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Classifica Ufficiale Del Forum 2018 - Risultati


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130 replies to this topic

#51 piersa

    Megalo-Man

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  • Location14-16 Fabrizi Nicola e Aldo

Inviato 30 dicembre 2018 - 10:57

Quest'anno la musica meno entusiasmante dello scorso anno. Avrebbe avuto più senso quella dei live ma David August e Vynehall e Black Orange abbastanza meh, Syd ha l'album dello scorso anno e l'EP di aphex poca roba.
  • 1

#52 floods

    l'utente main$tream

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:04

Io la classifica del forum la aspetto soprattutto per sapere cosa NON devo recuperare! asd


  • 1
RYM enafffffffiiiiooooooooolllll

#53 beatoangelico

    mainstream Star

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:07

bene giulietta holter in top10 anche con il disco coraggioso. qui sarebbe sul serio interessante il discorso sulla dispersione dei voti visto che mi sembrava di averlo visto spesso ma in posizioni bassine (anche nella mia classifica del resto)

 

 

poi mi accorgo ora che non sono stato l'unico a votare per i nik bartsch ronin, incredibile signore e signori.


  • 0

#54 wago

    FURTHERMORE

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:14

bene giulietta holter in top10 anche con il disco coraggioso. qui sarebbe sul serio interessante il discorso sulla dispersione dei voti visto che mi sembrava di averlo visto spesso ma in posizioni bassine (anche nella mia classifica del resto)


poi mi accorgo ora che non sono stato l'unico a votare per i nik bartsch ronin, incredibile signori e signore.


Lieto di trovare un compagno; ma quello dei Kali lo hai sentito?
  • 0
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#55 PDeVo

    Classic Rocker

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:14

Del forum ho ascoltato Anna von (6.5), Daughters (bah), Arctic Monkeys (non mi era dispiaciuto troppo ma non l'ho più riascoltato), Beach House (<3), Tim Hecker (peccato averlo ascoltato ormai a votazioni quasi chiuse se no da top3), Laurel Halo (non mi ricordo assolutamente nulla, nemmeno vagamente il genere), Hookworms (simpatici)

Quindi alla fine solo uno che ho messo nella mia classifica
  • 0

#56 beatoangelico

    mainstream Star

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:22

 

bene giulietta holter in top10 anche con il disco coraggioso. qui sarebbe sul serio interessante il discorso sulla dispersione dei voti visto che mi sembrava di averlo visto spesso ma in posizioni bassine (anche nella mia classifica del resto)


poi mi accorgo ora che non sono stato l'unico a votare per i nik bartsch ronin, incredibile signori e signore.


Lieto di trovare un compagno; ma quello dei Kali lo hai sentito?

 

 

ah sei tu? ancora più incredibile asd ovviamente non ho idea di chi siano i Kali, fanno cose paragonabili?


  • 0

#57 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:23

'sti hookworms son belli? La copertina mi piace, potrei recuperarli.


  • 0

#58 markmus

    cui prodi

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:24

provali! (non lo so, secondo me non li schifi, ma potrebbe darti fastidio la voce)


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#59 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:26

per pigrizia raramente leggo fino in fondo le recensioni

 

Non è pigrizia, è impossibile farlo. Son fatte per chi scrive, non per chi legge.

 

L'ondarock futurista: un muro di microrece di un paragrafo leggibili direttamente in home senza cliccare, "porcatina che ricalca la new wave con una voce fastidiosa, ma si fa ascoltare nonostante metà brani inutili – 5".

Non serve altro nella stragrande maggioranza dei casi.

Spoiler


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#60 wago

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:31


bene giulietta holter in top10 anche con il disco coraggioso. qui sarebbe sul serio interessante il discorso sulla dispersione dei voti visto che mi sembrava di averlo visto spesso ma in posizioni bassine (anche nella mia classifica del resto)


poi mi accorgo ora che non sono stato l'unico a votare per i nik bartsch ronin, incredibile signori e signore.

Lieto di trovare un compagno; ma quello dei Kali lo hai sentito?

ah sei tu? ancora più incredibile asd ovviamente non ho idea di chi siano i Kali, fanno cose paragonabili?

Escono sull'etichetta di Nik Bärtsch e di mezzo c'è il batterista dei Mobile. L'idea di base è la stessa che nei progetti di Bärstch ma il sound è più rock (e crimsoniano).
Mi sorprende che tu non li conosca, se segui Bärtsch: ha dato un bel po' di sostegno al progetto, anche mediaticamente.
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#61 wago

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:33


per pigrizia raramente leggo fino in fondo le recensioni


Non è pigrizia, è impossibile farlo. Son fatte per chi scrive, non per chi legge.

L'ondarock futurista: un muro di microrece di un paragrafo leggibili direttamente in home senza cliccare, "porcatina che ricalca la new wave con una voce fastidiosa, ma si fa ascoltare nonostante metà brani inutili – 5".
Non serve altro nella stragrande maggioranza dei casi.
Spoiler

"Ma no non è vero le nostre recensioni sono lettissime i dati le statistiche blablabla :D"

[Detto onestamente io trovo ormai abbastanza noioso anche scriverle, con quella prosopopea lì poi]
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#62 Damy

    pophead

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:36

Io ho 4 dischi della mia classifica presenti nella top 50 del sito, e 3 in quella del forum. Credevo peggio asd


  • 0
OR

#63 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:36

Il problema è solo la prosopopea (ma non capisco perché non usare termini tecnici: il dramma della retorica), infatti il piano solaris assomiglia fin troppo alle intro che già ci sono in home e che sono esercizi di letteratura potenziale in cui il vincolo è fingere di descrivere oggetti diversi usando 

modernariato pop

artigianato pop

gli alfieri [nazionalità] del [genere]

al fulmicotone

tornano con una prova

 

e così via ma non per molto


  • 0

A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#64 solaris

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:41

No no no fermo Elle, non ci provare nemmeno, che quella è una mia battaglia.

Quelli son testi finti messi lì per riempire uno spazio, non ricavi nessuna info vera se non l'origine geografica (mai capito tutta questa importanza ma ok è un feticismo del culture musicale), il genere e quanti dischi han fatto prima. Ma - a parte qualche "deludente" - non ci si espone mai, non è contenuto ma presentazione.

 

Il mio piano ovviamente sarebbe un suicidio, OR campa coi click immagino. E immagino che l'idea del direttore sia di dare un contenuto vero a chi nel 2018 fa ancora lo sbattimento di cliccare (e quindi probabilmente è già un vecchio a cui piacciono 'ste prosopopee).


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#65 River Potomac

    Groupie

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Inviato 30 dicembre 2018 - 11:49

Sono molto contento per l'ottimo risultato di Soap&Skin, nonostante il poco clamore vedo che è piaciuta molto. Mi aspettavo il commovente ritorno degli Spiritualized più in alto, un album così immediato e cesellato pensavo piacesse a tutti. Il disco degli Arctic Monkeys non mi è piaciuto ma si merita di stare così in alto, è un disco dotato di una sua grandiosità sia concettuale che realizzativa e si mangia i tre precedenti, soprattutto il blasonatissimo AM. Infine i Beach House arrivano secondi con il loro peggior disco ma che è comunque un ottimo disco quindi ci sta.


  • 0

#66 wago

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Inviato 30 dicembre 2018 - 12:04

Ué, aspettate, io sono uno che in una settimana si pizza in media 10/15 longform di testate anglosassoni: roba assai sbrodolata che spesso fa chiedere "ma non ce la fate proprio a omettere qualche virgolettato inutile e andare al sodo, maledetti bastardi?". Eppure lo faccio, e continuo a farlo, perché i contenuti mi interessano. Sono articoli che o raccontano fatti interessanti, o offrono prospettive organiche su un tema, analizzano fenomeni... Insomma, articoli che propongono idee forti. Menano troppo il can per l'aia, ma almeno lo menano riguardo a un qualche contenuto informativo o tematico solido.

Le recensioni che si propongono qua non sono così. Sono come le didascaliette della home, ma più lunghe. Raramente analizzano un disco proponendo una qualche prospettiva che vada oltre al disco; raramente si finisce di leggerle avendo portato a casa qualcosa (al di là dell'eventuale voglia di ascoltare il disco, che di solito viene/non viene in meno di 10 secondi dando un'occhiata a: didascalia, copertina, generi, artisti citati). E allora tanto vale non leggerle: non contengono affatto quelle analisi tecniche di cui si diceva sopra (chi scrive non ha le competenze per proporle, in genere, e d'altra parte il target non ha quelle necessarie a farsene qualcosa), raramente presentano storie interessanti, quasi mai (come detto sopra) cercano di inquadrare il disco come un tassello di qualcosa (che dovrebbe essere il reale centro dell'articolo).

