Inviato 25 novembre 2006 - 18:57
Passa un giorno, passa l'altro/Mai non torna il prode Anselmo/Perché egli era molto scaltro/Andò in guerra e mise l'elmo...
Mise l'elmo sulla testa/Per non farsi troppo mal/E partì la lancia in resta
A cavallo d'un caval.
La sua bella che abbracciollo/Gli dié un bacio e disse: Va'!/E poneagli ad armacollo
La fiaschetta del mistrà.
Poi, donatogli un anello/Sacro pegno di sua fe',/Gli metteva nel fardello
Fin le pezze per i piè.
Fu alle nove di mattina/Che l'Anselmo uscìa bel, bel,/Per andare in Palestina
A conquidere l'Avel.
Né per vie ferrate andava/Come in oggi col vapor,/A quei tempi si ferrava
Non la via ma il viaggiator.
La cravatta in fer battuto/E in ottone avea il gilé,/Ei viaggiava, è ver, seduto
Ma il cavallo andava a piè.
Da quel dì non fe' che andare,/Andar sempre, andare andar.../
Quando a piè d'un casolare/Vide un lago, ed era il mar!
Sospettollo... e impensierito/Saviamente si fermò/Poi chinossi, e con un dito
A buon conto l'assaggiò.
Come fu sul bastimento,/Ben gli venne il mal di mar/Ma l'Anselmo in un momento
Mise fuori il desinar.
La città di Costantino/nello scorgerlo tremò/brandir volle il bicchierino
ma il Corano lo vietò.
Il Sultano in tal frangente/Mandò il palo ad aguzzar,/Ma l'Anselmo previdente
Fin le brache avea d'acciar.]
Pipe, sciabole, tappeti,/Mezze lune, jatagan,/Odalische, minareti,
Già imballati avea il Sultan.
Quando presso ai Salamini/Sete ria incominciò,/E l'Anselmo coi più fini
Prese l'elmo, e a bere andò.
Ma nell'elmo, il crederete?/C'era in fondo un forellin/E in tre dì morì di sete
Senza accorgersi il tapin.
Passa un giorno, passa l'altro,/Mai non torna il guerrier/Perch'egli era molto scaltro
Andò in guerra col cimier.
Col cimiero sulla testa,/Ma sul fondo non guardò/E così gli avvenne questa
Che mai più non ritornò.