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Cinema di Fantascienza:Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare


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231 replies to this topic

#201 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 20 settembre 2020 - 11:01

La saga completa del pianeta delle scimmie me la sono fatta pure io l'anno scorso, davvero ottima nel complesso, ne parlavo qua:

 

http://forum.ondaroc...40#entry2516230

 

Tra l'altro davvero eccellente anche il reboot, secondo me sottovalutassimo, fra le cose migliori della fantascienza recente.


  • 1

#202 Tom

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Inviato 20 settembre 2020 - 11:07

I sequel li ho visti proprio ricordando quel tuo post, non li avevo mai presi in considerazione seriamente.

 

La trilogia recente e' molto buona, anche se il primo capitolo e' sul mediocre andante.


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#203 Matthew30

    Classic Rocker

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Inviato 21 settembre 2020 - 12:16

Rollerball visto anni fa mi era piaciuto un sacco e avevo trovato il Jonathan di James Caan uno dei personaggi più ganzi del cinema (per quel poco che all'epoca lo conoscevo).

 

Dopo un po' di tempo ci ho ributtato un'occhiata e l'ho trovato un po' noiosetto e tronfio. Non credo neppure che sia il miglior film di Jewison (comunque un buon regista di mestiere, ha fatto meglio sia prima del 1975 sia dopo).


  • 0

#204 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 21 settembre 2020 - 13:03

Un sacco di presunti geni della settima arte, soprattutto recenti, una filmografia come quella di Jewison se la sognano.


  • 1

#205 ucca

    CRM

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Inviato 21 settembre 2020 - 15:45

In famiglia ci stiamo svagando con l'allegria e l'ottimismo della fs anni 70.

 

Unnamed.jpg

tipico pubblico degli anni 70 che se la sta spassando con un film di fantascienza

 

1974 The Terminal Man (L'uomo terminale) Mike Hodges

Sorpresona tratta da un romanzo di Michael Crichton. Mi aspettavo una al massimo dignitosa serie B, invece e' un glaciale thriller fanta-medico, di affascinante e inquietante grigiore. Il lato computeristico viene trattato con una sobrieta' realistica insolita per l'epoca e rara persino oggi. Con passo lento e tono cronachista si arriva a bei momenti di alta tensione. Regia, fotografia, sceneggiatura elegantissime e cast di prim'ordine. Spicca il sempre sottostimato George Segal, in una parte che rischiava il ridicolo involontario. Con i capi Andromeda e Westworld forma una specie di trilogia crichtoniana dei primi 70, come dramma medicale col fanta-innesto, anticipa e persino fa un po' meglio del successivo e piu' noto Coma profondo.

 

Maxresdefault.jpg

pure i formicai erano in design (scena all'inizio del film e ci mettono anche un po' ad allarmarsi sul serio)

 

1974 Phase IV (Fase IV: distruzione Terra) Saul Bass

Formiche mutanti e intelligenti vogliono dominare il mondo: da uno spunto di serie C ad altisimo rischio di ridicolo, una produzione di serie B con tre attori e un campo di grano, che a colpi di classe visivi si auto-promuove in serie A. Purtroppo e' l'unico lungometraggio del grandissimo designer Saul Bass, che sa dove mettere la cinepresa, sa come inquadrare le cose e sa che colori usare meglio della stragrande maggioranza dei registi professionisti. Ancora straordinarie le riprese delle formiche, in molti punti non ho davvero capito come abbiano simulato certe cose. 

 

Rollerball-2.jpg

"Senti, Jonathan, smettila di rompere i coglioni o ti tiro in testa un elemento di arredamento vintage!"

 

1975 Rollerball Norman Jewison

Un classicone che non avevo mai visto, se non qualche pezzo. Mi sorprende averlo scoperto film quasi privo di intreccio. Tra i tre scontri sportivi che punteggiano il film, in una escalation di violenza, e' un film che si "limita" a raccontare un mondo e la psicologia del suo protagonista. Quest'ultima per altro con spigoli machisti (coerenti col tipo di personaggio) che oggi sarebbe inimmaginabile non vedere messi in discussione e non "redenti". E James Caan si riconferma un grandissimo tragicamente sottostimato da 40 anni a questa parte. Notevole anche la paradossale carica di anti-spettacolarita' con cui vengono mostrate le partite, di cui viene mosse in risalto la pesantezza, la violenza, il caos. Il che per una volta rende coerente l'invenzione di uno sport del futuro le cui regole restano fumose per lo spettatore.

 

2508dfd9955d425aacef812487a914c2.jpg

"non mi interessa se pelle contro pelle appicicano, metti il tuo culo sulle mie poltrone à la page o ti sparo."

 

1976 Logan's Run Michael Anderson

Piu' che un film di fs degli anni 70, la fs degli anni 70 (e 60) tutta in un film. C'e' persino Farrah Fawcett gia' pettinata alla Farrah Fawcett in una particina. Uscito l'anno prima di Star Wars, in genere viene preso ad esempio del salto nell'iperspazio che il film di Lucas fece fare al genere sotto l'aspetto visivo. In effetti sembra un film antichissimo, con modellini, colori, costumi e scenografie ferme all'estetica pop di Star Trek (anche se c'e' da dire che il Logan di Michael York sembra anticipare pose e caratteristiche sia di Luke Skywalker che di Han Solo). Distopia adorabilmente invecchiatissima, tutta colori e invezioni visive, questo tardo discendente del filone avventuroso-satirico nato col Pianeta delle scimmie, funziona pero' ancora benissimo come divertimento. Purtroppo non si e' mai avverato un futuro in cui schiacciando un bottone ti si materializza in casa una Jenny Agutter giovane e seminuda.

