Non sono proprio un esperto, quindi non starò a pontificare troppo. Ho visto Scott dal vivo nel 2015 ai tempi del chiacchierato e premiato "Stretch Music", uno show mozzafiato che mi ha sicuramente aiutato a fare chiarezza sul personaggio e gli intenti della sua musica. Ma non mi aspettavo proprio che facesse un album come questo "Ruler Rebel"; stretch music non è solo la label, ma è il nome che lui stesso usa per definire il proprio suono: un mix di jazz, soul e afro-cubanismi con punte di trap, elettronica e calura mariachi, la quintessenza della New Orleans più contaminata e modernista. Io ci trovo dentro anche elementi di trip-hop e downtempo, sprazzi new-age e il David Sylvian spirituale di "Dead Bees On A Cake" - tutte cose che amo moltissimo e che quindi mi intrigano a pelle all'istante.
Ad Alessandro non è piaciuto tantissimo , mi rendo conto che come disco possa essere spiazzante, e che le atmosfere un po' nu-jazz non siano poi così acclamate dagli amanti, ma sicuramente vi descrive il tutto meglio di come non riesca a farlo io. Sta però di fatto che dalla pubblicazione a marzo fino ad oggi non ho mai smesso di ascoltarlo, segno che queste atmosfere semplicemente mi catturano.
La title track per dire è meravigliosa, infila una serie di momentini topici uno dietro l'altro, dal piano verso il minuto 4 fino all'ingresso della tromba:
Bandcamp, la mia amata piattaforma preferita dove - oltre allo streaming - c'è la lista di tutti i collaboratori al disco.