
http://www.ondacinem...t_moverman.html
film americano del 2011 arrivato in italia nel 2013
los angeles, 1999. lo scandalo rampart sullo sfondo, un semplice poliziotto davanti alla cinepresa. dave brown non mangia, beve e fuma soltanto. rimorchia una donna differente ogni sera. a casa ha due ex mogli sorelle e due figlie avute da una e dall’altra. sul lavoro si comporta da totale stronzo: fa il sessista con la collega donna, è insubordinato con i superiori, ha la mano pesante con i delinquenti. proprio per via del suo caratteraccio finisce su tutti i notiziari per aver picchiato brutalmente un tizio che lo aveva tamponato in un incidente. ma non si ferma solo a quello: non esita ad intervenire in una rapina, far fuori un uomo disarmato, inquinare le prove, lasciare scappare il ladro e in cambio tenersi la refurtiva
dave brown è un bastardo figlio di puttana che indossa una divisa o è il capro espiatorio di un sistema che non funziona di cui è solo una emanazione? è un po’ il quesito ambiguo che rimane sullo sfondo. trattandosi di un soggetto di james ellroy (anche co-sceneggiatore) le risposte non sono mai chiare o non ci vengono date. ma alla fine non è a questo che il regista è interessato: è semmai interessato al suo protagonista come uomo e come padre, fisicamente sempre presente in scena. la chiave scelta è quella dell’intimismo, del pedinamento pudico, anche se lo stile di moverman non è secondo me molto adatto ad un soggetto di ellroy. stile ellittico, un po’ realistico un po’ manierato (come verso la fine, dove per suggerire la “deriva” del personaggio si usano molto i colori rossi e neri, penombre, ecc), sempre a due passi di distanza dalle persone e dagli eventi. è uno stile freddo, poco “sporco”. a moverman non interessano la pelle, l’asfalto, il sangue. e anche per questo è poco sporco il poliziotto di harrelson (niente a che vedere con il cattivo tenente citato nella recensione, siamo di quanto più lontano dai toni allucinati del film di ferrara, dove la carne aveva un peso)
ci avrei visto bene david ayer con questo soggetto ellroyiano (magari limando un po’ le parentesi familiari, soprattutto i momenti con la figlia più grande, quella ribelle, artista, lesbica, l’unica che gli risponde per le rime e l’unica che gli vuole veramente bene, ecc, su basta che palle). nonostante quindi non condivida le idee di messinscena, e nonostante alcuni difetti (non riuscito anche il personaggio dell’avvocato di robin wright), il soggetto è buono e anche il film è buono, pur con alcune riserve