 

Apes5.jpg

sottili metafore

 

1968 Planet of the Apes Franklin J. Schaffner

Non avevo mai realizzato quanto fosse raffinato e curato a livello visivo. Tutta la fantastica parte iniziale nel deserto, dove monta una memorabile atmosfera di attesa: mi immagino gli spettatori di allora, che sapevano che sarebbero apparse le scimmie, e come gli autori li tenessero sulla corda. Anche migliore la parte nel villaggio, dove le fantastiche scenografie vintage-tribali incorniciano le scene di colori e forme surreali, che ancora redono efficace e coerente la satira swiftiana della storia. Toh, giusto qualche dialogo troppo lungo e un po' trombone, ma resta un Signor Classicone. 

 

Di tutto rispetto anche i sequel:

1970 Beneath the Planet of the Apes (L'altra faccia del pianeta delle scimmie) Ted Post

Sgangherato, ma affascinante sequel, psichedelico e ultra-distopico. Qui alla fine scoppia il mondo. Allegria!
1971 Escape from the Planet of the Apes (Fuga dal pianeta delle scimmie) Don Taylor

Il passaggio al presente accentua il lato satirico e ironico. Come superare in pessimismo il film precedente? Con un bel primo piano di un neonato crivellato dalle pallottole. Evviva!

1972 Conquest of the Planet of the Apes (1999: conquista della Terra) J. Lee Thompson

Questo e il successivo sono i veri modelli della recente trilogia reboot. Ma per quanto seriosa e dark sia la serie moderna, il nerissimo pugno di stomaco finale di questo non si batte.

1973 Battle for the Planet of the Apes (Anno 2670 - Ultimo atto) J. Lee Thompson

Purtroppo la saga finisce col capitolo piu' moscio. Si lascia guardare e ha spunti interessanti, ma si notano problemi di budget e carenza di idee. E poi il semi-lieto fine nun se po' vede'.

 

e poi i tre mega-spazial-classiconi

 

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come nel 1968 si immaginavano le case di riposo del 2001

 

1968 2001: A Space Odyssey Stanley Kubrick

Cosa dire di non del tutto scontato su un film del genere? Forse che per la prima volta mi sono accorto del sottile filo di ironia che lo attraversa. Ce n'e' un bel po' soprattutto in tutta la parte sulla stazione spaziale e i vari spostamenti con i mezzi, dove il film riprende i modi e i toni dei documentari promozionali delle aziende dell'epoca. Operazione pop in linea con la geniale intuizione di inventarsi il meno possibile di futuristico, processando piuttosto con la fantascienza elementi gia' esistenti nel presente di allora: la musica classica a commento della tecnologia, il teatro sperimentale per le scimmie, l'estetica psichedelica per il trip finale. Tanto che 2001 potrebbe essere preso come (anche) un fantasmagorico documentario sul 1968.

 

Solaris-1158x579.jpg

"Guarda, piu' che assomigliare a Paolo Villaggio, per me sei sputato il ciccione del Signore degli Anelli."

 

1972 Solaris Andrei Tarkovsky

Non avevo mai fatto caso a una cosa che pure e' rimarcata anche dagli stessi personaggi nel film: sembra un horror gotico ambientato nello spazio. Non voglio normalizzare il regista-poeta, ma per certi versi, in moltissime scene sembra quasi di vedere un film di Mario Bava. Poi chiaro, per quanto questo sia il suo film relativamente piu' normale e di genere, Tarkovsky fa comunque deragliare la narrazione e dilata i tempi a suo uso. Ma per una volta, cuciti su una struttura narrativa tradizionale, molti dei suoi momenti tipici mi sembrano esplodere con piu' potenza rispetto ai suoi film piu' "puri": i dieci minuti di tangenziale (una realta' di linee e suoni che era/e' gia' caos distopico?), l'esplorazione del paesaggio di Brueghel, la breve sospensione della gravita', la pioggia nella casa. Davvero inconcepibile il massacro della versione italiana, non solo amputata di tutti i primi 40 minuti, ma accorciata di numerosi dialoghi anche dopo. Cioe', avevano tagliato anche gran parte dei discorsi durante la festa di compleanno dove veniva praticamente spiegato il senso del film.

 

Jfdiiqsh3y551.jpg

come riuscire ad essere il personaggio piu' inquietante in un film su un repellente e indistruttibile alieno assassino

 

1979 Alien Ridley Scott

Uno dei film della mia vita. Avevo quasi timore a riprenderlo, perche' tra una roba e l'altra non lo vedevo per intero da secoli, mi sa che e' stata la prima volta in digitale. Timore inutile, anzi e' riuscito quasi ad essere piu' geniale e diamantino che nel ricordo. Unico inevitabile cedimento: la tensione delle prime volte (pero' lo "stringifaccia" resta impressionante). A far piu' paura oggi e' che non sia invecchiato di un giorno, un film cosi' potrebbe uscire domani e nessuno batterebbe ciglio. Manco le pettinature degli attori sono fuori moda. Unico indizio vintage le micromutandine di Sigourney Weaver nel finale, mai oggi in un film mainstream coprirebbero cosi' poco e finirebbero un paio di volte al centro di un' inquadratura.

