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poesia


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85 replies to this topic

#51 Ronald Regaz

    ritardato mentale

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Inviato 16 dicembre 2007 - 16:47


caro Carmelo, io seguo un po' il forum anche se per profonda ignoranza non scrivo quasi mai, e so che tu sei un individuo Kulturale (nella miglior accezione possibile!) se ce n'è uno. per questo vorrei capire il motivo di questo consiglio, che di primo acchito mi lascia molto perplesso. infatti, la gente che scrive poesia senza leggerne (cioè: senza averne letta abbastanza da avere un background solido) è una delle principali piaghe d'Italia, pari solo all'evasione fiscale e ai reality show...

Se posso dire non è sempre vero che per scrivere una poesia o un racconto ci sia necessariamente bisogno di avere un "solido background"..diversamente trovo che sia molto più grave non conoscere le regole della sintassi italiana o la grammatica..ho sempre pensato che la poesia sia prima di tutto un'esternazione di uno stato emotivo (per me personalmente mai allegro) o la voglia/necessità di fissare un pensiero sulla carta per dargli ancora più forma..insomma è una questione d'animo: quanto esso è più sensibile e attento a raccogliere ciò che gira intorno e ciò che lo abita tanto più sarà semplice dar vita ad una poesia..ovvio che poi se parliamo di metrica, rime baciate o meno, figure retoriche, allegorie, assonanze etc etc ovvio che un pò di preparazione è necessaria (non parliamo appunto della metrica cosa abbastanza complessa). Per me insomma la questione non per forza deve ricadere sulla preparazione culturale di un individuo..ma quanto esso sia in grado di percepire se stesso e gli altri. Per dirne una: ti è mai capitato di ascoltare un pezzo di musica, uno qualsiasi che ti ha fatto venir su delle parole, dei pensieri o degli stati d'animo? anche quella per me è poesia.


che la poesia sia pura esternazione di un sentimento, è stereotipo diffuso dal romanticismo, a suo tempo meritorio nel ribellarsi contro certo acritico culto neoclassico dell'antico (non dell'Antichità!) e contro l'aridità del formalismo, ma che diffondendosi e banalizzandosi ha portato all'orrore dei siti web italiani intasati di sedicenti "poeti incompresi" e dei loro pensierini da seconda elementare.
lo studio della lingua e della forma (la metrica tradizionale non va per forza usata, ma è giusto conoscerla) è importante tanto quanto il sentimento per poter fare poesia. e anzi, più che di sentimento, visto che quelli può provarli chiunque, parlerei di capacità di coglierlo e fissarlo, il sentimento.


(ps: se l'ascolto di un brano musicale non avesse mai destato in me parole, pensieri o stati d'animo, non sarei su questo forum... :))
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#52 sottosuolo

    pivello

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Inviato 16 dicembre 2007 - 17:07

lo studio della lingua e della forma (la metrica tradizionale non va per forza usata, ma è giusto conoscerla) è importante tanto quanto il sentimento per poter fare poesia. e anzi, più che di sentimento, visto che quelli può provarli chiunque, parlerei di capacità di coglierlo e fissarlo, il sentimento.

T.S. Eliot paragonava il poeta, in un suo saggio, ad un piccolo componente metallico che faccia scaturire, una volta messo a contanto con due componenti chimici, una reazione. I due componenti chimici erano idealmente la cultura classica e la cultura contemporanea, la lingua e la letteratura antica e quella moderna, che il genio poetico doveva secondo lui plasmare in una soluzione chimica nuova. Questo lo collegava al fatto che secondo lui l'anima è un concetto metafisico vuoto e, ciò che conta nella poesia, è appunto il dar forma, poiein, a qualcosa di pre-esistente. E', mi sembra, la capacità di fissare di cui dicevi.
Questa idea però mi lascia molto titubante, tendo a dare molta più importanza alla percezione della vita (extra-artistica) dell'artista, al suo modo di vedere le cose, al taglio che dà alla sua esistenza e alla consapevolezza che ha di sè e del linguaggio che usa. Tutto questo mi sembra aver poco a che fare con il concetto di "cultura". Un haiku per essere scritto non ha bisogno di nozioni, o almeno ne ha solo in minima parte, il punto principale è lo sguardo che si ha sul mondo, mi sembra.

che la poesia sia pura esternazione di un sentimento, è stereotipo diffuso dal romanticismo, a suo tempo meritorio nel ribellarsi contro certo acritico culto neoclassico dell'antico (non dell'Antichità!) e contro l'aridità del formalismo, ma che diffondendosi e banalizzandosi ha portato all'orrore dei siti web italiani intasati di sedicenti "poeti incompresi" e dei loro pensierini da seconda elementare.


Questo secondo me dipende anche dal fatto che la gente non si chiede abbastanza, e non riflette abbastanza, su cosa sono i "sentimenti". I concetti di amore, di angoscia, di bellezza che si trovano spesso in giro sono a volte spaventosamente ingenui e superficiali. In quel caso basterebbe forse sviluppare il concetto di sentimento e portarlo oltre, vedere dove si radica, mettere tutto in discussione e vedere cosa ne rimane; è bene che la gente scriva, ma dovrebbe almeno essere sicura di sentire con forza quello che scrive...
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#53 lippa

    Little Miss Sunshine

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Inviato 16 dicembre 2007 - 17:32

Sia chiaro io non mi sto riferendo al caso in cui si scriva "L'amore è come una cometa lascia sempre la scia anche quando se ne và" (me la sono inventata ora) grazie al ciufolo che questa non è poesia ma al massimo una banale maniera/modo di cantare l'amore, non mi riferivo quindi ai siti delle varie "kikka" e "mi manki da morire"..il mio discorso era un altro. Sono d'accordo con sottosuolo quando dice che bisogna sviluppare il concetto di sentimento e portarlo oltre e vedere dove esso si radica e con quanta forza. La capacità di cantare un sentimento dipende come ho detto prima dalla sensibilità che uno ha e che trovo sia necessaria nel sapere poi mettere in parole l'emozione: e il mio concetto di sensibilità è abbastanza alto non è di tipo immanente ma è una ispirazione interiore che non tutti probabilmente hanno. Però non mi piacciono le etichette elitarie della serie cè gente che scrive delle stronzate perchè manca di cultura. Penso invece che esprimano in modo semplice dei pensieri senza avere l'obbiettivo di distinguersi dall'ovvietà di un sentimento (che come si è detto tutti sono in grado di provare). Non credo che tutti i poeti abbiano studiato prima di scrivere, credo forse più nel fatto che una volta scoperto di avere una certa inclinazione al poetare abbiano invece coltivato la scrittura come un arte vera e propria. Altrimenti non ci sarebbe differenza tra un quadro di sergio rossi e uno di schifano, come non ci sarebbe differenza tra uno scritto leopardiano e uno mio per esempio. Cè chi ha dedicato una vita a questa passione e alla sua teorizzazione. Se poi ne esiste una.
  • 0
Alla fine tutte le cose devono rimanere così come sono e sono sempre state: quelle grandi riservate ai grandi, gli abissi ai profondi, le finezze e i brividi ai raffinati e tutte le cose rare, agli esseri rari.
F. W. Nietzsche, Al di là del bene e del male



