@Yuza la risposta alla tua domanda per me è senz'altro positiva, nel momento in cui da un lato una certa impostazione critica è ben riconoscibile e dall'altro la stessa modalità attuale di fruizione della musica favorisce l'impressione immediata piuttosto che la durevolezza dell'effetto.
Verissimo, e non vale solo per i dischi (e gli ascoltatori) da "un ascolto e via": mi pare che si sia diffuso capillarmente un rapporto alla musica in cui i dischi li si ama per un tot, li si sbandiera ai quattro venti, poi tempo due mesetti li si lascia al loro corso. La musica dura di meno.
Non sono tanto d'accordo, penso sia fisiologico un alternarsi di periodi che vanno dall'iniziale colpo di fulmine a un più tenue succedersi di periodi di dimenticanza e nostalgia. Per di più quando si hanno scarse possibilità di mantenere un rapporto con artisti che in alcuni casi si riescono a vedere live per miracolo.