Per carità, non ne faccio una colpa a nessuno se non al format. Non è mica vero che per ogni disco, anche molto bello, c'è chissà quanto di interessante e palatabile da raccontare, e anche ammesso che ci fosse non è mica vero che per ogni singolo disco un redattore possa sbattersi a scavare a destra e a manca in cerca di quel frammentino che vale la pena portare alla luce. Per la maggior parte dei dischi, quel che serve son proprio le due-tre info chiave che citavo sopra, e il ricamarci sopra ha — come diceva Aries — senso solo per chi ne scrive.
Poi ci sono i dischi che meritano commenti più estesi (magari solo per il contesto in cui si situano, e non per il disco in sé) ed è un peccato che siano invece parificati agli altri, sia come posizione nel sito che come stile di scrittura, che finisce per concentrarsi sull'allungamento del brodo attorno alle solite quattro balle anziché osare quel qualcosa di più che renderebbe sensata la lettura.

(Tutto questo discorso vale per le recensioni di nuove uscite. Per speciali, ristampe, monografie e Pietre Miliari mi pare che la faccenda sia diversa: va anche ammesso però che è più facile raccontare per benino musica il cui senso di essere ha avuto modo di sedimentarsi negli anni e le cui informazioni chiave sono — se non di facile reperibilità — almeno di facile riconoscibilità. Il problema di tante cose nuove è che non è mica chiaro, quali debbano essere a loro riguardo le informazioni più significative e/o le chiavi di lettura più pertinenti).
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#67 mr_tankian

    diesel_tankian

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Inviato 30 dicembre 2018 - 13:05

Nella classifica di fine anno, mi è dispiaciuto un sacco constatare che sono stato l'unico a votare l'EP dei Nothing But Thieves. Se vi riesce, recuperatelo perché merita sul serio. E' un bel dischetto rock senza fronzoli che dura meno di 15 minuti. Nella sfida del 2018 avevo anche giocato il brano Forever & Ever More con scarso esito.  :(

 

Oltre al brano da me giocato, anche questa qui merita un sacco a mio avviso. Anzi, forse la ritengo perfino la più bella delle 4.

 


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#68 wago

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Inviato 30 dicembre 2018 - 13:11

Ps già che ci sono aggiungo: non so bene voi, ma con un certo stupore devo ammettere che, nonostante le profonde mutazioni dell'universo Webbe, ancora oggi e forse più che mai oggi faccio affidamento a blog per le mie scoperte musicali. In un modo o nell'altro — che lo stile sia asciuttissimo e puramente band-componenti-strumenti-etichetta o che invece l'autore delle pagine ami dilungarsi in opinioni personali e dettagli autobiografici — il fatto di conoscere gusti e manie di chi cura la pagina aiuta non poco a farsi un'idea sull'interesse o meno che un disco può suscitare.
Questo vale senz'altro anche coi recensori di Ondarock, non fosse che: a) non esiste un modo pratico (che siano i paleolitici feed RSS o appapposite pagine social) per seguire i nuovi contenuti di tizio o Caio; b) lo "stile Ondarock" da molti anni a questa parte prevede una sostanziale spersonalizzazione dei contenuti con conseguente omissione o criptazione dei riferimenti personali. Quest'ultima caratteristica, giustificata da un comprensibile "sai che gliene frega al lettore dei cazzi tuoi" diventa un boomerang nel momento in cui quei cazzi propri sarebbero stati l'unica possibilità sensata di entrare in sintonia col lettore, aggiungendo quel che di narrativo o personale che avrebbe reso in qual che modo appagante la lettura.
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#69 James Lepo

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Inviato 30 dicembre 2018 - 13:24

Nella classifica di fine anno, mi è dispiaciuto un sacco constatare che sono stato l'unico a votare l'EP dei Nothing But Thieves. Se vi riesce, recuperatelo perché merita sul serio. E' un bel dischetto rock senza fronzoli che dura meno di 15 minuti. Nella sfida del 2018 avevo anche giocato il brano Forever & Ever More con scarso esito.  :(

 

Oltre al brano da me giocato, anche questa qui merita un sacco a mio avviso. Anzi, forse la ritengo perfino la più bella delle 4.

 

 

Purtroppo sono arrivato ad ascoltare l'EP a classifica già fatta, altrimenti è probabile che un posto per loro ce l'avrei trovato. Certo, di norma tendo a non inserire album così brevi nelle mie classifiche di fine anno, ma il singolo Forever&Ever More è di una potenza devastante, capace di insegnare in un colpo solo a Muse e QOTSA come si può fare ancora rock'n'roll nel 2018 senza risultare tamarri o imbolsiti.

Le altre tre canzoni non sfigurano affatto, oltre a quella che hai messo mi ha intrigato pure Gods che accenna a una (per loro) inedita scansione armonica progressive.


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#70 Claudio

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Inviato 30 dicembre 2018 - 15:14

b) lo "stile Ondarock" da molti anni a questa parte prevede una sostanziale spersonalizzazione dei contenuti con conseguente omissione o criptazione dei riferimenti personali. Quest'ultima caratteristica, giustificata da un comprensibile "sai che gliene frega al lettore dei cazzi tuoi" diventa un boomerang nel momento in cui quei cazzi propri sarebbero stati l'unica possibilità sensata di entrare in sintonia col lettore, aggiungendo quel che di narrativo o personale che avrebbe reso in qual che modo appagante la lettura.


Sai che però appena leggo di qualcuno che racconta i cazzi suoi e il suo vissuto personale col disco, mi viene subito voglia di abbandonare disco, recensione e recensore? Non so, temo di non essere l'unico a cui fa questo effetto.
  • 0

#71 wago

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Inviato 30 dicembre 2018 - 15:39

Capisco, ma a parità di mediocrità della penna cosa riesce più avvincente: un testo che lega la musica al vissuto personale (e dunque, sperabilmente, a delle emozioni e a un punto di vista) o il classico elenchino di formulette consunte? Perché di questo stiamo parlando: testi (mica solo qua eh) che con ostentazione di critico distacco inanellano un cliché recensoro via l'altro pur di arrivare alle tremila battute. Tutto ciò riguardo a dischi sui quali quel che il recensore ha da dire può in genere essere condensato in 1000.

PS non sto proponendo di trasformare Ondarock in un blog — lungi da me. Solo, cerco di spiegarmi come mai i testi anche più lunghi e sciatti di alcuni blog riescano talvolta più digeribili della nostra recensione canonica.
O, in fin dei conti, anche perché gli ormai pochi interventi forumistici dei redattori (mi) risultino sistematicamente più fluidi di quel che pubblichiamo sul sito. Il problema non sono le penne (ne abbiamo di ottime): è il format che, manco volendolo troppo, ci siamo dati negli anni!
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#72 pooneil

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Inviato 30 dicembre 2018 - 15:44

io ormai mi sono affidato all'algoritmo di youtube per le mie scoperte musicali, ovviamento previo accurato training e compartimentizzazione.

 

devo dire che sono molto soddisfatto, massima resa con minima spesa.


  • 0

#73 Claudio

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Inviato 30 dicembre 2018 - 15:51

Capisco, ma a parità di mediocrità della penna cosa riesce più avvincente: un testo che lega la musica al vissuto personale (e dunque, sperabilmente, a delle emozioni e a un punto di vista) o il classico elenchino di formulette consunte? Perché di questo stiamo parlando: testi (mica solo qua eh) che con ostentazione di critico distacco inanellano un cliché recensoro via l'altro pur di arrivare alle tremila battute. Tutto ciò riguardo a dischi sui quali quel che il recensore ha da dire può in genere essere condensato in 1000.

PS non sto proponendo di trasformare Ondarock in un blog — lungi da me. Solo, cerco di spiegarmi come mai i testi anche più lunghi e sciatti di alcuni blog riescano talvolta più digeribili della nostra recensione canonica.

 

Io però non parlo di mediocrità: di recensioni mediocri su OndaRock per fortuna non ne leggo, parlo proprio di modo di esprimersi, anche nei live report: quando vedo che qualcuno entra troppo nel personale, che racconta della fidanzata, di cosa faceva lo stesso giorno di 10 anni fa e di quali amici si è fatto con quella musica, inizio a guardare l'orologio e capisco che ho di meglio da fare, staccandomi dal tema e in qualche modo anche dal recensore. Sono invece sempre molto interessato a sentire le opinioni sui dischi (possibilmente senza il classico elenchino di formulette consunte ;D ) Sono d'accordo, però, sulla necessità della sintesi: il mio auspicio per il 2019 è vedere nelle recensioni di OR una maggior concisione.


