Bach E Il Pianoforte
#1
Inviato 08 febbraio 2013 - 11:54
Ora che ho deciso di approfondire la musica per tastiera sola non sempre sono del tutto soddisfatto da Gould -a cui mi sono sempre rivolto questi ascolti bachiani- come lo sono con le Goldberg incise nell'81.
Ad esempio, vorrei trovare un'altra buona incisione delle suite francesi e le suite inglesi; e sentire altri modi di suonare il Clavicembalo ben temperato, sebbene il suono di Gould sia bellissimo e cristallino, e le il gioco di voci nelle fughe sia meravigliosamente chiaro e definito -per quel che ne capisco.
Ho ascoltato anche qualcosina suonata da Gulda (giusto per non allontanarsi troppo dal nome!) ma ancora non mi sento di giudicare.
Vorrei che parlaste un po' di questo sottoinsieme del mondo bachiano, dei vostri interpreti preferiti e dei loro modi di interpretare le composizioni, anche delle questioni tecniche che si pongono nel suonare Bach al pianoforte, strumento che a differenza del clavicembalo e il clavicordo può giocare con le dinamiche.
#2
Inviato 08 febbraio 2013 - 12:16
Goldberg - Perahia
Clavicembalo - Schiff
#3
Inviato 08 febbraio 2013 - 13:43
Bach lo preferisco metronomico.
La sua musica funziona persino se la ascolti in MIDI.
Per esempio anche se non la consiglierei a nessuno mi aggradano persino le variazioni goldberg fatte da Jarrett in maniera totalmente impersonale (c'è chi sostiene perchè dilettante della musica classica).
Ho un rapporto conflittuale con Gould, qualunque cosa suoni o dica nelle sue interviste.
#4
Inviato 08 febbraio 2013 - 15:21
Bach lo preferisco metronomico.
La sua musica funziona persino se la ascolti in MIDI.
Per esempio anche se non la consiglierei a nessuno mi aggradano persino le variazioni goldberg fatte da Jarrett in maniera totalmente impersonale (c'è chi sostiene perchè dilettante della musica classica).
Premesso che le Goldberg di Jarrett sono comunque al clavicembalo e non al pianoforte (come tutto il suo Bach, ad eccezione del primo vol. del Klavier - dove infatti anche Jarrett risulta accettabile) si capisce che ti piacciano, dato che rispondono al tuo... "ideale" estetico espresso sopra (che sarebbe anche il suo).
A me non entusiasma.
Richter, però, che segnali nel post precedente, a me non parrebbe così asettico e impersonale...
Tornando al pianoforte a me piacciono abbastanza Aimard e Sokolov nell'Arte della fuga.
«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Moriremotuttista
#5
Inviato 08 febbraio 2013 - 15:46
#7
Inviato 08 febbraio 2013 - 17:05
Richter, però, che segnali nel post precedente, a me non parrebbe così asettico e impersonale...
Richter infatti è considerato al contrario uno di quelli che suona Bach in maniera romantica...
dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
#8
Inviato 09 febbraio 2013 - 15:19
Richter, però, che segnali nel post precedente, a me non parrebbe così asettico e impersonale...
Richter infatti è considerato al contrario uno di quelli che suona Bach in maniera romantica...
è vero
#9
Inviato 10 febbraio 2013 - 14:20
Sono curioso di Richter, che mi piace molto nel repertorio più "romantico".
Per la sezione giovani: l'anno scorso avevo sentito le Goldberg a teatro suonate da Maria Perrotta -che era pure visibilmente incinta!- e l'ho trovata interessante. Tra poco la riascolterò a Bologna, dove suonerà un preludio & fuga, e cercherò di ascoltarla più attentamente.
#10
Inviato 26 febbraio 2013 - 16:35
Quelle che ho gradito di più sono di Schiff -che mi avevate consigliato- piuttosto freddo/rigoroso, anche Gulda mi è piaciuto abbastanza e dovrei ascoltarlo meglio.Tra gli approci "caldi" Gould comunque mi piace ancora.
Richter e Gavrilov non soddisfacenti per le mie orecchie, Pollini non del tutto, e in più respira come un trombone e mi infastidisce.
#11
Inviato 17 marzo 2013 - 21:06
http://www.youtube.c...h?v=lLWPeyyKRSI
#12
Inviato 18 agosto 2013 - 19:40
Capriccio sopra la lontananza del suo fratello dilettissimo
#13
Inviato 05 dicembre 2013 - 17:02
Ho cominciato ad ascoltare composizioni di Bach suonate al pianoforte con le Variazioni Goldberg suonate da Glenn Gould.
