Departures
#1
Inviato 08 marzo 2010 - 13:26
C??era una volta il caro estinto, un film che faceva umorismo sulle onoranze funebri che sono sempre e ovunque obiettivamente ridicole, solo che uno si fermi un attimo a rifletterci sopra e talvolta capita. Capita meno di frequente invece che si rifletta sugli addetti ai lavori, che fanno quel mestiere come un altro qualsiasi, mestiere che qualcuno deve pur fare anche se scomodo e non gratificante; immedesimandoci diciamo pure ci che fa un po?? di ribrezzo, almeno fino quando non ci si abitua, ma ci si abitua tutto e pensandoci bene esistono mestieri ben peggiori del becchino, basti pensare per esempio a quello che fa la polizia scientifica, che però è nobilitata da questo aggettivo, appunto scientifica, che implica professionalità e capacità.
Per fare il becchino basta invece uno stato di necessità, il bisogno di un lavoro e di uno stipendio, ed è il caso di Daigo, il protagonista di questo film, che all??inizio ne è stomacato, se ne vergogna e lo nasconde perfino alla moglie ed alle persone più care, fino a quando non si abitua e lo affronta con impegno e professionalità, si potrebbe quasi dire con passione.
Nella prima parte il film alterna umorismo nero e sentimento ed emerge una bella storia di amore tra Daigo e Mika, la moglie, il loro è un bellissimo rapporto fino a quando non si guasta quando lei scopre la vera professione del marito, non tanto per quello che è, ma per la mancanza di fiducia e sincerità da lui mostrata nei suoi confronti, per non averle raccontato la verità.
Dopo una breve crisi il rapporto si ricompone, lei attende un figlio che accetta con gioia, e così grazie alla morte potrà nascerà una nuova vita, l??apologo funziona e se il film finisse qui, sarebbe un bel film.
Invece ce ne è ancora, vengono introdotti ulteriori elementi, il padre, la madre i segreti di famiglia, (che palle!), i complessi e le frustrazioni che ne derivano, la memoria rimossa, tutti elementi che appesantiscono il film, che perde la leggerezza iniziale della black commedy aggraziata, che perde sincerità ed innocenza per avventurarsi su strade tortuose e da questo punto in poi non mi piace più e mi prende anche un po?? a noia.
#2
Inviato 01 aprile 2010 - 16:22
Bravi gli attori a partire dal protagonista che per la sua goffaggine e simpatia sembra un John Cusack orientale - e intelligente- e il 'principale', in cui Daigo riconosce una guida, se non addirittura un padre.
Un altro film sulla complessità dei rapporti umani e sulla morte dopo l'ultimo Pixar. Per chi ama il cinema giapponese, non si puo' perdere.
Il cambio di generi da black comedy a dramma non mi ha dato fastidio:per me è stato più traumatica l'inversione da melò a film d'avventura nel film di Docter (che comunque rimane la miglior pellicola d'animazione dell'anno scorso)
#3
Inviato 11 aprile 2010 - 15:41
#4 Guest_Oyuki_*
Inviato 11 aprile 2010 - 15:45
Edit: a parte l'ironia e il sarcasmo, è uscito in sole 28 sale. Una miseria.
#5
Inviato 18 aprile 2010 - 18:35
completo, elegante, simpatico e molto commovente.
Mi ha ricordato molto La Strada verso Casa di Yimou, come percorso e sviluppo. E anche come uso della musica, veramente una parte integrante del film che riesce a insinuarsi perfettamente, dando ulteriormente corpo al film.
http://rateyourmusic...ceLORDofSILENCE
http://www.anobii.com/people/moro/
http://www.lastfm.it...r/BlackiceLORD/
la mamma dei sottogeneri del metal è sempre incinta
Che poi Hitler è un personaggio così black metal... esteticamente impossibile non restarne colpiti. Stalin è più death-grindcore. Mussolini garage-punk, Mao invece è doom.
#6
Inviato 19 aprile 2010 - 08:39
Il tema centrale mi sembra che sia il ritorno a casa, il recupero della memoria e di una dimensione più a misura d??uomo: in fondo il protagonista viene via da Tokio e dai suoi grattacieli, viene via dall??idea di una vita sempre in giro per il mondo (causa della sua assenza al funerale della madre) in cui le dimensioni del vivere sono abnormi (il costo del violoncello) e ritorna in un paesino invaso dagli elementi naturali, in cui la vita procede a ritmi sostenibili e in cui ancora ci sono riti che il tempo non cancella. C??è tutto un moltiplicarsi di figure paterne e materne sostitutive, dalla signora del bagno pubblico, mi sembra che incarni l??anima del giappone antico, al suo capo al lavoro. E poi c??è il lavoro, decisamente fuori dagli schemi, ma che ha bisogno di tatto, delicatezza, precisione, amore in definitiva (d??altronde il capo inizia il suo lavoro di tanatoesteta come ultimo atto d??amore verso la moglie). E come tutti i lavori è un modo per rimettere ordine nel mondo, eliminare la confusione e lo scompiglio e ridare quiete, ordine appunto, leggibilità.