  • 0

#74 wago

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Inviato 30 dicembre 2018 - 16:01

Secondo me invece di recensioni mediocri ne abbiamo tantissime: la schiacciante maggior parte. E mi ci metto per primo, per il pochissimo che ormai scrivo. E non è che sia colpa delle qualità letterarie di chi scrive: per fortuna, abbiamo anche ottimi scrittori. È proprio che sono testi che oggi come oggi non ha senso leggere, per tutti i motivi espressi da me e altri sopra. Tagliare sugli sbrodolamenti (dalla terrificante "telecronaca" ai biografismi vuoti riguardo a chi di biografia non ne ha o quasi, passando appunto per tutte le formulette ridicole menzionate nella scorsa pagina) sarebbe una via per migliorare, ma solo anni che ce lo diciamo senza alcun risultato. L'abitudine prevale.
La via d'uscita è chiarissima in realtà, tanto quanto — mi rendo conto — di difficile accettabilità: imporre un limite alle battute delle recensioni ordinarie, e consentire di "sviolinare" oltre alle 1500/2000 battute solo per le scelte redazionali. Non mi aspetto succeda :D
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#75 Claudio

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Inviato 30 dicembre 2018 - 16:12

Secondo me invece di recensioni mediocri ne abbiamo tantissime: la schiacciante maggior parte. E mi ci metto per primo, per il pochissimo che ormai scrivo. E non è che sia colpa delle qualità letterarie di chi scrive: per fortuna, abbiamo anche ottimi scrittori. È proprio che sono testi che oggi come oggi non ha senso leggere, per tutti i motivi espressi da me e altri sopra. Tagliare sugli sbrodolamenti (dalla terrificante "telecronaca" ai biografismi vuoti riguardo a chi di biografia non ne ha o quasi, passando appunto per tutte le formulette ridicole menzionate nella scorsa pagina) sarebbe una via per migliorare, ma solo anni che ce lo diciamo senza alcun risultato. L'abitudine prevale.
La via d'uscita è chiarissima in realtà, tanto quanto — mi rendo conto — di difficile accettabilità: imporre un limite alle battute delle recensioni ordinarie, e consentire di "sviolinare" oltre alle 1500/2000 battute solo per le scelte redazionali. Non mi aspetto succeda :D

 

Mah, non mi pare che nessuno faccia la telecronaca, si cerca sempre di trovare una traccia nel disco e di accorpare semmai i brani più rappresentativi per esprimere le principali caratteristiche dell'album. Anche di biografismi vuoti non ne vedo molti, in genere qualche cenno biografico per autori semisconosciuti mi pare indispensabile, per i più noti non mi pare che siano così numerosi.

Sono d'accordo, invece, sugli sbrodolamenti: diciamo che si tende a considerare la recensione un mini-saggio piuttosto che un articolo giornalistico breve. Spesso però ne nascono anche intuizioni interessanti, cui forse si rischierebbe di fare a meno in caso di sintesi troppo succinte. E' un po' un serpente che si morde la coda, ovvio che l'ideale sarebbe avere recensioni più brevi ma altrettanto "sostanziose" e approfondite.

Personalmente, l'unica cosa che non vorrei è proprio un aumento degli sborodolamenti sulla vita personale: già ci sono i social network che ci ammorbano su tutti i dettagli personali della vita degli altri ;D


  • 1

#76 bELLE ELLEish

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Inviato 30 dicembre 2018 - 16:12

wago, linki un esempio di bella recensione legata al vissuto?
Il vissuto poi ha sempre quei problemini di cosa è vissuto e da chi
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A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

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#77 wago

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Inviato 30 dicembre 2018 - 16:23

Da totale paraculo linko un pezzo di cui — ben lo so — Claudio non può dire che sia brutto:

http://www.ondarock....inemuraille.htm

Detto ciò, a me non sembra che le nostre recensioni contengano in genere chissà quali spunti interessanti. Anche se li contenessero, comunque, a chi servirebbero quando per abitudine non le si legge?

PS. "questo lo dici tu", mi si dirà. E certo, lo dico io. Dati su quanto le recensioni siano lette di certo non ne abbiamo. Abbiamo i clic e qualche aneddoto: non dubito che per ogni mio conoscente che mi dice "ah mitico Ondarock, mi avete fatto scoprire un sacco di dischi... Ma di solito leggo genere e voto e se proprio mi interessa anche inizio e fine" ce ne sia uno di Claudio che si stampa tutto in A4 e poi legge in pausa pranzo.
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Inviato 30 dicembre 2018 - 16:27


bene giulietta holter in top10 anche con il disco coraggioso. qui sarebbe sul serio interessante il discorso sulla dispersione dei voti visto che mi sembrava di averlo visto spesso ma in posizioni bassine (anche nella mia classifica del resto)


poi mi accorgo ora che non sono stato l'unico a votare per i nik bartsch ronin, incredibile signori e signore.

Lieto di trovare un compagno; ma quello dei Kali lo hai sentito?
ah sei tu? ancora più incredibile asd ovviamente non ho idea di chi siano i Kali, fanno cose paragonabili?
Escono sull'etichetta di Nik Bärtsch e di mezzo c'è il batterista dei Mobile. L'idea di base è la stessa che nei progetti di Bärstch ma il sound è più rock (e crimsoniano).
Mi sorprende che tu non li conosca, se segui Bärtsch: ha dato un bel po' di sostegno al progetto, anche mediaticamente.

Magari in altri anni, quest'anno ho ascoltato poco e "ricercato" ancora meno...
  • 0

#79 Claudio

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Inviato 30 dicembre 2018 - 16:32

Da totale paraculo linko un pezzo di cui — ben lo so — Claudio non può dire che sia brutto:

http://www.ondarock....inemuraille.htm

Detto ciò, a me non sembra che le nostre recensioni contengano in genere chissà quali spunti interessanti. Anche se li contenessero, comunque, a chi servirebbero quando per abitudine non le si legge?

PS. "questo lo dici tu", mi si dirà. E certo, lo dico io. Dati su quanto le recensioni siano lette di certo non ne abbiamo. Abbiamo i clic e qualche aneddoto: non dubito che per ogni mio conoscente che mi dice "ah mitico Ondarock, mi avete fatto scoprire un sacco di dischi... Ma di solito leggo genere e voto e se proprio mi interessa anche inizio e fine" ce ne sia uno di Claudio che si stampa tutto in A4 e poi legge in pausa pranzo.

 

Con Chiusi ovviamente sfondi con me una porta spalancata, però a me pare il classico caso in cui l'osservazione personale è totalmente votata alla descrizione del disco, non del vissuto o della personalità di chi scrive. Usa frasi in prima persona per raccontare la musica e gli effetti che fa. Cosa che ovviamente andrebbe benissimo anche per altri (a patto magari di avere la stessa brillantezza della penna in questione).

Per il resto, se le cose stessero catastroficamente come credi, probabilmente avremmo già chiuso ;D Per fortuna qualcuno che legge le recensioni ancora c'è, ti assicuro. Il che non toglie ovviamente che dobbiamo cercare di essere tutti più diretti e sintetici, ben sapendo che di lettori pazienti ve ne sono sempre meno.


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#80 wago

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Inviato 30 dicembre 2018 - 16:38

Voglio fidarmi, ma per curiosità: a te cosa ne rende sicuro? Perché io di persone che ci seguono ne conosco un tot, e — pietre a parte — il feedback che ho ricevuto è davvero sempre quello: grazie delle segnalazioni, le recensioni però mica le leggo.
Visto poi il fatto che non le leggo manco io, il 2+2 che mi viene da fare è: vabbè, ma che le si scrive a fare?
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#81 PDeVo

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Inviato 30 dicembre 2018 - 16:54

Voto + genere anche io, raramente me ne vado a cercare qualcuna di dischi che mi sono particolarmente piaciuti, ma se un disco non lo conosco di certo non mi metto a leggere un wall of text il più delle volte estremamente pesante
Comunque dovreste pensare ad un canale youtube e fare recensioni come Fantano (che non mi ascolto quasi mai comunque), attirerebbero nuovi utenti di sicuro
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#82 Claudio

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Inviato 30 dicembre 2018 - 17:00

Voglio fidarmi, ma per curiosità: a te cosa ne rende sicuro? Perché io di persone che ci seguono ne conosco un tot, e — pietre a parte — il feedback che ho ricevuto è davvero sempre quello: grazie delle segnalazioni, le recensioni però mica le leggo.
Visto poi il fatto che non le leggo manco io, il 2+2 che mi viene da fare è: vabbè, ma che le si scrive a fare?

 

Allora si vede che conosco qualche personaggio appartenente a una razza in via di estinzione  ;D 

Il punto è, però: cosa ti convince del fatto che se fossero racconti personali sarebbero più lette? Per me, semmai, è un problema di tempo e pazienza nel leggere: se uno si ferma al voto (il che a me è sempre andato bene lo stesso, intendiamoci), difficilmente ritroverà voglia di leggere solo per sapere cosa stava facendo pincopallo con gli amici quando ascoltava i Low e quale recondita sensazione gli ha suscitato l'ascolto dell'ultimo disco.

Io, da lettore, in una recensione, cerco essenzialmente tre cose: profondità di analisi critica, capacità di sintetizzare "com'è il disco", stile piacevole di scrittura. Era così 20 anni fa e continua a essere così oggi, ma magari nel frattempo è cambiato tutto: può darsi. Il dramma per me è la superficialità con cui si legge, ascolta, consuma, giudica tutto. Rispetto a questo, davvero ho sempre pensato che noi fossimo un argine per quanto un po' demodé.


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#83 Connacht

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Inviato 30 dicembre 2018 - 17:47

*
POPOLARE

Il problema è solo la prosopopea (ma non capisco perché non usare termini tecnici: il dramma della retorica), infatti il piano solaris assomiglia fin troppo alle intro che già ci sono in home e che sono esercizi di letteratura potenziale in cui il vincolo è fingere di descrivere oggetti diversi usando 

modernariato pop

artigianato pop

gli alfieri [nazionalità] del [genere]

al fulmicotone

tornano con una prova

 

e così via ma non per molto

 

Ecco. Sovente, potrebbe capitare di leggere una recensione musicale il cui lessico è ricco di contenuti espressivi peculiari, se non proprio insoliti. A volte mi chiedo se nel mio caso, per quanto cotale lessico possa arricchire il testo, purtuttavia non possa anche alienare il lettore in qualche modo, per esempio non permettendogli di comprendere adeguatamente il messaggio espresso.

