Lo sai che non ha senso eviscerare gli esempi in quanto sono solo esempi, si?
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p.s. se voglio parlare di equilibri di Nash scrivo "equilibri di Nash", se scrivo "equilibrio" significa che parlo di una situazione che è stabile rispetto alle perturbazioni del sistema in esame.
Beh ma tu forse hai fatto solo esempi, Giovanni Drogo ha citato una situazione non solo come "esempio", ma proprio come elemento (sì, fra tanti altri) che lo turba nel senso espresso in questo topic. Non è che ti devi infastidire eh.
Eviscerando questo esempio si rimane in topic, la domande sono: possiamo cambiare la situazione delle miniere congolesi? Se sì, come e a che prezzo? Se no, perché?
La situazione è esemplificativa proprio perché a studiarla vediamo come le responsabilità di crimini e ingiustizie siano ben ripartite (non equamente, certo, ma tra un'enormità di attori), vediamo come problemi simili non siano risolvibili semplicemente in modo simile, etc.
Continuerei con esempi sul Congo, a prescindere da Marguati e Nash, ma non vorrei fare un mischione. Ad ogni modo, in Congo le miniere sono probabilmente gestite anche mediante l'uso della violenza, da bande armate. Alcuni minerali vengono addirittura estratti in Congo e rivenduti dagli Stati confinanti (Rwanda in particolare) come se venissero da questi ultimi e fossero "puliti", con guadagno nullo congolese. Il governo non interviene, essendo lì apposta per permettere una situazione del genere. Paesi confinanti e Paesi con importanti interessi economici e legami diplomatici (colonialisti peggio del Senso di Colpa dell'Uomo Bianco) fanno le loro pressioni, sostengono X, poi sostengono Y che organizza un colpo di stato, mentre impediscono a Z di effettuare un colpo di stato ulteriore. Ciò avviene in uno Stato enorme, relativamente poco popolato e da vari popoli con interessi in conflitto e disponibilità (di risorse naturali e controllo su di esse, di mezzi culturali, etc) diverse.
Non voglio gettarmi in paragoni fisico-chimici, fate vobis, ma organizzare un movimento di protesta dal basso è particolarmente difficile e improbabile, dall'alto si ha a che fare con persone impotenti, acquistabili, sostituibili secondo i casi. Il Congo si rende indipendente dall'Occidente (che non esiste: da Belgio, Francia, USA...) nella misura in cui diventa dipendente economicamente e per la realizzazione di infrastrutture dalla Cina.
Quindi dal Congo, in tempi brevi, non possiamo aspettarci cambiamenti.
Da qui, dall'altro capo della catena di cobalto e coltan? Dipende.
In "alto" non c'è un interesse particolare a cambiare la situazione e pagare il doppio (sparo a caso, forse 10 volte tanto) tutto quel cobalto. Non è interesse delle aziende coinvolte e non è interesse degli Stati non-così-coinvolti. Anche se ci fosse un interesse a cercare nuovi equilibri, questi equilibri sono davvero sostenibili? Sono davvero raggiungibili dallo status quo? In situazioni piuttosto diverse, come il caso-Siria, vediamo che almeno parte della comunità internazionale d'un tratto rifiuta un equilibrio (probabilmente perché sempre meno stabile eh) ed interviene, senza che si riesca a trovare una via d'uscita a basso costo energetico, umanitario, etc, senza poter tornare indietro né rammaricarsi troppo, e così via.
In "basso"? A livello Drogo, o LFT, l'interesse è solo morale, ma cosa può essere compiuto? Campagna di sensibilizzazione (che non è gratis) per danneggiare le aziende o minacciarle, insieme ad una spinta sulla politica vera? Boh, non si capisce un cazzo del TTIP che ci riguarda, figuriamoci sui bimbi minatori in Congo, i bambini che fanno le scarpe altrove e chissà quali nefandezze umanitarie, ecologiche...
Sarebbero, se ho capito bene, alcune delle domande di Drogo. Qui chiudo, ma penso non si faccia peccato ad eviscerare un esempio e ricercare dei motivi che forse sono propri di molte altre situazioni, anche e soprattutto se mostrano solo problemi e non soluzioni.