 

Questa storia del mondo dominato dalle formiche l'ho già sentita ma non ricordo dove, un fumetto, un romanzo di fantascienza? Ricordo chiaramente la storia di un viaggiatore nel tempo che torna indietro a prima che le formiche prendessero il potere. Ma non ricordo altro..


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www.crm-music.com

 

Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#206 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 21 settembre 2020 - 15:58

Il top del cinema formico rimane probabilmente Assalto alla terra (Them!) di Gourdon Douglas

 

the-ellinson-girl3.gif?w=490&h=265

 

(non ho visto quello di Bass però, o forse sì ma ne ho un ricordo vaghissimo)


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#207 Reynard

    No OGM

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Inviato 21 settembre 2020 - 19:48


 

Questa storia del mondo dominato dalle formiche l'ho già sentita ma non ricordo dove, un fumetto, un romanzo di fantascienza? Ricordo chiaramente la storia di un viaggiatore nel tempo che torna indietro a prima che le formiche prendessero il potere. Ma non ricordo altro..

 

 

Mi ricorda "Anni senza fine" di Simak, ma non è proprio così la trama.


  • 0
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#208 kristofferson

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Inviato 23 settembre 2020 - 09:04

Il top del cinema formico rimane probabilmente Assalto alla terra (Them!) di Gourdon Douglas


Ricordo come particolarmente spaventoso (ma l'ho visto che avrò avuto 10 anni) anche L'impero delle termiti giganti di Bert I. Gordon

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#209 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 23 settembre 2020 - 09:41

Va beh allora allargo il campo ai neotteri mi tocca citare il gustoso episodio di Creepshow "Strisciano su di te"

 


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#210 ucca

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Inviato 23 settembre 2020 - 11:36

terrificante quell'episodio


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#211 eugenio_barba

    Groupie

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Inviato 23 settembre 2020 - 14:19

Il migliore di Creepshow, se non erro citato nel numero 50 di DYD, "Ai confini del tempo".


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#212 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 23 settembre 2020 - 14:39

E' tutto bello Creepshow


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#213 starmelt

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Inviato 25 ottobre 2020 - 16:11

Quest'anno il Trieste Science + Fiction Festival sarà anche in streaming su MyMovies: https://www.mymovies...cience-fiction/
Ho dato un'occhiata alla lista e non ne conosco mezzo neanche di sfuggita.

TSFF20-Trieste-ScienceFiction-Poster-202
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#214 Dudley

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Inviato 04 gennaio 2021 - 19:49


 

Maxresdefault.jpg

pure i formicai erano in design (scena all'inizio del film e ci mettono anche un po' ad allarmarsi sul serio)

 

1974 Phase IV (Fase IV: distruzione Terra) Saul Bass

Formiche mutanti e intelligenti vogliono dominare il mondo: da uno spunto di serie C ad altisimo rischio di ridicolo, una produzione di serie B con tre attori e un campo di grano, che a colpi di classe visivi si auto-promuove in serie A. Purtroppo e' l'unico lungometraggio del grandissimo designer Saul Bass, che sa dove mettere la cinepresa, sa come inquadrare le cose e sa che colori usare meglio della stragrande maggioranza dei registi professionisti. Ancora straordinarie le riprese delle formiche, in molti punti non ho davvero capito come abbiano simulato certe cose.

 

Questo l'ho rivisto qualche giorno fa, e mi ha nuovamente fulminato: è davvero un gioiellino, un film difficilmente collocabile (eco-horror? fantascienza? documentario?) ma dal grande fascino e dalla grande originalità. La storia di per sè è poca roba, ma raramente come in questo caso i pochi ingredienti sono stati miscelati con capacità tale da ottenere non solo grandi risultati sul piano visivo, ma pure su quello "concettuale" (diversi piani di lettura presenti). Delle riprese degli insetti ha già parlato Tom, e non posso che confermarne la bontà. Ma che fascino anche tutte le riprese dei macchinari e dei computers all'interno del laboratorio ... ecco un altro punto sul quale lavorava la pellicola: le informazioni, il loro (nuovo) trattamento.

Phase IV ebbe da subito vita dura (dovettero aggiungere la voce "off" per "rimpolpare" i dialoghi, troppo scarni; inoltre, la Paramount non seppe bene che farsene di un film del genere, con ovvie conseguenze sulla sua promozione e distribuzione). Last but not least, il filnale psichedelico pensato (e girato!) da Bass venne completamente eliminato in favore di una conclusione più secca e forse meno affascinante (perlomeno sul piano visivo). In rete si trova qualche minuto di questo spezzone finale, ma la qualità è quella che è. In alcune versioni per l'homevideo invece il finale voluto da Bass è presente nella sua interezza e in buona qualità, trattasi di una manciati di minuti davvero molto originali e onirici (Salvador Dalì meets animazioni d'avanguardia?), che non saprei bene come giudicare: da un lato, aggiungono una decisa rottura con quanto visto negli 80 minuti precedenti, regalando un finale più coraggioso e visionario (e qui mi pare evidente l'influsso di un film come "2001 odissea nello spazio", che per certi versi è costruito in maniera simile). Dall'altro tolgono forse un po' di compattezza ed equilibrio alla pellicola, che fino a quel momento aveva puntato tutto sull'understatement ...).

