Krzysztof Kieslowski
#1
Inviato 06 settembre 2006 - 18:03
"Il Decalogo di Krzysztof Kieslowsky è stato l'evento maggiore della Mostra veneziana 1989. Dieci episodi, quanto i dieci comandamenti, numerati ma senza titolo (i Comandamenti dovrebbero saperli tutti a memoria) e ambientati ognuno nella periferia di Vasavia, per la più parte in ambienti borghesi; con l'intenzione di mostrare, con il distacco della razionalità ma, spesso, con la Fede dei [naturaliter Christiani], come oggi si violano quei fondamenenti della nostra morale, e per quali ragioni, con quali conseguenze. In cifre stilistiche in cui è il non detto a prevalere, insieme all'allusione, all'insinuazione, sostenute da immagini ora impassibili e scabre, ora, per certi loro echi profondi, coinvolgenti e sconvolgenti" (da: Guida alla visione-Gian Luigi Rondi-Edizioni S. Paolo)
I riferimenti si sprecano: Bergman, Hitchcock (per la capacità di trattare il giallo), Bresson, Dreyer......
Grande merito va anche allo sceneggiatore di turno Krzysztof Piesiewicz. La sua è una narrazione a singhiozzo: un nucleo iniziale in cui viene presentato l'argomento cardine e la violazione al pretesto del Comandamento e poi piano piano la narrazione viene progressivamente portata avanti come se, lentamente, a tappe insomma, il protagonista dovesse pagare la propria pena. E il finale in milti casi è amaro perchè sembra che il personaggio non abbia ancora finito di scontare i propri misfatti (esempio nell'episodio 1)
La grandezza di questi mediometraggi della durata di 55 min. l'uno sta nel fatto della volontà di K. di trattare il contenuto (morale) e dare maggiormente peso a questo piuttosto che al linguaggio scenico vero e proprio (d'uso tra l'altro negli anni 80). Non a caso la regia è povera, non inventa nulla di nuovo, sono cose già viste, ma è profonda meditativa, di gran classe. Si pensi all'apisodio 2 e alla scena della goccia d'acqua che cade sul letto d'ospedale, o sempre nel 2 all'insetto che cerca di uscire dal bicchiere pieno di medicinale. Si pensi inoltre all'episodio "Non uccidere" e alle tonalità di verde grigio usate per tutta la sequenza: tremende ed angoscianti. Si pensi infine agli spettacolari squarci dell'episodio 3 sulla piazza vuota con in mezzo uno spoglio albero di Natale.
Il contenuto prima di tutto, per di più con moralismo.
Che ne pensate?
#2 Guest_spacemen_*
Inviato 06 settembre 2006 - 18:17
Ho finito i dieci capolavori proprio oggi pomeriggio con l??ultimo episodio.
Gran merito va allo sceneggiatore:ha saputo costruire grandi storie che sanno suscitare forti emozioni il tutto racchiudendolo in un tempo record medio di 55 min.
Si i riferimenti sono Bergman per quanto riguarda il rapporto ateo-credente.
Hitchcock per la capacità di creare suspense insomma dei piccoli gialli dove la storia si contorce fino a portare ad un finale spiazzante.
Alcuni episodi sono molto al di sopra della Trilogia.
Sono curioso di vedere ??La doppia vita di Veronica?(qualcuno l??ha visto).
#3
Inviato 06 settembre 2006 - 19:28
l'altro ieri sera anch'io ho terminato il mio Dekalog, durato 3 giorni!
un'opera cinematografica, anzi televisiva, davvero impressionante, con momenti di rara poesia, mai retorico, mai un giudizio, solo una cronca spietata di come le regole più vecchie e condivise dell'umanità siano anche le più disattese.
negli extra del cofanetto si narra dell'imbarazzo di Kieslowskij e dei giornalisti quando, a Venezia '88, ci si accorse che nessuno dei presenti ricordava i famigerati 10 comandamenti; infatti i 10 mediometraggi sono semplicemente numerati e non riportano alcun titolo perchè, sosteneva il regista, tutti dovrebbero conoscerli a memoria... si abagliava.
il n.1 è di una profondità rara da riscontrare, forse solo in Bergman.
il n.2 è stupendamente poetico.
il n.5 è shockante! a Venezia rimasero tutti di stucco, un misto di Bergman e Hitchcock
il n.9 un capolavoro nel capolavoro.
ma tutti e 10 sono un vero respiro d'arte.