Però, domenica prossima cerchiamo semplicemente di divertirci. Cioè, per una volta, se possibile, vediamo di non analizzare tutto fino alla pazzia.
J. D. Salinger, Franny e Zooey

#54 sottosuolo

    pivello

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Inviato 16 dicembre 2007 - 17:49

Penso invece che esprimano in modo semplice dei pensieri senza avere l'obbiettivo di distinguersi dall'ovvietà di un sentimento (che come si è detto tutti sono in grado di provare). Non credo che tutti i poeti abbiano studiato prima di scrivere, credo forse più nel fatto che una volta scoperto di avere una certa inclinazione al poetare abbiano invece coltivato la scrittura come un arte vera e propria. Altrimenti non ci sarebbe differenza tra un quadro di sergio rossi e uno di schifano, come non ci sarebbe differenza tra uno scritto leopardiano e uno mio per esempio. Cè chi ha dedicato una vita a questa passione e alla sua teorizzazione. Se poi ne esiste una.


Secondo me però è anche vero che chi decide (e chi può permettersi di deciderlo naturalmente) di dedicare la sua vita alla riflessione artistica dedica, o almeno dovrebbe dedicare, molto più tempo a sè, e alla consapevolezza di sè, ponendosi quindi su una strada che dovrebbe portarlo fuori dai clichè. Più che i sentimenti in sè, che come tu dici tutti provano, penso sia importante il modo in cui ci si pone di fronte ai propri sentimenti, in modo in cui ri reagisce ad essi. Voglio dire, anche gli animali provano sentimenti, l'uomo ha il potere di riflettere coscientemente quei sentimenti, di affrontarli, di sublimarli esteticamente ecc. Se tutti i linguaggi artistici fossero trasparenti e immediatamente comprensibili potremmo avere forse l'immediata percezione dell'urgenza e della profonfità che muove gli artisti stessi. Ma forse non sarebbe divertente...
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#55 lippa

    Little Miss Sunshine

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Inviato 16 dicembre 2007 - 21:21

Penso invece che esprimano in modo semplice dei pensieri senza avere l'obbiettivo di distinguersi dall'ovvietà di un sentimento (che come si è detto tutti sono in grado di provare). Non credo che tutti i poeti abbiano studiato prima di scrivere, credo forse più nel fatto che una volta scoperto di avere una certa inclinazione al poetare abbiano invece coltivato la scrittura come un arte vera e propria. Altrimenti non ci sarebbe differenza tra un quadro di sergio rossi e uno di schifano, come non ci sarebbe differenza tra uno scritto leopardiano e uno mio per esempio. Cè chi ha dedicato una vita a questa passione e alla sua teorizzazione. Se poi ne esiste una.


Secondo me però è anche vero che chi decide (e chi può permettersi di deciderlo naturalmente) di dedicare la sua vita alla riflessione artistica dedica, o almeno dovrebbe dedicare, molto più tempo a sè, e alla consapevolezza di sè, ponendosi quindi su una strada che dovrebbe portarlo fuori dai clichè. Più che i sentimenti in sè, che come tu dici tutti provano, penso sia importante il modo in cui ci si pone di fronte ai propri sentimenti, in modo in cui ri reagisce ad essi. Voglio dire, anche gli animali provano sentimenti, l'uomo ha il potere di riflettere coscientemente quei sentimenti, di affrontarli, di sublimarli esteticamente ecc. Se tutti i linguaggi artistici fossero trasparenti e immediatamente comprensibili potremmo avere forse l'immediata percezione dell'urgenza e della profonfità che muove gli artisti stessi. Ma forse non sarebbe divertente...

Hai perfettamente ragione, ho omesso una parte fondamentale che è proprio questa di cui parli tu..il concetto di come si affrontano i sentimenti e di come ad essi si riflette è essenziale. Non so quante volte sia capitato in effetti di catturare immediatamente in un'opera d'arte l'impressione stessa dell'artista..anzi ti dirò che ora che mi ci fai pensare è quasi impossibile...anche perchè spesso l'artista scrive, dipinge, compone principalmente per se stesso e a quel punto il messaggio diventa davvero criptico.
  • 0
Alla fine tutte le cose devono rimanere così come sono e sono sempre state: quelle grandi riservate ai grandi, gli abissi ai profondi, le finezze e i brividi ai raffinati e tutte le cose rare, agli esseri rari.
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#56 Kien

    pivello

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Inviato 27 gennaio 2008 - 00:01

Tra i grandi poeti qui citati credo si possa trovare anche un angoletto per Camillo Sbarbaro, forse uno dei più cupi e rassegnati che abbiamo mai avuto.

Taci, anima di godere

Taci, anima stanca di godere
e di soffrire(all'uno e all'altro vai
rassegnata)
Nessuna voce tua odo se ascolto:
non di rimpianto per la miserabile
giovinezza, non d'ira o di speranza,
e neppure di tedio.
Giaci come
il corpo, ammutolita, tutta piena
d'una rassegnazione disperata.
Non ci stupiremmo,
non è vero, mia anima, se il cuore
si fermasse, sospeso se ci fosse
il fiato...
Invece camminiamo,
camminiamo io e te come sonnambuli.
E gli alberi son alberi, le case
sono case, le donne
che passano son donne, e tutto è quello
che è, soltanto quel che è.
La vicenda di gioia e di dolore
non ci tocca. Perduto ha la voce
la sirena del mondo, e il mondo è un grande
deserto.
Nel deserto
io guardo con asciutti occhi me stesso.


  • 3

#57 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 26 giugno 2008 - 18:49

Parente(si) inesistente
Dedicato a una persona speciale

Sarà la voglia che ha il sole
di vederti ogni giorno
a darti un??aria tanto lucente, con quegli
occhi ancora chiusi dentro al sogno
di diventare grande.

Nell??attesa di scoprire
il segreto della vita
rimani chiusa nel tuo mondo incantato,
sul letto reciso da luci soffuse
di candele consumate da un tempo
immobile.




