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Matana Roberts - COIN COIN Chapter One: Gens de Couleur Libres


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83 replies to this topic

#1 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 23 maggio 2011 - 10:25

Negli Sticks and Stones con Josh Abrams e Chad Taylor e "affiliata" al AACM, la sassofonista Matana Roberts ha dato il proprio contributo in dischi dei TV On The Radio, Silver Mount Zion, Daniel Givens e ora - dopo alcune registrazioni tra CD-R e live (Lines for Lacy, The Calling, Live in London, The Chicago Project) approda all'esordio solista vero e proprio per la mai doma Constellation, seconda uscita di area jazzistica-sperimentale del 2011 per l'etichetta canadese dopo Colin Stetson.

Ho letto che il progetto COIN COIN dovrebbe prevedere (il condizionale è d'obbligo in questi casi) la realizzazione di 10 dischi ciascuno dei quali dedicato ad un antenato di Matana. I contenuti di questo primo capitolo sono, a farla breve, free-jazz / improvvisativi ma con un proprio, marcatissimo "quid" che affonda le radici (è proprio il caso di dirlo) negli spiritual, in uno spiccato sentimento religioso (la religione più militante che va di pari passo con la protesta e le recriminazioni sociali), nella musica nera più povera e rurale, quella degli schiavi del Sud (Libation For Mr. Brown fa venire in mente l'episodio più "traditonal" di Fig. 5 dei Jackie-O Motherfucker, quella Go Down Old Hannah che proprio come il pezzo di Matana si nutre di sole voci per poi aprirsi ad un finale "free").

Non sono uno che mangia pane e jazz a colazione ma questo disco mi ha folgorato, forse proprio perché mi arriva come trascendente l'ambito di riferimento fino ad aprirsi ad una sorta di totalità sonora / musica veramente globale, per gli elementi che in essa si fondono e per l'apporto dei musicisti coinvolti (più o meno una quindicina di elementi un paio dei quali - Thierry Amar e David Payant - meglio conosciuti per i loro trascorsi con Carla Bozulich, Silver Mount Zion, GYBE! e Vic Chesnutt).

Questo album mi aveva incuriosito e lo aspettavo da quando ho letto la notizia dell'uscita sul sito della Constellation, e direi che l'attesa sia stata ampiamente ripagata. Matana riesce a creare un linguaggio universale per comunicare la gioia il dolore l'orgoglio e tutta l'intensità della sua blackness, siano i toni incupiti dagli archi (qui si sente un po' il legame con il post-rock dissonante tipico della Constellation), oppure rallegrati da andature più festose, oppure molto intimi e raccolti (la ninna nanna di Lulla/Bye o la conclusiva How Much Would You Cost? dedicata alla madre). Su tutto permane una tensione nella varietà di accenti che raramente finisce in secca. Particolare non irrilevante: il disco è stato registrato live e conserva tutto il feeling della performance (anche se poi è stato editato / adattato al formato album). La sperimentazione non travalica mai la comunicazione dei sentimenti che Matana mette in gioco, complice anche un uso molto appropriato della voce che passa dallo spoken-word a contorsioni torturate e quasi Galàsiane. Come a dire che Human is the new Avant.

Ora attendo di ricevere la copia originale del disco, sperando che contenga i testi di Matana, i quali, da quel che ho captato, devono essere pregni di significato ed essenziali alla concettualità dell'opera.

Sul sito della Constellation si può, tra le altre cose, sentire il disco in streaming: http://cstrecords.com/coincoin/

http://soundcloud.co...rds/sets/cst079





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#2 slothrop

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Inviato 23 maggio 2011 - 10:43

gran bel lavoro, e infatti ricorda anche Fig. 5 dei Jomf
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#3 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 23 maggio 2011 - 10:58

sì, poi ovviamente ci saranno altri legami più diretti e inerenti all'ambito "free", che io non ho ben presenti. Alcuni li citi anche tu nella recensione su BU... A maggior ragione mi ha colpito come la Roberts sia riuscita a mediare ed amalgamare input diversi e a creare un'opera che riesce benissimo a vivere di vita propria... Insomma, mi pare un disco che, seppur non facile, riesce ad arrivare direttamente al cuore di chi ascolta, al mio almeno sì.
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#4 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 02 luglio 2011 - 09:09

Porto su per segnalare la recensione di XTC

http://www.ondarock....tanaroberts.htm

Solo una perplessità:

Lode alla Costellation per aver impresso coraggio e innovazione alla musica jazz con alcune opere (Colin Stetson, Pat Jordache) capaci di riconciliare il pubblico della musica con un genere spesso considerato solo per addetti.