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#4
Inviato 06 settembre 2006 - 21:12
#5
Inviato 06 settembre 2006 - 21:41
Da tre giorni me lo sto (ri)gustando, pian piano. Tra poco mi guardo il quarto episodio. I momenti migliori dei primi tre li avete già raccontati tutti (il dettaglio sulla goccia d'acqua e sull'insetto nel secondo sono da antologia). Aggiungo solamente i primi piani dello stupendo viso della protagonista del terzo, ripresa quasi sempre di sbieco a risaltarne il profilo bellissimo, nobile, puro come il ghiaccio. Perfino le sue lacrime hanno qualcosa di poeticamente disumano, quasi metafisico (ma Franchi si sarà ispirato a questa attrice per riprendere l'altrettanto meravigliosa Bobulova di "La spettatrice"? Quante similitudini ho visto...). Un encomio a tutti gli attori, comunque, di una bravura assoluta. Sui prossimi ne parlerò in seguito.
#6
Inviato 06 settembre 2006 - 22:11
Il degalogo?
errore di battitura...prontamente corretto
altro capolavoro è il sesto.....come viene presentato l'impurità dell'atto del protagonista è qualcosa di assolutamente grandioso, tanto poetico, quanto graffiante...............e poi il finale: che rigira tutte le carte fino a quel punto messe sul piatto!!
#7
Inviato 06 settembre 2006 - 22:41
in quanto a come rendere visibili attraverso la cinepresa i sentimenti più essenziali, la 'profondità' dello spirito, non so se esistano altri registi più bravi di kieslowski...
#8
Inviato 16 novembre 2012 - 18:03
Benché la trilogia sia tutta imprescindibile, questo resta senza dubbio il miglior capitolo, quello che mi auguro verrà riconosciuto come capolavoro anche tra 100 anni.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#9
Inviato 17 novembre 2012 - 14:51
Ma Film Rosso resta oltre tutto. Vabbè ma Kieslowski è un grande, di che stiamo a parlare dai
#10
Inviato 17 novembre 2012 - 16:13
Ma Film Rosso resta oltre tutto.
Fermo restando quel che ho detto sopra, per me oltre tutto tutto c'è Veronica, diciamo che Rosso è all'apice dei film per comuni mortali. Veronica non è di questo mondo.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#11
Inviato 02 aprile 2013 - 09:02
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Titolo italiano 'Non desiderare la donna d'altri'
versione 'lunga' che è stata poi ridotta diventando il 6° episodio del Decalogo, ovvero Non commettere atti impuri.
C'è qualche differenza, ovviamente qualche sequenza aggiunta, e poi un 'diverso' finale.
Resta la grandezza , la bellezza di questo cinema!
Kieslowsky un regista che tutti gli amanti del cinema dovrebbero conoscere, e sempre da riscoprire/riapprezzare per chi già lo conosce.
Riesce ad essere essenziale e diretto e allo stesso tempo poetico. Questa è una caratteristica che ho molto a cuore nel cinema e spesso mi trovo a disagio con molto cinema di questi ultimi anni, magari anche ben fatto ma per i miei gusti troppo esplicito.
Indubbiamente i tempi cambiano, e chissà come Kieslowsky stesso avrebbe fatto oggi i suoi film.
Nel dubbio mi resta comunque la gioia nel vedere/rivedere i suoi bellissimi film (Decalogo, i colori, Veronica ecc)
#12
Inviato 04 aprile 2013 - 21:53
Mi è capitato un fatto insolito: questo film lo vidi la prima volta qualche anno fa, un giorno estivo in cui la congiuntivite mi aveva preso proprio male e avrei dovuto stare tutto il giorno in penombra, ma oh, capita che voglio vedere sto film e cedo alla tentazione. Tra l'altro con quel problema agli occhi questo era proprio il film meno indicato, tanto sono accecanti i suoi giochi di luce e contrasti cromatici. Insomma finì che del film visto a occhi socchiusi ci capii davvero poco, ma pur ricordando poco della trama, l'estetica di tutto il film mi era entrata in un modo che forse da "sano" mi avrebbe colpito di meno. L'ho assorbita come se mi trovassi in sogno, o in dormiveglia. E in seguito di tanto in tanto mi capitava di sognare scene o immagini simili a quelle che avevo intravisto. Per cui rivedere La doppia vita di Veronica è stato anche un modo per "rivedere" i miei sogni, e chissà se in fondo non è nel sogno che va ricercata la chiave di questo stranissimo quanto affascinante lungometraggio.
#13
Inviato 25 maggio 2016 - 13:44
A tutti i kieslowskiani de Roma, domani inizia una rassegna gratuita al Palazzo delle Esposizioni che comincia con 'La doppia vita di Veronica' alla presenza della musa Irène Jacob e prosegue con una (quasi) maratona del Decalogo.
Chi può ci vada che io ne sto soffrendo.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
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