Ho ascoltato il podcast. Era interessante la questione "epistemologica" degli interrogatori dei bambini. Gli psicologi li interrogavano cercando conferme alla teoria e le trovavano immancabilmente. Poi pero' mi pare ci fosse un medico che cercava le prove fisiche dei maltrattamenti e li trovava sempre anche lei, allora ti chiedi se non sia dolo più che confirmation bias.
Ecco, questa delle prove fisiche dei maltrattamenti mi sembra una questione centrale, ma che dai processi emerge in modo piuttosto fumoso, ricorre l'espressione "compatibili con" ma mai qualcosa di più, men che meno tracce di sangue o resti umani o animali di qualsiasi sorta nei presunti luoghi delle messe nere (e infatti quella storia sul piano processuale è crollata completamente). Però, ripeto, pur con tutte le distorsioni e manipolazioni, a me risulta molto difficile credere che non vi siano mai stati maltrattamenti o abusi, anche solo tra le mura di casa.
Ho cominciato a vederla anche io, ricordavo poco e male della vicenda. Una bella merda.
Prima puntata e prima incongruenza nelle testimonianze dei genitori: quando gli Scotta parlano delle fratture multiple riscontrate sulla bambina tirando in ballo la misteriosa thailandese che avrebbe cercato di convincere la moglie a prostituirsi, Kaempet dice chiaramente "Non voglio più farlo" ben due volte per poi correggersi e dire "Non lo faccio". Quindi nel mondo della prostituzione c'era invischiata eccome e non si tratta di problemi di lingua ma di lapsus vero e proprio. Iniziamo male. Pure quella famiglia di disgraziati dei Galliera mi convincono pochissimo. Mi sa che hai ragione Claudio.
Sì, quella vicenda non è chiara per nulla e più si cerca di approfondire, più spuntano dubbi.
Per dire, il comitato pro-vittime, in occasione della mancata revisione del processo a Scotta, ha tirato fuori questa ricostruzione dei fatti basata su ulteriori precedenti:
Pablo Trincia si occupa in questa parte di Federico Scotta e della moglie thailandese Kaempet Lahmab, ai quali vengono tolti due figli, Elisa, nata nel 1993 e Nick di pochi mesi, a seguito delle dichiarazioni di Dario, che riconosce Federico Scotta con la figlia Elisa e Francesca Ederoclite, con la figlia Marta, come presenti in più occasioni nelle quali venivano compiuti abusi su bambini.Qui si registrano varie omissioni e distorsioni della storia, piuttosto rilevanti.
Pablo Trincia descrive gli Scotta quasi come una famiglia da Mulino Bianco: il padre di Federico, vedovo, compie frequenti viaggi in Thailandia e una volta porta con sé il figlio allora sedicenne. In tale occasione Federico conosce quella che diventerà sua moglie, compiuti i diciotto anni. Hanno due bambini e vivono felici e contenti; diventano amici con Francesca Ederoclite, separata con una bambina, Marta, che abita nello stesso stabile. Tutti insieme si vedono spesso e fanno allegre gite ai lidi ferraresi.
L’idillio viene interrotto da un episodio, così riferito da Pablo Trincia: la moglie di Federico ha una lite con un’amica anch’essa thailandese che vuole costringerla alla prostituzione. Nel corso della lite, l’amica afferra la piccola Elisa, di appena un mese, e la scaraventa contro il muro. La bambina viene portata il giorno dopo in ospedale dove le riscontrano una frattura e varie ecchimosi. L’amica viene denunciata, ma nel frattempo i servizi sociali sospendono la potestà genitoriale e affidano la bambina a una famiglia della zona.
Le cose non stanno esattamente così: Elisa Scotta, nata nel 1993, è seguita fin quasi dalla nascita dai servizi sociali; a dieci giorni dalla nascita, viene ricoverata all’ospedale di Mirandola per lesioni al volto, alle orecchie e agli occhi; dopo una settimana, è ancora al Pronto soccorso per ematoma cranico; un mese dopo, è ricoverata in pediatria per circa venti giorni dove le vengono riscontrate fratture al cranio, al femore, al radio sinistro e nove fratture costali, per un totale di 12 fratture, non una sola come riporta Pablo Trincia. Dell’ultimo fatto è vero che fu accusata e processata un’amica di famiglia, che, a dire degli Scotta, avrebbe fatto del male alla bimba nel corso di un litigio con Kaempet Lamhab, per storie attinenti all’esercizio della prostituzione. L’amica patteggerà la pena. Nel corso del primo processo tali fatti vengono esaminati e si rilevano diverse incongruenze, come il fatto che la bambina fu portata al P.S. solo dopo 24 ore e nessuna denuncia fu fatta dagli Scotta contro l’amica. Le indagini porteranno alla luce anche altri fatti sulla famiglia di Federico Scotta: a casa del padre Giovanni Battista Scotta verrà trovato materiale pedo-pornografico (per cui sarà accusato anche di ricettazione), e si accerterà che per anni ha abusato dell’altra figlia Giovanna, che in un diario, aveva scritto che il padre abusava di lei da quando aveva 5 anni (il procedimento contro G.B. Scotta si conclude con l’estinzione per prescrizione). Lo stesso Federico Scotta parlerà nel processo di abusi subiti dalla sorella. Durante uno dei viaggi “culturali” in Thailandia, anche il padre conosce una donna del posto e si risposa: hanno un figlio, Singa, che accuserà poi il padre di abusi sessuali, e ciò sarà oggetto di un separato procedimento penale.
Il 30 aprile 1997, dopo un percorso sorvegliato di graduale riavvicinamento ai genitori naturali, il Tribunale dei minori dispone la sperimentazione del rientro stabile di Elisa in famiglia.
Il 5 luglio 1997, a seguito delle indagini avviate sulla base dei racconti di Dario, Elisa viene allontanata dai genitori e ricollocata in affido. Anche il fratello Nick, nato da pochi mesi, viene allontanato e affidato al Cenacolo Francescano di Reggio Emilia. Il 13 agosto 1997, la visita ginecologica e medico legale conferma sospetti di abuso sessuale. Per la tenera età Elisa non viene sottoposta ad esami testimoniali.