(Questa è mia, scusate l'egoismo ma volevo sapere cosa ne pensavate.. L'ho scritta quasi due anni fa. Le altre le trovate sul mio blog, citato qui sotto)
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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#58 Dylan

    Ball don't lie

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Inviato 21 marzo 2014 - 09:16

nessuno scrive qui dal 2010, un forum di cani. riparto io con un fenomeno


Seamus Heaney
Poscritto

E qualche volta trovate il tempo di andare in auto
Immagine inseritaad ovest
in County Clare, lungo la Flaggy Shore,
a settembre o ottobre, quando il vento
e la luce si azzuffano così che da una parte
l’oceano è pazzo di schiuma
e bagliori, e all’interno fra le pietre
la superficie di un lago color ardesia è illuminata
dal lampo terrestre di uno stormo di cigni,
le piume scompigliate e soffiate, bianco su bianco,
le teste adulte dall’aria ostinata
sommerse o affioranti o indaffarate sottacqua.
Inutile pensare di posteggiare e cogliere la scena
più completamente. Non sei né qua né là,
una fretta per cui passano cose note e ignote
mentre forti morbide folate prendono l’auto di sbieco
e sorprendono il cuore sovrappensiero e lo aprono
Immagine inseritad’un soffio
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Per sogni, per chimere
e per castelli in aria
l’anima ho milionaria.

#59 Dylan

    Ball don't lie

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Inviato 03 aprile 2014 - 21:03

Jamie McKendrick translated by Antonella Anedda

Vividi

I morti sono furfanti che fingiamo di amare.
I loro visi di cera un rimprovero sereno.
Impariamo i loro segreti con disgusto:
le loro azioni li rendono cattivi
almeno come noi – anche peggio visto
che sono morti e noi vivi e possiamo migliorare.
I morti sono furfanti che fingiamo di amare.
Sono morti deliberatamente, per dispetto
succhiandoci la linfa per la loro arsura.
Vestiamo le loro colpe di virtù che mai
hanno avuto solo per farli stare al loro posto
là dove devono, a una giusta distanza.
I morti sono furfanti che fingiamo di amare
benché a volte sentiamo le loro voci parlare
esattamente come ci parlarono,
li rivediamo sorridere come un tempo sorrisero,
i capelli vividi che avevano in vita.
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Per sogni, per chimere
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#60 Dylan

    Ball don't lie

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Inviato 03 novembre 2015 - 21:18

Quest'anno è come l'anno di mille anni fa,
noi portiamo la brocca e sferziamo la schiena della vacca,
falciamo e non sappiamo nulla dell'inverno,
beviamo mosto e non sappiamo nulla,
presto saremo dimenticati
e i versi svaniranno come neve davanti alla casa.

Quest'anno è come l'anno di mille anni fa,
guardiamo nel bosco come nella stalla del mondo,
mentiamo e intrecciamo cesti per mele e pere,
dormiamo mentre le intemperie consumano
davanti alla porta le nostre scarpe infangate.

Quest'anno è come l'anno di mille anni fa,
non sappiamo nulla,
non sappiamo nulla del declino,
delle città sprofondate, del vortice in cui sono affogati
cavalli e uomini.



Thomas Bernhard
Sotto il ferro della luna
traduzione di Samir Thabet
 


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#61 Dylan

    Ball don't lie

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Inviato 13 febbraio 2016 - 10:26

Wendell Berry
 
La pace delle cose selvagge
 
Quando la disperazione per il mondo
cresce dentro di me
e mi sveglio di notte al minimo rumore
col timore di ciò che sarà della mia vita
e di quella dei miei figli,
vado a stendermi là dove l’anatra di bosco
riposa sull’acqua in tutto il suo splendore
e si nutre il grande airone.
Entro nella pace delle cose selvagge
che non si complicano la vita per il dolore che verrà.
Giungo al cospetto delle acque calme.
E sento su di me le stelle cieche di giorno
che attendono di mostrare il loro lume. Per un po’
riposo tra le grazie del mondo e sono libero.

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Per sogni, per chimere
e per castelli in aria
l’anima ho milionaria.

#62 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 15 febbraio 2016 - 19:32

Tiro a segno

Entrammo in gara
a fucile spianato.
Con durezza, con fredda precisione
portasti a segno i colpi migliori
arroventati da una pronta evocazione
d'odio, emblemi avversi
stampati al momento
sul quadro di cartone.
Ebbi invece la mano leggera e l'occhio vuoto,
mira svagata.
Perso anche il nemico,
ogni cerchio chiudeva il proprio zero.

 

(b. cattafi)


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«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#63 piersa

    Megalo-Man

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  • Location14-16 Fabrizi Nicola e Aldo

Inviato 23 ottobre 2016 - 11:37

Riporto su il 3d. Giornata uggiosa, ho montato una mensola periferica per parcheggiare in ammasso romanzi letti tempo fa e che non mi interessano più.
In uno ho trovato questa poesia che trascrivo

Ah!
Pusher
Pusher
Potessi impiantarti un microchip nel culo
Saprei sempre dov'è la tua merda!
Ah!
(18 febbraio 1991)
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#64 William Wilson

    Doppelgänger

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Inviato 23 ottobre 2016 - 12:36

asd


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#65 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 27 agosto 2020 - 12:56

Devi rinfrescare il gusto asd

 

Io ti consiglio il Premio Nobel Czeslaw Milosz (il più grande di tutti imho), Wislawa Szymborska (Nobel pure lei), Zbigniew Herbert mentre tra gli italiani non amo molto Montale, ma c'è tutta una scena degli ultimi 50 anni che ha rinnovato il genere...

 

Per i russi, sicuramente Majakovskij, Brodskij e Zabolotskij

 

Ma se ti piace Pascoli lascia perdere, qui siamo su un linguaggio ovviamente moderno e non ti aspettare rime o situazioni patetiche.

 

Tra gli americani invece sicuramente John Ashbery


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"Mi rifiuto di sentire gli artisti di oggi perché ho già sentito di meglio 20-30 anni fa." (Ricky Portera)

"Non mi piace la musica elettronica: amo la musica che viene effettivamente creata da un artista, creata da un musicista" (John Lodge, dei Moody Blues)

"Oggi è tutto elettronico ma fa anche tutto schifo" (Alberto Radius)

 

 


#66 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 27 agosto 2020 - 13:14

A me piacciono quelle di Emily Dickinson, il Myricae di Pascoli e Saffo. Mi consigliate qualche altro poeta?

 

Potresti provare con Mark Strand o Sandro Penna (viste le tue preferenze, intendo, non le mie - anche se entrambi mi piacciono molto).


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#67 The Careless Whisper

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Inviato 27 agosto 2020 - 18:58

Pentiti asd

 

Nicolaj Zabolotskij

 

Al Mercato

 

Ornato di vasi e di fiori
Il vecchio mercato apre i battenti.