Io non l'ho ancora ascoltato ma da quel che ho letto non mi risulta che nell'album di Pat Jordache il jazz sia un elemento preminente...

Comunque disco intensissimo e sentitissimo quello di Matana....
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#5 xtc

    Gianfranco Marmoro

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Inviato 02 luglio 2011 - 09:40

oops
nel testo originale c'era jazz e noise, un refuso chè è solo colpa mia
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#6 slothrop

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Inviato 06 luglio 2011 - 16:08

eheh, vero, comunque bello anche il disco di Pat Jordache
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#7 negro

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Inviato 12 luglio 2011 - 10:24

anche io, poco avvezzo al jazz (quel poco che ho sfiorato va da zorn ai masada string e qualche classico) sono rimasto folgorato, sono riuscito ad ascoltare solo i primi due brani, ma il secondo in particolare è favoloso, con quelle urla che sanno di free form, ma senza strumento ne tecnica (un approccio molto africano - primordiale) di un'autenticità strabiliante, e la semplicità dei temi è un'altra cosa che mi ha colpito.

disco da acquistare.
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Il segreto non è prendere, ma dare.

#8 Ɲ●†

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Inviato 12 luglio 2011 - 12:33

preso infatti... Dalla Constellation, credo convenga ordinarlo da loro.... Purtroppo non ci sono i testi, ma altri scritti di Matana che illustrano il concept e la tensione spirituale di cui è intriso il disco...
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#9 paloz

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Inviato 02 settembre 2013 - 14:28

Finalmente il secondo capitolo di Coin Coin ha una data certa. 1 ottobre.

Matana Roberts - Coin Coin Chapter Two: Mississippi Moonchile (2013)

Immagine inserita

Preorder qui

Pezzuccio anteprima qui.
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#10 Ɲ●†

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Inviato 02 settembre 2013 - 14:35

Avevo letto e non vedo l'ora di sentirlo. A dispetto della tracklist con 18 brani dovrebbe essere un unico flusso diviso in 18 sezioni.
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#11 nevvero?

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Inviato 17 settembre 2013 - 14:28

dai ok, allora andata.
la mia classifica parziale di fine anno è:

autechre - exai
jandek - the song of morgan (avendone ascoltato 1/9)
jenny hval - innocence is kinky
dj sprinkles - queerifications & ruins
julia holter - loud city song
kanye west - yeezus
pete swanson - punk authority
matana roberts - coin coin chapter two (senza ascoltarlo, bisogna portarsi avanti)
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#12 paloz

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Inviato 17 settembre 2013 - 14:31

Beh ma speriamo anche che il leak non tardi troppo. :(
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#13 combatrock

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Inviato 17 settembre 2013 - 15:09

Finalmente il secondo capitolo di Coin Coin ha una data certa. 1 ottobre.

Matana Roberts - Coin Coin Chapter Two: Mississippi Moonchile (2013)



Evviva evviva. Mi riterrò soddisfatto se mi piacerà anche soltanto la metà del primo. Grazie per la dritta.
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#14 xtc

    Gianfranco Marmoro

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Inviato 17 settembre 2013 - 20:44

LO STO ASCOLTANDO :indahaus: :wub: :ossequi:
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#15 combatrock

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Inviato 18 settembre 2013 - 08:47

LO STO ASCOLTANDO :indahaus: :wub: :ossequi:


Dove, come, che te ne pare?
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#16 slothrop

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Inviato 18 settembre 2013 - 09:07

per me è meglio del primo ma credo che in giro piacerà meno
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#17 paloz

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Inviato 18 settembre 2013 - 09:21

per me è meglio del primo ma credo che in giro piacerà meno


Come mai? Meno accessibile?
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#18 slothrop

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Inviato 18 settembre 2013 - 11:27

no, meno "spettacolare", più equilibrato, sono sei musicisti in tutto, completamente cambiato l'organico, c'è un tenore operistico che dà al suono un'impronta originalissima e le i temi (che pure ci sono e sono belli e fruibili) non svettano mai del tutto sul fluire organico della musica, è una suite molto coesa, un suono ricchissimo ma quasi senza picchi (a parte uno spiritual verso la fine). Secondo me proprio una grande opera, di grande maturità e gusto, ma non ha l'impatto titanico del disco precedente. Per me alla fine è un merito in più, ma come dicevo non credo che verrà letto in questo senso (positivo) specie dalle platee indie.
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#19 combatrock

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Inviato 18 settembre 2013 - 17:49

no, meno "spettacolare", più equilibrato, sono sei musicisti in tutto, completamente cambiato l'organico, c'è un tenore operistico che dà al suono un'impronta originalissima e le i temi (che pure ci sono e sono belli e fruibili) non svettano mai del tutto sul fluire organico della musica, è una suite molto coesa, un suono ricchissimo ma quasi senza picchi (a parte uno spiritual verso la fine). Secondo me proprio una grande opera, di grande maturità e gusto, ma non ha l'impatto titanico del disco precedente. Per me alla fine è un merito in più, ma come dicevo non credo che verrà letto in questo senso (positivo) specie dalle platee indie.