Di seguito, pertanto, vi elenco una breve spiegazione delle espressioni idiomatiche più comuni che potreste incontrare eventualmente almeno nel caso di una mia recensione:

 

"Bassi pulsanti!"

 

Il bassista è un cardiologo.

 

"Bassi intermittenti!"

 

Il bassista è uno stronzo e suona una nota sì e l'altra no.

 

"Cavalcata di batteria!"

 

Il batterista è entrato in studio di registrazione in sella a un cavallo. 

 

"Batterista tentacolare!"

 

Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn.

 

"Tappeti di tastiera!"

 

Il parquet dello studio di registrazione è avanguardistico.

 

"Innovativo!"

 

Non sembra copiato da qualcuno in particolare.

 

"Ispirato da/Influenzato da/che cita/è un tributo a"

 

È copiato da qualcuno in particolare.

 

"Esplosivo!"

 

Lo stereo si è conflagrato liberando energia termica e meccanica. Quattro feriti in redazione.

 

"Al fulmicotone!"

 

Il disco è rivestito di nitrocellulosa e prenderà fuoco non appena avviato nel lettore cd.

 

"Terremotante!"

 

5.6 scala Richter, lo studio di registrazione è crollato.

 

"Sugli scudi!"

 

In studio di registrazione è stato reinscenato il dialogo di Leonida al primo incontro con i persiani in 300 ("earn the shield boys!")

 

"Elementi folk!"

 

C'è una chitarra acustica.

 

"Elementi jazz!"

 

C'è una tromba.

 

"Free jazz!"

 

C'è una tromba un po' vivace.

 

"John Coltrane!"

 

C'è un sassofono.

 

"Spumeggiante!" 

 

Lo stereo si è aperto riversando schiuma di spumante tutt'intorno.

 

"Sound moderno!"

 

Anno Domini 2018, il disco ha la produzione di un album rock alternativo uscito nel 1991.

 

"Sperimentazioni elettroniche!"

 

Ci sono tastiere che riprendono gli anni '80.

 

"Disco della maturità!"

 

Il disco secerne etilene, si consiglia di stivarlo assieme a frutta acerba per accelerarne il processo di sviluppo.

 

"Testi profondi!"

 

L'album è un concept su Jacques Cousteau.

 

"Atmosfere caustiche! Riff corrosivi!"

 

800px-GHS-pictogram-acid.svg.png PERICOLO GHS05 - il disco secerne sostanze o preparati che possono causare ustioni cutanee, gravi lesioni agli occhi e possono corrodere i metalli. Utilizzare protezioni per la pelle e per gli occhi per evitare gravi lesioni alla cute o agli occhi.

 

"Mesmerizzante!"

 

Ci tengo a farvi sapere che mi piacciono i Dead Can Dance.

 

"Virtuosistico!"

 

È un album per riccardoni.

 

"Ottantiano!"

 

Ho interrotto l'ascolto per mettere su Danger Zone dalla colonna sonora di Top Gun.

 

"Suoni delicati!"

 

Se alzi troppo il volume si rompono cd e stereo.

 

"Intimista!"

 

Il promo del disco ha allegato un flacone omaggio di Chilly.

 

"Onirico!"

 

Mi sono addormentato durante l'ascolto.

 

"Cura certosina!"

 

L'artista è un veterinario specializzato in gatti.


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Inviato 30 dicembre 2018 - 18:20

 

Voglio fidarmi, ma per curiosità: a te cosa ne rende sicuro? Perché io di persone che ci seguono ne conosco un tot, e — pietre a parte — il feedback che ho ricevuto è davvero sempre quello: grazie delle segnalazioni, le recensioni però mica le leggo.
Visto poi il fatto che non le leggo manco io, il 2+2 che mi viene da fare è: vabbè, ma che le si scrive a fare?

 
Allora si vede che conosco qualche personaggio appartenente a una razza in via di estinzione  ;D
Il punto è, però: cosa ti convince del fatto che se fossero racconti personali sarebbero più lette? Per me, semmai, è un problema di tempo e pazienza nel leggere: se uno si ferma al voto (il che a me è sempre andato bene lo stesso, intendiamoci), difficilmente ritroverà voglia di leggere solo per sapere cosa stava facendo pincopallo con gli amici quando ascoltava i Low e quale recondita sensazione gli ha suscitato l'ascolto dell'ultimo disco.
Io, da lettore, in una recensione, cerco essenzialmente tre cose: profondità di analisi critica, capacità di sintetizzare "com'è il disco", stile piacevole di scrittura. Era così 20 anni fa e continua a essere così oggi, ma magari nel frattempo è cambiato tutto: può darsi. Il dramma per me è la superficialità con cui si legge, ascolta, consuma, giudica tutto. Rispetto a questo, davvero ho sempre pensato che noi fossimo un argine per quanto un po' demodé.

 

 
Claudio ho capito perché non ti assopisci leggendo le nostre recensioni: forse le affronti con lo stesso spirito selettivo ("Ho fatto un corso di lettura veloce, ho imparato a leggere a piombo, trasversalmente la pagina, e ho potuto leggere 'Guerra e pace' in venti minuti. Parlava della Russia.") con cui stai dedicandoti ai post in questo thread :D

 

Perché va' che non ho mai ma proprio mai-mai-mai suggerito di rendere più autobiografiche le recensioni di Ondarock, anzi ho esplicitamente affermato che non lo vorrei!

 

La proposta concreta che ho fatto è di mettere un tetto al numero di battute delle recensioni (per me 1500/2000 già bastano a consentire prolissità), tetto sfondabile solo in circostanze eccezionali. Quali? ci sono diverse opzioni: a) in occasione di dischi del mese o creste; b) in occasione di voti alti; c) previa del tutto arbitaria autorizzazione redazionale; b) un mix delle precedenti.
Questo in modo di distinguere tra recensioni "ordinarie", che cercano di andare al sodo senza menarla troppo, e recensioni "di punta" che rappresentano per il sito delle scommesse e meritano dunque analisi più approfondite — che dovrebbero a quel punto cercare di andare oltre al compitino "band che viene dal posto x e ha già pubblicato n dischi si trova ora alla prova [...] analisi brano 1 analisi brano 2 analisi brano 3 [...] analisi brano n conclusione stereotipata" per proporre riflessioni a raggio un poco più ampio.

 

Molti e rinomati siti internazionali da tempo puntano tutto su poche recensioni molto analitiche, che raramente si incentrano sul disco e basta ma più spesso cercano di scavare nelle scene, nelle tendenze emergenti, nei contesti che fanno sì che il disco in questione risulti significativo. Rispetto a queste testate noi abbiamo dalla nostra una capacità di mappare la produzione musicale con molto più dettaglio: la mole di recensioni che pubblichiamo è davvero impressionante. Epperò non siamo capaci di differenziare: trattiamo con lo stesso tedioso didascalismo il disco bello-ma-ordinario e il disco che davvero consentirebbe analisi di respiro ampio (che non facciamo)... talvolta perfino il disco bruttino-di-band-che-nessuno-si-fila (al che uno si chiede: ma che ne scriviamo a fare?). A tutti i dischi, tranne il disco del mese e le poco evidenziate "creste" diamo anche praticamente lo stesso risalto in home...

Perché non dare una smossa alla situazione cercando di essere davvero sintetici dove la lunghezza non è altro che allungamento del brodo (a.k.a. quasi sempre, e non è solo una questione di qualità del disco) e di andare davvero — ma davvero! — a fondo nelle analisi dove l'occasione per scrivere in modo interessante di cose interessanti esiste, e varrebbe la pena come testata scommetterci? Perché non ritagliare in home uno spazio chiaro per le recensioncine standard, brevi e dritte al punto, e un altro, più in evidenza, per quelle 2/3 davvero approfondite su cui stiamo mettendoci in gioco?


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Inviato 30 dicembre 2018 - 18:33

Vabbè ditelo che è partita la gara a chi scrive il post più "chiudete tutto" in vista dell'annunciata e definitiva lucchettatura del forum :D


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#86 music won't save you

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Inviato 30 dicembre 2018 - 22:23

Bello constatare di aver lasciato ondarock sette anni fa e di ritrovare discorsi, dinamiche e proposte evolutive cristallizzate come il sito da quel tempo a oggi. Ne apprezzo la lodevole coerenza, ma non posso che constatare la scarsa capacità di mettere in discussione un modello che appare incurante della trasformazione della musica e della rete (e dunque della musica in rete), anche solo negli ultimi pochi anni.

 

Se a inizio degli anni Duemila il web sembrava la prosecuzione della carta stampata con altri mezzi, oggi è piuttosto diventato erede della radio, tra playlist e ascolti immediati, tutt'al più introdotti da un breve "lancio".

