Ci penso da parecchio tempo, mi mancava solo di recuperare il nome derivato dalla psicologia cognitiva.
L'idea, la teoria, il sospetto – per semplificare – è che quando veniamo a conoscenza di un artista/band e affrontiamo man mano la discografia, alla fine della fiera il nostro album preferito rimane sempre il primo che abbiamo scoperto.
Può essere che sia per valore "affettivo", oppure perché basandoci sui consigli di qualcuno (online o offline) siamo effettivamente partiti dal meglio e nulla ci è più sembrato paragonabile a quella esperienza. Può anche essere che sia un caso, ma a questo credo già un po' meno.
Va da sé che non è una regola assoluta, però se guardo specialmente ai miei anni formativi – gusti prog, di base – vedo che dopo tanti anni sopravvivono al primo posto gli album che ho approcciato per primi. Nel mio caso credo che il valore affettivo conti molto, ma è successo anche che negli anni avessi cambiato idea e poi in ultima istanza sia ritornato sui miei passi, rimettendo in cima alla lista il primo album che ho ascoltato.
Comunque faccio qualche esempio:
Genesis - Selling England By The Pound
Mike Oldfield - Tubular Bells
Yes - Fragile
King Crimson - In the Court...
Camel - Moonmadness (che pure se la gioca molto con The Snow Goose, ma se lasciassi da parte la qualità musicale sceglierei di certo MM)
Radiohead - Kid A
Joanna Newsom - Ys
Sigur Ros - ( )
Van Der Graaf Generator - Pawn Hearts
Mew - No More Stories...
Don Caballero - What Burns Never Returns
Uochi Toki - Libro Audio
Su Frank Zappa la questione è leggermente diversa: ho scoperto al contempo quattro album – Absolutely Free, Hot Rats, Burnt Weeny Sandwich, The Grand Wazoo – e mi verrebbe da dire che li amo tutti allo stesso modo rispetto al resto della sterminata discografia. Resta il fatto che il primissimo ascolto fu Hot Rats, e a esser sinceri penso vincerebbe sugli altri 3 in un torneo all'ultimo sangue.
Ripeto: in certi casi può essere che effettivamente non ci sia partita rispetto al resto della discografia, e che la scelta sia quasi "obbligata", ma visto che mi ritengo dotato di giudizio penso che a volte si possa andare anche controcorrente e difendere convintamente il presunto "album minore" a scapito del capolavoro conclamato.
Impressioni?
Altre teorie di derivazione psicologica applicabili alla nostra esperienza d'ascolto?