Rainer Werner Fassbinder
#51
Inviato 27 luglio 2009 - 17:22
Elvira, un transessuale, ha concesso un'intervista a un quotidiano per raccontare la sua esperienza. Pestata a sangue da un gruppo di teppisti, abbandonata anche dal suo compagno, Christopher, trova conforto e amicizia in Zora, una prostituta. (trama copiaincollata da www.film.tv.it)
Teorema di squartante lucidità, in forma di mélo, sull'impossibilità di sottrarsi agli assiomi coercitivi del sentimento amoroso e alle nefaste conseguenze che l'assunzione irriflessa di tali regole comporta. Mai come in questo film, neppure in Martha (1973), Fassbinder aveva mostrato la perfetta e assoluta coincidenza tra amore borghese e oppressione, facendo dell'uno il volto nascosto e interiorizzato dell'altra: in Un anno con 13 lune amare significa adeguarsi totalmente alla volontà dell'altro, che questo si identifichi con le suore dell'orfanotrofio o col compagno di turno (donna o uomo che sia) non fa alcuna differenza.
Soggetto lacerato nel corpo non meno che nello spirito, Elvira/Erwin è fin da bambino istruito (la didattica dell'amore, sentimento che si impara, si rivela momento determinante) a comunicare affettivamente con chi gli sta vicino (le suore dell'istituto) tramite un gioco mimetico, un commercio emotivo calcolato: essere per loro loro ciò che esse vogliono che lui sia. Soltanto così, per mezzo di questo patto crudele, è dato provare affetto, unicamente uniformandosi alla volontà altrui può configurarsi una relazione d'amore. Ovviamente il linguaggio coercitivo dei sentimenti trascende le entità singole: se le sorelle dell'istituto attivano irreversibilmente il meccanismo affettivo-oppressivo, esse sono solo il primo anello di una catena che racchiude l'intero consorzio sociale. "Essere per l'altro" è la parola d'ordine che apre le porte di ogni rapporto riconoscibile e riconosciuto sentimentalmente da tutti gli pseudosoggetti cresciuti in una società che utilizza l'amore come strumento di oppressione e repressione. Nessuno scarto è consentito, nessun eccesso è tollerato, pena l'emarginazione affettiva. Attraverso gli ultimi trentacinque giorni (24 luglio-28 agosto 1978) del calvario di Elvira (Volker Spengler), Fassbinder mette definitivamente in scena l'inappellabile condanna sociale ai danni di un individuo che ha assimilato esemplarmente e portato alle estreme conseguenze, applicandole con eccesso di zelo e mettendole spaventosamente a nudo, le regole dell'amore borghese, simulacro di un sentimento che aliena la coscienza e annichilisce la volontà nella grottesca convenzionalità di una rappresentazione sempre uguale a se stessa.
E come il soggetto che prova amore (o meglio che crede di provarlo) è un soggetto privato del proprio centro (vale a dire che è costretto ad abdicare alla propria volontà in favore di quella altrui), così il punto di vista adottato da Fassbinder per rappresentare criticamente questo "spossessamento" è un punto di vista sistematicamente decentrato: Un anno con 13 lune è un film in cui testo e sguardo coincidono assai di rado, prediligendo al contrario formule visive dissonanti e discordanti in cui i personaggi e le azioni non godono di quella centralità che il protocollo realista prescriverebbe. Carrellate a pendolo che dissociano la visione dal dialogo (la sconvolgente sequenza del mattatoio) o che tolgono la preminenza d'immagine al personaggio parlante (la sequenza in cui la suora racconta la prima infanzia di Erwin), composizioni del quadro che incorniciano rigidamente i corpi o li occultano parzialmente allo sguardo (le sequenza in casa di Elvira, la visita a Frida la mistica), configurazioni audiovisive che prolungano il sonoro della scena precedente in quella successiva invadendola rumorosamente (il finale, con l'intervista registrata di Elvira che continua a scorrere mentre l'azione del film si sposta sul pianerottolo del suo appartamento): tutte soluzioni che non solo inibiscono brechtianamente l'identificazione spettatoriale, ma che sgretolano cinematograficamente l'etichetta emotiva della retorica filmica, mostrando un altro modo di rappresentare i sentimenti. Un modo che, con disperata lucidità, enuncia l'annichilente ricattatorietà dell'amore borghese. Devastante.
