linkare se devo scegliere tre canzoni che preferisco scelgo queste (anche se possono sembrare scontate):


L'armonica in questo pezzo è una lama che ti taglia in due



http://www.youtube.c...h?v=fQ4NFsw4bOU
  • 0

#9 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 07 giugno 2011 - 09:18

Non c'è un topic sul blues? Figurati che l'anno scorso ne avevo aperto uno sul British Blues!!!!!
Adesso vado a vedermelo


si qualche topic c'è, ad esempio questo

nessuno monografico però
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#10 reallytongues

    Pietra MIliare

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 26095 Messaggi:

Inviato 07 giugno 2011 - 10:06

Interventi di Astrodomini!!!
è passato da Boom Boom al Tunz Tunz
  • 0

Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>

#11 reallytongues

    Pietra MIliare

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 26095 Messaggi:

Inviato 07 giugno 2011 - 10:20

Tornando in Topic, chiedo lumi sulla svolta elettrica di Muddy.
Mi sembra che i primi pezzi elettrici siano dell'inizio dei 50, ma come è avvenuta questa svolta? Ha avuto dei punti di riferimento? Lui ha spiegato qualcosa a riguardo?
C'enta qualcosa Charlie Christian? O T - Bone Walker (altro bluesman da brivido...oltre che acrobata pre Hendrixiano )?
  • 0

Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>

#12 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 07 giugno 2011 - 10:29

i primi pezzi elettrici sono del 47, quando iniziò a incidere per la Aristocrat. Credo che più che l'influenza di T-Bone Walker (che i pezzi più marcatemente elettrici li incise grosso modo nello stesso periodo se non ricordo male, quelli con la Capitol) per l'elettrificazione e quindi l'amplificazione del suono sia stato per tutti decisivo l'impatto con un diverso modo di proporre la musica, in locali più gremiti e più grandi e con altri musicisti a suonare (ricordo che fino ai primi anni 40 difficilmente i chitarristi blues suonavano con altri, mi viene in mente patton con simms e poco altro). Insomma una questione in primo luogo pratica, pur riconoscendo l'importanza dei musicisti jazz come Christian, più che nel proporre uno stile, proprio nel proporre una determinata strumentazione.
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#13 gfgf

    Groupie

  • Members
  • StellettaStellettaStelletta
  • 209 Messaggi:

Inviato 07 giugno 2011 - 19:37

io partirei anzitutto con questo:
Immagine inserita
  • 0
VENDO CD-LP: WAVES, ROCK&SONGS, ALTRISUONI, RITMI&BLACK, REWIND.
http://www.discogs.c...ugolebowski1968
VENDO MAGAZINE ARRETRATI+LIBRI:
http://forum.ondaroc...86#entry1026986

#14 Merlo

    Classic Rocker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4795 Messaggi:
  • LocationItalia

Inviato 07 giugno 2011 - 19:56

Grandissimo Waters e grandissimo oblomov... a quando un post su Bo Diddley? :wub:

Comunque praticamente hai scritto una mono: spero che venga integrata nella webzine
  • 0

"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"


#15 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 07 giugno 2011 - 20:21

Bo Diddley dici? pensavo a John Lee Hooker, ha una discografia più interessante, oppure a una selezione dei migliori dischi del blues di chicago tra il 1960 e i primi 70
grazie comunque, non credevo che il vecchio muddy ricevesse tanto interesse Immagine inserita
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#16 magicbox

    Groupie

  • Members
  • StellettaStellettaStelletta
  • 114 Messaggi:

Inviato 08 giugno 2011 - 11:50

All'inizio degli anni 40 tuttavia non è più tempo del blues del Delta, ruvido e rurale: la guerra è alle porte e il ritmo e quello delle grandi orchestre swing, alla maniera di Benny Goodman. Proprio in quel periodo Alan Lomax iniziò il suo viaggio verso sud alla ricerca di Robert Johnson (ormai defunto da anni) e nel 1941 capitò dalle parti del locale di Muddy: tra il 24 e il 31 agosto vennero registrate tre canzoni, intervallate da brevi interviste, che estasiarono Lomax al punto di pagarle ben 20 dollari (cifra iperbolica se si pensa che Son House ricevette, per le sue incisioni, una coca, la quale quantomeno, "era bella fresca" nei ricordi del grande vecchio). In seguito, nell'estate 1942, Lomax tornò e fece registrare a Muddy e i suoi un gran numero di pezzi (leggenda vuole che molti siano ancora nascosti in qualche cassetto).



Le registrazioni si trovano in due dischi Down on Stovall's Plantation (1966) e The Complete Plantation Recordings (1993). La differenza tra i due dischi dovrebbero essere solo le brevi interviste fra i primi pezzi.

