La prima versione ovviamente contiene tutti i punti di vista concettuali, quella risposta definitiva data dal regista austriaco alla sua paura adolescenziale (era stato malissimo, un vero e proprio trauma dopo aver visto l'ultimo film di Pasolini).
Una violenza psicotica che coincide con la legalità della razionalità dello sterminio nazista: ma qui non vi sono aperture, anzi la reiterazione è infinita in un lapalissiano gioco quantico o alla Borges che accettiamo fino ad un certo punto.
La versione migliore è la seconda: questo dimostra una cosa molto semplice: il denaro, l'economia, il potere veicolano anzi agiscono in prima persona sullo sviluppo estetico del cinema e quando il produttore non ha più soldi (penso al celeberrimo film di Wenders) si finisce di girare, morte del cinema. Nel primo film prevale il concetto, nel secondo l'ampollosità (raffinamento estetico) dello stesso.
„Non si può che confermarsi 'stranieri nella propria lingua'. Il plurilinguismo (crogiuolo di idioletti, arcaismi, neologismi di che trabocca il poema) è il contrario d'una accademia di scuola interpreti. È 'Nomadismo': divagazione, digressione, chiosa, plurivalenza, ecc. Il testo intentato è (deve essere) smentito, travolto dall'atto, cioè de-pensato.“
CARMELO BENE