#52
Inviato 21 marzo 2010 - 20:44
mi piace la sua regia, di stampo classico ma rivisitata alla sua maniera.belli i movimenti della camera.
l'uso anche del sonoro è interessante, contrasti a differenza di quello che avviene in genere nei melò di genere.
grandissima l'attrice protagonista!Hanna Schygulla
forse il mio preferito,tra i suoi che ho visto,resta veronika voss. ma insomma non ne son manco tanto sicuro..!
http://data.kataweb..../tcimage/143171
#53
Inviato 21 marzo 2010 - 21:17
#54
Inviato 24 marzo 2010 - 00:49
„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“
CARMELO BENE
#55
Inviato 30 novembre 2010 - 00:47
per la precisione si trattava di "La Paura mangia l'Anima"
Ora leggo su wiki che è considerato uno dei suoi lavori migliori.
Però son sincero, a me non ha convinto.
Nota più negativa di tutte: i dialoghi. Resi malvagi forse anche da doppiatori orrendi, ma non hanno mai profondità. Non so, a me hanno insegnato che più sottotesto ci metti meglio è, e qui invece sono parole spogliate di ogni doppiezza, non c'è altro significato se non quello (banale)letterario.
Non sono mai riuscito a colgiere doppiezza e profondità neanche nei personaggi, spesso anzi protagonisti di svolte prive di motivazioni: su tutti il mutamento dell'ambiente sociale e personale dei due protagonisti al ritorno dalla "vacanza". Quasi che Fassbinder abbia voluto dire "ora ribalto la situazione, inverto i valori fra l'ambiente sociale esterno alla coppia e quello emotivo interno". Ma questa cosa, senza giustificazione narrativa è solo priva di senso.
detto questo alcune scene sono molto belle (soprattutto all'inizio e alla fine del film). Mi hanno colpito le lunghe carrellate sui volti muti per il disprezzo (i figli, le colleghe) e soprattutto l'uso delle poverissime, (a volte kitsch) scenografie. Molto bello anche l'uso degli oggetti e delle architetture domestiche per squadrare le inquadrature (gli specchi, le rampe di scale dall'intonaco scorticato). Ci sono poi due campi medi bellissimi, anche per l'uso del colore: loro due al ristorante e loro due ai tavolini del bar nel parco.
Stupenda poi la scena delle tre donne che osservano e palpano Alì come un oggetto ( e sottolineo oggetto) del piacere. Erotica e grottesca.
Comunque dice che fu girato in due settimane fra le produzioni di Martha e Effi Briest, per cui comprendo che la sceneggiatura possa averne risentito più di ogni altra cosa.
Dekalog 5
#56 Guest_Euripidello_*
Inviato 30 novembre 2010 - 09:24
Ora leggo su wiki che è considerato uno dei suoi lavori migliori.
A me piace molto, ma non mi sembra affatto che in generale sia considerato uno dei suoi lavori migliori.
Di sicuro non è uno dei suoi film più rappresentativi.
Quoto quanto dice Tom.
Anche a me è piace molto anche se non lo trovo uno dei suoi film più rappresentativi.
Certamente è una storia che "ritorna" nella filmografia del regista in quanto è una storia che Fassbinder fa raccontare a uno dei personaggi dei suoi primi film, non ricordo ora se è "Il soldato americano" o "Gli dei della peste". Ciò mi è sempre parso molto fascinoso e geniale.
Per il resto mi pare davvero impeccabile e limpido come resa e come dialoghi, con una denuncia sociale finale ad hoc.
#57
Inviato 30 novembre 2010 - 09:37
Ora leggo su wiki che è considerato uno dei suoi lavori migliori.
A me piace molto, ma non mi sembra affatto che in generale sia considerato uno dei suoi lavori migliori.
Di sicuro non è uno dei suoi film più rappresentativi.
Quoto quanto dice Tom.
Anche a me è piace molto anche se non lo trovo uno dei suoi film più rappresentativi.
Certamente è una storia che "ritorna" nella filmografia del regista in quanto è una storia che Fassbinder fa raccontare a uno dei personaggi dei suoi primi film, non ricordo ora se è "Il soldato americano" o "Gli dei della peste". Ciò mi è sempre parso molto fascinoso e geniale.
Per il resto mi pare davvero impeccabile e limpido come resa e come dialoghi, con una denuncia sociale finale ad hoc.
Boh sui dialoghi non aggiungo altro, mi sembrano veramente il tallone d'achille del film. La denuncia è ben presente vero, ma l'ambiente sociale avverso in cui sono immersi i due protagonisti è reso, mi pare, in maniera un po' banale. Comari pettegole e maligne, bottegai micragnosi....l'unico ambiente reso bene mi sembra quello del bar frequentato da Alì.