Dati dei click a parte, chi oggi si mette seriamente a leggere una cartella o più di recensione su una pagina web? Forse davvero - come dice il post-moderno wago - qualche sessantenne che se le stampa per leggersele a pausa pranzo, in metropolitana o al cesso, preoccupato di tenere una traccia nel caso quella pagina un giorno o l'altro imploda. Persino gli over-40 che ancora comprano le riviste sono abituati a stili più rapidi e immediati, tanto poi ci si mette un attimo ad andare di motore di ricerca e ascoltare il disco su bandcamp o un estratto su youtube....

 

Piuttosto che di contenitori editoriali, popolati da esteti della propria stessa scrittura, oggi ci sarebbe bisogno di aggregatori di personalità definite e riconoscibili. Chiamateli blog, canali di segnalazioni o non so cos'altro - tanto meglio se accomunati da una certa affinità nell'approccio - ma di certo il tempo dell'impersonalità della generica "rivista web" può ben dirsi superato. Dieci o più anni fa era ben diverso, e non ho difficoltà ad ammettere di essermi divertito e di avere avuto grande soddisfazione a lasciar andare liberamente la penna nel parlare di dischi e artisti che mi coinvolgevano, ma oggi faticherei io stesso a leggermi. Anzi, con le eccezioni dei pochi dischi nuovi veramente coinvolgenti, quante volte anche le 700 battute su carta sembrano persino troppe! È anche una questione di stile, visto che i limiti impongono di essere più densi, asciutti e "giornalistici", mentre l'infinito spazio della pagina web induce inevitabilmente a sbrodolarsi, a indulgere nella storia della band/scena/Paese, a fare di tutto per ostentare le proprie conoscenze per accreditarsi nei confronti del lettore.
Ecco, in tutti questi casi, se bisogna arrivare oltre metà recensione per leggere del disco, vuol dire che si è sbagliato mezzo e fine, e che oltre quella metà difficilmente ci arriveranno i tanti che non hanno tempo da perdere, perché studiano, lavorano, hanno una vita o semplicemente perché vogliono capire se un disco possa piacergli dopo trenta seconda di streaming, senza doversi sorbire gli sproloqui ombelicali del recensore di turno, magari sullo stesso disco sul quale sproloquiano in contemporanea tanti altri.

 

Do nuovamente ragione a wago quando sostiene che una maggiore articolazione di trattazione potrebbe aver senso soltanto se assistita da una capacità analitica tale da approfondire scene o scavare nelle tendenze, insomma da una visione d'insieme che non solo va ben oltre il "compitino" recensorio, ma che richiede tempi di sedimentazione diversi rispetto all'esigenza di pubblicare cento o più pezzi ogni mese.

Lo si diceva anni fa, vale a maggior ragione oggi: rispetto ai primordi del web, il mondo musicale è radicalmente cambiato, così come è cresciuto/invecchiato chi all'epoca ne è stato pioniere. Risposte univoche per analizzarlo in profondità probabilmente non ne esistono, però pretendere di rapportarlo ancora a categorie e modalità di rappresentazione di quei tempi è completamente scollegato da una realtà che si è evoluta e continua a evolversi con estrema fluidità, piaccia o non piaccia.

 

Saluti.


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in eremitaggio su http://musicwontsaveyou.com

#87 eaglerod

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Inviato 30 dicembre 2018 - 23:37

non facciamolo sapere in giro, mi raccomando, della crisi del forum, lo spread potrebbe aumentare

 

tom ma quello che piace a te e a not, è Marlon?

https://youtu.be/tAr1pbeX4RE

lui, mi pare di capire

sinceramente mi è sfuggito:sembra bello


  • 0

#88 Syddharta

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Inviato 31 dicembre 2018 - 01:52

Per me il grande problema delle recensioni è che nella maggior parte dei casi sono scritte da persone che non conoscono la musica. Il problema non è di OndaRock, non è tipico dei nostri tempi (ma quando tirava la critica jazz le cose stavano in maniera un tantino diversa), non è esclusivamente italiano. Semplicemente, gli articoli che a me possono interessare sono tendenzialmente quelli con un taglio storico-divulgativo. Motivo per il quale spesso leggo riviste per anziani come Classic Rock, dove ancora scrivono dinosauri della critica musicale italiana che sovente tirano fuori il pezzaccio sulla scena prog di Anversa o su quella folk di Aversa. Nella recensione ciò che vorrei leggere è una analisi musicale, perché il contesto storico e la narrazione sono meno rilevanti. So di essere noioso e di averlo scritto più volte, ma non riesco a fidarmi al 100% di recensori che a) non conoscono la teoria musicale; b) non hanno competenze di tipo tecnico, tecnologico, organologico. Senza competenze di questo genere (alle quali si dovrebbero aggiungere ulteriori competenze, magari di sociologia dei processi culturali), il giornalismo musicale è totalmente destituito della propria finalità critica.

Tendenzialmente, i linguaggi del del cinema sono ben noti ai critici cinematografici; in linea teorica, un critico cinematografico sarebbe in grado di scrivere una sceneggiatura, saprebbe di cosa si sta parlando da un punto di vista tecnico. Idem per il teatro, o per le arti visive, o per la musica classica, o per la letteratura. Qui (non su OndaRock, parlo in generale) la regola pare non dover valere: ci si permette continuamente di valutare il libro senza conoscere la lingua in cui è scritto, considerando solo la qualità della carta, dell'impaginazione, della copertina, della font utilizzata. L'erudizione non può bastarmi, per come sono fatto io. E ciò non significa che le recensioni debbano essere ricche di tecnicismi: è giornalismo, deve arrivare anche a chi non padroneggia certi linguaggi, ma io il giornalista musicale che conosce la musica lo riconosco immediatamente, e da quel riconoscimento discende l'attrattività esercitata dalla sua recensione su di me. Sogno una critica musicale senza più espressioni come "ottima scrittura", "ottima composizione" da parte di persone che non hanno nemmeno idea di dove stiano le note su uno spartito. Sogno un mondo senza più parole come "crescendo" (quasi sempre in luogo di accelerando) o "cadenza" (quasi sempre in luogo di andamento ritmico) o "sincope" (quasi sempre in luogo di contrattempo) utilizzate totalmente a cazzo di cane, oltre a un mondo in cui qualsiasi ensemble percussivo poliritmico non costringa all'utilizzo dell'aggettivo "tribale" (ma che diamine vuol dire "tribale"? Di che tribù parli? Leggiti un manuale di etnomusicologia, testa di cazzo!).


  • 3

M.

 


#89 Connacht

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Inviato 31 dicembre 2018 - 05:37

Ecco, aggiungo alla mia precedente lista:

"Sincope!"

L'ascolto del disco mi ha provocato una caduta del flusso sanguigno al cervello e sono svenuto per quanto è brutto.


  • 1

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Inviato 31 dicembre 2018 - 07:43

Per me il grande problema delle recensioni è che nella maggior parte dei casi sono scritte da persone che non conoscono la musica. Il problema non è di OndaRock, non è tipico dei nostri tempi (ma quando tirava la critica jazz le cose stavano in maniera un tantino diversa), non è esclusivamente italiano. Semplicemente, gli articoli che a me possono interessare sono tendenzialmente quelli con un taglio storico-divulgativo. Motivo per il quale spesso leggo riviste per anziani come Classic Rock, dove ancora scrivono dinosauri della critica musicale italiana che sovente tirano fuori il pezzaccio sulla scena prog di Anversa o su quella folk di Aversa. Nella recensione ciò che vorrei leggere è una analisi musicale, perché il contesto storico e la narrazione sono meno rilevanti. So di essere noioso e di averlo scritto più volte, ma non riesco a fidarmi al 100% di recensori che a) non conoscono la teoria musicale; b) non hanno competenze di tipo tecnico, tecnologico, organologico. Senza competenze di questo genere (alle quali si dovrebbero aggiungere ulteriori competenze, magari di sociologia dei processi culturali), il giornalismo musicale è totalmente destituito della propria finalità critica.

Tendenzialmente, i linguaggi del del cinema sono ben noti ai critici cinematografici; in linea teorica, un critico cinematografico sarebbe in grado di scrivere una sceneggiatura, saprebbe di cosa si sta parlando da un punto di vista tecnico. Idem per il teatro, o per le arti visive, o per la musica classica, o per la letteratura. Qui (non su OndaRock, parlo in generale) la regola pare non dover valere: ci si permette continuamente di valutare il libro senza conoscere la lingua in cui è scritto, considerando solo la qualità della carta, dell'impaginazione, della copertina, della font utilizzata. L'erudizione non può bastarmi, per come sono fatto io. E ciò non significa che le recensioni debbano essere ricche di tecnicismi: è giornalismo, deve arrivare anche a chi non padroneggia certi linguaggi, ma io il giornalista musicale che conosce la musica lo riconosco immediatamente, e da quel riconoscimento discende l'attrattività esercitata dalla sua recensione su di me. Sogno una critica musicale senza più espressioni come "ottima scrittura", "ottima composizione" da parte di persone che non hanno nemmeno idea di dove stiano le note su uno spartito. Sogno un mondo senza più parole come "crescendo" (quasi sempre in luogo di accelerando) o "cadenza" (quasi sempre in luogo di andamento ritmico) o "sincope" (quasi sempre in luogo di contrattempo) utilizzate totalmente a cazzo di cane, oltre a un mondo in cui qualsiasi ensemble percussivo poliritmico non costringa all'utilizzo dell'aggettivo "tribale" (ma che diamine vuol dire "tribale"? Di che tribù parli? Leggiti un manuale di etnomusicologia, testa di cazzo!).