Quindi: consigliatissimo se ancora non lo conoscete!

 

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#215 Tom

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Inviato 25 febbraio 2021 - 16:29

*
POPOLARE

Los-Angeles-140.jpg
quella volta che passavo di li' per caso e hanno chiesto pure a me se volevo interpretare John Connor

Vista recentemente tutta la saga / non-saga di Terminator. In generale devo dire meno peggio di quanto non si dica. In un certo senso affascinante nella sua inconcludenza, dato che risulta (involontariamente) coerente che i quattro capitoli seguiti al 2 si contraddicano a vicenda raccontando ogni volta un nuovo "futuro", azzerando ogni volta il cast (Schwarzy a parte) con effetti stranianti, tipo il personaggio di John Connor interpretato da cinque attori totalmente e grottescamente diversi tra loro.

Terminator (1984)
Mado', che capolavoro. A parte il gatto morto spacciato per pettinatura in testa a Linda Hamilton, non invecchiato di un giorno. Anzi, ci si potrebbe scrivere un saggio su come sia piu' moderno e adulto di tutto l'analogo cinema degli ultimi 30 anni. C'era ancora una violenza che faceva male, una cattiveria di fondo bella gelida (giuro che non me lo ricordavo tanto sadico: l'omicidio della casalinga, le vittime collaterali nel locale, la strage nella stazione di polizia, la ''gag'' del boyfriend massacrato mentre la tipa ascolta la musica), ancora riesce a trasmettere un senso reale di fatalismo e minaccia. I personaggi presentati in maniera perfetta, tutti con i loro archi narrativi belli precisi e senza sbavatura, dialoghi e spiegazioni solo quelli che servivano. Anche a livello spettacolare questo quasi-B movie di un'ora e mezza prende a calci in culo tutti i suoi sequel kolossal da due ore e passa, con i trucchi meccanici e in lattice che meravigliano e disturbano come gli effetti in CGI proprio non riescono a fare, nonostante la perfezione a cui sono arrivati da anni. A conti fatti il prototipo della saga e' un capitolo isolato al suo interno, visto che e' l'unico ad essere essenzialmente un horror.

Terminator 2: Judgment Day (1991)
In un certo senso la fine del cinema di genere perfettamente rappresentato dal primo Terminator inizio' proprio dal suo sequel. Storia nota: Schwarzy non voleva piu' fare il cattivo ammazza-cristiani, Cameron quindi lo fece diventare buono, pur tingendo di ironia grottesca la scelta, e inventandosi un nuovo cattivo, il terminator "liquido", riuscendo nell'impresa titanica di creare un altro "mostro" iconico e quasi altrettanto spaventoso, con il lato horror del primo film accollato interamente a lui. Per il resto alleggerisce tutto, trasformandolo in uno spettacolo per ragazzi, con il vecchio terminator che diventa praticamente E.T. per il John Connor del povero Eward Furlong e la sottilmente perfida trasformazione di Sarah Connor in una che tutti pigliano per matta e forse e' un po' matta lo e' sul serio. Mi sono accorto che non lo rivedevo per intero da quando l'avevo visto al cinema all'epoca. A sorprendermi c'e' stata solo la parte on the road centrale, il resto mi era rimasto tutto impresso per bene. Gli effetti del T-1000 che all'epoca facevano spalancare la bocca oggi sono roba ordinaria, ma ancora funzionano da dio nel loro contesto, e scene come quella dell'esplosione atomica restano di grande potenza. Non un capolavoro come il primo, ma un gran spettacolone di sicuro.

Terminator 3: Rise of the Machines (2003)
Non l'avevo mai visto per intero, ma solo a pezzi. La saga scende diversi gradini, ma il film e' meno peggio di quanto in genere si dica. Come i capitoli piu' recenti sconta il voler essere una replica ottusa del 2 senza Cameron dietro l'obiettivo, con l'azione che ad un certo punto si fa troppo ripetitiva e l'incomprensibile scelta di una faccia da caratterista sfigato come Nick Stahl come protagonista. Per il resto la terminator gnocca e' gnocca e da ancora un senso di pericolosita', l'inseguimento con l'autocarro con la gru e' uno dei momenti fracassoni piu' spettacolari della saga e c'e' una discreta aria da cataclisma incombente. Se lo si prende per il b-movie che e' (nonostante i milioni spesi) puo' divertire.

Terminator Salvation (2009)
Mai visto questo e tenendo presente che il regista e' il metifico McG mi aspettavo il peggio. Invece sono rimasto quasi sorpreso. Per 3/4 e' un buonissimo e serissimo post-apocalittico in salsa survival-bellica, piu' dalle parti dei vietnamovie e de La guerra dei mondi spielberghiana che non dei capitoli precedenti, con due attori protagonisti finalmente carismatici, lo scontato Bale e il poi sottovalutato Sam Worthington. Non a caso e' proprio quando nell'ultima mezz'ora torna in campo tutto l'armamentario iconico dalla saga che il film crolla, con scorciatoie narrative e facilonerie irritanti. Indisponibile per impegni politici Schwarzy appare fugacemente solo tramite CGI, ma la "dovuta" presenza del suo terminator e' uno dei passaggi piu' forzati del film. Poteva essere il migliore dopo i primi due, purtroppo nella somma finale si allinea alla mediocrita' generale.

