visto che ogni volta che esce un nuovo film di ridley scott parte la solita litania "ma vi ricordate di quando scott era un grande regista... ecc", facciamolo davvero un bel throwback però non parlando come al solito della tripletta iniziale di capolavori, troppo facile e troppo scontato. uno dei miei pallini è
black rain (1989), quindi oggi dedico il post a questo film
blade runner non ha bisogno di un seguito. il perché? perché c'è già black rain. scott trova nel giappone e nelle sue metropoli futuristiche al neon, una ambientazione molto simile a quella del suo intramontabile capolavoro, e il lavoro sull'estetica è il medesimo. black rain è un film notturno anche quando è girato nelle ore diurne
faccio ovviamente i dovuti distinguo prima che qualcuno salti sulla sieda. black rain non vale di certo quanto blade runner. dei suoi film "umani" è però secondo me uno dei suoi migliori. sulla carta è sicuramente un poliziesco abbastanza convenzionale ma è lo stile del regista in questo caso che fa la differenza. scott ne ha fatto un eccitante trip visivo, un film che è fatto soprattutto di colori, luci, suoni e sensazioni. la fotografia di jan de bont, le musiche di hans zimmer, la regia puntuale di scott, tutto concorre a questo viaggio sempre più in profondità nell'underworld criminale giapponese
il film qualche difetto ce l'ha: ogni tanto si ha la sensazione che vada a corrente alterna, con cadute di ritmo qua e là; forse ha qualche lungaggine di troppo. ma resta affascinante e a suo modo straniante, quasi un mix di fantascienza e poliziesco, o un poliziesco calato in una realtà fantascientifica, "aliena". a michael douglas poi questi ruoli da yankee arrogante e strafottente vengono bene, mi sono ormai convinto che debba essere così anche nella vita vera