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Classifica O Lista Filosofi Viventi E Di Come Valutano L'attuale Condizione Dell'uomo Nel Mondo


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175 replies to this topic

#101 frankie teardrop

    The scars on my wrists may seem like a crime

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Inviato 11 gennaio 2018 - 21:22

 

 

NON SI POTREBBE SEMPLIFICARE per un novizio (è evidente nel titolo del topic l'intento di restare in superficie) la visione del mondo dei filosfi contemporanei?

 

 

 

 

Se vuoi semplificare, se vuoi restare in superficie ci sono già i giornalisti e i sociologi.

 

 

Almeno su questo siamo d'accordo...
Comunque, io passo... se qualcuno vuole dirmi perché ritiene Severino un venditore di fumo, c'è il thread "Filosofeggiando". 
Saluti. 


  • 0

#102 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 11 gennaio 2018 - 21:57

 

 

NON SI POTREBBE SEMPLIFICARE per un novizio (è evidente nel titolo del topic l'intento di restare in superficie) la visione del mondo dei filosfi contemporanei?

 
No. Non si può semplificare (tutto).
 
Se vuoi semplificare, se vuoi restare in superficie ci sono già i giornalisti e i sociologi per quello.

No ravel, qua ha ragione succo, almeno nelle intenzioni, poi si è espresso male.
Ha chiesto di nominare e possibilmente riassumere l'ambito in cui sono rivolte le attenzioni di filosofi moderni che parlino dell'uomo moderno; si è finiti a parlare delle solite (e questo è il grave) robe di Severino.
Io pure ho ribadito brevemente un appello un po' focalizzato e Ronald Regaz lo ha ripreso bene.
Poi se dovessi chiedere personalmente a te, ti chiederei di Heidegger e Jaspers, e anche a Reynard saprei un po' che domande fare, ad häxan, ma succo è stato più generale e a parte qualche buon suggerimento (che magari ancora non ha guardato) non è arrivato molto e soprattutto è arrivato "molto" altro.

 

 

Ma no... Ribadisco quello che ho scritto.

 

Succo si è espresso benissimo (uno) e può darsi che qualcuno abbia risposto perdendo di vista l'obiettivo (due).

 

Ma il tema resta non semplificabile. Lo dico perché succo non ha chiesto "cosa veramente ha detto Wittgenstein" (un bigino semplificato - quello sì! - non si nega a nessuno) ma ha chiesto "la visione del mondo dei filosfi contemporanei", non proprio una passeggiata di salute...

I filosofi contemporanei che cercano di interpretare la modernità (e la postmodernità) nella stragrande maggioranza dei casi risalgono (seppure in modo e con intenti diversissimi) fino alla metafisica e all'ontologia greche (Nietzsche, Heidegger, ma anche Hegel e - via Hegel - Marx, naturalmente Severino, ecc.).

E - più genericamente detto - risalgono la storia della filosofia (tutta!) perché è in quella che ci sono gli snodi cruciali dove è possibile "leggere" quello che è accaduto e spiega (sic) l'oggi.

 

Come vuoi sperare di semplificare... ? Si tratta di avere pazienza e mettercisi con calma.
Se interessa.
 


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«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#103 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 11 gennaio 2018 - 22:01

 

 

 

NON SI POTREBBE SEMPLIFICARE per un novizio (è evidente nel titolo del topic l'intento di restare in superficie) la visione del mondo dei filosfi contemporanei?

 

 

 

 

Se vuoi semplificare, se vuoi restare in superficie ci sono già i giornalisti e i sociologi.

 

 

Almeno su questo siamo d'accordo...
Comunque, io passo... se qualcuno vuole dirmi perché ritiene Severino un venditore di fumo, c'è il thread "Filosofeggiando". 
Saluti. 