Dischi che vale la pena ascoltare anche solo per questo pezzo :

http://www.youtube.com/watch?v=nGGNryq08kU
  • 0

#17 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 08 giugno 2011 - 12:14

Oltre alle interviste, nel complete plantation ci sono alcune alternate take ( i be bound to write you e ramblin kid blues) e un bel libretto, ricco di note biografiche. Non avendo Down on stovall plantation non ho idea di come sia quest'ultimo.
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#18 norb

    mainstream Star

  • Redattore OndaRock
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 2629 Messaggi:

Inviato 08 giugno 2011 - 13:32

Ho sempre considerato Muddy Waters il padre del Rock. Più anche di Jelly Roll Morton, che con la sua shake rattle and roll scrisse comunque una pagina fondamentale per lo sviluppo del rock('n'roll), anche se da un'angolatura diversa (orchestrale). Il gruppo con Otis Spann al piano e Willie Dixon al basso eclissa il 50% del materiale registrato dai primi Rolling Stones. Jimmy Page lo sapeva bene ed oltre a 'rubare' ai maestri folk come Bert Jansch e Jackson C Frank prese a piene mani dal repertorio di quel gruppo (vedi YOu Shook Me).

Personalmente consiglio tutto quello pubblicato su CHess, una delle etichette più importanti della storia della rock.
  • 0

#19 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 08 giugno 2011 - 13:56

Personalmente consiglio tutto quello pubblicato su CHess, una delle etichette più importanti della storia della rock.



Purtroppo per chess ha pubblicato anche Electric Mud, dove ammiccava, pesantemente, alla psichedelia californiana, che è una discreta porcheria, con quei bassi pompati e il wah a tutta birra.
Nel mio post non l'ho citato per rispetto verso un grande, ma purtroppo esiste
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#20 joe tarallo

    cane sciolto

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • 820 Messaggi:

Inviato 08 giugno 2011 - 14:23

Grande Muddy, sempre sia lodato. Tra i padri del chicago blues, dell'elettrificazione del blues e di tutto ciò che ne è derivato (rhythm&blues, rock'n'roll. e poi in uk british blues, hard blues, hard rock). Recentemente mi sono preso un cd live, Breakin' it Up Breakin' it Down, tratto dal tour di Hard Again, sempre con Johnny Winter, Cotton all'armonica e tutto il resto della band di Hard Again. Ottimo live
  • 0

Turbo Missile Interculer


#21 reallytongues

    Pietra MIliare

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 26095 Messaggi:

Inviato 08 giugno 2011 - 22:18


Personalmente consiglio tutto quello pubblicato su CHess, una delle etichette più importanti della storia della rock.



Purtroppo per chess ha pubblicato anche Electric Mud, dove ammiccava, pesantemente, alla psichedelia californiana, che è una discreta porcheria, con quei bassi pompati e il wah a tutta birra.
Nel mio post non l'ho citato per rispetto verso un grande, ma purtroppo esiste


In questo Forum avevo quasi la certezza che qualcuno rivalutasse anche quel disco. Ma almeno nel blues le certezze e le verità storico culturali resistono.
  • 0

Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>

#22 oblomov

    Mommy? Can I go out and kill tonight?

  • Moderators
  • 18490 Messaggi:

Inviato 08 giugno 2011 - 22:47

da 1 a 10, dove 10 è west side soul, quel disco prende 0,1; è una inappellabile schifezza
  • 0
Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#23 Lexington Avenue

    Godlike Genius

  • Members
  • StellettaStellettaStelletta
  • 262 Messaggi:

Inviato 09 giugno 2011 - 08:51

Il gruppo con Otis Spann al piano e Willie Dixon al basso eclissa il 50% del materiale registrato dai primi Rolling Stones.


facciamo anche un 80/90%
  • 0

#24 Merlo

    Classic Rocker

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4795 Messaggi:
  • LocationItalia

Inviato 09 giugno 2011 - 11:55



Personalmente consiglio tutto quello pubblicato su CHess, una delle etichette più importanti della storia della rock.



Purtroppo per chess ha pubblicato anche Electric Mud, dove ammiccava, pesantemente, alla psichedelia californiana, che è una discreta porcheria, con quei bassi pompati e il wah a tutta birra.
Nel mio post non l'ho citato per rispetto verso un grande, ma purtroppo esiste


In questo Forum avevo quasi la certezza che qualcuno rivalutasse anche quel disco. Ma almeno nel blues le certezze e le verità storico culturali resistono.


Un'altra scempiaggine è l'omonimo di Howlin' Wolf del 1969... e ci credo che gli faceva schifo. :lol:
  • 0

"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"





0 utente(i) stanno leggendo questa discussione

0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi