Premessa: diciamo che con loro sono in una specie di luna di miele musicale.
Da circa un anno stanno facendo da colonna sonora ad un momento non molto felice a livello personale, aiutando specialmente mia moglie ad assorbire una brutta botta. Quindi figuriamoci, se gia' in genere mi irrita il chiacchericcio sterile del web e la lingua da civilita' morta delle recensioni (quella di OR pero' e' ben scritta), in questo caso il mio livello di sopportazione del leggere di musica raggiunge livelli di snobismo a cui mancano solo monocolo e cilindro. Loro poi, mi sto accorgendo, sembrano proprio calamitare i peggio haters sulla piazza. Particolarmente idiota la presunta accusa che leggo spesso in giro di gruppo "che piace alle donne": che cazzo di critica sia non lo so. Ma no, lo so benissimo: in giro ci sono tanti machisti da tastiera terrorizzati dalla figa.
Insomma, averli in simpatia in questo momento lo sento quasi come un dovere.
Appunti sparsi.
- e' vero che in Veronica e in altri momenti piu' parlati assomigliano un po' a Samuele Bersani. Per fortuna con un'elasticita' musicale che il Bersani coi capelli non ha mai avuto (per quello che lo conosco).
- ben piu' del volume precedente, avvolto da un'aura molto piu' battiatesca e rondoveneziana, e' questo il loro vero disco "oscenamente pop". Tipo che ci sarebbe stata bene un'auto-cover di Bianconi di "Bruci la citta'". E non mi sarebbe manco dispiaciuta.
- nella recensione si dice che "Caraibi" e' una canzone di antica gestazione, ma anche prima di avere un indizio cosi' gia' sentivo in tutto il disco un'aria molto vicina ai primi album, a cominciare dalla sobrieta' degli arrangiamenti, quasi "live" per i loro standard, tendenti all'iper-saturazione e al barocco.
- il dittico "L'amore è negativo" e "Perdere Giovanna" mi fa morire. Attualmente in campo italo-pop d'autore direi che sono proprio gli unici a poter mettere insieme sei - sette minuti di fila di materiale di quella classe.
- con me si vince facile se si mi si citano a piu' non posso le colonne sonore da spaghetti thriller e da drammi morbosi dei 70 con le donne nude sulle Le Corbusier. Geniale o comunque divertente immergere un disco che parla d'amore e di quotidianita' della coppia in un'atmosfera darioargentesca (e qui diventa un fatto drammaticamente generazionale: ricordare quando Argento e il suo cinema erano un mito inquietante e funesto). Divertente e forse geniale, nel finale, quel "amoremio amoremio amoremio" che fa il verso al celebre "pau[r]a pau[r]a pau[r]a" dei Gobiln di "Tenebre".
- cio' che mi sembra continuare a distinguerli da tutto il pollame indie italiano e' che il loro recupero di modernariato degli anni d'oro della musicaccia italiana dei bei tempi andati non si esaurisce nell'evocazione e nel riferimento, ma anche nel recupero dell'artigianalita' musicale di quell'epoca. Quell'abilita' o furbizia che faceva si' che persino i Ricchi e Poveri avessero ogni tanto qualcosa di dignitoso da cantare.
- e a proposito di Ricchi e Poveri e quel tipo di glam pop da festival della polenta, io un po' ce li sento, se non altro per influenza indiretta degli Abba, molto piu' presenti nella scrittura del gruppo dei tanto citati Pulp... ma niente, quel zuccone di Bianconi continua a vestirsi vintage come Cocker e tutto muore li'.
- a cominciare da "A proposito di lei", meta' dei brani mi sembrano dei potenziali singoloni radiofonici sfascia-classifiche. Il fatto che non sfasceranno nessuna classifica e probabilmente non vengano considerati manco cosi' radiofonici mi suggerisce fosche considerazioni sul futuro della Patria che neanche le elezioni. Mi sa che confezionare belle canzoni d'amore e' forse uno degli atti piu' "politici" che potevano fare in questo frangente.