Qui le donne sono grasse come botti,
Coi loro scialli di bellezza mai vista,
E i cetrioli sembrano colossi,
Che zelanti nuotano nell’acqua.
Brillano come sciabole le aringhe,
Coi loro occhietti mansueti,
Ed ecco, sotto la lama del coltello
Si contorcono come serpi.
E la carne, dominio dell’ascia,
Giace come rosso buco,
E il salame come sanguigno intestino
Nuota nello sghembo braciere,
E gli va dietro un cane ricciuto,
Annusa l’aria col naso a digiuno.
La bocca come una porta aperta
E la testa come una scodella,
E le gambe vanno con precisione,
Incurvandosi lentamente a metà.
E adesso? Con aria addolorata
S’è fermato per caso, alla cieca,
E le lacrime come chicchi d’uva
Dagli occhi volano nell’aria.

Gli storpi se ne stanno in fila.
Uno suona la chitarra.
Il moncone di gamba, fratello di perdite,
Lo mantiene al bazar.
E sul moncone la stampella
Sembra un fiasco di legno.

Un altro mostra un germoglio di mano,
Egli se ne vanta, lo agita,
Ha un dito slogato, un invalido,
E squittò il dito, come una talpa,
E scricchiolò l’incrocio dell’osso.
E il viso si trasformò in un ditale.

E un terzo, arricciati i baffi,
Guarda come eroe bellicoso.
Su di lui nell’orologio del bazar
Sciamano le mosche della carne.
In un bidone siede sulle ruote,
Nella bocca è celato il forte volante,
In una tomba le braccia si seccano,
In un torrente dormono le gambe.
Per destino a questo eroe
E’ rimasta la pancia con la testa,
E la bocca, grande come un manico,
Per guidare l’allegro volante.

Là una vecchietta con l’occhio fisso
E’ seduta su una sedia tutta sola,
E un libro in magici buchetti
(Per le dita cara sorella)
Canta gli impiegati di servizio,
E la vecchietta con le dita è lesta.

Intorno – bilance come mappamondi,
Brandelli di burro, grasso d’amore,
Esseri deformi come idoli pagani,
Nel denso sangue interessato,
E lo stridìo-preghiera di una chitarra,
E berretti pieni come tiare.
Come rame splendente. Non è lontano
Il momento in cui in una tana rischiosa
Lui e lei – lui ebbro, rosso
Di gelo, di canto e di vino,
Senza mani, paffuto, e lei –
Cieca megera, ballano affabilmente
Una stupenda danza-capricorno,
Tanto che crepitano le capriate
E sprizzano scintille da sotto i piedi!

E la lampada strilla come una marmotta.

 

 

 

La bottega del pesce

 

Ed ecco, scordata l’astuzia della gente,
entriamo in un altro regno…
Qui il corpo rosato d’uno storione,
del più bello di tutti gli storioni,
pendeva a braccia distese,
con la coda infilata in un gancio.
Sotto di lui un salmone ardeva di carne,
le anguille simili a salami,
con affumicato sfarzo e pigramente
fumavano, piegati i ginocchi,
e tra loro come una gialla zanna
sedeva su un piatto il re-balyk.

O sontuoso monarca della pancia,
dio e sovrano dell’intestino,
capo segreto dello spirito
e architriclino di riflessioni, –
io ti voglio! Concediti a me,
lasciami divorarti fino alla gola!
La mia bocca freme – tutta nel fuoco,
gli intestini tremano come ottentotti,
lo stomaco, teso nella passione,
a rivoli il succo della fame secerne –
ora si stende come un drago,
ora di nuovo si comprime quanto può,
la saliva turbina e nella bocca borbotta
e le mandibole sono doppiamente serrate, –
io ti voglio! Concediti a me!

Dappertutto rimbombano le conserve,
mugghiano la marene saltate in una secchia,
i coltelli, sporgendosi dalle piccole ferite,
oscillano e tintinnano;
il vivaio arde di luce subacquea,
dove dietro la parete di vetro
nuotano le scàrdove deliranti
per l’abbaglio, la tristezza,
il dubbio, e forse per l’angoscia?
E la morte su di loro, come mercante,
muove una fiocina di bronzo.

La bilancia recita il «Padre nostro»,
due pesi, tranquilli sul piatto,
determinano il corso della vita,
e la porta tintinna. i pesci si azzuffano,
e la branchie respirano al contrario!


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"Oggi è tutto elettronico ma fa anche tutto schifo" (Alberto Radius)

 

 


#68 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 28 agosto 2020 - 14:41

Czeslaw Milosz, Premio Nobel per la Letteratura 1980

 

 

Le porte dell'arsenale

 

Teneri animali fedeli, tacendo, calmi

spiavano le terre dei parchi, socchiudendo
i loro occhi d’olivo. Le statue raccoglievano
sul capo foglie di castagni e con il rotolo
in pietra di leggi da tempo passate o i resti
di una spada andavano, coperte dall’alloro
di nuovi autunni, sull’acqua, là dove nuotava
una barchetta di carta. Da sotto la terra
cresceva una luce, un freddo bagliore traluceva
dal mantello striato dei guardinghi animali
giacenti, dalle cantine degli edifici
chiazzati dalla schiuma del giorno, e si scorgevano
le ali degli alberi volare nel fumo.
 
Fiamma, o fiamma, immense musiche risuonano,
un moto eterno turba i boschi, con le mani
legate, a cavallo, su affusti, sotto un turbine
immobile, soffiando in muti flauti, girano
i viaggiatori, incrociandosi in cerchio, a vicenda
mostrandosi le labbra saldate dal gelo,
storte nel richiamo, o i sopraccigli sdruciti
della saggezza, o le dita in cerca di cibo
nel petto spogliato di nastri, ordini, cordoni.
 
Un brusìo tempestoso, un fragor d’onda, un frusciare
di pianoforti si leva dal baratro. Là forse
gruppi di betulle suonano piccole nubi,
o greggi di capre tuffano le bianche barbe
nel dolce vaso di una verde forra, o gli argini
rispondono ai ruscelli delle valli arate
e avanzano i carri pieni con la sera a fianco,
finiscono di ardere le stoppie insieme
al riso della gente, al trapestìo dei passi?
 
O giardini sonnambuli, regni di profondi
sogni, benignamente accoglietela, viene
dal mondo in cui cresce tutta la beltà che vive.
Così, come non fosse cosa caduca, un pugno
di cenere, per quanto breve dura
il sole nel suo volo, voi prendetela,
che mai non debba chiamare a sé l’amore.
 