 

 

Chiudiamo una volta per tutte questa faccenda. Io reputo Severino un venditore di fumo quando pubblica su un qualsiasi argomento testi molto loffi. Per me i libri editi con la Rizzoli sono marchette ben pagate e nulla più(robe che peraltro strizzano l'occhio un po' alla bioetica, un po' alla politica, l'Islam). A livello proprio dei giornalisti e dei sociologi citati da Ravel. Testi giustamente ignorati dalla cultura accademica. Più vicini a quelli divulgativi di Russell che a veri testi di filosofia. Diversi sono i testi pubblicati da Adelphi, dove peraltro secondo me, tranne rari guizzi, mi sembra che ripeta sempre, più o meno, la stessa cosa(di indubbio interesse va detto, almeno all'inizio).

Nulla toglie che su un forum mi sembra anche abbastanza forzato sfidare l'utenza a provare che Severino è un venditore di fumo, se come dici tu neanche Donà in libri da 500 pagine ci riesce.

Più studio filosofia e più mi rendo conto che il fatto centrale non è chiudere la questione, ma vivere il problema. Questo furore del confutare, del demolire, del disfare, del mandare al macero le pagine di altri. Boh più vado avanti e più lo trovo insopportabile. Questo non vuol dire relativismo, ma essere consci dei limiti, così come dei pregi dei diversi filosofi, delle diverse scuole/orientamenti. Delle questioni che un pensatore intercetta, rielabora...


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#104 frankie teardrop

    The scars on my wrists may seem like a crime

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Inviato 11 gennaio 2018 - 22:07

ti sembra questo e quello... ma non vedo parole sulla sua filosofia, sui fondamenti della stessa e tutto il resto...

Insomma, stai semplificando!
Se hai interesse a discutere seriamente sulla sua filosofia con me, allora ne possiamo tranquillamente parlare nell'altro thread. Ma di leggere cose come "mi sembra", "fumo", etc. non mi interessa, perché è proprio questo modo di fare che contraddistingue la stragrande maggioranza dei critici di Severino: gente che parla per sentito dire e non legge le sue opere.

i libri della Rizzoli sono semplificazioni delle sue posizioni più importanti espresse nei testi più importanti... ma si tratta di semplificazioni che non "banalizzano" il suo pensiero, anzi!


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#105 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 11 gennaio 2018 - 22:10

 

 

 

NON SI POTREBBE SEMPLIFICARE per un novizio (è evidente nel titolo del topic l'intento di restare in superficie) la visione del mondo dei filosfi contemporanei?

 
No. Non si può semplificare (tutto).
 
Se vuoi semplificare, se vuoi restare in superficie ci sono già i giornalisti e i sociologi per quello.

No ravel, qua ha ragione succo, almeno nelle intenzioni, poi si è espresso male.
Ha chiesto di nominare e possibilmente riassumere l'ambito in cui sono rivolte le attenzioni di filosofi moderni che parlino dell'uomo moderno; si è finiti a parlare delle solite (e questo è il grave) robe di Severino.
Io pure ho ribadito brevemente un appello un po' focalizzato e Ronald Regaz lo ha ripreso bene.
Poi se dovessi chiedere personalmente a te, ti chiederei di Heidegger e Jaspers, e anche a Reynard saprei un po' che domande fare, ad häxan, ma succo è stato più generale e a parte qualche buon suggerimento (che magari ancora non ha guardato) non è arrivato molto e soprattutto è arrivato "molto" altro.

 

 

Ma no... Ribadisco quello che ho scritto.

 

Succo si è espresso benissimo (uno) e può darsi che qualcuno abbia risposto perdendo di vista l'obiettivo (due).

 

Ma il tema resta non semplificabile. Lo dico perché succo non ha chiesto "cosa veramente ha detto Wittgenstein" (un bigino semplificato - quello sì! - non si nega a nessuno) ma ha chiesto "la visione del mondo dei filosfi contemporanei", non proprio una passeggiata di salute...

I filosofi contemporanei che cercano di interpretare la modernità (e la postmodernità) nella stragrande maggioranza dei casi risalgono (seppure in modo e con intenti diversissimi) fino alla metafisica e all'ontologia greche (Nietzsche, Heidegger, ma anche Hegel e - via Hegel - Marx, naturalmente Severino, ecc.).