E anche i motivi della svolta nell'accettazione sociale dei due mi sembrano deboli, banalotti (il dialogo fra la il bottegaio e sua moglie in cui lei gli spiga perchè riprendere la dona come cliente è orendo)
Comunque vedrò altro prossimamente, mi ha intrigato comunque.
Dekalog 5
#58
Inviato 30 novembre 2010 - 10:45
Il primo è di una freddezza e precisione chirurgica, ma stranamente capace di esercitare un grande fascino anche su un sentimentale impenitente come me.
Il secondo è semplicemente immenso. Sembra di respirare nel vuoto. Un vuoto freddissimo e traslucido.
Hannah Schygulla meriterebbe una trattazione a parte.
#59
Inviato 30 novembre 2010 - 13:30
Con Fassbinder sono fermo a quota tre, "L'amore è più freddo della morte" (che ho odiato a pelle, perdonatemi), "Il matrimonio di Maria Braun" ed "Effi Briest".
Il primo è di una freddezza e precisione chirurgica, ma stranamente capace di esercitare un grande fascino anche su un sentimentale impenitente come me.
Il secondo è semplicemente immenso. Sembra di respirare nel vuoto. Un vuoto freddissimo e traslucido.
Hannah Schygulla meriterebbe una trattazione a parte.
Quoto, ho visto stamattina Il matrimonio di Maria Braun. Hanna Schygulla è :-* :-* :-*
#60
Inviato 30 novembre 2010 - 13:50
non so se vantarmene o preoccuparmi
#61
Inviato 30 novembre 2010 - 13:52
#62
Inviato 30 novembre 2010 - 13:58
è diventato ufficialmente il regista preferito della mia ragazza.
non so se vantarmene o preoccuparmi
Ti è andata male, il regista più prolifico degli anni Settanta
Quale film ha determinato l'innamoramento, se posso chiedere?
#63
Inviato 30 novembre 2010 - 14:04
#64
Inviato 30 novembre 2010 - 14:07
#65
Inviato 30 novembre 2010 - 14:07
"Martha", e ho detto tutto
Porca miseria O_O
Certo, la scena del gattino farebbe a pezzi l'emotività di chiunque
#66
Inviato 30 novembre 2010 - 14:09
Vantatene in pubblico e preoccupati in privato.
In effetti, è cosi.
#67
Inviato 30 novembre 2010 - 14:13
cmq scherzi a parte è la volta buona che (anche grazie a lei) finisco finalmente la sua sterminata filmografia, di cui mi mancano ancora tanti tasselli fondamentali (tipo Angst Essen Sehle Auf)
#68
Inviato 30 novembre 2010 - 21:16
cmq scherzi a parte è la volta buona che (anche grazie a lei) finisco finalmente la sua sterminata filmografia, di cui mi mancano ancora tanti tasselli fondamentali (tipo Angst Essen Sehle Auf)
Dai, allora sparatevelo e poi dimmi tu che ne pensi. Intanto stasera mi sparo "Germania In Autunno"
Dekalog 5
#69
Inviato 01 dicembre 2010 - 00:14
per me è un'opera incredibilmente potente: se guardato quando si è fragili e vulnerabili emotivamente e spiritualmente, è capace di annientarti. A me fece quasi più male di Mouchette, colpisce direttamente in zone oscure e lo fa senza pietà: il modo in cui la vecchietta Emmi dona e riceve amore mi commuove in maniera straziante, è la ricerca e trasfigurazione umana di concetti astratti come "bontà" e "felicità"; Ali è la forza di un Io fiero che si rifiuta di contaminarsi con inutili pensieri di senso comune. Si percepiscono veri e propri spiriti umani che escono dal film e si forzano dentro di te. vabbé
cmq scherzi a parte è la volta buona che (anche grazie a lei) finisco finalmente la sua sterminata filmografia, di cui mi mancano ancora tanti tasselli fondamentali (tipo Angst Essen Sehle Auf)
Dai, allora sparatevelo e poi dimmi tu che ne pensi. Intanto stasera mi sparo "Germania In Autunno"
#70
Inviato 01 dicembre 2010 - 11:24
per me è un'opera incredibilmente potente: se guardato quando si è fragili e vulnerabili emotivamente e spiritualmente, è capace di annientarti. A me fece quasi più male di Mouchette, colpisce direttamente in zone oscure e lo fa senza pietà: il modo in cui la vecchietta Emmi dona e riceve amore mi commuove in maniera straziante, è la ricerca e trasfigurazione umana di concetti astratti come "bontà" e "felicità"; Ali è la forza di un Io fiero che si rifiuta di contaminarsi con inutili pensieri di senso comune. Si percepiscono veri e propri spiriti umani che escono dal film e si forzano dentro di te. vabbé
cmq scherzi a parte è la volta buona che (anche grazie a lei) finisco finalmente la sua sterminata filmografia, di cui mi mancano ancora tanti tasselli fondamentali (tipo Angst Essen Sehle Auf)
Dai, allora sparatevelo e poi dimmi tu che ne pensi. Intanto stasera mi sparo "Germania In Autunno"
Ali è bellissimo tra l'altro.
