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Coco (Unkrich, Molina, 2017)


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9 replies to this topic

#1 William Blake

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Inviato 05 gennaio 2018 - 13:41

Dopo "Inside Out" la Pixar ritorna a operare su un territorio vergine, innescando una storia fresca e divertente a partire dalla tradizione messicana del culto dei morti

 

coco-loc.jpg

 

http://www.ondacinem...co-unkrich.html

 


  • 3
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#2 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 05 gennaio 2018 - 13:46

a minoranze come stamo messi?


  • 2

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#3 William Blake

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Inviato 05 gennaio 2018 - 13:52

a minoranze come stamo messi?

 

è ambientato in messico, indi per cui...


  • 0
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#4 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 05 gennaio 2018 - 13:58

Notevolissimo per me, sia come storia sia visivamente sia come omaggio alla cultura messicana...


  • 0

#5 William Blake

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Inviato 05 gennaio 2018 - 14:01

secondo me è solo un buon film Pixar, lontano dai capolavori. ricicla idee ampiamente codificate e sfruttate dalla Pixar nel corso degli anni, soprattutto nel plot, nelle svolte e nei rapporti tra i personaggi che veicolano i temi cardine (l'autorealizzazione, la famiglia, la memoria). la cosa più sfiziosa e interessante sul piano di visione e colori è sicuramente l'Aldilà messicano. è usato sicuro, anche se usato bene.


  • 0
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#6 Guest_Resp Into_*

    Maledettooo! Maledetooo! Maledettooo!

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Inviato 05 gennaio 2018 - 17:18

a minoranze come stamo messi?

 

Nel trailer non ho visto i cartelli della droga.


  • 1

OBIETTIVO MEDIA DI ALMENO UN + A POST RAGGIUNTO ;)

 

 

raramente ho visto un'immagine più autenticamente devastante dell'inermis dell'uomo contemporaneo occidentale


#7 Merlo

    Classic Rocker

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Inviato 07 gennaio 2018 - 18:10

A me è piaciuto e il finale mi ha anche commosso: ottimo film e anche coraggioso (tra vivi, varie generazioni di defunti - spesso molto più giovani dei discendenti vivi, aldiqua/aldilà e colpi di scena vari non è proprio facilissimo da seguire per un bambino).

 

A livello estetico il mondo dei morti secondo me ha pescato parecchio da Grim Fandango.

 

Bisognerebbe però fare una petizione per interrompere questa usanza molesta di voler tradurre le canzoni...


  • 2

"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"


#8 MilleLire

    IL MORALIZZATORE

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Inviato 08 gennaio 2018 - 14:10

Da applausi come siano riusciti a centrare l’ambiziosissimo obiettivo di far pervenire ad un pubblico più vasto possibile in termini generazionali un messaggio importante e complesso come quello della persistenza nella memoria del ricordo dei defunti. Tema infinitamente difficile ma trattato con una sorta di “macabra delicatezza”, congeniale dunque sia al pubblico infantile che a quello adulto perché capace di valorizzare il significato del ricordo dei propri cari e nel contempo esorcizzare la paura della morte con studiate cadute di tensione e calibrati inserti comici. Animazione bellissima, dettagli curatissimi, come d’abitudine Pixar: l’architettura visiva dell’aldilà viene raffigurata con superba fantasia: bellissima l’immagine del ponte tra i due mondi fatto di petali:


Spoiler



Tema parallelo, che teoricamente dovrebbe essere molto caro all’utenza del forum, l’amore per la musica e la spinta endogena radicata nell’animo del protagonista di seguire le proprie passioni. In quest’ottica, la famiglia riveste come avviene nella realtà un duplice ruolo: da una parte c’è la valorizzazione della propria identità genetica e del nucleo affettivo collegato ai ricordi, da un’altra si avverte la necessità dell’emancipazione del piccolo Miguel dalle chiusure e radicalizzazioni che questa impone. Alla fine, trattandosi di una favola, le due spinte vengono fatte collimare e tutto torna.
Punti deboli: la giustissima osservazione di Merlo in merito all'orrenda traduzione delle canzoni e, probabilmente, una visione eccessivamente stereotipata del Messico e delle sue tradizioni: Frida Kahlo ridotta ad una semplice macchietta grida vendetta. Ma ad una pellicola così pregna di significati e di emozioni sono dettagli che si possono perdonare.
  • 1
Immagine inserita

#9 cool as kim deal

    Utente contro le bonus track

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Inviato 15 gennaio 2018 - 13:06

Molto buono, non tra i primissimi Pixar anche se visivamente è veramente godurioso. Personalmente sono rimasto a bocca aperta per le città verticali dell'aldilà,per l'effetto dell'acqua nella grotta(no spoiler), per i colori delle anime guida.

