Inviato 30 settembre 2006 - 09:09
qualche SPOILER sulla trama
M. Night Shyamalan stupisce ancora con la sua nuova pellicola "Lady In The Water".
Se in "The Village" il mito e la leggenda erano l'espediente narrativo per parlare d'altro, qui la "storia", intesa come il racconto, diventa allegoria.
In una pellicola che potrebbe sconcertare tutti quelli che si aspettano un film convenzionale, Shyamalan si rifiuta di rispettare ogni logica e mette in scena una parabola affascinante e che fa riflettere.
Forse per apprezzare appieno questa pellicola bisogna aprire la mente, abbandonarsi al puro piacere della "storia" (e non è un caso che la ninfa delle acque si chiami proprio "Story") e lasciarsi trasportare dall'irrazionale. Shyamalan non risparmia una nemmeno tanto sottile stoccata a certa critica USA che vede i film come meccanismi consolidati e che rispettano norme convenzionali: l'unico personaggio "negativo" della vicenda è infatti uno spocchioso critico cinematografico (interpretato da Bob Balaban) troppo sicuro delle proprie idee (e che guarda te è l'unico a finire male).
Mentre invece nel condominio multietnico (altra metafora degli USA) gestito da Cleveland Heep niente è come sembra.
L'arrivo di Story cambia le carte in tavola per tutti: ed è qui, nella parte centrale, che la pellicola riserva le sorprese maggiori. Tutti devono trovare il proprio scopo nella vicenda, ognuno ha un ruolo importantissimo, è il messaggio un po' zen di cui Shyamalan (che si ritaglia, forse con un po' di presunzione, uno dei ruoli chiavi, quello di un "profeta") si fa portatore.
E' così il ritorno a casa della ninfa, la Narf, porta con sè, come "The Village", anche molte riflessioni.
Forse troppo materiale in ballo (il rapporto con la religione, il sogno di un mondo migliore, la coesistenza tra diverse etnie, paranoie oscurantiste post 11/9...) ma esposto con sincerità e calore. E' questo che distingue le opere del regista, anche le meno riuscite, da qualsiasi prodotto medio hollywoodiano (e che fa sorvolare su alcuni diffettucci, come in questo caso, una certa macchinosità dell'intreccio).
Ben poche le concessioni al facile spettacolo: anche le scene finali, con la comparsa delle creature del mondo di Story, sono riprese con molta eleganza (fotografia di Christopher Doyle, fedele collaboratore di Kar Wai), basti pensare all'inquadratura da sotto la superficie dell'acqua, della partenza della Ninfa.
Bryce Dallas Howard è perfetta, ma a stupire (di nuovo!) è Paul Giamatti, davvero un attore sublime.
Voto: 7,5