Non mi è dispiaciuta la commistione fra comico e drammatico, ma nel finale questa linea narrativa si perde totalmente. Ci sono due climax emotivi a mio parere, la morte della donna del bagno pubblico e la morte del padre di lui, troppi, uno dietro l??altro quasi, eccessivo.
#7
Inviato 19 aprile 2010 - 22:28
Non mi è dispiaciuta la commistione fra comico e drammatico, ma nel finale questa linea narrativa si perde totalmente. Ci sono due climax emotivi a mio parere, la morte della donna del bagno pubblico e la morte del padre di lui, troppi, uno dietro l??altro quasi, eccessivo.
è vero.. la morte di lei me l'aspettavo (ma mi aspettavo proprio di godere di quel momento, artisticamente parlando). Del padre, boh, non me l'aspettavo e in effetti ero ancora troppo concentrato sulla morte di lei.
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Che poi Hitler è un personaggio così black metal... esteticamente impossibile non restarne colpiti. Stalin è più death-grindcore. Mussolini garage-punk, Mao invece è doom.
#8
Inviato 20 aprile 2010 - 17:45
Avrei seguito volentieri la vincenda anche dal punto di vista di Mika, bel personaggio alquanto enigmatico.
http://www.anobii.com/satyajit/books
http://www.goodreads...3893406-claudio
https://twitter.com/EligioAldoVere
#9
Inviato 20 aprile 2010 - 17:52
Vedibilissimo. Peccato solo che tocchi molti temi importanti senza avere il coraggio di esplorarli in profondità e affiancandoli ad altri ampiamente risaputi.
Avrei seguito volentieri la vincenda anche dal punto di vista di Mika, bel personaggio alquanto enigmatico.
invece secondo me li esplora in maniera molto tipica.
Ci sono un sacco di simbolismi che noi non capiamo...
ad esempio ci sono parti in cui la nostra mentalità "aperta (???)" sobbalza quando vede un'altra mentalità aperta-ma-bizzarra, come quella giapponese, ripudiare un lavoro come la preparazione del cadavere...
Giusto quello che ha detto takemitsu: c'è questo bipolarismo fra lo sporco del cadavere e il pulito della sua apparenza, lo sporco dei propri peccati che vengono lavati nel sentou.
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Che poi Hitler è un personaggio così black metal... esteticamente impossibile non restarne colpiti. Stalin è più death-grindcore. Mussolini garage-punk, Mao invece è doom.
#10
Inviato 14 ottobre 2010 - 09:20
Il film documenta questo rituale giapponese inserendolo in una cornice narrativa semplice e delicata che permette di affrontare tanti e svariati temi, apparentemente sconnessi, come quello della bellezza, della difficoltà di trovare un lavoro (anche in Giappone), del rapporto con le proprie passioni, dei pregiudizi, della separazione dei figli dai propri genitori, dell??esigenza di vivere legami affettivi. A legare tutti questi temi è tutto ciò che viene prima della morte: la vita. Ecco, Departures, in modo pulito, elegante, semplice, sentito, mai accademico e pedante, con un livello di astrazione concettuale efficacemente reso attraverso le immagini, ci presenta, senza scadere in patetismi e facili sentimentalismi (e la storia ha tutte le caratteristiche per cadere nel tranello del facile sentimentalismo), il rituale giapponese della preparazione delle salme per parlarci della vita.
Io ho scandalosamente recuperato il film dopo tanti mesi che è nelle sale, chi vive in città dove è ancora in sala e non l??ha ancora visto, non sia più scandaloso di me.
Voto: 9
#11
Inviato 14 ottobre 2010 - 12:55
se ti sono piaciuti i contenuti, allora ti suggerisco di vederti un paio di episodi di Six feet under che sugli stessi temi ha scavato molto più a fondo e senza autoindulgenza.
#12
Inviato 19 dicembre 2010 - 10:37
Avete visto altri film di questo regista? Come sono?
#14
Inviato 06 gennaio 2011 - 20:57
Avrei seguito volentieri la vincenda anche dal punto di vista di Mika, bel personaggio alquanto enigmatico.
Personaggio terribile, c'è una scena in cui esce di casa in mezzo ai fiori sospirando e sorridendo... mi si è cariato un dente.
Film (sopravvalutato) dell'anno.
P.S. avete regole particolari per gli spoiler?
“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani - UU)
#15
Inviato 06 gennaio 2011 - 22:18
P.S. avete regole particolari per gli spoiler
Seleziona la parte spoilerosa del messaggio, vai su cambia colore (poco sopra) e scegli beige (o anche giallo).
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