Già acquolina alla bocca. Ma tu dove/come lo hai ascoltato? In streaming?
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#20 slothrop

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Inviato 19 settembre 2013 - 08:34

ho un promo, ma mi sa che si comincerà a trovare
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#21 xtc

    Gianfranco Marmoro

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Inviato 19 settembre 2013 - 10:14

sono d'accordo è un album più organico ma meno d'impatto, la ricerca stilistica è più raffinata e profonda
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#22 Ɲ●†

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Inviato 23 settembre 2013 - 16:16

ma un link da qualche parte c'è o gira solo il promo tra gli addetti ai lavori?
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#23 paloz

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Inviato 01 ottobre 2013 - 10:00

È in stream:

http://thewire.co.uk...moonchile-album


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#24 Ɲ●†

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Inviato 01 ottobre 2013 - 11:04

uff, abbasso lo streaming!!!!
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#25 paloz

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Inviato 02 ottobre 2013 - 17:25

no, meno "spettacolare", più equilibrato, sono sei musicisti in tutto, completamente cambiato l'organico, c'è un tenore operistico che dà al suono un'impronta originalissima e le i temi (che pure ci sono e sono belli e fruibili) non svettano mai del tutto sul fluire organico della musica, è una suite molto coesa, un suono ricchissimo ma quasi senza picchi (a parte uno spiritual verso la fine). Secondo me proprio una grande opera, di grande maturità e gusto, ma non ha l'impatto titanico del disco precedente. Per me alla fine è un merito in più, ma come dicevo non credo che verrà letto in questo senso (positivo) specie dalle platee indie.


In effetti un ritorno dai toni inattesi, molto pacato, quasi "classico" in un certo senso. Sicuramente di gusto, però mi manca il clamore del primo volume - che pur con alcune pecche aveva un impatto assurdo. E' giusto comunque che una "saga" abbia dei capitoli ben distinti, e questo con "Gens de couleur libres" non ha certo molto a che spartire. Alla prossima sento che tirerà giù il mondo alla maniera della Fire Orchestra.
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#26 nevvero?

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Inviato 03 ottobre 2013 - 17:24

è sul sicchio a 320. jubilate.
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#27 paloz

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Inviato 03 ottobre 2013 - 17:27

è sul sicchio a 320. jubilate.


Sìsì, preso iersera. <3
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#28 nevvero?

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Inviato 03 ottobre 2013 - 17:33


è sul sicchio a 320. jubilate.


Sìsì, preso iersera. <3


bella zio. :)
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#29 Moontesquieu

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Inviato 07 ottobre 2013 - 08:57

Come è stato già detto questo chapter 2 è un disco di una compattezza notevole, più che di "pezzi" è un album che vive di "momenti". Tra l' altro Matana si trova a suo agio anche quando cambia registro, da uno più profondo ed evocativo ad un altro più leggero e "sentimentale". Amma Jerusalem School e Was The Sacred Day sono due splendidi incisi, da Woman Red Racked inizia la parte più bella del disco, forse.
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#30 Giubbo

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Inviato 07 ottobre 2013 - 10:08

Ma è tanto concettuale? Cioè, ho letto in giro di spoken word della nonna di Matana che racconta storie di vita. Boh, io non so se sarei pronto a questo tipo di ascolto, a meno che non ci sano i testi nel libretto. Premetto che non ho ascoltato il Chapter One.
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#31 slothrop

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Inviato 07 ottobre 2013 - 10:11

No, ma di spoken ci sono alcune parti, secondo me non guasta proprio nulla, anche perchè c'è sempre la musica sotto
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#32 combatrock

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Inviato 07 ottobre 2013 - 10:50

E comunque lo spoken del Chapter One era :wub:
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#33 Moontesquieu

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Inviato 07 ottobre 2013 - 10:58

Si, tante volte lo spoken appesantisce molto il disco, a mio parere qui non accade, anzi, se possibile lo fa "vibrare" ancora di più anche perché restituisce l' impressione che da un momento all' altro possa scattare un accenno di canto, cosa che a volte accade anche.
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#34 combatrock

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:01

Si, tante volte lo spoken appesantisce molto il disco, a mio parere qui non accade, anzi, se possibile lo fa "vibrare" ancora di più anche perché restituisce l' impressione che da un momento all' altro possa scattare un accenno di canto, cosa che a volte accade anche.