 

Pessime le canzoni in italiano. 

 

Ingrana tantissimo nella seconda parte ed il finale è veramente commovente.


  • 0
Adescatore equino dal 2005

#10 wago

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Inviato 19 gennaio 2021 - 15:16

Lo ho visto solo l'altro giorno, complice la sottoscrizione a Disney+. Non sono in grado di fare molti paragoni coi Pixar recenti, ho diversi buchi, ma mi è piaciuto davvero moltissimo.

È un meccanismo a orologeria di fortissimo impatto visivo ed emotivo, in cui lo spettatore finisce per immedesimarsi con tutti i personaggi e tutti trovano la loro realizzazione contemporaneamente non cancellando i conflitti ma andando "al di là" di essi. Al tempo stesso, quelli che sono percorsi di emancipazione personale diventano traguardi di armonia collettiva: da sfondo e ambientazione, la Famiglia diventa dunque a sua volta lead character, e forse quello con la realizzazione più completa.

Tra i tanti dettagli curati e gli aspetti adorabili, due in particolare mi hanno stregato: il micione davvero spettacolare e... la scelta del titolo. Capiamoci, non è vero che la protagonista è Coco: non è nemmeno tra i personaggi davvero centrali della narrazione. Ma la "dedica" del film, che la riconosce come chiave di volta o snodo della clessidra che collega i due mondi, mi è risultata molto emozionante quando ne ho compreso l'architettura. È in qualche modo il punto più semplice e alto di quel grande tributo alla memoria dei progenitori che è l'intero film.

La commozione finale (tradottasi nel mio caso il 20 min buoni di lacrime prima dei titoli, il record prima di allora era detenuto da "Brother Bear") fa parte del design del film e in base a rapida consultazione Facebookiana ho potuto constatare che un po' tutti ci sono cascati.

 

L'aspetto musicale è anch'esso meritevole. Il ragazzino è molto in gamba e c'è senz'altro stata molta attenzione nel gestire gli switch linguistici (ha l'accento americano sull'inglese ma latino sullo spagnolo), pure quelli orchestrati in maniera molto efficace e — diciamocelo — paracula degli autori. 

Mi sono divertito a fare attenzione alla costruzione visiva e musicale della conclusiva "Proud Corazón", canzone melodicamente e armonicamente molto basilare rispetto ad altri pezzidel film: l'effetto dirompente e il vorticoso crescendo emotivo non sono costruiti su evoluzioni vocali o bridge assurdi alla "Let It Go", ma puramente frutto di un abile gioco di accelerazioni e inserti d'arrangiamento, ben combinati con lo svolgersi delle immagini. Lo snodo del pezzo sta in una sequenza a mio avviso geniale: le ombre del micio e del cane si avvicinano al vicolo davanti alla casa, si svelano nella loro semplicità "terrena" e si rincorrono giocando (dando alla musica lo slancio per accelerare); arrivano al cancello d'ingresso della corte dei Rivera e nell'istante in cui lo attraversano c'è il cambio di inquadratura e il cambio di tonalità, che non manca di aumentare l'intensità emotiva del pezzo. Ricongiunto il focus alla famiglia, l'arrangiamento è ora anche vocalmente corale; gli accenti cambiano e si fanno più concitati (forse sbaglio ma mi sembra che salti fuori un 2 contro 3 a livello ritmico) e anche nel ritornello vengono mangiati alcuni beat di attesa che comparivano invece nella prima parte della canzone. Insomma, ma così come la narrazione è un meccanismo studiato al minimo dettaglio anche l'esecuzione delle sequenze musicali e progettata maniacalmente per assicurare il massimo effetto in termini di trasporto. Certo, è normalissimo per un musical animato, ma fare caso alle dinamiche esatte riesce sempre in qualche modo ad amplificare l'efficacia emotiva su di me.

 


  • 3
"It's a strange world." "Let's keep it that way."




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