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Gorbaciof di Stefano Incerti


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13 replies to this topic

#1 Kraftwave

    Roadie

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Inviato 17 ottobre 2010 - 12:27

Immagine inserita

Chi è meridionale lo sa bene: affibbiare gli pseudonimi è sport nazionale. Quando poi vivi in una città folcloristica come Napoli e ti ritrovi un??appariscente voglia appiccicata proprio sulla fronte, puoi stare certo che il tuo nome si trasformerà in ??Gorbaciof? (evidentemente, un adattamento dialettale del cognome del celebre leader dell??Unione Sovietica). Il protagonista del sesto lungometraggio del regista napoletano Stefano Incerti è il contabile del carcere di Poggioreale, all??anagrafe Marino Pacileo (Toni Servillo), un uomo taciturno, disonesto, viscido e - a modo suo - sensibile. Durante il lavoro è solito rubare qualche soldo dalla cassaforte da utilizzare a un variopinto e losco tavolo da gioco allestito nel retro di un ristorante cinese, di cui fanno regolarmente parte tra gli altri un noto avvocato e il proprietario dello stesso esercizio orientale, padre della bella Lila (Mi Yang), per la quale Pacileo nutre un forte interesse sentimentale. L??aspirante suocero s??indebita con il poker e, per evitare conseguenze ancor più disgraziate, Gorbaciof intensifica i prelievi fuorilegge alla cassa del carcere e tampona con il contante la piaga sociale della famiglia cinese. Anche per lui, però, le carte non girano e si ritrova invischiato in traffici di tangenti e rapine. Come spesso accade a Servillo nelle interpretazioni per Paolo Sorrentino, il personaggio principale del film gli viene cucito addosso; la macchina da presa lo tallona silenziosa in stile documentaristico e ne traccia un ritratto in cui emergono le smorfie e l??andamento smargiasso, tipici di chi è abituato a vivere per strada. Rispetto a ??Le conseguenze dell'amore? o ??Il Divo?, dove l'ottimo Toni poteva brillare grazie anche a una sceneggiatura appassionante, in ??Gorbaciof? ha giocato da solista trainando una storia incolore e un cast ?? a cominciare dalla protagonista femminile ?? abbastanza piatto. Tuttavia, Incerti è ammirevole nel suo tentativo (riuscito) di raccontare gli eventi in forma originale risparmiando i dialoghi e privilegiando le immagini, segnate efficacemente dalle musiche originali di Teho Teardo (Il Divo) e montate dal solido Marco Spoletini (Gomorra). Con un finale graffiante avrebbe potuto rivelarsi anche una pellicola da raccomandare agli amanti del cinema acqua e sapone, ma sfortunatamente l'epilogo grottesco lo ridimensiona e lascia allo spettatore un retrogusto amaro, coerente con l'atmosfera del film ma meno con i favori del pubblico.
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#2 sokurov

    Bambino Adattato +

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Inviato 21 ottobre 2010 - 00:19


http://www.ondacinem.../gorbaciof.html

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#3 bowman

    Groupie

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Inviato 21 ottobre 2010 - 20:13

Le coordinate dentro le quali si muove il film di Incerti, Gorbaciof, sono state consumate da un secolo di storia del cinema: protagonista solitario, duro ma dal cuore tenero; il vizio delle carte trasversale allo stato sociale dei giocatori; contesti urbani (in questo caso Napoli) caratterizzati dalla malavita; il carcere.

Nonostante ciò trovo il film riuscito perché le coordinate fanno da sfondo, stabiliscono la cornice della pellicola, lasciando ampio spazio al protagonista di emergere in modo interessante. Troppo banale dare tutti i meriti all??ottimo Servillo. Il merito è anche di una macchina da presa che decide di incollarsi al protagonista (sento ancora il rumore dei passi) restituendoci energia, di un montaggio tenace, deciso, senza fronzoli (si tratta dello stesso montatore di Gomorra) e di una sceneggiatura che ha preferito i gesti alle parole (all??inizio pensavo che il protagonista fosse muto). Anche se stilisticamente profondamente differenti, sembra di ritrovare in Gorbacioff l??estetica di Somewhere della Coppola. Oppure, è un Gomorra alla rovescia. Nel film di Garrone i personaggi e l??ambiente si fondono nella materia filmica, non ci sono personaggi e ambienti ma una sola ??cosa? organica, indistinta. In questo di Incerti il protagonista si stacca con decisione dal resto come una figura di Michelangelo.

