Recensione: http://www.ondacinem...nell-ombra.html
Quant'è bella la sorpresa di ritrovare un autore maturo come Desplechin mettersi in gioco con un polar come "Roubaix, un lumiere", rispettando le regole del genere e al contempo aggiornandole alle questioni sociali di oggi. Credo che mai Desplechin sia stato così austero, a un passo dall'ascetismo bressoniano nel seguire le vicende di questo commissariato e dei relitti della società, una volta abitanti di una città industriale, ora impoverita e isolata ai margini della Francia. Di ciò resta solo un lontano ricordo, lo stesso a cui si aggrappa il commissario e probabilmente l'autore stesso. Desplechin è lì a cercare la loro umanità, incorniciandoli in questi cortili infestati dalle erbacce, in queste case una volta accoglienti, nelle stesse sale del commissariato le cui pareti sono spoglie se non scrostate; Daoud è un Maigret della Francia multietnica e periferica del 2020, mentre il giovane tenente a tratti è come il curato di campagna di Bresson, in attesa di un segno della Grazia. Daoud è concentrato sulla ricerca della verità ancor prima della giustizia terrena, attento a preservare la dignità e i sentimenti di quelli che sono colpevoli a tutti gli effetti, eppure Desplechin nella lunghissima seconda parte, dedicata interamente all'interrogatorio della Forestier e della Seydoux, mostra con grande sensibilità e cura psicologica la pesantezza di tale ricerca, una gravitas che ricade su tutti noi.