Avanza nei viali bluastri, lontananti, dentro
il brillante corteo, non conoscendo il fondo
dei nebbiosi giardini, una donna giovane
facendosi schermo agli occhi con la mano.
Gli animali distolgono i musi dal prato
e il barbuto custode trotta su un cavallino
storto, tendendo l’arco con la freccia d’oro.
 
Stormisce una bufera sotto i piedi che avanzano
nel falso silenzio e una nuvola di capelli
castani spiove dalla fronte levata, piccolo
pianeta. Argento stilla dalle labbra,
la paura spegne il rossore, ansima inquieto
il petto rappreso in due gocce di ghiaccio, un lampo
scocca. Per la luce, tutto ciò che è vivo muore.
 
Cadono le vesti incenerite, arde il cespo
della peluria e nudo il ventre apparirà
come un cerchio d’ottone, le agili cosce
più non reggeranno i sogni, nude e pure
fumeranno come rossicce Pompei.
 
E se nascerà un bimbo da questo sangue slavo,
occhi d’albugine, rotolerà dai gradini
giù con la testa greve, a quattro zampe nell’aria
dormirà giorno e notte come un cavallo morto
sopra la corta erba dei pascoli bruciati.
 
Riti e ghirlande su lei s’intrecceranno,
la sera le porrà sulla fronte spine d’ombra
e la mano che sparge semi agli angeli gobbi
darà un riposo eterno a tutte le bufere.
 
Facendo girare cerchi gialli e portando
navi cariche d’un esercito di soldati
di latta, venivano ragazzi dalle piazze,
una pioggerella fresca cadeva e cantava
un uccello, una piccola nuvola entrava
lentamente nella luna divisa in due.
Con occhi umidi cavalieri guardavano
dritti nel tramonto. E c’erano rincorse
di cani sulle aiole. Sopra scale dorate
sedevano gli amanti. Sulla terra un silenzio,
un’orchestra tuffata alle porte del crepuscolo
ammutoliva nella lunga via e sulle siepi
le mimose gelavano chinandosi alla notte.
 
 
Campo de fiori
 
A Roma in Campo de Fiori
Ceste di olive e limoni,
Selciato con spruzzi di vino
E con schegge di fiori.
Frutti rosati di mare
Ammassati sui banchi,
Bracciate d’uva nera
Sulle pesche vellutate.
Proprio su questa piazza
Fu arso Giordano Bruno,
Il boia accese il rogo
Fra il popolino curioso.
E appena il fuoco si spense,
La folla tornò a bere,
Ceste di olive e limoni
Sulle teste dei venditori.
Rammentai Campo de Fiori
A Varsavia presso la giostra,
Una chiara sera d’aprile,
Al suono d’una gaia orchestra.
La musica soffocava
Gli spari dal ghetto,
Volavano le coppie
Alte nel cielo terso.
A tratti il vento alle fiamme
Strappava neri aquiloni,
E la gente ridendo
La fuliggine afferrava.
Gonfiava le gonne alle ragazze
Quel vento dalle case in fiamme,
Scherzavano liete le folle
Nella domenica festosa.
Si dirà che la morale
E’ che a Varsavia o a Roma
La gente si diverte, ama
Incurante dei martiri sul rogo.
Oppure si vedrà la morale
Nella fugacità delle cose
Umane, nell’oblio che nasce
Prima ancora che il fuoco cessi.
Io invece pensavo allora
A quelli che muoiono soli,
Pensavo che quando Giordano
Salì su quel patibolo,
Non trovò nella lingua umana
Nemmeno una parola
Per dire addio all’umanità,
L’umanità che restava.
Già correvano a ubriacarsi,
A smerciare bianche asterie,
Ceste di olive e limoni
Recavan nel gaio brusìo.
E lui era già distante,
quasi fossero secoli,
La sua scomparsa nel fuoco
Essi attesero appena.
Di questi morenti, soli,
Già obliati dal mondo,
Anche la lingua ci è estranea,
Come lingua d’antico pianeta.
Finché tutto sarà leggenda
E allora dopo tanti anni
Nel nuovo Campo de Fiori
Un poeta accenderà la rivolta.

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"Mi rifiuto di sentire gli artisti di oggi perché ho già sentito di meglio 20-30 anni fa." (Ricky Portera)

"Non mi piace la musica elettronica: amo la musica che viene effettivamente creata da un artista, creata da un musicista" (John Lodge, dei Moody Blues)

"Oggi è tutto elettronico ma fa anche tutto schifo" (Alberto Radius)

 

 


#69 The Careless Whisper

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Inviato 28 agosto 2020 - 15:18

Allora torniamo in Italia con Gianpaolo Mastropasqua, vincitore del Premio Nabokov l'anno scorso

 

Mediterranea
 
Quando eravamo dèi e camminavamo con gli alberi
e le vesti erano anime e animali vivi
e ancora festeggiavamo i compleanni delle nuvole
e allora danzavamo sulle acque come anemoni
e chiamavamo Israele la neve del deserto
e l’arcangelo bambino affacciato sull’abisso
e le sorgenti cantavano dai mari alla fonte
e le foglie erano velieri e lingue all’unisono
e i rami ponti trascendenti della luce
e l’impossibile mostro era libero di amare
e ogni passo un sapore e un nome pedante
e le caverne erano occhi appena aperti sull’ignoto
e le pietre dialogavano nel concentrico giorno
ora che passeggiamo senza gambe strisciando
tra la folla calpestata dal silenzio assassino
e le feste nucleari ci attendono al varco
e sogniamo a brandelli tra i respiri delle bombe
e chiamiamo vita eroica l’abbraccio del piombo
e le pietre sono masse che lapidano al pascolo
e il mare dalla lingua di petrolio più non parla
e le lucciole sono nere e il gabbiano viene corvo
e il becco una lamalenta che vibra che penetra
e logora la fauna che affolla in cadaveri pensieri
e l’impossibile mostro è già in gabbia da tempo
e i pugni si combattono nell’aria sanguinaria
e le cave hanno il profumo delle fosse comuni
e ogni passo è una palude da cui uscire vivi
procediamo non siamo nessuno sa perché dormiamo.
 
