Abito a San Luigi (aperta campagna o comunque tutto ciò che ho sempre desiderato, anche se LIPICA rimane l'anti-mare per eccellenza, il trionfo della beatitudine) e dunque conosco molto bene questi animali.
Durante le sere d'estate di quattro anni fa ero costretto a dormire con le finestre chiuse, perché questi animali simpaticissimi ma singolari stavano per farmi visita. Era l'epoca della rivoluzione-migrazione dai Paesi Oscuri all'enciclopedia labirintica delle città asfaltate e comatose.
Mentre stavo studiando ove sto scrivendo adesso (cucina abitabile) vidi una donna che si faceva i fatti suoi, diretta chissà dove (magari era una gazza ladra o una badante boh) e da un momento all'altro da un angoletto discreto sbucò l'animale.. la donna emise un urlo tipico di chi viene squartato in mille pezzi da qualche imitatore di Bettino Craxi. Assistetti alla scena senza muovere un muscolo, atarassico come al solito. La donna dopo l'urlo incrociò i miei occhi verdi e disse letteralmente, quasi per scusarsi: "XE LUI CHE GA CIAPADO PAURA. BONGIORNO".
Non replicai al saluto, non lo faccio mai.
„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“
CARMELO BENE