E?? importante precisare che anche se l??ambiente in cui si muove il nostro protagonista rimane sullo sfondo, anche se è solo abbozzato, il contesto emerge comunque con una forza molto più convincete di film in cui lo si esplicita in modo fin troppo dichiarato. Gorbaciof evita così il rischio della mera illustrazione. Per mera illustrazione intendo: questo è un contesto degradato, ecco, ve lo faccio vedere e così il mio film sta a posto con i temi sociali. No, in Gorbaciof si è lontani da questo modo di raccontare. Difficile trovare un finale per un film come questo. Immagino che in fase di sceneggiatura ne abbiano pensati diversi. Ma negli ultimi 15 minuti si scivola nella banalità, quelle coordinate consumate di cui dicevo prevalgono in modo insopportabile e il finale risulta addirittura imbarazzante (mi ha ricordato quello invece riuscitissimo del Profeta). Fossi in loro riporterei la pellicola in sala montaggio.

Si è scomodato il Chaplin di Luci della città, io ci ho trovato molto del Kitano di Hana-Bi.


Voto: 7


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#4 sokurov

    Bambino Adattato +

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Inviato 22 ottobre 2010 - 11:13

Ma negli ultimi 15 minuti si scivola nella banalità [...] il finale risulta addirittura imbarazzante


Con un finale graffiante avrebbe potuto rivelarsi anche una pellicola da raccomandare agli amanti del cinema acqua e sapone


Se ci pensate bene Gorbaciof è un personaggio triste e drammatico. Nonostante ciò il regista in più sequenze ce lo inquadra goffo, a volte è puramente comico. L'atmosfera nel film in quei momenti passa dal realismo della malavita alla teatralità di un personaggio balordo. Incerti è stato bravo soprattutto nel finale, nel riuscire in modo coerente a trovare una conclusione si ovvia (la sorte di Gorbaciof la si può intuire facilmente anche a metà film) ma ferocemente idonea alla descrizione che sino a quel momento ci aveva offerto.
Il protagonista muore come uno scemo, come il balordo che è, in modo comico.
Solo lo spettatore (e Lila) sanno in realtà chi sia il vero Gorbaciof, "una tigre in mezzo alle scimmie" (cit. locandina), un inetto capace però di catturare il cuore dello spettatore, e nel suo piccolo capace di amare e proteggere come altri non saprebbero mai fare.
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#5 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 22 ottobre 2010 - 11:15


Il protagonista muore come uno scemo, come il balordo che è, in modo comico.


Mi hai rovinato l'eventuale visione. Non potevi mettere la scritta spoiler o scriverlo in beige? :(
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#6 sokurov

    Bambino Adattato +

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Inviato 22 ottobre 2010 - 11:19

Scusa! Davo per scontato che entrassero nel thread solo chi aveva visto il film... la prossima volta scrivo tutto in bianco, giuro!

p.s. vai a vederlo comunque, se non altro almeno per Toni Servillo che merita davvero
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#7 fernando wood

    Roadie

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Inviato 22 ottobre 2010 - 18:54

Vado un po' controcorrente.
Io credo che Gorbaciof sia un film inesorabilmente lento, privo di mordente e irrisolto. La pretesa autoriale (la scelta "forte" di non dialogare la gran parte del film, la fissità della macchina da presa, il "ritmo statico" e la ripetività di situazioni attraverso la riproposizione di stesse inquadrature) naufraga del tutto.
? la solita storia: la gran parte dei cineasti italiani fa film "lenti" con pretese autoriali. E una buona fetta della critica cinematografica "di mestiere" è lì pronta a dire "autore, autore".
Non credo di essere l'unico a desiderare spazio, nel nostro cinema, per un cinema meno "convinto" e più mordace. L'abbandono di certa "autorialità" potrebbe far bene a un cinema ingessato come il nostro.

Inoltre, obbiettivamente, Toni Servillo è uno straordinario attore. E anche in questo film non sfigura affatto. Ma sarebbe bello se qualcuno si prendesse la briga, per una volta, di affidargli un ruolo un po' diverso. Tanto lui è uno capace.

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#8 Kraftwave

    Roadie

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Inviato 22 ottobre 2010 - 23:45


Ma negli ultimi 15 minuti si scivola nella banalità [...] il finale risulta addirittura imbarazzante


Con un finale graffiante avrebbe potuto rivelarsi anche una pellicola da raccomandare agli amanti del cinema acqua e sapone

SPOILER
Se ci pensate bene Gorbaciof è un personaggio triste e drammatico. Nonostante ciò il regista in più sequenze ce lo inquadra goffo, a volte è puramente comico. L'atmosfera nel film in quei momenti passa dal realismo della malavita alla teatralità di un personaggio balordo. Incerti è stato bravo soprattutto nel finale, nel riuscire in modo coerente a trovare una conclusione si ovvia (la sorte di Gorbaciof la si può intuire facilmente anche a metà film) ma ferocemente idonea alla descrizione che sino a quel momento ci aveva offerto.
Il protagonista muore come uno scemo, come il balordo che è, in modo comico.
Solo lo spettatore (e Lila) sanno in realtà chi sia il vero Gorbaciof, "una tigre in mezzo alle scimmie" (cit. locandina), un inetto capace però di catturare il cuore dello spettatore, e nel suo piccolo capace di amare e proteggere come altri non saprebbero mai fare.