Ora che ho deciso di approfondire la musica per tastiera sola non sempre sono del tutto soddisfatto da Gould -a cui mi sono sempre rivolto questi ascolti bachiani- come lo sono con le Goldberg incise nell'81.
Ad esempio, vorrei trovare un'altra buona incisione delle suite francesi e le suite inglesi; e sentire altri modi di suonare il Clavicembalo ben temperato, sebbene il suono di Gould sia bellissimo e cristallino, e le il gioco di voci nelle fughe sia meravigliosamente chiaro e definito -per quel che ne capisco.
Ho ascoltato anche qualcosina suonata da Gulda (giusto per non allontanarsi troppo dal nome!) ma ancora non mi sento di giudicare.
Vorrei che parlaste un po' di questo sottoinsieme del mondo bachiano, dei vostri interpreti preferiti e dei loro modi di interpretare le composizioni, anche delle questioni tecniche che si pongono nel suonare Bach al pianoforte, strumento che a differenza del clavicembalo e il clavicordo può giocare con le dinamiche.
Hai ragione su Gould. Secondo me l'81 è stato il suo anno migliore: gli estratti dall'Arte della fuga registrati da Gould in quell'anno sono eccezionali. Tuttavia le sue registrazioni sono spesso troppo eccentriche per risultare soddisfacenti. Io non amo molto Richter, Hewitt, Gavrilov, Perahia e Schiff. Meglio Tureck, Aimard e Sokolov. Tuttavia la mia scelta per il Bach sul pianoforte va di preferenza (oltre che a Gould) a Koroliov e alla Nikolayeva.
Tutti e tre hanno un suono molto definito, con pochissimo pedale e riverbero, e con un'ottima separazione delle voci, elemento per me imprescindibile per comprendere la musica di Bach. Inoltre sono tutti e tre molto "dentro" il materiale. La Nikolayeva tende ad avere un suono più scuretto e più dolce, le sue fughe del CBT sono magnifiche. L'incisione di Koroliov dell'ADF era molto ammirata da Ligeti, che ne fece il suo disco da isola deserta. Rispetto a quelle di Gould le interpretazioni degli altri due hanno il vantaggio di risultare molto meno eccentriche, specialmente per quanto riguarda la scelta dei tempi.
#14
Inviato 19 luglio 2015 - 09:47
Questo LP, registrato nel 1983 per la London Records, contiene le 15 Zweistimmige Inventionen e le 15 Dreistimmige Sinfonien (Invenzioni a 2 voci e Sinfonie, o Invenzioni a 3 voci), composizioni per strumento a tastiera utilizzate da Bach a fini didattici e ancora oggi presenti nei programmi di studio di ogni pianista. Schiff suona un Bach nitido e piuttosto equilibrato.
#15
Inviato 19 luglio 2015 - 14:33
Questo LP, registrato nel 1983 per la London Records, contiene le 15 Zweistimmige Inventionen e le 15 Dreistimmige Sinfonien (Invenzioni a 2 voci e Sinfonie, o Invenzioni a 3 voci), composizioni per strumento a tastiera utilizzate da Bach a fini didattici e ancora oggi presenti nei programmi di studio di ogni pianista. Schiff suona un Bach nitido e piuttosto equilibrato.
Non c'entra molto con questa sua esecuzione di Bach (che mi guardo bene dall'ascoltare... ) ma considero Schiff uno dei pianisti più incomprensibilmente sopravvalutati di oggi.
Un burocrate che riuscirebbe a rendere soporifero qualunque autore, uniformàti tutti alla sua idea di musica, corrispondente a un encefalogramma piatto (il suo, probabilmente).
Autori come, che so... , lo Schubert più appassionato, Skrjabin, l'op. 1 di Berg, qualche studio di LIgeti si trasformerebbero sotto le sue mani nell'imitazione che Fabio Fazio faceva di Dino Zoff.
Meno male che da molti autori almeno, consapevolmente credo, si astiene, limitando il suo repertorio a quei tre-quattro compositori che - unici - esegue.
Non oso immaginare il suo Bach...
«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Moriremotuttista
#16
Inviato 20 luglio 2015 - 07:23
@Ravel: Non è la prima volta che sento un giudizio simile al tuo riguardo Schiff e probabilmente non hai tutti i torti. Le mie impressioni su Schiff si basano su alcuni dischi e diversi filmati visti in YT, non ho mai avuto l'occasione di ascoltarlo dal vivo. Spesso, è vero, le interpretazioni sono uniformi e senza mai particolari sussulti, ma anche sempre, almeno mi sembra, in direzione di una fedeltà quasi letterale al testo.
