quando mi lamentavo io l'anno scorso e fui l'unico a dichiararmi contrario ai canoni stretti fissati da u. stavate tutti zitti.
Personalmente mi sono sempre intromesso poco in queste questioni (non so però se saremo tutti d'accordo su questo ) perchè il mio coinvolgimento fattivo è relativo, nel senso che collaboro in maniera abbastanza saltuaria.
Cionondimeno ho più volte fatto proposte ed espresso commenti (ultimamente in larga parte positivi) sull'evoluzione editoriale e organizzativa del sito.
Insomma, ho detto la mia ma non ho mai preteso di essere un "grande elettore" come non lo sono oggi.
Per venire al j'accuse di Ciro, cosa vuoi che ti dica? Io sarei anche per recensioni doppie, figurati, specie con voti diversi, sono in realtà un pedagogista mancato anche se il germe del pensiero liberal si sta pian piano e subdolamente impossessando di me, ma non divaghiamo.
Inoltre secondo me non sarebbe sbagliato mettere anche (in vista di un restyling) il nome del recensore già in copertina pur misconoscendo gli eventuali scazzi tecnici e rendendomi conto dell'idiozia "manageriale" di una mossa simile. Non si tratta di caldeggiare l'ignobile culto della personalità del recensore ma di ammettere la realtà dei fatti che la gran parte dei lettori di qualsiasi rivista nel giro di un pò scovano i propri redattori preferiti e il leggendario neofita (ammesso che esista) non dura che una settimana (se è assiduo) o a esagerare un mese (se è saltuario) a non avere chiare preferenze, e quelle di genere le aveva già prima di cliccare su www.ondarock.it .
Oltre a ciò non capisco come sia più facile essere tutti d'accordo su un concetto (poco meno di una parola-baule) come "capolavoro" o anche "discreto" o "gravemente insufficiente" che non su un voto numerico. I voti scolastici nella gran parte dei casi hanno parametri più vicini all'oggettività (di solito si può proprio parlare di risposte, giuste, sbagliate e più e meno complete. La critica d'arte ha una miriade di parametri in più la cui importanza è dettata dalla cultura e dalla personalità e finanche dalla "vita" del recensore).
Non disprezzo il lavoro di chi sta dietro a queste cose (ma anzi li ringrazio) , condivido il loro indirizzo di massima (ovvero la crescita di importanza di Ondarock) e vi assicuro che sto vagamente tentando di uniformarmi (e già non sono sicuro di far bene...) ma le perplessità strutturali al ragionamento permangono.