E - più genericamente detto - risalgono la storia della filosofia (tutta!) perché è in quella che ci sono gli snodi cruciali dove è possibile "leggere" quello che è accaduto e spiega (sic) l'oggi.

 

Come vuoi sperare di semplificare... ? Si tratta di avere pazienza e mettercisi con calma.
Se interessa.
 

 

 

Ravel però il nome più contemporaneo che hai fatto è Heidegger :(

Non metto in dubbio che tutti i filosofi risalgano la storia della filosofia tutta, però insomma con i dovuti distinguo eh.

A me sembra che succo chiedesse un modo veloce di avere una panotamica su chi secondo voi merita di essere letto e ascoltato

Nomi, volti, di filosofi degni di essere letti. Magari anche a livello introduttivo. Dai credo si possa fare anche se la questione in sè rimane pressoché insondabile. Dico consigliare libri per approciare la questione


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#106 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 11 gennaio 2018 - 22:16

ti sembra questo e quello... ma non vedo parole sulla sua filosofia, sui fondamenti della stessa e tutto il resto...

Insomma, stai semplificando!
Se hai interesse a discutere seriamente sulla sua filosofia con me, allora ne possiamo tranquillamente parlare nell'altro thread. Ma di leggere cose come "mi sembra", "fumo", etc. non mi interessa, perché è proprio questo modo di fare che contraddistingue la stragrande maggioranza dei critici di Severino: gente che parla per sentito dire e non legge le sue opere.

i libri della Rizzoli sono semplificazioni delle sue posizioni più importanti espresse nei testi più importanti... ma si tratta di semplificazioni che non "banalizzano" il suo pensiero, anzi!

 

Non credo che seriamente si

 

ti sembra questo e quello... ma non vedo parole sulla sua filosofia, sui fondamenti della stessa e tutto il resto...

Insomma, stai semplificando!
Se hai interesse a discutere seriamente sulla sua filosofia con me, allora ne possiamo tranquillamente parlare nell'altro thread. Ma di leggere cose come "mi sembra", "fumo", etc. non mi interessa, perché è proprio questo modo di fare che contraddistingue la stragrande maggioranza dei critici di Severino: gente che parla per sentito dire e non legge le sue opere.

i libri della Rizzoli sono semplificazioni delle sue posizioni più importanti espresse nei testi più importanti... ma si tratta di semplificazioni che non "banalizzano" il suo pensiero, anzi!

 

Vez ribaltiamo la questione. Dimmi tu quali sono secondo te i punti deboli della filosofia di Severino. Anche quelli scovati da altri(Donà, Vitiello, Messinese,...). Se no non andiamo più avanti


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#107 frankie teardrop

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Inviato 11 gennaio 2018 - 22:18

 

ti sembra questo e quello... ma non vedo parole sulla sua filosofia, sui fondamenti della stessa e tutto il resto...

Insomma, stai semplificando!
Se hai interesse a discutere seriamente sulla sua filosofia con me, allora ne possiamo tranquillamente parlare nell'altro thread. Ma di leggere cose come "mi sembra", "fumo", etc. non mi interessa, perché è proprio questo modo di fare che contraddistingue la stragrande maggioranza dei critici di Severino: gente che parla per sentito dire e non legge le sue opere.

i libri della Rizzoli sono semplificazioni delle sue posizioni più importanti espresse nei testi più importanti... ma si tratta di semplificazioni che non "banalizzano" il suo pensiero, anzi!

 

Non credo che seriamente si

 

ti sembra questo e quello... ma non vedo parole sulla sua filosofia, sui fondamenti della stessa e tutto il resto...

Insomma, stai semplificando!
Se hai interesse a discutere seriamente sulla sua filosofia con me, allora ne possiamo tranquillamente parlare nell'altro thread. Ma di leggere cose come "mi sembra", "fumo", etc. non mi interessa, perché è proprio questo modo di fare che contraddistingue la stragrande maggioranza dei critici di Severino: gente che parla per sentito dire e non legge le sue opere.

i libri della Rizzoli sono semplificazioni delle sue posizioni più importanti espresse nei testi più importanti... ma si tratta di semplificazioni che non "banalizzano" il suo pensiero, anzi!

 

Vez ribaltiamo la questione. Dimmi tu quali sono secondo te i punti deboli della filosofia di Severino. Anche quelli scovati da altri(Donà, Vitiello, Messinese,...). Se no non andiamo più avanti

Non andiamo più avanti perché mi sa che tu non conosci bene le cose di cui stai parlando...

Ma potrei sbagliarmi... e, quindi, mi piacerebbe, per dire, capire cosa pensi del suo primo libro, La struttura originaria, che è anche il libro fondamentale della sua ricerca filosofica, quello che ha poi sviluppato nel corso degli anni. 


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#108 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 11 gennaio 2018 - 22:48

Va bene. Mettiamo che io non sappia nulla(cosa che cmq non mi sembra corrispondere al vero dato che ho fatto un esame di teoretica sul rapporto tra Bontadini e Severino). Tolto questo, spiegami nel modo più semplice possibile i punti più problematici del pensiero severiniano.
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#109 frankie teardrop

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Inviato 11 gennaio 2018 - 22:55

Va bene. Mettiamo che io non sappia nulla

 

Mettiamo? E' come pensavo: parli sulla base di una conoscenza pari allo zero del pensiero severiniano. Non è così che funziona. Non devo spiegarti io come stanno le cose. Sei tu che dovevi spiegarmi perché il pensiero di Severino è poca cosa, una supercazzola o quello che vuoi. 
Se sai farlo, bene. Altrimenti, passa, che fai più bella figura. 
 


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#110 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 11 gennaio 2018 - 23:08

Vai a fare in culo. Che poveraccio che sei. Ti dico di spiegarmi che cosa che non va nel pensiero di Severino(stai parlando cmq con un laureato in filosofia, credo che se me lo spieghi in termini minimi ce la posso fare) e tu non mi dici un cazzo. La figura di merda la stai facendo tu. Segnalami che tanto che cazzo me ne frega di stare a parlare con un coglione del genere. Infame
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#111 frankie teardrop

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Inviato 11 gennaio 2018 - 23:10

Vai a fare in culo. Che poveraccio che sei. Ti dico di spiegarmi che cosa che non va nel pensiero di Severino(stai parlando cmq con un laureato in filosofia, credo che se me lo spieghi in termini minimi ce la posso fare) e tu non mi dici un cazzo. La figura di merda la stai facendo tu. Segnalami che tanto che cazzo me ne frega di stare a parlare con un coglione del genere. Infame

 

cvd  :wub: 
 


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#112 Guest_Michele Murolo_*

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Inviato 11 gennaio 2018 - 23:16

Ma cvd cosa? Cosa? Cosa? Dai che sono l'unico che ti cagava in sto forum di merda. Vediamo quanti stanno a discutere con te
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#113 frankie teardrop

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Inviato 11 gennaio 2018 - 23:19

Se nessuno vuole discutere di Severino, amen (non me lo ha mica ordinato il dottore di discutere di Severino su OR!)
l'importante è che se qualcuno vuole farlo, lo faccia sulla base di una seria lettura dei suoi testi, perché, per quanto lo si possa schifare, Severino, come tutti i filosofi rigorosi, va letto con rigore e non "ad minchiam". 
La filosofia è una cosa seria. Non si può semplificare. Ci vuole pazienza e passione. 


  • 0

#114 sfos

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Inviato 12 gennaio 2018 - 09:24

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"The sun was setting by the time we left. We walked across the deserted lot, alone. We were tired, but we managed to smile."

#115 bachi

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Inviato 12 gennaio 2018 - 09:54

frank , non avevo più risposto perché la cosa si era fatta noiosa. ma dato che il maledetto treno è fermo e il topic mi sembra comunque andato a puttane , lo faccio ora.



