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La Prima Linea (2009, Renato De Maria)


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#1 astrodomini

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Inviato 19 novembre 2009 - 17:36

La storia di una tragedia, una tragedia che dal clima di terrore da cui il paese stava lentamente uscendo si sposta sulla vicenda angosciante di uno degli ultimi sussulti della lotta arma di sinistra negli anni di piombo.

La vicenda parte dalla fine, da un evasione portata a termine da uno dei capi storici dell'organizzazione (Sergio Segio) per liberare la propria compagne e donna (Susanna Ronconi) dal carcere di Rovigo dove era detenuta.
Nel mezzo la storia di Prima Linea; dai primi anni in Lotta Continua alla scelta della lotta armata incondizionata allo stato e ai padroni fino alla fase finale che li vede rifiutati in primo luogo da quel mondo operaio che vorrebbero difendere, ultimo baluardo sclerotizzato di una stagione ormai alla fine.
Quel che traspare è un generale senso di soffocamento, di distruzione e angoscia che sembra rincorrere tutta la vicenda di Prima Linea. La presenza costante della morte che non abbandona il gruppo nemmeno quando si prefigge di non uccidere, la freddezza nel pianificare ed eseguire omicidi in serie, i deliri politici e il sempre più presente spettro di un inevitabile sconfitta impregnano tutto il film.

Il giudizio è piuttosto buno, la recitazione non è male e nel complesso la pellicola regge e raggiunge gli obiettivi che De Maria si era prefissato. Le polemiche venute fuori non hanno senso di essere, cose semplicemente ridicole.

(ieri, complice un conoscente che recita nel film, ho visto la presentazione con Scamarcio, De Maria e Occhipinti; il bel pugliese è un calciatore che, non si sa bene come, riesce a recitare decentemente... semplicemente una capra)
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the music that forced the world into future


#2 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 22 novembre 2009 - 01:31

Un film duro,lucido e senza fronzoli che attraverso la storia privata tra sergio segio e susanna ronconi racconta i motivi e le dinamiche che hanno portato una parte della generazione contestatrice del 68' a diventare degli assasini e a sacrificare la propria vita,i sentimenti,la famiglia per l'ideale di un mondo migliore.Tutto il film e' pregnato per l'intera durata da un senso di sconfitta e morte e viene ben rappresentato dalla fotografia e dal clima sempre pumbleo e cupo.Il film non fa sconti hai terroristi(le polemiche che ci sono state dopo avere visto il film si sono rivelate false e strumentali)raccontando la discesa verso la "pazzia" dei protagonisti che risultano totalmente alienati dal resto della societa'(come viene detto nel film sono "l'esercito di un corteo che non c'e")e arrivano a compiere delitti ancora piu' agghiacciati perche' fatti per vigliaccheria o vendetta.Molto riuscito e' il racconto della storia d'amore vissuta a meta' da i due protagonisti che viene logorata e castrata proprio dalle loro scelte.Molto bello il personaggio di piero,amico di vecchia data di sergio che rappresenta simbolicamente l'ideale puro del 68' che rifugge e critica la deriva terroristica presa.

Ottima la sceneggiatura di Petraglia e cotroneo sia a livello tematico che nel disporre i vari flashback. La regia semplice e minimalista di de maria alterna momenti molto riusciti come i due omicidi o nell'uso del materiale d'archivio all'interno del film a momenti un po' troppo statici soprattutto nella parte principale del film cioe' quella dell'evasione di susanna dove maggior ritmo e un maggior sporcarsi le mani col " genere" non avrebbe guastato.

Scamarcio offre un interpretazione convincente e matura facendo trasparire nello sguardo il senso di sconfitta del personaggio,la Mezzogiorno ottima,carismatica e chi dice che lei e' brava solo nei ruoli urlati dovra' ricredersi,buone prove anche per gli altri attori di contorno ma una menzione particolare va fatta all'attore che interpreta piero,bravo e commovente.

In definitiva un buon film che con grande rigore morale riesce a descrivere un pezzetto degli oscuri anni 70' italiani.Per ricordare.
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