Pensavo proprio una cosa del genere, un C'era una volta il 900 e/o il suo immaginario (o le sue scorie "esuaste": quello di cui secondo me parla il per me incompreso Under the Silver Lake), un po' come negli anni 10 e 20 del 900 si comincio' a cristallizzare l'idea di "ottocentesco" come la consideriamo oggi.
Fermo restando che il capire e studiato tra 20 anni e' una cazzata tanto per, mi sembra che, rispetto ad altre operazioni analoghe del passato, questi film (e se ne potrebbero aggiungere molti altri) non si pongono tanto come semplici rievocazioni, infatti il senso di nostalgia e' solo una delle componenti e puo' anche non esserci proprio, ma come vere e proprie "capsule del tempo", ovviamente falsissime*, e anche come delle specie di Stele di Rosetta di codici ormai decaduti, da qui il frequente senso di noia e vacuita' che possono suscitare a chi (legittimamente) non frega niente di quei codici.
Questo film di Anderson e' esemplare: un saggio sulle atmosfere francesi dai 30 ai 60 in forma di caleidoscopio quasi stordente, fatto di suoni, musiche, immagini, visioni, quadri, figurine, diorami, colori, non-colori, che o ami incodizionatamente la materia (e ti interessa vedertela frullata e ri-sparata in faccia in questa maniera) o sei fuori.
*e quindi piu' vere del vero: vedendo la prima puntata di Get Back (figata, eh) mi ha colpito il paradossale poco senso di "60s" che mi trasmettono le immagini. Forse rispetto al tasso di 60s-tudine che uno si aspetta da un'operazione di quel genere, forse per via della pulizia digitale delle immagini, o forse il 1969 "reale" non potra' mai giocarsela con un "1969" finto.