#71
Inviato 01 dicembre 2010 - 14:21
per me è un'opera incredibilmente potente: se guardato quando si è fragili e vulnerabili emotivamente e spiritualmente, è capace di annientarti. A me fece quasi più male di Mouchette, colpisce direttamente in zone oscure e lo fa senza pietà: il modo in cui la vecchietta Emmi dona e riceve amore mi commuove in maniera straziante, è la ricerca e trasfigurazione umana di concetti astratti come "bontà" e "felicità"; Ali è la forza di un Io fiero che si rifiuta di contaminarsi con inutili pensieri di senso comune. Si percepiscono veri e propri spiriti umani che escono dal film e si forzano dentro di te. vabbé
cmq scherzi a parte è la volta buona che (anche grazie a lei) finisco finalmente la sua sterminata filmografia, di cui mi mancano ancora tanti tasselli fondamentali (tipo Angst Essen Sehle Auf)
Dai, allora sparatevelo e poi dimmi tu che ne pensi. Intanto stasera mi sparo "Germania In Autunno"
Ali è bellissimo tra l'altro.
Ho visto solo metà di Germania in Autunno ieri sera e posso stabilire che Fassbinder è il creatore della cazzavanguardia.
Dekalog 5
#72
Inviato 01 dicembre 2010 - 14:25
''Risultato pesante, come un film di Fassbinder''
A me lui piace eh ma non ho potuto fare a meno di piazzare la citazione, ogni volta mi spanzo dal ridere.
#73
Inviato 09 febbraio 2011 - 10:35
E' l'unico film di R.W. Fassbinder che finora ho visto e credo che in questo caso si possa tranquillamente parlare di capolavoro maledetto, incompreso al più dalla critica, al punto che quando fu presentato al Festival di Venezia a difenderlo e volerlo premiare fu il solo Marcel Carné, che rimase voce unica nel coro.
Il film tratto dall'omonimo romanzo di Genet narra le avventure di Querelle, affascinante marinaio - interpretato a sua volta da un attore maledetto(il grande Brad Davis, che già aveva dato prova di essere un ottimo attore in "Midnight Express") - che sbarca a Brest, dove c'è un famoso bordello.
Il proprietario di questo bordello, Nono, dà ai marinai la possibilità di possedere sua moglie Lysianne(interpretata da una imbellettata e invecchiata, quasi irriconoscibile, Jeanne Moreau)solo se riescono a vincere una sfida con lui. In caso di sconfitta, i marinai prima di possedere la moglie saranno sodomizzati dall'energumeno Nono!
La storia è articolata intorno alle vicende di vari personaggi: il capitano della nave, segretamente innamorato di Querelle; il fratello di Querelle, amante di Lysianne ed infine l'operaio Gil(interpretato dallo stesso attore che interpreta il fratello di Querelle), macchiatosi di omicidio.
Querelle è al centro di tutte queste vicende, come oggetto del desiderio di ciascuno. Il film si presenta quasi come un percorso di purificazione e di perfezionamento interiore da parte di Querelle attraverso il peccato, compiendo simultaneamente crimini e atti di purificazione(la sodomizzazione da parte di Nono è stata vista da alcuni come una sorta di auto-punizione). Alcuni hanno visto nelle vicende di Querelle un percorso salvifico cristologico per antitesi: la redenzione sarebbe possibile attraverso il peccato ed il ritrovamento dell'identità è allora garantita da una radicale svalutazione dei valori morali, che porteranno Querelle ad "uccidere ciò che ama"(come recita la bella e significativa canzone cantata da Lysianne).
In un mondo in cui la donna è esclusa e respinta(vi è la sola Lysianne che a poco a poco perderà anche il suo fascino e il suo dominio sul genere maschile), gli uomini si amano e si combattono a vicenda, e gli scenari estremamente suggestivi sono il teatro ideale per lo svolgersi di queste azioni che sembrano fuori dal tempo e dalla realtà.