 

Io capisco quel che dici — perché il mio ideale di giornalismo musicale passa anch'esso per una messa a nudo delle strutture — ma penso che la tua campagna sia destinata, qui e in qualunque altro luogo, a restare una battaglia contro i mulini a vento. Almeno per un decennio ancora, più in là non oso spingermi.

 

Non sono un musicista vero (ho semplicemente preso qualche lezione di musica e coltivato una certa passione per gli aspetti teorici della disciplina) ma negli anni mi son costruito l'idea che a farmi piacere un pezzo sulla musica sia la sua capacità di farmi capire "perché funziona". "Perché funziona" significa diue cose: 1) identificare quali effetti crea su chi la ascolta (sia esso un singolo o una comunità) e dunque saper inquadrare in maniera dettagliata il ventaglio emotivo e l'immaginario evocati dalla musica; 2) individuare all'interno del brano o dello stile musicale quali sono gli elementi che concorrono a determinare il risultato e come questo determinarsi avvenga. Quest'ultimo passaggio richiede inevitabilmente conoscenze del tipo che tu indichi e porta inevitabilmente alla conclusione che "no, non ci siamo": salvo rarissimi casi, chi scrive di musica non ha le competenze per portare avanti un programma di questo tipo, almeno in maniera sistematica.

 

Credo però che un conto siano gli idealismi nostri, e un altro le esigenze e le possibilità del pubblico. Non è che soltanto i giornalisti non sanno un cazzo di come è fatta la musica: lo stesso vale per un'ampia fetta del pubblico. A chi cerca e legge critica musicale continuano a interessare essenzialmente le seguenti facacende: a) non so se ascoltare questa musica: potrà piacermi? b) ho sentito questa roba qua: che senso devo darle? c) mi è piaciuta questa musica: che altro posso sentire? d) ho paura di aver perso il punto: che cose devo ascoltare per sentirmi di nuovo sul pezzo?. A qualcuno poi — ma sospetto si tratti di una minoranza — interessano le menate di influenza, seminalità, l'ha fatto prima uno o l'ha fatto prima due, pochissimi ascoltarono il primo album dei Velvet Underground ma tutti quanti blablabla.

Per rispondere a queste domande, conoscere la struttura della musica non serve. Forse ostacola pure, perché inevitabilmente spinge a volersene fare qualcosa, di questa conoscenza, concentrandosi dunque su aspetti che non incontrano le esigenze immediate del lettore. Quel che serve è invece uno scrittore che sia come il lettore ma un po' meglio: che abbia sentito più dischi, conosca meglio la storia, abbia la capacità di raccontare ed entusiasmare terzi senza per forza doverne essere amico o confidente diretto.

 

Io mi dico: sticazzi, di gente che fa come fan tutti c'è già pieno il web, e pure di gente bravina a farlo — che me frega di essere l'uno in più? Provo a seguire l'altra strada, cercando come tu dici la sintesi tra un approccio tecnico (che nel mio caso è assai indebolito dal mio essere niente più che un amatore) e il giusto proposito divulgativo o, meglio ancora, giornalistico. E' molto sbatti, richiede studio, passi falsi, spesso consulenze e dunque tempi lenti... ed ecco una ragione (insieme alla sensazione del "ma che scrivo a fare pezzi che manco io leggerei" riferita al format-recensione) per cui ormai scrivo pochissimo.

Tanto quel che mi piacerebbe saper dire prima o poi lo racconterà — meglio — Earworm.


  • 3
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#91 pooneil

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Inviato 31 dicembre 2018 - 08:17

scusa Syd ma tu una recensione di un disco punk come la scriveresti?

e credi che il teenager appassionato di tale genere sia interessato ad una analisi della teoria musicale che ci sta dietro?


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#92 cerezo

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Inviato 31 dicembre 2018 - 10:12

a spezzare l'incantesimo di una discussione costruttiva

 

CLASSIFICA DEGLI ALBUM PIU' POPOLARI DEL 2018

(artista - album [n° di utenti che l'hanno messo in classifica])

 

1. Low - Double Negative [25 voti]
2. Beach House - 7 [22 voti]
3. Arctic Monkeys - Tranquility Base Hotel & Casino [19 voti]
4. Anna Von Hausswolff - Dead Magic [15 voti]
5. Nu Guinea - Nuova Napoli [14 voti]
6. Daughters - You Won'T Get What You Want [14 voti]
7. Sophie - Oil Of Every Pearl'S Un-Insides [14 voti]
8. Julia Holter - Aviary [13 voti]
9. Tim Hecker - Konoyo [12 voti]
10. Yves Tumor - Safe In The Hands Of Love [12 voti]
11. Autechre - Nts Sessions 1-4 [11 voti]
12. Leon Vynehall - Nothing Is Still [11 voti]
13. Sons Of Kemet - Your Queen Is A Reptile [10 voti]
14. Bilderbuch - Mea Culpa [9 voti]
15. Kali Uchis - Isolation [9 voti]
16. Christina Vantzou - No. 4 [9 voti]
17. Dj Healer - Nothing 2 Loose [9 voti]
18. Hookworms - Microshift [9 voti]
19. Baustelle - L'Amore E La Violenza Vol. 2 [8 voti]
19. Troye Sivan - Bloom [8 voti]
21. Soap&Skin - From Gas To Solid/You Are My Friend [8 voti]
22. Dead Can Dance - Dionysus [8 voti]
23. Suede - The Blue Hour [8 voti]
24. Pusha-T - Daytona [8 voti]
25. Beak> - >>> [8 voti]
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#93 cerezo

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Inviato 31 dicembre 2018 - 10:17

CLASSIFICA "RYMmata" 2018

(artista - album [punteggio medio, n° di voti presi])

solo album con almeno 3 voti

in grassetto i migliori tra quelli che hanno preso almeno 10 voti

 

1. Autechre - Nts Sessions 1-4 [punteggio medio = 9,0909, 11 voti]
2. Rosalía - El Mal Querer [punteggio medio = 9, 4 voti]
3. Rival Consoles - Persona [punteggio medio = 9, 3 voti]
4. Suchmos - The Ashtray [punteggio medio = 8,8571, 7 voti]
5. Ryley Walker - Deafman Glance [punteggio medio = 8,3333, 3 voti]
5. Sallskapet - Disparition [punteggio medio = 8,3333, 3 voti]
7. Wolf Müller & Niklas Wandt - Instrumentalmusik Von Der Mitte Der World [punteggio medio = 8,25, 4 voti]
8. Beautify Junkyards - The Invisible World Of Beautify Junkyards [punteggio medio = 8, 3 voti]
8. Dj Healer - Planet Lonely [punteggio medio = 8, 3 voti]
10. Car Seat Headrest - Twin Fantasy [punteggio medio = 7,8, 5 voti]
11. Klaus Johann Grobe - Du Bist So Symmetrisch [punteggio medio = 7,6667, 3 voti]
11. Zenjungle - Fragmented Lives [punteggio medio = 7,6667, 3 voti]
13. Daniel Blumberg - Minus [punteggio medio = 7,5, 6 voti]
14. Khalab - Black Noise 2084 [punteggio medio = 7,4286, 7 voti]
15. Low - Double Negative [punteggio medio = 7,4, 25 voti]
16. Cero - Poly Life Multi Soul [punteggio medio = 7,3333, 3 voti]
16. Niño De Elche - Antología Del Cante Flamenco Heterodoxo [punteggio medio = 7,3333, 3 voti]
18. Esperanza Spalding - 12 Little Spells [punteggio medio = 7,25, 4 voti]
18. Rolling Blackouts Coastal Fever - Hope Downs [punteggio medio = 7,25, 4 voti]
18. Sarah Davachi - Gave In Rest [punteggio medio = 7,25, 4 voti]
21. Anna Von Hausswolff - Dead Magic [punteggio medio = 7,2, 15 voti]
22. Baustelle - L'Amore E La Violenza Vol. 2 [punteggio medio = 7, 8 voti]
22. Troye Sivan - Bloom [punteggio medio = 7, 8 voti]
24. Let'S Eat Grandma - I'M All Ears [punteggio medio = 7, 3 voti]
24. Serpentwithfeet - Soil [punteggio medio = 7, 3 voti]
24. Weeknd, The - My Dear Melancholy, [punteggio medio = 7, 3 voti]
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  • 1

#94 cerezo

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Inviato 31 dicembre 2018 - 10:21

MEDAGLIERE 2018

(artista - album [n° di primi posti, n° di secondi, n° di terzi])

 