Parli del primo o del secondo (che, per inciso, non ho ancora ascoltato)?
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#35 Moontesquieu

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:02


Si, tante volte lo spoken appesantisce molto il disco, a mio parere qui non accade, anzi, se possibile lo fa "vibrare" ancora di più anche perché restituisce l' impressione che da un momento all' altro possa scattare un accenno di canto, cosa che a volte accade anche.


Parli del primo o del secondo (che, per inciso, non ho ancora ascoltato)?


Scusate, del secondo :)
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#36 Giubbo

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:03

Slot, immagino tu abbia il promo del CD... ci sono i testi per caso? Perché mi spiacerebbe sentire uno spoken senza capirne il senso. Ah, altra domanda: io non sono tanto incline al jazz, soprattutto se free. Consigliereste comunque una musica del genere a uno poco avvezzo come me?
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#37 Ɲ●†

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:06



è sul sicchio a 320. jubilate.


Sìsì, preso iersera. <3


bella zio. :)


Mettetelo anche su un host, perdio, che non posso accedere a SS.

Comunque secondo me il primo ti piace Giubbo. Questo ancora non so perché non l'ho sentito.
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#38 slothrop

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:16

Slot, immagino tu abbia il promo del CD... ci sono i testi per caso? Perché mi spiacerebbe sentire uno spoken senza capirne il senso. Ah, altra domanda: io non sono tanto incline al jazz, soprattutto se free. Consigliereste comunque una musica del genere a uno poco avvezzo come me?


Testi mi pare non ci siano, tra l'altro il promo non è un promo ma è proprio il disco come - immagino - viene pubblicato, c'è però una lunga digressione di Matana su sua nonna, etc...
Altra storia l'inclinazione jazz, beh questo è un disco jazz, c'è poco da fare la "lingua" che parla questo disco è una lingua jazzistica, libera ma senza mai essere ostile. Il free non sarà l'ostacolo ma il jazz sì. Poi c'è proprio il senso dell'epopea, il calore di qualcosa di profondamente vissuto e scelte timbriche a mio parere vincentissime (la voce tenorile, in particolare). Detto ciò, a chi non ama troppo il jazz faccio fatica a consigliarlo, meglio dare un'ascoltata allo streaming su the Wire linkato lassù.
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#39 combatrock

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:17

Mettetelo anche su un host, perdio, che non posso accedere a SS.


Ma come mai? Scusa se chiedo, eh.
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#40 Ɲ●†

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:18

Comunque i testi non c'erano nemmeno nel primo capitolo.


Mettetelo anche su un host, perdio, che non posso accedere a SS.


Ma come mai? Scusa se chiedo, eh.


dall'ufficio non riesco. A meno di non rubare le credenziali all'admin asd
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#41 slothrop

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:19

cioè, magari il disco dell'anno scorso di Neneh Cherry coi The Thing, che fu il disco hipster-jazz dell'anno, aveva un bel potenziale anche su un pubblico non troppo jazzofilo, questo qui per me ne ha meno, anche per quello che dicevo prima. Il primo capitolo di Coin Coin - che a sua volta era profondamente jazzistico, radicato nella scuola Aacm - poteva colpire per la potenza dell'insieme e far breccia anche in un pubblico non jazzofilo, proprio in virtù della sua carica spettacolare e la prossimità a certe forme di "psichedelia tradizionalista". Qui siamo invece in un contesto acustico, di maggiore equilibrio, questo ammalia per grazia, calore e profondità, laddove il predecessore urlave certamente di più.
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#42 combatrock

    utente antifrastico-apotropaico

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:22

cioè, magari il disco dell'anno scorso di Neneh Cherry coi The Thing, che fu il disco hipster-jazz dell'anno


OT
però, scusate: questa idea (del disco "hipster-jazz" a giudizio tuo/vostro non ha portato a critiche eccessive al disco stesso? Voglio dire: non era poi così male! L'ho riascoltato giusto qualche giorno fa e continuo a pensare che, se non passerà alla storia, rimane comunque un disco godibile e con qualche soluzione originale.
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#43 slothrop

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:40

mi sembra che non l'abbia criticato nessuno!

