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[Peel Slowly And See]

Il disco è stato pubblicato nel 2002, ed infatti penso di averlo ascoltato per l'ultima volta 4 anni fà! Ricordo comunque che si trattava di un buon disco, godibile, e probabilmente gli amanti del genere potrebbero apprezzarlo molto più di me. Tra l'altro, particolare non trascurabile, a firmare i brani c'è un cast d'eccezione, che comprende Bob Dylan, Van Morrison, Tom Waits, Brian Wilson ed Elvis Costello.

[Mark Lanegan]

Ho deciso d'acquistare questo album, che risulta una delle pietre miliari dell'odierna rinascita del cosiddetto 'classic soul'... e poi il fatto che sia del Vescovo personalmente mi stimola ulteriormente la voglia di prenderlo. Chi mi sa dire qualcosa di più?

Saluti,
EA

ti recupero un pezzo che avevo scritto all'epoca, rileggendolo ora mi accorgo che è scritto malissimo  ma spero possa esserti d'aiuto:

Alla domanda su quale sia stato il disco dell'anno 2002 sarei indeciso, lo confesso, ma se mi chiedessero qual è il disco del 2002 che più ho ascoltato non avrei dubbi a nominare il Vescovo, The Bishop, Solomon Burke. Musicalmente non dice niente di nuovo "don't give up on me", tanto Soul, R'n'B, Folk e Blues, ma c'è lo stesso qualcosa in questo disco che lo rende grande, importante e anche attuale.
� l'interpretazione del Vescovo la base di tutto; la voce di Burke è assolutamente incredibile e giostra e modella le canzoni come le avesse scritte lui, le canta come se fossero storie e pezzi della sua vita. Grandi songwriters, dicevo, e infatti dopo la title track, arriva infatti subito la "Fast Train" che fu di Van Morrison mentre la "Diamond in your mind" di Tom Waits viene trasformata in un gospel.
Dopo la cupa "Fresh & blood" scritta da Henry arriva quello che per me è uno dei pezzi migliori di tutto il disco, la "Soul Searchin'" scritta da Brian Wilson è uno di quei pezzi che trascinano tanto che ti metti a cantare in casa come se fossi Marvin Gaye o Aretha Franklin. "Only a dream" è una bella sviolinata soul a cui segue la diversissima "The Judgement", altra canzone cupa dall'incedere drammatico; arrivano poi "Stepchild" una bella ballata blues scritta da Bob Dylan e la bellissima "The other side of the coin" a firma Nick Lowe.
Tralasciando la seppur bella "Sit this one out" che chiude il disco, concludo parlando della traccia 10, dalla quale è stato tratto anche un video (rarissimo a vedersi); "None of us are free" è cantata da Burke insieme al magnifico gruppo dei Blind Boys of Alabama e già ascoltarla pensando che fu dei Lynyrd Skynyrd è spiazzante, ma la canzone è veramente terrificante, e nel ritornello ti viene voglia di unirti anche tu al vescovo e ai Blind Boys a cantare "none of us are free, if one of us is chained".
Canzone monumentale per un disco che non ha età, non ha epoca, vecchio perché potrebbe essere uscito dalla Motown degli anni '60 e '70 e attuale perchè dovrebbe esser fatto sentire a chi si cimenta nel canto, in special modo a tutti questi cantantini e cantantine che vorrebbero cimentarsi nel soul e nell'r'n'b.
Canzoni cantate con cuore e anima, sofferte, gioiose, trascinanti e commoventi. Se amate le emozioni in musica questo disco non dovete proprio perderlo.