1. Low - Double Negative [8 oro, 5 argento, 2 bronzo]
2. Autechre - Nts Sessions 1-4 [6 oro, 2 argento, 1 bronzo]
3. Suchmos - The Ashtray [5 oro,  argento, 1 bronzo]
4. Nu Guinea - Nuova Napoli [4 oro, 1 argento,  bronzo]
5. Anna Von Hausswolff - Dead Magic [3 oro, 3 argento, 3 bronzo]
6. Baustelle - L'Amore E La Violenza Vol. 2 [3 oro, 1 argento, 1 bronzo]
7. Leon Vynehall - Nothing Is Still [3 oro,  argento, 1 bronzo]
8. Beach House - 7 [2 oro, 3 argento, 1 bronzo]
9. Bilderbuch - Mea Culpa [2 oro, 1 argento, 2 bronzo]
10. Car Seat Headrest - Twin Fantasy [2 oro, 1 argento, 1 bronzo]
10. Daniel Blumberg - Minus [2 oro, 1 argento, 1 bronzo]
12. Julia Holter - Aviary [2 oro, 1 argento,  bronzo]
12. Khalab - Black Noise 2084 [2 oro,  argento, 1 bronzo]
14. Calcutta - Evergreen [2 oro,  argento,  bronzo]
14. Esperanza Spalding - 12 Little Spells [2 oro,  argento,  bronzo]
14. Fire! - The Hands [2 oro,  argento,  bronzo]
14. Ryley Walker - Deafman Glance [2 oro,  argento,  bronzo]
14. Sarah Davachi - Gave In Rest [2 oro,  argento,  bronzo]
14. Sarah Davachi - Let Night Come On Bells End The Day [2 oro,  argento,  bronzo]
20. Daughters - You Won'T Get What You Want [1 oro, 3 argento, 2 bronzo]
21. Rosalía - El Mal Querer [1 oro, 2 argento, 1 bronzo]
22. Arctic Monkeys - Tranquility Base Hotel & Casino [1 oro, 2 argento,  bronzo]
22. Wolf Müller & Niklas Wandt - Instrumentalmusik Von Der Mitte Der World [1 oro, 2 argento,  bronzo]
24. Sophie - Oil Of Every Pearl'S Un-Insides [1 oro, 1 argento, 3 bronzo]
25. Christina Vantzou - No. 4 [1 oro, 1 argento, 1 bronzo]
25. Rival Consoles - Persona [1 oro, 1 argento, 1 bronzo]
25. Suede - The Blue Hour [1 oro, 1 argento, 1 bronzo]
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  • 1

#95 cerezo

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Inviato 31 dicembre 2018 - 10:29

*
POPOLARE

che poi, tutto questo giro per arrivare a questa qui

 

CLASSIFICA DEI RONZINI DEGLI UTENTI PIU' CONFORMISTI(?)

ad ogni disco viene assegnato un punteggio pari al numero di voti presi

ad ogni utente viene assegnato un punteggio pari alla somma dei punteggi dei dischi votati

il conformista mette in classifica i dischi più votati (diciamo che per i suoi ascolti fa affidamento assoluto al forum)

l'isolazionista vota dischi che ha scelto soltanto lui

solo utenti con almeno 8 dischi in classifica

 
1. ilramingo [108 punti] (come premio gli verrà intitolata la classifica del 2019, se me lo ricordo e se ci saremo ancora)
2. good vibrations [106 punti]
3. Claudio [101 punti]
4. Klan70 [97 punti]
5. prufrock [96 punti]
6. LM [95 punti]
7. Abdullah The Butcher [94 punti]
8. Cliff [93 punti]
9. rubiset [89 punti]
10. piersa [87 punti]
11. Mort Cinder [86 punti]
12. Ganzfeld [85 punti]
12. Karhunen [85 punti]
14. markmus [83 punti]
14. RobyMetrodora [83 punti]
16. thom [82 punti]
17. lollo9dp [80 punti]
18. Marshallnet [78 punti]
18. zefis [78 punti]
20. Alessandro xp [77 punti]
20. sfos [77 punti]
22. Pitcairn Island [76 punti]
22. Seattle Sound [76 punti]
24. azevedo [74 punti]
24. mr_tankian [74 punti]
26. matt [72 punti]
27. Liar [71 punti]
27. Spiritchaser [71 punti]
29. khruner [70 punti]
30. Dark Mavis [69 punti]
30. proL [69 punti]
32. Feynman [68 punti]
33. Carlo86 [67 punti]
33. Lucia Allende [67 punti]
33. selva [67 punti]
36. Lepao Mario [66 punti]
37. MilleLire [65 punti]
38. kjartan78 [64 punti]
38. Vatar [64 punti]
38. Wriss [64 punti]
41. Piper [62 punti]
41. White Duke [62 punti]
43. Incidente [61 punti]
44. corrigan [59 punti]
44. eaglerod [59 punti]
44. paloz [59 punti]
47. Central Perk [58 punti]
47. schnier80 [58 punti]
49. Resp into [57 punti]
49. Trespy Sledge [57 punti]
49. xone89 [57 punti]
52. floods [56 punti]
52. Life Is Insignificant [56 punti]
52. nuova delhi [56 punti]
52. Pancakes [56 punti]
56. Gika [55 punti]
56. lasa [55 punti]
58. Welsh Wizard [54 punti]
59. Cirro [53 punti]
59. Cyclo [53 punti]
59. Fast_Forward [53 punti]
59. Kerzhakov91 [53 punti]
63. Ɲ●† [52 punti]
64. cup [51 punti]
65. solaris [50 punti]
65. Vidrar Vel Til Loftarasa [50 punti]
67. beatoangelico [49 punti]
67. closer2008 [49 punti]
69. lelebi [47 punti]
69. maladiez [47 punti]
71. sorry for laughing [46 punti]
72. Tom [44 punti]
73. Damy [43 punti]
73. Rover [43 punti]
73. user [43 punti]
76. LurkerFakeTroll [42 punti]
76. walt-67 [42 punti]
76. wild horse [42 punti]
79. Stan Bowles [41 punti]
80. bungle [39 punti]
81. khonnor [38 punti]
81. Papa Francesco [38 punti]
81. sarah [38 punti]
84. gigiriva [37 punti]
84. Gonzo [37 punti]
86. Harvey [36 punti]
87. Dukebox [35 punti]
87. kingsleadhat [35 punti]
87. signora di una certa età [35 punti]
90. i'm a lurker [33 punti]
90. Syddharta [33 punti]
92. Panfilo Maria Lippi [30 punti]
92. wago [30 punti]
94. vuvu [29 punti]
95. frankie teardrop [28 punti]
96. debaptistismrc [27 punti]
96. ravintola [27 punti]
98. mongodrone [26 punti]
98. terminator [26 punti]
100. Plozzer [24 punti]
101. Giubbo [23 punti]
101. Raphaël de Valentin [23 punti]
101. River Potomac [23 punti]
104. Bandit [20 punti]
105. Alfredo Garpez Amato Lenin [19 punti]
106. Connacht [18 punti]
107. BackPack [14 punti]
108. InTheBasement [13 punti]
109. Liutprando [11 punti]
109. reese [11 punti]
111. HgM [10 punti]
 

  • 10

#96 floods

    l'utente main$tream

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Inviato 31 dicembre 2018 - 11:04

Incredibbbole, sto sempre a metà!


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RYM enafffffffiiiiooooooooolllll

#97 eaglerod

    ALTRO CHE PIVELLO........

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Inviato 31 dicembre 2018 - 11:17

 

Per me il grande problema delle recensioni è che nella maggior parte dei casi sono scritte da persone che non conoscono la musica. Il problema non è di OndaRock, non è tipico dei nostri tempi (ma quando tirava la critica jazz le cose stavano in maniera un tantino diversa), non è esclusivamente italiano. Semplicemente, gli articoli che a me possono interessare sono tendenzialmente quelli con un taglio storico-divulgativo. Motivo per il quale spesso leggo riviste per anziani come Classic Rock, dove ancora scrivono dinosauri della critica musicale italiana che sovente tirano fuori il pezzaccio sulla scena prog di Anversa o su quella folk di Aversa. Nella recensione ciò che vorrei leggere è una analisi musicale, perché il contesto storico e la narrazione sono meno rilevanti. So di essere noioso e di averlo scritto più volte, ma non riesco a fidarmi al 100% di recensori che a) non conoscono la teoria musicale; b) non hanno competenze di tipo tecnico, tecnologico, organologico. Senza competenze di questo genere (alle quali si dovrebbero aggiungere ulteriori competenze, magari di sociologia dei processi culturali), il giornalismo musicale è totalmente destituito della propria finalità critica.