La faccenda dell'hipster-jazz è un puro dato di cronaca, è semplicemente la versione attualizzata - alle specifiche classifiche di fine anno - di quelle classifiche globali dei dischi rock che immancabilmente trovano un posticino per "Kind of Blue" e "A Love Supreme". Questo non toglie un grammo al valore dei dischi in questione.
Penso che la storia dell'hipster-jazz, assolutamente priva di connotazioni di giudizio, meriti di la segnalazione perchè ha che fare con i canali mediatici e quelli della distribuzione, che sono molto importanti nel definire le "percezioni" di "cosa sia rock" e "cosa sia jazz", specie in un'epoca discograficamente caotica come quella attuale.
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#44 slothrop

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:50

Ti faccio un esempio dal mondo del drone e affini. Due manipolatori di suono / dronatori che finiscono immancabilmente nelle classifiche indie di fine anno sono Tim Hecker e Fennesz. Uno che ci finisce raramente è Jason Lescalleet. Ovviamente si può dire che Lescalleet sia meno bravo degli altri due e sia quindi giustamente meno famoso, quindi non arriva su etichette ben distribuite e rimane ignoto al "grande pubblico" indie con tendenze avant. Però sta di fatto che negli ambienti al confine tra il noise e l'eai il nome di Lescalleet sia forse il più chiacchierato e osannato in assoluto degli ultimi 3-4 anni. Questo prendetelo per un "fatto", al di là dell'apprezzamento che ovviamente rimane soggettivo.
La cosa buffa è che Lescalleet - a livello stilistico e iconografico - ha un potenziale rock notevole, è uno che viene dal noise (non dall'accademia o dall'improvvisazione radicale) e fa copertine che citano platealmente i Big Black, tipo questa:

http://www.google.it...24&tx=133&ty=33

Indubbiamente fa una musica più "difficile" rispetto a quella di Hecker e Fennesz, ma davvero faccio fatica a non pormi il dubbio di cosa succederebbe se avesse una distribuzione più ampia.
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#45 Ɲ●†

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Inviato 07 ottobre 2013 - 11:54

Slot, però il primo capitolo secondo me ha preso bene perché è sì free-jazz ma con una forte componente negro-spiritual-emozionale, quindi poteva andare bene anche per i meno avvezzi. Credo conti di più quello che non il fatto che sia uscito per Constellation. O meglio, conta molto anche la seconda quanto a visibilità, però per "far piacere" il disco a certi palati non credo basti l'etichetta per cui esce. Diciamo un insieme delle due cose...

Questo secondo a quel che dici è più nell'alveo impro-jazz, quindi forse dovrebbe sbancare meno...
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A chemistry of commotion and style

#46 slothrop

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Inviato 07 ottobre 2013 - 12:09

impro no, jazz sì e son d'accordo sul resto, anzi lo dico da un po' di giorni che questo sfonderà meno. Però lo ascolteranno in tanto perchè è il seguito dell'altro. E' abbastanza curioso che gli unici dischi jazz di cui il pubblico indie abbia parlato tanto negli utlimi anni siano usciti per un'etichetta rock e con un nome noto al pubblico del rock. Poi son piaciuti perchè son belli e perchè avevano un certo potenziale rock (cosa che coin coin 2 ha molto meno, per non dire per niente), ma hanno goduto di una visibilità aprioristica nel mondo indie clamorosa rispetto al resto di quello che esce su Squidco (per capirci, quanti indie hanno Squidco come distributore di riferimento?)
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#47 slothrop

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Inviato 07 ottobre 2013 - 12:52

l'altro è Colin Stetson, anche lui bravo (e originale) ma anche lui Constellation e amicone dei vari indie canadesi
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#48 combatrock

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Inviato 07 ottobre 2013 - 13:07

mi sembra che non l'abbia criticato nessuno!

La faccenda dell'hipster-jazz è un puro dato di cronaca, è semplicemente la versione attualizzata - alle specifiche classifiche di fine anno - di quelle classifiche globali dei dischi rock che immancabilmente trovano un posticino per "Kind of Blue" e "A Love Supreme". Questo non toglie un grammo al valore dei dischi in questione.


Ok, capito. Grazie.
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#49 paloz

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Inviato 07 ottobre 2013 - 13:10

Slot, però Hecker/Fennesz e Lescalleet quanto a fruibilità sono su due piani opposti. Quest'ultimo è rimasto più nell'ombra - almeno per quanto riguarda le classifiche del grande pubblico - proprio perché è meno "facile" e digeribile, Hecker in confronto è un romantico dell'elettronica e Fennesz pure.
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esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#50 slothrop

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Inviato 07 ottobre 2013 - 13:24

sì, certo, l'ho scritto che è più difficile, però insomma c'ha pure l'immaginario punk e noise. Poi io su Fennesz non ho nulla da dire, magari Hecker continua a non convincermi, ma vabbè.
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