 
 
Testamento dell’invisibile
 
Perché sei la casa dell’essere
la domanda abitata
da tutte le risposte
 
Figliolo, ora che la clessidra terrestre è stata
capovolta, ora che il tempo divora gli ultimi
grani di voce residui, sebbene non sia stato
un padre esemplare, sebbene non abbia avuto
che un paio di versi come eletti discendenti
prima di ritornare a casa nella mia vera casa
voglio dirti la verità anche se è solo una verità:
ricorda che la realtà è un ponte e una luna
ha una faccia visibile al cuore e l’altra invisibile
agli occhi, ricorda che l’anima e l’inconscio
sono gemelli siamesi, hanno un solo volto
di bimbo millenario che sorride, rammenta,
ma il primo sorriso distingue il bene dal male,
il secondo si nutre di emozioni e non distingue
alcun male; ricordati che Dio ha molti nomi
della poesia, e non credere a chi crede
che la poesia solo letteratura sia, ricordati
di essere folle, perché solo chi è folle, folle
di sogni, folle d’amore, folle di vita,
non diventerà mai pazzo come il mondo.
Figliolo, quando il sole scomparirà nelle ossa
accendi una candela per me e combatti:
di un minuto, ti unirai gradatamente
in un lago nudo che evaporerà
in un grido di giorni in preghiera
e in quel viaggio d’ombra, nervo
e luce, non avrai sete perché sarò lì
ad espirare in te questo tepore
per ispirarti parole mai pronunciate,
sulla nuca dei tempi ti solleverò nutrendoti
con foreste di raggi, foglie di neve,
lì aspetterò galoppando l’inquieto seme
del fuoco, nel timido sibilo esplosivo
tra l’aria e il fulmine, perché lì solo
non ho mai camminato sulla cera molle
non mi sono mai addormentato al centro
di un sorriso, ma sempre tra le onde acute
dei margini, specchiandomi nel buio
di un pennello colorato, impastando
le linee in sillabe minute sulla tela
della parola spirito in via della libertà,
benché il male bussasse ogni notte forte
alla mia porta con sembianze amiche,
nessuno mai ha varcato la soglia di casa,
e mai la lava mi ha mutato in pietra
e mai mi sono sentito a casa.

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#70 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 28 agosto 2020 - 16:51

Claudia Ruggeri

 

https://it.wikipedia...Claudia_Ruggeri

 

Lamento della sposa barocca (octapus)

T’avrei lavato i piedi
oppure mi sarei fatta altissima
come i soffitti scavalcati di cieli
come voce in voce si sconquassa
tornando folle ed organando a schiere
come si leva assalto e candore demente
alla colonna che porta la corolla e la maledizione
di Gabriele, che porta un canto ed un profilo
che cade, se scattano vele in mille luoghi
– sentile ruvide come cadono -; anche solo
un Luglio, un insetto che infesta la sala,
solo un assetto, un raduno di teste
e di cosce (la manovra, si sa, della balera),
e la sorte di sapere che creatura
va a mollare che nuca che capelli
va a impigliare, la sorte di ricevere; amore
ti avrei dato la sorte di sorreggere,
perché alla scadenza delle venti
due danze avrei adorato trenta
tre fuochi, perché esiste una Veste
di Pace se su questi soffitti si segna
il decoro invidiato: poi che mossa un’impronta si smodi
ad otto tentacoli poi che ne escano le torture

 

il Matto II (morte in allegoria)

Ninive

“Tu ti dai pena per quella pianta di ricino (…) che in una notte è cresciuta e in una notte è perita: ed io non dovrei avere pietà di Ninive quella grande città…” Giona 4,10

 

Ormai la carta si fa tutta parlare,
ora che è senza meta e pare un caso
la sacca così premuta e fra i colori
così per forza dèsta, bianca; bianca
da respirare profondo in tanta fissazione
di contorni ò spensierato ò grande
inaugurato, amo la festa che porti lontano
amo la tua continua consegna mondana amo
l’idem perduto, la tua destinazione
umana; amo le tue cadute
ben che siano finte, passeggere

e fino che tu saprai dentro i castelli, i giardini
fiorire, altro splendore sai, altra memoria,
altro si splende si strega, si ride, si tira
la tenda e libero si mescola alle carte; ma
i giardini si nascondono con precisione
dove cerchi la larva del tuo femminino e l’arresto
l’appartenenza inevitabile
all’Immagine all’inevitabile distensione
delle terre trascorse delle altre ancora
da nominare chiamarle una poli l’altra tutte
le terre perfette alla mente afferrata
di nomi che smodano scadono che portano
alla memoria o la stravagano.

(crescono ricini presso ninive
ecco, vedi, come sviene)


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#71 il mistico

    proxima centauri

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Inviato 28 agosto 2020 - 21:44

ciao ragazzi sono nuovo..mi sto appasionando ultimamente alla poesia..piu' ne leggo piu' mi viene voglia di saperne ancora di piu'.probabilmente le cose he mi attraggono della poesia in generale sono il senso di musicalita',il ritmo ma anche il "mistero" di queste composizioni che spesso vengono dall'inconscio(non sono un esperto non pigliatemi in giro).i miei poeti preferiti sono rimbaud,ungaretti petrarca e garcia lorca..datemi qualche consiglio di libri di autori che non siano loro.mi fareste un gran piacere,grazie


Petrarca batte tutti, è una poetica pura, come l'acqua di un ruscello in cima a una montagna
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#72 Greed

    round control to major troll

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Inviato 28 agosto 2020 - 22:11

Se è tornato fra Roberto, con un messaggio che è puro understatement, anche il Signore può tornare, e pure l'uomo gatto perché no.


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#73 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 28 agosto 2020 - 22:20

A proposito, il 15 settembre esce l'Oscar Mondadori di Adam Zagajewskij, uno dei più grandi poeti viventi

 

https://www.oscarmon...dam-zagajewski/


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#74 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 28 agosto 2020 - 23:19

 

Zagajewskij


ma come fai a leggere uno con un nome così privo di melodia? Stai bleffando

 

 

In realtà amo anche il cantato in polacco, è una lingua molto intensa...i poeti dell'Est sono ricchi di immagini come un brano di pop barocco/drammatico pieno di trombe, viole, pianoforti e percussioni. E cadaveri e monconi, e cibo rancido, e pezzi di animali, e animali vivi, e donne grasse e deformi, personaggi da circo e tutto ciò che non ti aspetti.


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#75 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 28 agosto 2020 - 23:50

Forse Slauerhoff ti piace di più

 

http://www.atelierpo...8aOB1zEkBVskcT4


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#76 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 29 agosto 2020 - 13:23

Capito. A me invece al momento interessano scenari agresti e pacificati, semplicità e qualche lieve variazione su tema (amoroso)

 

 

Potrebbe piacerti anche qualcosa di Mariangela Gualtieri (che in questa prende qualcosina in prestito da Luzi... :)).

 

 

Sii dolce con me. Sii gentile.
E’ breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.
Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il mio ardore d’essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci -
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.


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«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#77 Narostium

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Inviato 06 settembre 2020 - 16:41

Ho comprato La cura dello sguardo di Franco Arminio, che ne pensate? Volevo prenderne uno contemporaneo, che fosse italiano, dato il suo contesto biografico ho simpatizzato.


