Harry Potter e i doni della morte-parte I
#1
Inviato 30 novembre 2010 - 08:27
Meno potente di quanto non fosse nel libro la sequenza dentro il ministero della magia, ma comunque gli elementi razzisti sono disseminati lo stesso, notare cosa trova Harry quando apre il cassetto delle Umbridge, è esattamente un foglietto razzista d'epoca a cui alla parola ebrei è stata sostituita la parola Babbani. La storia volge alla fine con tocchi cupissimi, ma è pienamente nello spirito del libro. Le introspezioni psicologiche non sono nel carattere della saga, ma va bene così.
Bella la scena iniziale dell'annullamento di Hermione, lei scompare dalla memoria dei suoi genitori cancellandosi dalle foto che testimoniano il suo esserci stata con una lunga sequenza avvolgente. E notare quanto il vissuto di Hermione serva via via a salvarli, quel vissuto che lei ha dovuto rinnegare.
I tre protagonisti non sono mai stati gran che, ma Radcliffe è massacrato dal doppiaggio.
#2
Inviato 30 novembre 2010 - 08:59
A livello "tecnico" è senza dubbio il capitolo più curato assieme ad "Azkaban": la fotografia di Eduardo Serra, algida e spettreale, rende perfettamente il senso di solitudine e spaesamento che provano i tre protagonisti (la Watson è l'unica brav...ina), il modo in cui sono riprese foreste, montagne, mi ha ricordato la trilogia di Peter Jackson. Ottime anche le musiche (mai pompose) di Alexandre Desplat, e l'inclusione di "O Children" di Nick Cave and the Bad Seeds nella sequenza del ballo tra Harry e Hermione è stata una bella sorpresa.
#3
Inviato 02 dicembre 2010 - 08:52
avevo già commentato, comunque sì, migliore dei due film precedenti, e senza dubbio il capitolo più cupo e serioso della saga. Il MIO problema con la saga è che la sceneggiatura di tutti i film è sempre troppo autoreferenziale (da profano dei libri anche qui ho fatto una fatica a ricordarmi tutti i nomi o i riferimenti ai film precedenti), e sempre troppo dilatata (in questo caso più che mai, visto che da un unico libro sono stati tratti due film da due ore e mezza).
L'autoreferenzialità rispetto ai libri è sì fastidiosa, però tutti i nomi citati sono stati in effetti disseminati nei film precedenti, il problema è che i film sono troppo legati gli uni agli altri e l'effetto è disastroso. Comunque meglio del precedente perchè almeno hanno spiegato il senso del titolo, nel principe mezzosangue c'è ancora chi si chiede chi sia mai e perchè!
#4
Inviato 02 dicembre 2010 - 19:51
l'ho trovata anche io fantastica,probabilmente la migliore parte del filmBrillante la trovata della cinesizzazione del racconto dei doni della morte, molto fuori rispetto allo stile laccato di Harry Potter, ma molto centrato per via del racconto che descrive, che è un racconto che riguarda il dialogo con la morte, il confronto con essa, dunque la paura di essa e in definitiva la paura che si prova nel vivere.
comunque mi associo ai pareri positivi rispetto agli episodi precedenti (che ho trovato terribili)
#5
Inviato 04 dicembre 2010 - 15:51
(sì anche con il nulla delle attese in tenda)
per me la prima parte del settimo romanzo, angosciante, cupa, matura ricerca a lungo inconcludente, che approssima i protagonisti alla morte è una delle più poderose cavalcate narrative costruite dalla Rowling nell'arco dell'intera saga.
(mi riferisco esclusivamente al romanzo, il film non l'ho visto )
#6
Inviato 04 dicembre 2010 - 15:54
per me la prima parte del settimo romanzo, angosciante, cupa, matura ricerca a lungo inconcludente, che approssima i protagonisti alla morte è una delle più
poderosepallose e inutili cavalcate narrative costruite dalla Rowling nell'arco dell'intera saga.
