QUODLIBET è una delle case editrici più importanti in Italia, oltre ad essere la dimora spirituale di Agamben, riesce a proporci dei capolavori assoluti come la "Linea e il Circolo" di Melandri e ovviamente il corpus (KENOSI DELLA KENOSI terminologia mia, che s'affianca a quella del pensiero debole dei filosofi post moderni italiani degli ottanta) teoretico di HOMO SACER.
La grandezza di questa casa editrice a volte sembrerebbe quella di rendere AUT-AUT (rivista) per pragmatisti, ricercatori post universitari o per coloro che amano, alla Hume, filosofeggiare per proprio gusto.
Troviamo tra l'altro una squisita edizione anastatica delle opere postume di Spinoza e
Una casa editrice assolutamente aperta a tutte le manifestazioni artistiche: per quanto riguarda la "fotografia antropologica" è imprescindibile questo:
Secondo la mappatura realizzata nel 2010 dall’Unesco per l’Atlas of the World’s Languages in Danger, sono duecentocinquanta le lingue scomparse negli ultimi cinquant’anni e tremila quelle attualmente in pericolo. Scompaiono lingue a una velocità che non ha precedenti nella storia dell’umanità. Quando una lingua muore, porta con sé la conoscenza dell’ambiente che ha nominato per secoli: piante, animali, malattie, religione.
Yonaguni è un piccolo pezzo di terra emerso dal mare, lontano da tutto e battuto dalle correnti più forti dell’Oceano Pacifico. Sull’isola, la più occidentale del Giappone, vivono non più di mille persone, poche delle quali ormai parlano ancora il dunan, una Severely Endangered Language, la cui sorte sembra ormai segnata.
Insieme alla lingua è il mondo stesso di Yonaguni a dissolversi, poiché non c’è lavoro, non ci sono scuole superiori, non c’è futuro; le famiglie l’abbandonano, i vecchi muoiono, l’isola si spopola.
Il volume documenta gli esiti della ricerca condotta da Anush Hamzehian e Vittorio Mortarotti tra il 2018 e il 2020 a Yonaguni, restituendo le immagini, le storie e gli ultimi bagliori di una comunità che scompare.
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L’ultima fatica compiuta da Erwin Panofsky in Germania prima di migrare negli Stati Uniti nel ’33 è quella di un “Ercole al bivio”. L’ultimo libro pubblicato in madrepatria (nel 1930, per l’editore Teubner di Lipsia e Berlino) e scritto nella madrelingua tedesca è intitolato all’eroe posto al crocevia, al varco di una soglia, di fronte a una decisione radicale. Il vizio o la virtù? La prudentia o la voluptas? L’etica o l’estetica? Il piacere e l’ignavia o la sfida e il pericolo? A indicare – incarnare anzi – le due possibili vie da prendere, accanto all’eroe si pongono due donne. “Grandi”, nota Panofsky, “vale a dire ultraterrene”. L’una, sana, nobile, biancovestita, fa della pulizia dello stile il suo unico ornamento. L’altra, morbida, impudica, esuberante, calca i toni delle vesti e del belletto e non esita a esibire le sue grazie. Così raffigurarono quella doppia seduzione, la duplice promessa di felicità che ingenerò nel semidio la più grave (in)decisione, i maestri del Rinascimento: Gerolamo di Giovanni di Benvenuto e Sebastian Brandt, Prospero Fontana e Cristofano Robetta, Peter Vischer il Giovane e Lucas Cranach il Vecchio. In un grande tour de force esegetico, il filosofo dell’arte insegue il motivo riprodotto per variazioni nelle loro tele fino al Barocco e al Settecento.
Nel mezzo del cammino di sua vita, il trentottenne Panofsky sceglie insomma la strada dell’ardua prova e della fatica. Sosta però a lungo sul punto di non ritorno: a rilevare il passo irreversibile che sta per muovere. Quello che lo stava per condurre dalla giovinezza alla maturità e che avrebbe ordinatamente ricomposto il mistero della trinità del tempo: unione di memoria, intelligenza e previdenza, custodia del passato, riconoscimento del presente e previsione del futuro. Quello che, nella storia dell’arte e nella successione dei secoli aveva portato dall’arcano dei simboli alla chiarezza della prospettiva, dal medioevo germanico alla modernità italiana. E che, nel percorso scientifico e biografico dello studioso, segnava il passaggio dalle densità teutoniche alla luminosità americana. Dalle forme simboliche di Cassirer all’empirismo di Edgar Wind. Dalla seduzione dei miti e degli eroi all’interpretazione analitica che, indugiando a sondarli, rifiutava fino in fondo di sfatarli.
https://www.quodlibe...recensione/2021
L'assolutamente imprescindibile..
e tantissimi altri titoli, dalla ristampa di classici assoluti del pensiero anarchico ad approfondimenti post accademici sull'attualità di Kant.