Terminator Genisys (2015)
Massacrato in ogni dove, non mi e' sembrato tanto peggiore degli altri. All'inizio sembra praticamente Ritorno al futuro 2 in sala terminator, poi con un paio di gag ciniche che hanno fatto incazzare molti fan, ma che a me hanno strappato piu' di un ghigno (ebbene, pure Schwarzy che sorride come Lurch mi ha fatto ridere), si cambia strada, e ahime' lo fanno con un aggiornamento internettiano e Silicon Valley della solita trama riciclata dal 2: scelta davvero pigrissima. Comunque si lascia vedere e intrattiene pure questo, ma cio' che lo abbassa davvero in confronto agli altri e' lo spreco di un potenzialmente perfetto Jason Clarke, che interpreta la variante meno interessante e meno fica di tutti i terminator, e i soliti errori di cast: e no, per una volta non e' Emilia "ovunque fuori luogo al di fuori di GoT" Clarke ad essere il problema, ma l'inguardabile faccia da pesce lesso di Jai Courtney nella parte di Kyle Reese, disintegrato dal confronto con l'iconico Michael Biehn che fu.

Terminator: Dark Fate (2019)
Torna Cameron come produttore e soggettista, che dopo aver fatto l'offeso con Ridley Scott che non riconosce il suo Aliens come vero seguito di Alien, fa la stessa cosa riprendendo in mano la sua saga e realizzando il "vero" sequel dei suoi film. Ma pure lui non trova di meglio che contribuire a mettere su l'ennesima riproposizione dello schema del 2. Il film ha l'intelligenza di far tornare al centro del film la minaccia del terminator di turno (un efficace terminator ''latin'' capace di sdoppiarsi), mettendo relativamente in secondo piano la solita fumosa manfrina su Skynet, e creando l'interessante e tragico personaggio di una mezza terminator interpretata da una giunonica Mackenzie Davis. Linda Hamilton in versione Nonna Abelarda e Schwarzy a fare il terminator che si e' messo a vendere tendine hanno offeso qualcuno, ma a me sono sembrate scelte crepuscolari con una loro efficacia. Cosa non funziona, allora? Non funziona che il film scivoli troppo spesso nel gia' visto, con scene d'azione a tratti dozzinali e grossolane. E che anche stavolta ci sia un tragico errore di casting: si poteva chiudere un occhio sulla minutissima Natalia Reyes come futura capa della resistenza in chiave girlpower e anti-trumpiana se si fossero limitati a raccontarcela, ma quando la vogliono mostrare come un badass del futuro il ridicolo involontario esplode. Comunque dai, dignitoso capitolo (forse e speriamo) finale.


  • 10

#216 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 25 febbraio 2021 - 16:52

Le date non tornano ma il primo è un film grunge del filone più metal (stile Soundagarden soprattutto ma anche Alice in Chains) il secondo che pure è del 91 è un film decisamente hair metal (Guns N' Roses of course), i successivi probabilmente NuMetal.
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#217 Edgewalker

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Inviato 26 febbraio 2021 - 12:19

Le date non tornano ma il primo è un film grunge del filone più metal (stile Soundagarden soprattutto ma anche Alice in Chains) il secondo che pure è del 91 è un film decisamente hair metal (Guns N' Roses of course), i successivi probabilmente NuMetal.

 

Manco dei Fear Factory come passaggio intermedio  ashd


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The core principle of freedom
Is the only notion to obey


#218 William Munny

    pivello

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Inviato 27 febbraio 2021 - 18:00

Questa storia del mondo dominato dalle formiche l'ho già sentita ma non ricordo dove, un fumetto, un romanzo di fantascienza? Ricordo chiaramente la storia di un viaggiatore nel tempo che torna indietro a prima che le formiche prendessero il potere. Ma non ricordo altro..

Mac lo straniero, fumetto di Gino D'Antonio e Ferdinando Tacconi recentemente ristampato in un volumetto dalla Cosmo.

 

Meglio tardi che mai, dai. asd


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#219 Tom

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Inviato 14 gennaio 2022 - 09:46

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2008 Dante 01 Marc Caro

Ma, ziocaro, che spreco. Una bella idea di base (un manicomio spaziale), un cast di bei faccioni antipatici, un design tutto sommato originale, una cupa e suggestiva fotografia... tutto sprecato per una sceneggiatura tanto banale e sfilacciata quanto boriosa. Caro sembra voler far il verso sia a Alien Resurrection dell'ex compare Junet che a Alien³. Ma e' un autore pissichedelico, lui, che punta a fare il suo Solaris, mica balle. E allora giu' di riferimenti cristologici e citazioni dantesche un tanto al chilo, mescolate a dialoghi "etici" che in confronto quelli tra il Capitano Kirk e Spock sembrano Bergman. L'apoteosi e' il finale buttato li' che vorrebbe essere alla 2001 e sembra un videoclip techno-cafone prodotto dei testimoni di Geova. Unico alibi, la durata minima (1 ora e 20) e la narrazione troncata all'improvviso mi fanno sospettare un film amputato o persino incompleto. Ma anche fosse non e' esattamente di un "Orgoglio degli Amberson dallo spazio profondo" che parliamo.  