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#7
Inviato 04 dicembre 2010 - 15:57
per me la prima parte del settimo romanzo, angosciante, cupa, matura ricerca a lungo inconcludente, che approssima i protagonisti alla morte è una delle piùpoderosepallose e inutili cavalcate narrative costruite dalla Rowling nell'arco dell'intera saga.
mah...che ti devo dire, io ho trovato che assuma un valore fondamentale. praticamente di spaccatura, rispetto agli altri romanzi...
#8
Inviato 04 dicembre 2010 - 16:16
capisco il tuo punto di vista ma non sono molto d'accordo. comunque l'ho letto in una giornata di luglio di 3 anni fa, diciamo che non ho ricordi lucidissimi per poter dire molto di più..
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#9
Inviato 07 dicembre 2010 - 08:05
Però il libro contiene la scena del ministero che è poderosa e la storia di Albus e della sua famiglia. Non per dire, ma la famiglia di Albus subisce un "delitto" razzialmente individuabile e la Rowling, tanto di cappello, lo erge ad esempio di civismo. Alla base di tutta la storia della saga c'è proprio questo, l'esser parte o meno del gruppo giusto che tale si dichiara sulla base di presupposti etnici/di sangue/di razza. E non ultimo la vertigine del potere che si ha quando si fa parte di quel gruppo etichettato come giusto. Nell'ultimo capitolo quindi è Albus che diviene il vero personaggio, il vero esempio, è Albus il vero protagonista.
Gli eventi di cronaca tendono ad aumentare il bisogno di questi libri che rimangono un ottimo viatico, per i ragazzini, per imparare il valore dell'uguaglianza.
#10
Inviato 07 dicembre 2010 - 13:27
Discreta la scena nel ministero, non male neanche la parte in campeggio, buona fotografia, interessante (seppur non originale in senso assoluto) il racconto dei tre fratelli.
M'è piaciuta anche la parte finale, in cui evita troppi sbrodolamenti e racconta in modo essenziale ed efficace.
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#11
Inviato 10 dicembre 2010 - 21:50
La saga di Harry Potter ha uno strutturale problema di adattamento: non essendo i film la visione dell'opera della Rowling di una determinata persona, bensì di una major (nella persona di David Heyman), i vari capitoli altro non sono se non illustrazioni della pagina della scrittrice britannica. E se si vuol essere fedeli a tutti i costi alla fine si realizza un film che altro non è se non la "riduzione" del romanzo e non può avere alcuna ambizione, nemmeno di essere complementare all'originale, ma sempre subordinata e referenziale ad essa. La prostituzione del cinema a un altro linguaggio sarebbe da condannare a priori, ma mi rendo conto che è una pratica diffusa (da quando c'è il sonoro) quindi "bisogna accontentarsi": effettivamente l'Harry Potter cinematografico è meglio delle scialbe e soporifere Cronache di Narnia e più accattivante della saga di Twilight, quindi qualcosa di buono ce l'avrà anche. Il comparto tecnico de "I doni della morte-parte prima" è ottimo, con la fotografia livida e cupa che aiuta a creare un'atmosfera opprimente intorno ai tre protagonisti, e un ottimo apporto di effetti speciali. La recitazione dei tre è cresciuta e anche senza essere sempre convincenti le spalle Grint-Watson eclissano Redcliff. Yates guarda molto al Peter Jackson della "Compagnia dell'anello" e riesce a costruire questo viaggio iniziatico con ostacoli mortali che si succedono, alternando il silenzio dell'attesa a sequenze molto più movimentate: molto efficace nel far respirare l'aria di regime nel ministero o la candida calma di Godric's Hollow. E' un film più maturo e meno ruffiano, dove tutto quello che accade ha un'alone di tragicità e morte e in questo va dato atto di aver perfettamente colpito nel segno.
Viste le premesse (e alcuni precedenti) si poteva fare di peggio, ma faccio due appunti su cose perfettibili: peccato si perda per strada la macerazione dei caratteri dei protagonisti messi in convivenza forzata e si cerchi di annacquare i rapporti con una patina di menage tra Harry e Hermione (imbarazzante la scena del ballo, nonostante Nick Cave); peccato che le visioni di Harry siano appunto visioni esterne e non soggettive come dovrebbero essere (lui è Voldemort).
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