Io e mondo sono semplicemente lo "stesso". Infatti, non si dà mai io senza mondo e viceversa. Se appare un albero, quell'albero appare ad un soggetto, altrimenti, a rigor di logica, non si può nemmeno parlare di "apparire". Eccolo, il nesso: Soggetto-Oggetto. La simultaneità dei due è il nesso ineludibile.

Alla base della "struttura originaria", vi è sia l'immediatezza logica che quella fenomenologica. L'albero che appare è "albero" perché, insieme , non-è "qualcos'altro". Il suo apparire presuppone, insieme, l'apparire di uno sfondo (il Soggeto = Coscienza) e l'apparire dell'Oggetto. Soggetto e Oggetto = nesso.

questa è una tautologia. la definizione di "apparire" presuppone un rapporto sogetto/oggetto. perciò dire che fra oggetto e soggetto c'è un nesso PERCHÉ l'oggetto appare al soggetto è una affermazione del conseguente. sì, la percezione è sempre soggettiva, così come il soggetto non esiste senza percezione dell' oggetto. e quindi?



Tu dici che nessuno sa dire quando l'io(-mondo) appare e quando scompare. Appunto: è impossibile, per un Io, sperimentare sia il proprio inizio che la propria fine. Ergo, l'Io è "eterno". Vedi Meister Eckhart. L'"io" non sperimenta mai la propria origine (non appare mai, in me, il mio "primo momento di coscienza"), e nemmeno la propria fine (non appare mai, in me, il mio "ultimo momento" --- > se apparisse, non sarebbe l'ultimo...).

il fatto che non sia possibile stabilire i limiti dell'io non dimostra affatto la sua eternità , ma l'imprecisione del concetto.



Un nesso che consente anche al "numero", alla "retta" e a tutte le idee possibile di essere ciò che sono. Infatti, se non appare lo sfondo ultimo (l'Apparire trascendentale), come può apparire un qualsiasi "ente"?

P.s.: che, poi, se "io", "mondo" e "nesso" sono idee non rigorose, lo sono perché appaiono a qualcuno come tali... appaiono, come tali, ad un "io"... Ma se l'"Io" non è un'idea rigorosa, nemmeno "numero" o "linea" possono apparire "rigorose", venendo meno lo sfondo ultimo in cui ogni idea può apparire.

Insomma, non si capisce in che modo un'idea qualsiasi possa apparire come "rigorosa" o "non rigorosa" se non si dà fondamento RIGOROSO allo sfondo ultimo dell'apparire. Se, ancora, la coscienza che mostra "a me" il mondo è una semplice astrazione, allora tutto è una semplice astrazione, anche la negazione della stessa coscienza. Ma, dunque, a chi appare il carattere "astratto" della coscienza se non alla coscienza stessa? Dunque, almeno la coscienza (nesso Io-Mondo) è ineludibile fondamento...

abbiamo un' idea imprecisa dell' "io" , ma precisa delle nozioni matematiche, perché "retta" , "numero" sono rappresentazioni compiute, mentre "io" , "mondo" sono concetti, allusioni. di conseguenza le prime si prestano a costruzioni logico-deduttive, elaborano modelli che traducono la realtà sempre nello stesso modo, quindi la "prevedono", o meglio ne prevedono le future misurazioni, le seconde invece ,quelle verbali severiniane , no. non si tratta di stabilire una gerarchia ontologica (lo possiamo fare, e anche qui sbagli, e francamente spero che severino non faccia davvero il discorso: "siccome retta è "contenuta" nello sfondo-io, allora nemmeno la retta è un concetto rigoroso") non si tratta di stabilire una gerarchia , dicevo, fra "io" e "punto", ma di decidere se le regole deduttive si applichino a "io" o a "mondo" con la stessa coerenza con cui si applicano a "punto" o "numero".
per te sì perché credi che "io" , "mondo" e "nesso" siano postulati, per me no, perché li ritengo deboli approssimazioni.