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#220 Tom

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Inviato 12 febbraio 2022 - 11:49

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1965 Alphaville, une étrange aventure de Lemmy Caution Jean-Luc Godard

Visto da ragazzo (su Telenuovo!) non c'avevo capito un tubo e mi aveva annoiato. Nostante ne avessi colto il fascino, nonostante quel bianco e nero da cavarsi gli occhi, nonostante quei primi piani di Anna Karina da rimetterseli gli occhi per cavarseli ancora. Era poi la versione italiana, che tagliava tutte le (non poche) scene sexi, aggiungeva dialoghi a caso, e appioppava al protagonista la voce di Emilio Cigoli, vecchia e cara, ma troppo "old west".

 

Rivisto integrale e nella nitidezza del digitale e' uno spettacolo al quadrato. Solito miscuglio tra invenzioni visive geniali e scemenze "fumettose" del Godard 60s. Il concetto da pop art di costruire uno scenario fantascientifico mettendo in campo i segni, le luci, gli spazi, le superfici, della moderinita' "bassa" e quotidiana di quegli anni, senza aggiungere nulla di inventato, e' talmente forte che l'effetto fantascientifico esce potentissimo ancora oggi, quando tutto quel modernariato appare medioevo della tecnologia. Effetto amplificato dall'aria gia' decadente e malfunzionante che si respira in tutto il film. Se lo ricordavo cugino molto influente di 2001, non lo ricordavo invece padre naturale di Blade Runner, con il film di Scott che riprende idee da Godard almeno quanto ne prendeva da Dick.

 

La consueta indifferenza godardiana verso la (non-)trama puo' consuetamente respingere, quanto intrigare nel momento in cui ci si fa prendere dal clima surreale e quasi gia' psichedelico. E' uno di quei film che mi sembra dare ragione a Bob Dylan quando dice che gli anni 60 erano uguali ai 50 finche' nel 1965 tutto era quasi inspiegabilmente cambiato, radicalmente e di botto. A volte mi chiedo cosa avrebbe potuto ancora fare (almeno dal maledetto - in questo caso veramente - '68 in poi) un tale genio visivo, non fosse stato un fottuto mitomane e non fosse diventato il Padre Pio del cinema francese.


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#221 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 12 febbraio 2022 - 14:00

Dovrò rivederlo allora, io me lo ricordo come un film di Margheriti, però brutto e noioso.


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#222 Sandor

    Enciclopedista

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Inviato 12 febbraio 2022 - 17:42

Anch'io l'ho visto da ragazzo ignorante come una capra e naturalmente lo trovai noiosissimo poi chissà perché non l'ho più visto mentre ho recuperato anche recentemente tutto il Godard classico con enorme piacere.
Grazie Tom per il bellissimo post,mi rivedrò anche questo .
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#223 Tom

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Inviato 13 febbraio 2022 - 09:30

Dovrò rivederlo allora, io me lo ricordo come un film di Margheriti, però brutto e noioso.

 

Gli assunti di base sono in fondo simili.

A me continuava a venire in mente L'astronave atomica del dottor Quatermass del '55, con quel finale in cui i protagonisti restano esterefatti davanti all'avveniristica base aliena in mezzo alla brughiera inglese... cioe' un normalissimo complesso di chimica industriale, identico a uno che ho vicino a casa da decenni. asd

 

Senza troppa ironia, quando qualche anno fa mi ero sparato una retrospettiva di Bergman c'avevo trovato profonde affinita' di metodo e tono con il cinema di Corman.


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#224 debaser

    utente stocazzo

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Inviato 13 febbraio 2022 - 11:23

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1965 Alphaville, une étrange aventure de Lemmy Caution Jean-Luc Godard

Visto da ragazzo (su Telenuovo!) non c'avevo capito un tubo e mi aveva annoiato. Nostante ne avessi colto il fascino, nonostante quel bianco e nero da cavarsi gli occhi, nonostante quei primi piani di Anna Karina da rimetterseli gli occhi per cavarseli ancora. Era poi la versione italiana, che tagliava tutte le (non poche) scene sexi, aggiungeva dialoghi a caso, e appioppava al protagonista la voce di Emilio Cigoli, vecchia e cara, ma troppo "old west".

 

Rivisto integrale e nella nitidezza del digitale e' uno spettacolo al quadrato. Solito miscuglio tra invenzioni visive geniali e scemenze "fumettose" del Godard 60s. Il concetto da pop art di costruire uno scenario fantascientifico mettendo in campo i segni, le luci, gli spazi, le superfici, della moderinita' "bassa" e quotidiana di quegli anni, senza aggiungere nulla di inventato, e' talmente forte che l'effetto fantascientifico esce potentissimo ancora oggi, quando tutto quel modernariato appare medioevo della tecnologia. Effetto amplificato dall'aria gia' decadente e malfunzionante che si respira in tutto il film. Se lo ricordavo cugino molto influente di 2001, non lo ricordavo invece padre naturale di Blade Runner, con il film di Scott che riprende idee da Godard almeno quanto ne prendeva da Dick.

