Disobedience (Lelio, 2018)

Dal regista premio Oscar Sebastián Lelio, tratto dall’omonimo best seller di Naomi Alderman, un film che vede come protagoniste Rachel Weisz e Rachel McAdams. Ambientato nella comunità ebraica ortodossa della Londra contemporanea il film racconta la storia di Ronit (Rachel Weisz), emancipata e anticonformista, che torna a casa per i funerali del padre. Lì troverà Esti (Rachel McAdams), con cui ha avuto un amore giovanile, ora sposata con suo cugino. Tra le due donne si riaccende una passione proibita.

 

 

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Il problema del film, come molto ben detto dalla recensione, è il ridurre la storia a un triangolo, ad un mero problema di divorzio concesso e così non è. Se in Una donna fantastica la protagonista si trova il mondo come ostacolo e lo si percepisce, qui quanto il contesto, l’ambiente e, non ultima, la fede possano essere coercitivi non lo si apprezza se non per poche parole, pochissime occasioni. Insomma, gli altri, a parte i tre protagonisti, praticamente non hanno ruolo e quindi tutto il discorso sul libero arbitrio naufraga un po’. Quanto sia libera la scelta, quante paure si porti dietro, quanto la rete di conoscenze e affetti possano essere importanti nella vita di una persona e di conseguenza quanta solitudine possa portare la scelta di uscire fuori qui è solo accennata, come se fosse scontata, ma non rappresentata nè indagata.

Per il resto è comunque girato con eleganza e recitato molto bene