mi è capitato di rivedere Natale in India dopo ben 9 anni, ovvero da quando uscì nelle sale (infatti non l'ho mai più rivisto, è difatti uno dei capitoli meno conosciuti e meno avvezzi al passaggio televisivo).
lasciatemi spendere due parole (fuori tempo massimo).
il film fa parte di quello che io definisco il 4° periodo del cinepanettone. breve cronostoria: il 1° periodo è quello delle origini vanziniane, il 2° è quello Oldoiniano, il 3° è la diarchia Vanzina-Parenti (lo statuto del cinepanettone come lo conosciamo oggi, i semi gettati dai vari S.P.Q.R., Vacanze di Natale '95, A Spasso nel Tempo, Paparazzi, ecc.), poi c'è il periodo 4°, il perfezionamento della formula portata ad un livello che oserei definire "metafisico" (il piano della "gag pura", cinema quasi "astratto", senza trama, senza personaggi, senza il Natale!) che parte con Bodyguards e arriva sino a Natale in Sud Africa (pur con tutti gli scompensi che questa fase ha attraversato, ad iniziare dalla dipartita di Boldi, ma è comunque la fase più longeva del fenomeno).
ebbene in questa 4° fase il genere ha raggiunto la sua maturità. i meccanismi sono perfettamente oliati, la sceneggiatura è di ferro, le gag visive sono sparate a ripetizione e alla velocità della luce, la trama è "soppressa" per lasciare totalmente sfogo alla mitragliata di battute e situazioni comiche. è per questo che la ditta Parenti-De Laurentiis ha deciso per 10 anni di rifare esattamente lo stesso film, optando anno per anno per qualche minima variazione (soprattutto di cast).
Natale in India giunge dopo il grandissimo successo di Natale sul Nilo, sicuramente la forma più compiuta del 4° periodo del cinepanettone. sapendo di non poter più vantare la freschezza del predecessore, il viaggio in India punta su altri interessi. è difatti il film in cui l'elemento scatologico prende totalmente il sopravvento. Parenti, regista ossessionato dalle manifestazioni più basse dell'essere umano (merda in primis), radicalizza qualsiasi teoria riguardante la rappresentazione della merda al cinema, e con un furore anarchico senza precedenti (neppure Pasolini e Ferreri si sono spinti a tanto) fa deflagrare un prodotto mainstream - per di più natalizio - sotto il peso nauseabondo dello sterco. la merda è onnipresente in questo film: se ne parla, la si fa, la si mangia, la si usa per fare i fumenti. la merda viene continuamente lanciata verso lo spettatore tramite lo schermo cinematografico.
un rituale osceno e blasfemo che è sicuramente lo spunto di analisi più interessante di un film che non possiede purtroppo le migliori gag del repertorio cinepanettoniano. tuttavia questo spunto e altri spunti metacinematografici (il cameo di Vanzina, su tutto) salvano la baracca, per dirla fuori dai denti.
oltre che su questo versante, dove funziona meglio il film? ovviamente nei meccanismi da commedia degli equivoci, che insieme alla struttura corale, è l'anima del cinepanettone. un classico della pochade: la strappona (Giulia Montanarini) spacciata per moglie dal lestofante (De Sica).
http://www.youtube.com/watch?v=EEmMfXBZJNI