A me il finale non è parso banale, anzi; la sua criticità, paradossalmente, è essere eccessivamente alternativo. Troppo svelto e troppo "ridicolo".

Catturare il cuore dello spettatore, dici? Non il mio, decisamente. Parafrasando la locandina, definirei Gorbaciof "una scimmia in mezzo alla foresta": ovvero, un poveraccio come gli altri.

Vado un po' controcorrente.
Io credo che Gorbaciof sia un film inesorabilmente lento, privo di mordente e irrisolto. La pretesa autoriale (la scelta "forte" di non dialogare la gran parte del film, la fissità della macchina da presa, il "ritmo statico" e la ripetività di situazioni attraverso la riproposizione di stesse inquadrature) naufraga del tutto.
? la solita storia: la gran parte dei cineasti italiani fa film "lenti" con pretese autoriali. E una buona fetta della critica cinematografica "di mestiere" è lì pronta a dire "autore, autore".
Non credo di essere l'unico a desiderare spazio, nel nostro cinema, per un cinema meno "convinto" e più mordace. L'abbandono di certa "autorialità" potrebbe far bene a un cinema ingessato come il nostro.


Non capisco questo discorso sull'autorialità. Il film è girato con personalità e la (presunta) lentezza è coerente con il discorso narrativo. I problemi ci sono indubbiamente, ma vanno ricercati altrove.

la tizia cinese invece è  :-* :-* :-*


Molto carina, ma altrettanto potiche per dirla alla Ozon.
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#9 fernando wood

    Roadie

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Inviato 23 ottobre 2010 - 08:38



Non capisco questo discorso sull'autorialità. Il film è girato con personalità e la (presunta) lentezza è coerente con il discorso narrativo. I problemi ci sono indubbiamente, ma vanno ricercati altrove.



Mi spiego meglio. Mi riferisco non solo al cineasta che, di fronte alla possibilità di girare un film "nero" o comunque "di genere" (che esuli, perciò, dal dramma sociale o dalla commedia - film nei quali l'Italia si cimenta maggiormente) lo rallenta inesorabilmente, puntando a fare qualcosa di "diverso" - classico, no, che gli americani condiscono tutto con azione, e allora il cineasta italiano si deve discostare e fa un film "personale", dove l'assenza di ritmo, purtroppo, la fa da padrone, quasi sempre. Fa un film di spazi, film sospeso, film di silenzi, "film di".

Ora, se si nota ciò che succede a livello di critica cinematografica, non sempre, ma in parecchi casi, si vedrà che il riferimento è l'autorialità. Il film non è action, non è americanizzato, non è kitsch e bla bla bla e "ha una forte impronta autoriale".

Ma, scusate. Quale autore? Questo è un altro grosso problema del nostro cinema, a mio modestissimo modo di vedere. L'autore qua, l'autore là. Un film è diretto da un regista, è recitato da attori, montato da professionisti, ci sono gli addetti alle luci, il direttore della fotografia e via discorrendo.

Si parla solo di regista autore, in Italia. Esce un film d'esordio di un nuovo cineasta (succede raramente, lo so, ma alle volte fortunatamente succede  :D) e cosa scrivono o dicono? Film d'autore. Ma se deve ancora cominciare un percorso cinematografico, come fa a essere già un "autore"?

Il mio discorso, si badi, si riferisce a una tendenza generale. Il film di Incerti è un'occasione per esprimere il concetto, non certo tutti i mali del cinema italico risiedono in esso. ? solo uno di quei casi, a mio parere, in cui le recensioni (si veda quella di De Simei in Homepage) sono anche meglio del film  :P

Questa non è un'invettiva contro chissà chi. Vuole essere solo uno spunto di riflessione, sia chiaro.
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#10 William Blake

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Inviato 23 ottobre 2010 - 08:56

Mi riferisco non solo al cineasta che, di fronte alla possibilità di girare un film "nero" o comunque "di genere" (che esuli, perciò, dal dramma sociale o dalla commedia - film nei quali l'Italia si cimenta maggiormente) lo rallenta inesorabilmente, puntando a fare qualcosa di "diverso" - classico, no, che gli americani condiscono tutto con azione, e allora il cineasta italiano si deve discostare e fa un film "personale", dove l'assenza di ritmo, purtroppo, la fa da padrone, quasi sempre. Fa un film di spazi, film sospeso, film di silenzi, "film di".