Bellissime sono infatti le scenografie(ricche di simboli fallici)e la scelta dei colori(tendenti perlopiù all'arancione e al blu), nonché l'accompagnamento musicale e l'abbinamento di commenti testuali alla narrazione: si tratta di un film visivamente bellissimo ed estremamente poetico.
Gli attori sono tutti estremamente bravi. Tralasciando Brad Davis e la Moreau(è abbastanza inutile ripetere che la scelta di truccare e camuffare l'attrice in quel modo era di un'importanza fondamentale), tutti gli attori si mostrano funzionali alla vicenda, a partire da Franco Nero, attore che spesso compariva nei western, che qui interpreta molto bene il marinaio invaghitosi di Querelle e che sembra volergli autenticamente bene, al di là della passione carnale. E' poi una scelta particolarmente significativa quella di far interpretare sia Gil(l'operaio di cui Querelle si innamorerà)che il fratello di Querelle(cui è legato da uno strano rapporto di amore ed odio)dallo stesso attore, Hanno Poschl.
Per concludere, una piccola curiosità: il testo della canzone intonato dalla Moreau è tratta da una poesia di Oscar Wilde.
#74
Inviato 09 febbraio 2011 - 10:40
Visto che non c'era un topic specifico su questa perla di film, ho deciso di aprirne uno.
C'era già un thread dedicato a Fassbinder: ho unito i topic.
Per i vecchi film sempre meglio utilizzare le discussioni dedicate agli autori.
#75
Inviato 09 febbraio 2011 - 11:16
Bella analisi Auguste. Io mi soffermerei però ancora sull'atmosfera creata dalle folli scenografie e dai toni di colore.
Il film ha un aspetto surreale e pacchiano al contempo. Non so, non sono esperto di pittura ma quel cielo sempre pervaso di nebbia rossastra mi ha ricordato De Chirico. Dall'altro lato però si percepisce la finzione, le pietre ei bastioni del porto son di cartapesta e si vede benissimo. La simbologia fallica è esagerata, disturbante, e anche la fisicità degli attori è ipertrofica, quasi caricaturale.
Fra quelli ch ho visto di Fass per ora il mio preferito rimane comunque "La Terza Generazione"
Dekalog 5
#76
Inviato 10 febbraio 2011 - 01:16
Condivido molto quello che dici: è quasi come se il regista avesse volutamente esagerato, proponendo un'atmosfera sfalsata, teatrale(credo sia il termine giusto).
Stesso discorso per i personaggi, teatrali, quasi interpreti di una farsa fin troppo sentita, quindi a metà strada tra la realtà e la luce sfalsata della finzione(ripeto, l'uso dei colori - come se fossero dei pennelli - contribuisce molto).
Io di Fassbinder non ho visto nulla a parte questo, quindi non saprei, anche se detto in maniera spicciola, non credo di esagerare nel definire Querelle un capolavoro incompreso(nonché uno dei film che sto amando di più).
Dovrò vedere "Le lacrime amare di Petra von Kant", "Veronika Voss", "Il matrimonio di Maria Braun" e "Un anno con 13 lune", tanto per cominciare!
#77
Inviato 28 marzo 2011 - 15:57
#78
Inviato 03 settembre 2011 - 07:21
v=[m]http://www.youtube.com/watch?v=R3WRy-QuYTU&feature=related[/m]
Aufwiedersen Veronika!
#79
Inviato 17 febbraio 2012 - 17:27
v=[m]http://www.youtube.com/watch?v=8z0tVsI-63g[/m]
#80
Inviato 12 aprile 2012 - 12:38
#81
Inviato 12 aprile 2012 - 12:41
#82
Inviato 12 aprile 2012 - 12:44
#83
Inviato 12 aprile 2012 - 20:27
„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“
CARMELO BENE
#84
Inviato 23 ottobre 2020 - 21:10
Che capolavoro supremo.
Insieme a Twin Peaks, il Cinema più immenso mai realizzato per il piccolo schermo.
"Tu pensi che la storia abbia le sue eccezioni; invece non ne ha nessuna. Pensi che la razza abbia le sue eccezioni; neanche per sogno.
Non esiste alcun particolare diritto alla felicità, né esiste un diritto alla sventura. Non esiste tragedia, non esiste genio.
La tua sicurezza e i tuoi sogni non hanno fondamento. Se su questa terra appare qualcosa di eccezionale, una particolare bellezza o una particolare
manifestazione del male, la natura lo scova subito e lo estirpa."
"Sei benvenuto come una merda dentro una piscina."
L'intelligenza di cui ero dotato ha suppurato per mancanza di materia a cui applicarsi e ha preso strade diverse.
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