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#78 The Careless Whisper

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Inviato 08 settembre 2020 - 20:19

Segnalo purtroppo il decesso di Gabriele Galloni (molte testate titolano suicidio, qualcuno dice che devono ancora accertarsi), giovane poeta con diversi libri all'attivo. Eravamo compagni di casa editrice, anche se non l'ho mai conosciuto. 

 

https://www.ilfattoq...-poeta/5923748/

 

http://poesia.blog.r...briele-galloni/

 

http://www.pangea.ne...ione-ragazzini/

 

 

I morti tentano di consolarci
ma il loro tentativo è incomprensibile.
Sono i lapsus, gli inciampi, l’indicibile
della conversazione. Sanno amarci

con una mano – e l’altra all’Invisibile.

*

Ho conosciuto un uomo che leggeva
la mano ai morti. Preferiva quelli
sotto i vent’anni. Tutte le domeniche
nell’obitorio prediceva loro

le coordinate per un’altra vita.

*

Scappi via e ridi; lasci che la schiuma
ti evapori nel tuffo – e piena l’onda
già ti fa ruzzolare sul fondale.

Questi anni nostri non avranno male;
saranno sempre gli anni del Miracolo
per ogni luce che mi indicherai

spegnersi a basso volo sopra i campi
di Torvaianica.

 

Gabriele Galloni, (Roma 1995-2020). Ha pubblicato le raccolte poetiche “Slittamenti” (Augh!, 2017), “In che luce cadranno” (RP, 2018), “Creatura breve” (Ensemble, 2018) e “L’estate del mondo” (Marco Saya, 2019). Ha pubblicato, inoltre, la raccolta di racconti “Sonno giapponese” (Italic Pequod, 2019). È co-direttore di «Inverso – Giornale di poesia» e autore e ideatore, per la rivista «Pangea», della rubrica “Cronache dalla Fine: dodici conversazioni con altrettanti malati terminali.”


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#79 Greed

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Inviato 09 settembre 2020 - 17:42

Ho comprato La cura dello sguardo di Franco Arminio, che ne pensate? Volevo prenderne uno contemporaneo, che fosse italiano, dato il suo contesto biografico ho simpatizzato.

 

Non ne avevo mai sentito parlare, poi nel giro di 15 giorni l'ho visto regalare ad un mio amico, ne ho letto una citazione su un volantino, l'ho visto in libreria, ecc. 

Mi incuriosisce, facci sapere.

 

Comunque sono sempre scettico, quando vedo qualcuno nelle vetrine asd


  • 0

#80 The Careless Whisper

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Inviato 10 settembre 2020 - 22:10

Tornando a Galloni, un altro dei suoi lasciti (è incredibile quanto abbia scritto in soli tre anni), oltre ai suoi libri e alle interviste coi malati terminali, fu questo folle esperimento...in pochi minuti scrisse una silloge "sanguinolenta", spacciandosi per la folle poetessa Olimpia Buonpastore (nome da lui inventato) che scriveva di massacrare sua madre e altre amenità con riferimenti sessuali e autoptici.

Aveva persino recensito il lavoro, e la poetessa raccolse orde di followers asd

 

http://www.pangea.ne...e-carbonizzano/

 

Inviò poi il manoscritto a diverse case editrici ed ebbe proposte di pubblicazione da grosse case editrici che volevano "il personaggio"....poi svelò tutto, era lui che aveva inventato la poetessa. Svelato l'inganno, nessuno voleva più pubblicare l'opera.

Aveva raggiunto il suo scopo, ovvero dimostrare che si guarda al contenitore più che al contenuto: seguì un atto di accusa agli editori e di rimbalzo arrivarono attacchi anche a lui, come questo (in cui lo si accusa di essere stato irriverente e irrispettoso nel linguaggio utilizzato dalla sua creazione)

 

https://almerighi.wo...i-buon-pastore/

 

La mia Olimpia Buonpastore, e la sua relativa silloge ‘Corpo di mamma’, sono state innanzitutto un esperimento sociale. E molti di voi – non tutti, ça va sans dire – ci sono cascati. Dopo la prima pubblicazione su Pangea, il finimondo; chiunque cercava la povera Olimpia: mail su mail, contatti su contatti. Proposte di pubblicazione a go go. Non sapevo a chi dare i resti.
Perché questo esperimento? vi starete chiedendo.
Volevo creare un personaggio; l’editoria italiana, più che di autori, ha bisogno di personaggi. It’s a fact. L’ultimo anno e mezzo di pubblicazioni lo dimostra. E dunque: biografia fittizia alle spalle, silloge (scritta in mezza mattinata) dal tema unitario, e una mail personalizzata: olimpiabuonpastore@libero.it.
Ho ricevuto più offerte con Olimpia Buonpastore – anche da editori prestigiosi come Nottetempo – che con il mio nome e il mio lavoro. 
Questo conferma la mia tesi: non più autori, ma personaggi. Tant’è che quando svelavo la mia vera identità, tutti si tiravano indietro. Ecco ciò che cerca l’editoria contemporanea. Olimpia Buonpastore ne è stata la prova. Poi un giorno – e ‘sti cazzi del diritto di privacy, coprirò i mittenti – pubblicherò magari tutte le mail adoranti ricevute dal mio ortonimo femminile: circa un centinaio.
E si trattava di merda, in fondo: versi in cui il dolorismo di certa poesia femminile veniva portato a un eccesso grandguignolesco. Ma contava il personaggio: una ragazza orfana di madre che, per ricostruire il genitore, non trova nulla di meglio da fare che buttare giù una silloge che considerare depravata è dire poco. Personaggi, ribadisco; e non autori.

 


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#81 Greed

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Inviato 23 settembre 2020 - 14:35

Vi propongo questo poema in quattro stanze. Pare che l'intento del poeta sia quello di emulare con la parola il ritmo imprevedibile del jazz. 

 

.. Grazie caro ,Vit Vit, per i tuoi interventi che sono (*sempre)
validi ed interessanti. Ora da quanto ho potuto vedere e capire il drummer..:Steve Lyman,
parla e dà delle spiegazioni sul ''SUO'' modo di suonare, inventare, improvvisare,.!!.

 

Si, è vero fa molto uso di pause(*musicali tipo 'solfeggio') infatti
aspetta il motivetto-musicale dove ''sopra'' ci mette il suo drumming.
In altri momenti o situazioni musicali fa uso di ''respiri'' , quindi NON pause, ma come avesse

bisogno di riflette/pensare ..cosa.. suonare(*drumming) in quel punto.