 

La consueta indifferenza godardiana verso la (non-)trama puo' consuetamente respingere, quanto intrigare nel momento in cui ci si fa prendere dal clima surreale e quasi gia' psichedelico. E' uno di quei film che mi sembra dare ragione a Bob Dylan quando dice che gli anni 60 erano uguali ai 50 finche' nel 1965 tutto era quasi inspiegabilmente cambiato, radicalmente e di botto. A volte mi chiedo cosa avrebbe potuto ancora fare (almeno dal maledetto - in questo caso veramente - '68 in poi) un tale genio visivo, non fosse stato un fottuto mitomane e non fosse diventato il Padre Pio del cinema francese.

 

bello anche il computer tabagista ashd


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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#225 Wattimo Fuggente

    chi semina vento raccoglie scureggia

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Inviato 15 febbraio 2022 - 17:41

Terminator (1984)

e' l'unico ad essere essenzialmente un horror.

anche un horror, la sua peculiarità sta nell'essere a cavallo di generi differenti - action/thriller, horror, scifi, distopico/apocalittico analogamente al (quasi) coevo alien

alien, br, terminator, robocop, film piuttosto diversi ma accomunati da una "darkness", un pessimismo cosmico agli antipodi dello spirito dell'epoca (o almeno da come si è cristallizzato nel mainstream)


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#226 ucca

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Inviato 16 febbraio 2022 - 10:16

terminator molto carpenter in realtà, secondo me alla fine è stato anche un pò causale rispetto a tutta la serie di film fatta dopo che sono più coerenti con il regista. Quell'episodio invece resta ancorato ad un modo di fare film horror simile a distretto 13 o il signore del male, con assedio da parte del male assoluto. Ovviamente lo adoro e l'avrò visto 10 volte.


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#227 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 16 febbraio 2022 - 10:22

In realtà il Cameron inziale, almeno fino a The Abyss compreso, era una specie di Carpenter agli steroidi.

Pure, anzi soprattutto, Aliens era su questa falsariga, non si tratta quindi di un episodio ma di una vera e propria fase del regista.


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#228 Merlo

    Classic Rocker

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Inviato 13 giugno 2022 - 07:19

 

Terribile destino, quello del franchise di Predator...


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"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"


#229 ucca

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Inviato 13 giugno 2022 - 07:40

Mamma mia quanto vorrei fare lo sceneggiatore di Predator, stare sempre in vacanza, nessuno sforzo, è cosi rilassante.


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#230 Tom

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Inviato 08 marzo 2024 - 13:22

1.jpg

 

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2019 Apollo 11 Todd Douglas Miller

Quando la locomotiva dei Lumiere che arriva in stazione batte il missile di Melies che si pianta nell'occhio della Luna. Ovvero quando un documentario batte in fantascientificita' tutti gli analoghi prodotti di finzione. Riscoperta dell'impressionante materiale che la NASA stessa aveva girato sulla missione dell'Apollo 11 e rimasto, incredibilmente, in grandissima parte inedito per 50 anni. Basti pensare che il celebre momento di "un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l'umanità" invece che della consueta inquadratura esterna lo vediamo dal punto di vista interno di un oblo'.

 

Il tutto e' preso e montato come un film narrativo, proponendo solo immagini e voci d'epoca. E soprattutto, grazie a dio, nessuna intervista. Unici tocchi moderni qualche sobria didascalia, degli schemini comunque old style per mostrare le orbite e una colonna sonora da thriller tecnologico (quel paio di momenti che diventa troppo invadente uniche sbavature di tutta l'operazione). La possibilita' di ricostruzione delle immagini e la nitidezza del digitale danno al tutto un aspetto paradossalmente irreale, da pop art involontaria, dove le marche vintage dei prodotti di un chiosco non sono meno suggestive del primissimo piano infernale dei reattori in partenza. Una sensazione di realta' aumentata che e' paradossale ritrovare con tanta potenza in un documentario e ritrovare tanto raramente nella fantascienza audiovisiva degli ultimi 30 - 35 anni.

 

Il 60% del film e' fatto da questa massa di ingegneri NASA che guardano pannelli pieni di bottoni, levette, lucine misteriose, schermi dove scorrono numerini. Epiche le carrellate tra le interminabili file dei computer, con questa moltitudine di "mad men" tutti capelli a spazzola, cravatte, camicie bianche stiratissime, eppure anche loro immersi in un'atmosfera "lunare". Tanto da cinemascope sono le immagini terrestri, tanto le immagini spaziali sono quasi sempre strettissime, a volte persino astratte nella loro parzialita', sperimentazione scientifica che diventa sperimentazione estetica. Tra le tante scene che lascano il segno: quando il modulo lunare si deve ricongiungere al modulo in orbita lo vediamo per quasi due minuti stagliarsi contro la superficie lunare che sembra una colossale proiezione psichedelica. 

 

2.jpg

 

Visione perfettamente complementare tanto con il coevo First Man di Chazelle, che pur con la sua convenzionalita' hollywoodiana tratta tutto il lato umano qui per forza assente, che con Apollo 10 1⁄2 di Linklater, che in fondo e' lo sviluppo di tutte le spettacolari inquadrature dedicate al pubblico in attesa del lancio che si vedono nel documentario. La parte che per altro fa piu' pensare di trovarsi davanti a un film in costume, tanto tutto sembra "troppo" perfettamente 60s. 