se fosse così sarebbe molto bello e avremmo un vivaio d'autori spettacolare. il problema è che succede una volta ogni tanto asd
comunque FernandoWood i film di genere in Italia non se ne potranno fare finchè ci sono queste tendenze (ci prova Placido con tutti i limiti di sorta), quindi mettiti l'animo in pace. ciò che tu sottolinei c'è da oramai un quarto di secolo, ed è diventato pure un po' un luogo comune sul cinema italiano. perchè se ci si guarda attorno, di film "diversi" negli ultimi anni ne sono usciti: praticamente tutto il Bellocchio di questo decennio che ha trovato un nuovo periodo d'oro, e poi i quarantenni Garrone, Sorrentino, Crialese, gli outsider Piva e Capuano. anche riferendomi a quest'anno, pur non essendomi esaltato nè per Diritti nè per Virzì si tratta di comunque di due film tutt'altro che privi di interesse...
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#11 fernando wood

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Inviato 23 ottobre 2010 - 09:08

comunque FernandoWood i film di genere in Italia non se ne potranno fare finchè ci sono queste tendenze (ci prova Placido con tutti i limiti di sorta), quindi mettiti l'animo in pace.


Ah ma questo lo so. Ma secondo me è per via di queste tendenze che molti hanno definito Gorbaciof un bel film. Ed ciò è probabilmente frutto di quella visione culturale di cui sopra, ormai troppo radicata.

perchè se ci si guarda attorno, di film "diversi" negli ultimi anni ne sono usciti: praticamente tutto il Bellocchio di questo decennio che ha trovato un nuovo periodo d'oro, e poi i quarantenni Garrone, Sorrentino, Crialese, gli outsider Piva e Capuano. anche riferendomi a quest'anno, pur non essendomi esaltato nè per Diritti nè per Virzì si tratta di comunque di due film tutt'altro che privi di interesse...


Ma guarda, concordo pure, ma ti dirò che c'è anche chi fa film di genere. Ma rimane underground. Perché i distributori, col cavolo che li trova. ? anche questo il problema del nostro cinema. Non si svecchia e non da spazio a nuove sperimentazioni. I film diversi che citi tu, malauguratamente, tengono a galla una barca che avrebbe rischiato di affondare già molti anni fa, ma oltre a tenerci con la testa fuori dall'acqua, non possono far di più.
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#12 William Blake

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Inviato 23 ottobre 2010 - 10:13


Ma guarda, concordo pure, ma ti dirò che c'è anche chi fa film di genere. Ma rimane underground. Perché i distributori, col cavolo che li trova. ? anche questo il problema del nostro cinema. Non si svecchia e non da spazio a nuove sperimentazioni. I film diversi che citi tu, malauguratamente, tengono a galla una barca che avrebbe rischiato di affondare già molti anni fa, ma oltre a tenerci con la testa fuori dall'acqua, non possono far di più.


è anche così: ci sono tanti film fatti da giovane con poche migliaia di euro su cui nessuno scommette (a Milano, a quanto pare, c'è una scena interessante) e quindi nessuno li vedrà e i giovani registi dovranno darsi all'ippica. però non si può non notare un netto miglioramento del cinema italiano di questi anni. poi sulla visione radicata di cui parli aggiungerei che è una tendenza atavica: forse il neorealismo e il cinema d'Autore ha segnato troppo la nostra critica (e un certo tipo di registi-wannabe). quindi croce o delizia che sia, questa è una componente di cui non possiamo liberarci, anche perchè in certi casi ha fatto la forza del nostro cinema; dobbiamo cercare di uscire dallo steccato (auto)imposto e IMO c'è chi ci sta provando...
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#13 sokurov

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Inviato 23 ottobre 2010 - 17:51

Ma secondo me è per via di queste tendenze che molti hanno definito Gorbaciof un bel film. Ed ciò è probabilmente frutto di quella visione culturale di cui sopra, ormai troppo radicata.


Ti do ragione sul fatto che in Italia siamo un po' troppo abituati ad esaltare il film "d'autore" anche quando palesemente non lo è (siamo arrivati anche a dare la palma di film d'essai a Boldi e De Sica...ma questo è un altro discorso) però dopo aver visto Gorbaciof non me la sento di condannarlo, e una manina d'autore la si percepisce (anche in "L'uomo di vetro" Incerti era già parso un regista dalle buone doti)... grande film no, però un film discreto e umile si, a mio modo di vedere.
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#14 sokurov

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Inviato 23 ottobre 2010 - 17:53

? solo uno di quei casi, a mio parere, in cui le recensioni (si veda quella di De Simei in Homepage) sono anche meglio del film  :P


Non sarei molto d'accordo ma grazie caro!
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