comunque l'obiezione fondamentale al tuo post è la prima, cioè che di fatto non hai scritto niente di concreto se non la def. di "apparire".
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#116 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 11:37

allora, finalmente qualcuno che discute seriamente
andiamo per ordine:

1) il fatto che l'apparire presupponga un nesso ineludibile ed innegabile tra Soggetto e Mondo significa che l'uomo non è un essere qualunque e che, quindi, la sua svalutazione nichilistica è insensata: l'uomo non inizia mai ad esistere e non smette mai di farlo, perché la sua "coscienza di autocoscienza" è sempre salva dalla percezione della sua stessa nientificazione (nulla) e, quindi, si sperimenta, nel suo fondo, come eterna - "eterna" nel senso che la sua esperienza gli rimanda, sempre e comunque, l'Essere... La morte, dunque, è, per ogni Io, un "impossibile", dato che la percezione del mio "essere morto", in quanto "percezione" è COMUNQUE un campo di significazione, un "è"...

2) ripeto: se l'Io è impreciso (l'io inteso come "apparire" del nesso Soggetto-Mondo o "coscienza di autocoscienza"), allora è imprecisa anche la tua stessa affermazione relativa ai limiti dell'Io! Come si può pretendere di dire qualcosa di "saldo" se ciò che è la fonte di questo dire è "impreciso"?

3) Come può essere precisa la definizione di "retta", "numero" o di un altro concetto matematico se chi sperimenta queste definizioni (l'IO!) è impreciso? Ricordati: affinché ci sia matematica, fisica o qualunque altra scienza deve INNANZITUTTO apparire lo sfondo in cui qualcosa può darsi come "concetto", "definizione", etc. Ma se questo sfondo è impreciso, se i suoi limiti sono vaghi, allora l'apparire in esso di qualcosa resterà sempre "vago"....

Prendiamo, ad esempio, il concetto di "punto". La definizione di "punto" presuppone che essa sia diversa dalla definizione di "retta", "linea", "X", "Y", etc. Insomma, la suddetta definizione è, insieme, se stessa e non altro. Identità e differenza sono proprio due dei concetti basilari di quello che Severino chiama "campo persintattico" della struttura originaria, cioè quell'insieme di determinazioni che sono NECESSARIE affinché qualcosa possa apparire. Come vedi, ancor prima che il "punto" possa darsi come "punto", c'è bisogno che appaia qualcos'altro: la struttura originaria...

 

Insomma: se non appare la "coscienza di autocoscienza" (il nesso Soggetto-Mondo), come può apparire qualcosa? Qualsiasi cosa? Severino ha fondato, con la struttura originaria, il punto saldo di qualsiasi "apparire". La struttura originaria, infatti, è lo sfondo ultimo in cui qualsiasi cosa può apparire. L'apparire di "X", per esempio, è possibile solo se, INNANZITUTTO, appare la "coscienza di autocoscienza" che è, insieme, coscienza dell'eternità del "nesso" (eterno = mai preda del nulla; eternità di un ente = quest'ente non è mai separato dal suo "è") e coscienza del fatto che questo "nesso" rappresenta lo sfondo di ogni "posizione determinata dell'apparire". 

Quelle che sembrano costruzioni verbali senza senso rappresentano, invece, il "campo di possibilità" ultimo di ogni esperienza. Anche di quella matematica. 
Per usare una bellissima metafora dello stesso Severino: "affinché appaiano gli astri o gli uccelli, deve innanzitutto apparire il cielo...". 


  • 0

#117 ravel

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Inviato 12 gennaio 2018 - 11:37

 

Ravel però il nome più contemporaneo che hai fatto è Heidegger :(

 

Sì, hai ragione.

E siccome non sono proprio updated con quelli... più contemporanei lascio la cosa a chi ne conosce di più (ma nomi ne ho anche letti, però, Nancy, Zizek ecc.).