Tendenzialmente, i linguaggi del del cinema sono ben noti ai critici cinematografici; in linea teorica, un critico cinematografico sarebbe in grado di scrivere una sceneggiatura, saprebbe di cosa si sta parlando da un punto di vista tecnico. Idem per il teatro, o per le arti visive, o per la musica classica, o per la letteratura. Qui (non su OndaRock, parlo in generale) la regola pare non dover valere: ci si permette continuamente di valutare il libro senza conoscere la lingua in cui è scritto, considerando solo la qualità della carta, dell'impaginazione, della copertina, della font utilizzata. L'erudizione non può bastarmi, per come sono fatto io. E ciò non significa che le recensioni debbano essere ricche di tecnicismi: è giornalismo, deve arrivare anche a chi non padroneggia certi linguaggi, ma io il giornalista musicale che conosce la musica lo riconosco immediatamente, e da quel riconoscimento discende l'attrattività esercitata dalla sua recensione su di me. Sogno una critica musicale senza più espressioni come "ottima scrittura", "ottima composizione" da parte di persone che non hanno nemmeno idea di dove stiano le note su uno spartito. Sogno un mondo senza più parole come "crescendo" (quasi sempre in luogo di accelerando) o "cadenza" (quasi sempre in luogo di andamento ritmico) o "sincope" (quasi sempre in luogo di contrattempo) utilizzate totalmente a cazzo di cane, oltre a un mondo in cui qualsiasi ensemble percussivo poliritmico non costringa all'utilizzo dell'aggettivo "tribale" (ma che diamine vuol dire "tribale"? Di che tribù parli? Leggiti un manuale di etnomusicologia, testa di cazzo!).

 

Io capisco quel che dici — perché il mio ideale di giornalismo musicale passa anch'esso per una messa a nudo delle strutture — ma penso che la tua campagna sia destinata, qui e in qualunque altro luogo, a restare una battaglia contro i mulini a vento. Almeno per un decennio ancora, più in là non oso spingermi.

 

Non sono un musicista vero (ho semplicemente preso qualche lezione di musica e coltivato una certa passione per gli aspetti teorici della disciplina) ma negli anni mi son costruito l'idea che a farmi piacere un pezzo sulla musica sia la sua capacità di farmi capire "perché funziona". "Perché funziona" significa diue cose: 1) identificare quali effetti crea su chi la ascolta (sia esso un singolo o una comunità) e dunque saper inquadrare in maniera dettagliata il ventaglio emotivo e l'immaginario evocati dalla musica; 2) individuare all'interno del brano o dello stile musicale quali sono gli elementi che concorrono a determinare il risultato e come questo determinarsi avvenga. Quest'ultimo passaggio richiede inevitabilmente conoscenze del tipo che tu indichi e porta inevitabilmente alla conclusione che "no, non ci siamo": salvo rarissimi casi, chi scrive di musica non ha le competenze per portare avanti un programma di questo tipo, almeno in maniera sistematica.

 

Credo però che un conto siano gli idealismi nostri, e un altro le esigenze e le possibilità del pubblico. Non è che soltanto i giornalisti non sanno un cazzo di come è fatta la musica: lo stesso vale per un'ampia fetta del pubblico. A chi cerca e legge critica musicale continuano a interessare essenzialmente le seguenti facacende: a) non so se ascoltare questa musica: potrà piacermi? b) ho sentito questa roba qua: che senso devo darle? c) mi è piaciuta questa musica: che altro posso sentire? d) ho paura di aver perso il punto: che cose devo ascoltare per sentirmi di nuovo sul pezzo?. A qualcuno poi — ma sospetto si tratti di una minoranza — interessano le menate di influenza, seminalità, l'ha fatto prima uno o l'ha fatto prima due, pochissimi ascoltarono il primo album dei Velvet Underground ma tutti quanti blablabla.

Per rispondere a queste domande, conoscere la struttura della musica non serve. Forse ostacola pure, perché inevitabilmente spinge a volersene fare qualcosa, di questa conoscenza, concentrandosi dunque su aspetti che non incontrano le esigenze immediate del lettore. Quel che serve è invece uno scrittore che sia come il lettore ma un po' meglio: che abbia sentito più dischi, conosca meglio la storia, abbia la capacità di raccontare ed entusiasmare terzi senza per forza doverne essere amico o confidente diretto.

 

Io mi dico: sticazzi, di gente che fa come fan tutti c'è già pieno il web, e pure di gente bravina a farlo — che me frega di essere l'uno in più? Provo a seguire l'altra strada, cercando come tu dici la sintesi tra un approccio tecnico (che nel mio caso è assai indebolito dal mio essere niente più che un amatore) e il giusto proposito divulgativo o, meglio ancora, giornalistico. E' molto sbatti, richiede studio, passi falsi, spesso consulenze e dunque tempi lenti... ed ecco una ragione (insieme alla sensazione del "ma che scrivo a fare pezzi che manco io leggerei" riferita al format-recensione) per cui ormai scrivo pochissimo.

Tanto quel che mi piacerebbe saper dire prima o poi lo racconterà — meglio — Earworm.

 

Ma come si fa a fare una classifica dopo aver ascoltato -magari solo una volta -una manciata di quei CD che erano stati segnalati nei vari tabloids di musica e che poi sono ricomparsi regolarmente anche nelle classifiche dei redattori OR e dei followers,peraltro sovrapponibili?!?Io ,prima di stilare la mia list ,ho ascoltato più volte la maggior parte di musicisti  dientrambe le classifiche risultati poi top 50


  • 0

#98 Tom

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Inviato 31 dicembre 2018 - 11:19

 
1. ilramingo [108 punti] (come premio gli verrà intitolata la classifica del 2019, se me lo ricordo e se ci saremo ancora)

 

 

Grandissimo. 17 post in 12 anni, meta' dei quali nel 2006, poi solo classifiche di fine anno.

Uno stilita da forum.

 

Ma il tipo dei mega-listoni di fine anni contenenti solo cantanti donne? C'ha abbandonati anche lui? :(


  • 1

#99 Cyclo

    Palmen am balkon

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Inviato 31 dicembre 2018 - 11:28

 

 
1. ilramingo [108 punti] (come premio gli verrà intitolata la classifica del 2019, se me lo ricordo e se ci saremo ancora)

 

 

Grandissimo. 17 post in 12 anni, meta' dei quali nel 2006, poi solo classifiche di fine anno.

Uno stilita da forum.

 

Ma il tipo dei mega-listoni di fine anni contenenti solo cantanti donne? C'ha abbandonati anche lui? :(

 

 

No, Liutprando è vivo e lotta con noi asd

 

Ha messo nella sua classifica addirittura un album scelto anche da un altro votante (delusione  :rolleyes:).


  • 0

ma che te ne frega dei meno o dei più sei grande ormai, è ora di pensare a una moto di grossa cilindrata.

 

#100 solaris

    Simmetriade.

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Inviato 31 dicembre 2018 - 11:38

Mi spiace intervenire a questo punto, ma tant'è.

 

Posta la premessa – io non arrivo quasi mai a fine rece, anzi a volte c'arrivo saltando 3 paragrafi, e non credo di essere il solo – penso che le soluzioni non siano:

 

- mettere un limite ai caratteri arbitrario: c'è il disco da 8 in cui è difficile dire qualcosa oltre a "è bellissimo" e il disco da 5,5 che vivi in maniera combattuta, con aspetti che ti piacciono e altri che ti fanno incazzare, su cui spenderesti volentieri 10k caratteri;

 

- (ovviamente) farle diventare tutte racconti personali: è proprio la forzatura (che si percepisce attualmente) a renderle noiose, una forzatura diversa forse peggiorerebbe solo le cose;

 

- introdurre un criterio di competenza musicale: semplicemente non è realistico pensarlo, Syd. Quoto anche il discorso di wago su quanto potrebbe interessare / allontanare il pubblico. E mi permetto di aggiungere dubbi sull'ipotetica capacità tecnica della critica cinematografica o artistico-visiva di metter mano a sceneggiatura, fotografia o pennelli. Sinceramente credo che per i tuoi bisogni sian necessari altri canali;

 

- separare i boxettini in home fra microrece e rece approfondite: tanto quella home è già anacronistica com'è, introdurre un'ulteriore complicazione non risolverebbe nulla. E poi in quanti ci passano ancora?

 

- spingere perché OR diventi un agglomerato di blog / un aggregatore di firme e personalità: non è la sua cifra, oramai chi cerca or vuole un certo tipo di cosa, non ha senso venir meno ora a quella promessa, né andar contro all'idea di rivista online che ha il suo direttore.

 

- ignorare il fatto che affianco al sito c'è un forum, checché se ne dica ancora miracolosamente attivo, dove molte di queste esigenze già trovano soddisfazione, anche se in maniera meno costante e strutturata del sito.

 

 

 

A mio modo di vedere ci sarebbero due aree di intervento principale:

 

- far capire ai recensori che stanno scrivendo per chi legge. Che quei widget di spotify e youtube affianco alla rece vengono usati, che ne tengano conto. Che le frasi hanno senso se dicono qualcosa, non se ci stanno bene. Togliergli ogni limite di cartelle, in negativo e in positivo.

 

- quella tecnica, che butto lì giusto per sprecare due parole, ben sapendo che senza risorse e affidandosi alla beneficienza (che s'affida giustamente a piattaforme preesistenti) è difficile lavorar bene su questo. Oltre a ripensare completamente quella home in ottica 2019 una maggiore integrazione fra sito e forum (al posto degli inutili calendario e banner fisso di rock in onda vedere le copertine delle ultime uscite con link a rece/discussione, ad esempio; o, sul sito, visualizzare una anteprima del topic automatico della rece) non sarebbe una scemenza.

 

 

 

Ma si fa per parlare, eh. Viva ondarock che è già un miracolo che un sito del genere sia ancora vivo e attivo oggidì, bravo Claudione e tutti quanti.


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