 

Sempre con riferimento a quanto ho potuto ,,vedere e capire,, lo Steve
Lyman nel suo modo di suonare la batteria si avvale di..: pause e
'respiri' che in effetti sono..: NECESSARI ,PER ,IL ,SUO ,STILE ,E
,PER ,QUEL ,MODO ,DI ,SUONARE ,LA ,BATTERIA (* mi sembra uno stile..:
free-fusion suonato molto bene.,!!).

 

Trovo  difficile poter fare un confronto/paragone con il solo di
batteria di..: Tony Williams ,1967,.!!. Lo Steve Lyman, parla, spiega,
esprime il 'suo' modo di suonare e dopo si mette a ''suonare''..

Come ripeto esegue..: pause e respiri che però..: NON ,SONO ,*PAUSE e
RESPIRI* , COME ,QUELLI , FATTI ,DA ,TONY WILLIAMS., nel video. Nelle
due situazioni dove Tony 'alza le braccia' non è per fare ''pause-e-respiri'' ma

perché si è perso dentro a ciò che stava man-mano suonando.,!!.-

 

-  ,,  -


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#82 Narostium

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Inviato 06 dicembre 2020 - 07:59

So che certi suoni portano più poesia di un qualsiasi scribacchino, però stanotte ho sognato un componimento, parole, non capita spesso, di solito sogno per immagini, presumo con molta probabilità che si tratti di Oscar Wilde, l' unica cosa certa è che era il primo componimento del supposto scrittore. Ho cercato in lungo e in largo quale sia la sua prima, ma non è che abbia portato grandi risultati la ricerca. Qualche topo di biblioteca mi sa dire qual è, esattamente, la prima composizione ufficiale "edita" di Wilde? (la sua prima "carta straccia" ovviamente impossibile saperla)


  • 0

#83 Reynard

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Inviato 06 dicembre 2020 - 10:34

Dovrebbe essere la poesia "Ravenna".


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La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#84 Narostium

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Inviato 06 dicembre 2020 - 15:33

Dovrebbe essere la poesia "Ravenna".

Ho approfondito un po', sembrerebbe, apparentemente, di si. Datata 1878, quindi il primo componimento tra prosa e poesia varia dovrebbe essere proprio questo. Bè, ricordo a tratti ma ha molte assonanze visive e sensoriali con quella di stanotte, soprattutto il V. Molto ricca, dimostra che Wilde conosceva molto bene anche la storia italiana, oltre a essere un tributo totale al sommo poeta. Nel mio personale il senso del sogno credo sia quello di dare più importanza a cio' che si scrive, e soprattutto, di non dimenticare. Però mii incuriosisce sempre questo intuito immerso nella coscienza collettiva, che una tantum pesca nell'oceano dell'Es qualche marlin, mettendola alla Hemingway, anche fosse un brandello.


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#85 The Careless Whisper

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Inviato 29 luglio 2021 - 11:15

Per Syd,

 

Nozze, di Nicolaj Zabolotskij

 

 

Tra le finestre sgorga un lungo raggio,
la casa poderosa sta nel buio.
Le luce si stende infuocata
e scintilla nel camice di pietra.
La cucina alita un calore splendido.
Come dorati cavalli mastodontici
non a caso qui oggi si gonfiano
grosse pagnotte, donne, tortelli.
La kulebjaka per civetteria
brilla come il cuore dell'essere.
Sopra maledice la sua infanzia
un pollo bluastro per la lavatura.
Ha chiuso gli occhietti puerili,
ha increspato la fronte variopinta
e ha disposto il corpo sonnolento
in una tomba di maiolica da tavola.
Il pop non gli berciava la messa
agitando al vento la sua croce,
il cuculo non gli cantava
la sua ingannevole canzone:
era incatenato nel suono del cavolo,
era rivestito di pomodori,
come una croce sopra gli scendeva
il sedano sull'esile gambetta.
Così era mancato nel fiore degli anni,
nano insignificante tra la gente.
 
L'orologio tuona. La notte è scesa.
Nella sala il banchetto arde e avvampa.
La caraffa del vino non è in grado
di raddrizzare la nuca infuocata.
Un grosso branco di donne polpute
siede d'intorno brillando di piume
e il calvo nastro d'un ermellino
recinge i seni, impinguandosi
nel sudore di regine centenarie.
Esse mangiano densi dolciumi,
ronfano di passione insaziata
e slacciatasi la veste sulla pancia
si stringono ai piatti e ai fiori.
Uomini diritti e pelati
siedono come spari di fucile,
allungando appena i colli
tra le trincee grasse di carne.
E facendosi strada tra il cristallo
monotono ma in diversi modi,
come il sogno d'una terra prospera
si libra sulle alucce la morale.
 
O uccello di Dio, dov'è la tua vergogna?
Che cosa può aggiungere al tuo onore
il fidanzato attaccato alla sposa,
dimentico del rombo degli zoccoli?
Il suo volto mobile, vagante
conserva ancora le tracce della corona,
l'anello d'oro sul suo dito
brilla con l'aria di un bravaccio,
e il pop, testimone d'ogni notte,
allargata a ventaglio la sua barba,
siede come una torre davanti al ballo
con una gran chitarra sulle spalle.
 
Suona chitarra! Più largo il cerchio!
Rugghiano i boccali pesantissimi.
Sussulta il pop, urla e d'un tratto
colpisce le corde dorate.
Al ferreo suono della chitarra
dopo aver alzato l'ultimo boccale
si slanciano frenetiche le coppie
nei nudi precipizi degli specchi.
E dietro ad esse tra gli agguati
mezzo impazzita per tutto quell'urlìo,
l'enorme casa dimenando il deretano
vola nello spazio dell'essere.
Là c'è il sonno terribile del silenzio,
le grigie schiere delle fabbriche
e sopra gli accampamenti dei popoli
la legge del lavoro e della creazione.

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"Mi rifiuto di sentire gli artisti di oggi perché ho già sentito di meglio 20-30 anni fa." (Ricky Portera)

"Non mi piace la musica elettronica: amo la musica che viene effettivamente creata da un artista, creata da un musicista" (John Lodge, dei Moody Blues)

"Oggi è tutto elettronico ma fa anche tutto schifo" (Alberto Radius)

 

 


#86 The Careless Whisper

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Inviato 19 febbraio 2023 - 17:37

Ho appena saputo che se n'è andata prematuramente a causa di una malattia Nina Maroccolo (sorella minore del noto Gianni), non una sconosciuta ma una visual artist e poetessa abbastanza nota nell'ambiente.

 

Nina ha anche collaborato come autrice di testi in qualche lavoro di Gianni.

 

http://ninamaroccolo.art/

 

Condoglianze a Gianni


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