 

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Un altro film che poteva essere complementare e' il dimenticato Countdown, l'ultima delle false partenze della carriera cinematografica di Robert Altman. Girato come istant-movie nel 1967, nelle intenzioni di Altman il film doveva raccontare soltanto la preparazione della missione sullla Luna e si doveva concludere con il decollo, imminente nella realta'. Purtroppo si mise di mezzo la consueta stupidita' dei produttori, che stravolsero il montaggio di Altman e fecero aggiungere una parte finale con il viaggio sulla Luna, trasformando quello che avrebbero potuto vendere per sempre come un "prequel" della realta' in un banale film di fantascienza che infatti nessuno ricorda. Comunque la parte girata da Altman rimane affascinante, con le numerose scene quotidiane degli astronauti James Caan e Robert Duvall nei loro salotti 60s che, appunto, trasmettono quella sensazione di iper-realta' che evidentemente all'epoca doveva essere un po' nell'aria ovunque.

 

countdown-1967-james-caan-robert-duvall-

salotti fantascientifici


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#231 Gozer

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Inviato 14 marzo 2024 - 10:40

Chi ha visto il film tratto da "La terra dei figli"? Mi è piaciuto anziché no, ma vorrei sentire altri pareri.


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RYM ___ i contenuti

"SOVIET SAM" un blog billizzimo


7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

Tra due anni torniamo per vincere.


#232 ucca

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Inviato 19 marzo 2024 - 07:57

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2019 Apollo 11 Todd Douglas Miller
Quando la locomotiva dei Lumiere che arriva in stazione batte il missile di Melies che si pianta nell'occhio della Luna. Ovvero quando un documentario batte in fantascientificita' tutti gli analoghi prodotti di finzione. Riscoperta dell'impressionante materiale che la NASA stessa aveva girato sulla missione dell'Apollo 11 e rimasto, incredibilmente, in grandissima parte inedito per 50 anni. Basti pensare che il celebre momento di "un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l'umanità" invece che della consueta inquadratura esterna lo vediamo dal punto di vista interno di un oblo'.
 
Il tutto e' preso e montato come un film narrativo, proponendo solo immagini e voci d'epoca. E soprattutto, grazie a dio, nessuna intervista. Unici tocchi moderni qualche sobria didascalia, degli schemini comunque old style per mostrare le orbite e una colonna sonora da thriller tecnologico (quel paio di momenti che diventa troppo invadente uniche sbavature di tutta l'operazione). La possibilita' di ricostruzione delle immagini e la nitidezza del digitale danno al tutto un aspetto paradossalmente irreale, da pop art involontaria, dove le marche vintage dei prodotti di un chiosco non sono meno suggestive del primissimo piano infernale dei reattori in partenza. Una sensazione di realta' aumentata che e' paradossale ritrovare con tanta potenza in un documentario e ritrovare tanto raramente nella fantascienza audiovisiva degli ultimi 30 - 35 anni.
 
Il 60% del film e' fatto da questa massa di ingegneri NASA che guardano pannelli pieni di bottoni, levette, lucine misteriose, schermi dove scorrono numerini. Epiche le carrellate tra le interminabili file dei computer, con questa moltitudine di "mad men" tutti capelli a spazzola, cravatte, camicie bianche stiratissime, eppure anche loro immersi in un'atmosfera "lunare". Tanto da cinemascope sono le immagini terrestri, tanto le immagini spaziali sono quasi sempre strettissime, a volte persino astratte nella loro parzialita', sperimentazione scientifica che diventa sperimentazione estetica. Tra le tante scene che lascano il segno: quando il modulo lunare si deve ricongiungere al modulo in orbita lo vediamo per quasi due minuti stagliarsi contro la superficie lunare che sembra una colossale proiezione psichedelica. 
 
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Visione perfettamente complementare tanto con il coevo First Man di Chazelle, che pur con la sua convenzionalita' hollywoodiana tratta tutto il lato umano qui per forza assente, che con Apollo 10 1⁄2 di Linklater, che in fondo e' lo sviluppo di tutte le spettacolari inquadrature dedicate al pubblico in attesa del lancio che si vedono nel documentario. La parte che per altro fa piu' pensare di trovarsi davanti a un film in costume, tanto tutto sembra "troppo" perfettamente 60s. 
 
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Un altro film che poteva essere complementare e' il dimenticato Countdown, l'ultima delle false partenze della carriera cinematografica di Robert Altman. Girato come istant-movie nel 1967, nelle intenzioni di Altman il film doveva raccontare soltanto la preparazione della missione sullla Luna e si doveva concludere con il decollo, imminente nella realta'. Purtroppo si mise di mezzo la consueta stupidita' dei produttori, che stravolsero il montaggio di Altman e fecero aggiungere una parte finale con il viaggio sulla Luna, trasformando quello che avrebbero potuto vendere per sempre come un "prequel" della realta' in un banale film di fantascienza che infatti nessuno ricorda. Comunque la parte girata da Altman rimane affascinante, con le numerose scene quotidiane degli astronauti James Caan e Robert Duvall nei loro salotti 60s che, appunto, trasmettono quella sensazione di iper-realta' che evidentemente all'epoca doveva essere un po' nell'aria ovunque.
 
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