Tempo fa, prima di ascoltare Schiff, avevo conosciuto Bach al pianoforte con le stravaganze di Gould e dopo di lui questo era, per contrasto, decisamente più equilibrato...!
#17
Inviato 09 agosto 2015 - 10:59
Decisamente più autorevole e di grande leggerezza nel tocco è il Bach del franco-tedesco Walter Gieseking (nato in Francia da genitori tedeschi e formatosi al conservatorio di Hannover) pianista dall'ampio repertorio - dal barocco a compositori del novecento come Schoenberg, Ravel e Hindemith -, dotato di una straordinaria tecnica naturale e di una eccezionale memoria
#18
Inviato 10 agosto 2015 - 14:19
Decisamente più autorevole e di grande leggerezza nel tocco è il Bach del franco-tedesco Walter Gieseking (nato in Francia da genitori tedeschi e formatosi al conservatorio di Hannover) pianista dall'ampio repertorio - dal barocco a compositori del novecento come Schoenberg, Ravel e Hindemith -, dotato di una straordinaria tecnica naturale e di una eccezionale memoria
Purtroppo Gieseking (e col mio nickname puoi immaginare se non lo apprezzi... ) è penalizzato dalla qualità audio delle sue registrazioni, che persino a un non fanatico quale sono appare oggi abbastanza inascoltabile.
Penso alla sua integrale di Debussy, per esempio.
Il suo Bach onestamente non lo conosco.
«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Moriremotuttista
#19
Inviato 26 novembre 2015 - 03:29
Purtroppo Gieseking (e col mio nickname puoi immaginare se non lo apprezzi... ) è penalizzato dalla qualità audio delle sue registrazioni, che persino a un non fanatico quale sono appare oggi abbastanza inascoltabile.
Le sue incisioni EMI sono state rimasterizzate di recente.
Perlemuter è sempre stato per me il pianista del canone d'esecuzione, dove con i passi cantabili si proseguiva l'intenzione parodistica della composizione. Gieseking ha avuto invece il merito di destrutturare le eredità più direttamente legate al tempo in cui Ravel ha composto: con lui le influenze esotiche si trasformano, per via della rinuncia a un certo ludismo, in sospensioni asfittiche molto più novecentesche che fin de siècle.
E' una perdizione diversa rispetto alla reazione decadente, arcaistica, scritta nei Miroirs, in Ma mère l'oye, come nel Gaspard, fino a condurre Scarbo dentro un anacronistico 'angstraum', uno 'spazio dell'angoscia', che si protende nell'espressione spuria.
Per Bach prediligo Richter.
E Gilels. Ma Gilels lo consiglierei per tutto.
#20
Inviato 30 marzo 2016 - 20:13
Un po' offtopic ma non so dove mettere.
Ho ritrovato queste Variazioni Goldberg suonate con la fisarmonica (!) da Stefan Hussong. Non le ho sentite da sole, ma erano usate in uno spettacolo. Mi erano piaciute molto in quel contesto, chissà se anche autonomamente sono così belle. Le ho ritrovate qui, se volete dare un ascolto:
http://www.tudou.com...iew/IU7KzxBOPjw
#21 Guest_runciter_*
Inviato 29 aprile 2018 - 09:16
bahrami se la cava bene in studio ma dal vivo 14 anni fa o judy lee lisciava o inciampava troppi tasti
scott ross era forte ma al clavicembalo, quindi non conta, dico allora edwin fischer che si rifugiò in svizzera
ma è poi vero? backhaus suonava poco bach ma l'ho sempre apprezzato, come pianista come uomo vai a sapere
mica sono sua moglie o la di lei e lui domestica, però la storia ci giudica in ogni caso, quella
#22
Inviato 14 ottobre 2018 - 17:13
[Non sono esperto ma] questo Vikingur Olaffson (islandese, 1984) mi sembra padroneggi molto bene - e dia una bella, intima personalità - al Bach pianistico.
E' uno degli ultimi acquisti di casa DG, e nel primo album si era confrontato con Glass (niente male). Ma direi che col repertorio classico dimostra uguale sensibilità. Adatto a chi si chiede come si possa portare davvero Bach nel presente, senza semplicemente ricorrervi come porto sicuro.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
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