 

Non ti nascondo, però, che quel (poco) che ho letto di loro mi è parso derivativo (e dipendente, sia pure per contrasto, molto palese il caso di Severino fra l'altro) dalle letture dei "maggiori", come Heidegger (o persino Hegel!), ragione per cui alla fine forse è meglio leggersi... gli originali.
Ma comunque questa è un'opinione personale...


  • 0

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(k. jaspers)

 

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#118 bELLE ELLEish

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Inviato 12 gennaio 2018 - 12:05

@frankie

1) qualsiasi oggetto è soggetto a qualcosa e di qualcosa, in un nesso con altri, e non è una specificità umana quindi; per come definite gli enti, sono tutti ugualmente e non interessantemente "salvi"

2) non è vero, come non è univocamente corretto il tuo concetto di limite, vedasi in matematica. Quello che fate in pratica è dire che il segmento in (a, b) è più lungo e infinitamente lungo, al contrario di quello in [a, b]

3) non credo siano particolarmente precise quelle definizioni, si parte sempre da basi assiomatiche, di cui bisogna fidarsi o la cui verità è comunque al di fuori dal sistema che poi ci si costruisce sopra; altrimenti si ricorre in tautologie severiniane che continuano ad apparire inutili

È tutto terrore di morire


@raveL
può essere ma va detto che gli originali vivevano altri mondi e va bene se qualcuno li aggiorna, perché non possono più farlo loro. Basta dare a Cesare il suo
  • 1

A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#119 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 12:09

@frankie

1) qualsiasi oggetto è soggetto a qualcosa e di qualcosa, in un nesso con altri, e non è una specificità umana quindi; per come definite gli enti, sono tutti ugualmente e non interessantemente "salvi"

2) non è vero, come non è univocamente corretto il tuo concetto di limite, vedasi in matematica. Quello che fate in pratica è dire che il segmento in (a, b) è più lungo e infinitamente lungo, al contrario di quello in [a, b]

3) non credo siano particolarmente precise quelle definizioni, si parte sempre da basi assiomatiche, di cui bisogna fidarsi o la cui verità è comunque al di fuori dal sistema che poi ci si costruisce sopra; altrimenti si ricorre in tautologie severiniane che continuano ad apparire inutili

È tutto terrore di morire


@raveL
può essere ma va detto che gli originali vivevano altri mondi e va bene se qualcuno li aggiorna, perché non possono più farlo loro. Basta dare a Cesare il suo

 

 

1) il "qualcosa di qualcosa" di cui parli presuppone, in ogni caso, l'apparire di una "coscienza di autocoscienza" (nesso S-M)... come potrebbe, altrimenti, apparire il tuo stesso tentativo di negare questo?

2) no: se il punto cardine dell'esperienza non è "saldo", tutto quello che ad esso si manifesta NON E' saldo... è sempre "vago"...

perciò, l'ontologia, in quanto sapere che si dedica all'Essere in quanto "sfondo" ultimo delle cose, è sempre necessaria e mai banale; l'ontologia è la scienza ultima. 

3) se le mie definizioni non sono precise, allora negale in maniera incontrovertibile... ma se riesci a farlo, allora quello che avrai "costruito" sarà semplicemente una "struttura originaria", perché se poni un innegabile, allora poni ciò che non può mai essere tolto... Ma cos'è che non può mai essere tolto se non la stessa "luce" (= coscienza di autocoscienza" / struttura originaria) che lascia apparire ogni singola cosa? 
qui non si parla di verità relative, ma dell'unica verità innegabile, il fondo ultimo di ogni "apparire"

 

terrore di morire? anche esso è qualcosa che appare all'interno della "coscienza di autocoscienza"... ma appare il terrore (anche quello più radicale e devastante), mai l'oggetto verso cui questo terrore si protende... se si fa esperienza di questo, credimi, la vita cambia: non scompare il dolore, non scompaiono le sofferenze...ma di certo esse non sono "prefigurazioni di morte", ma solo "eventi" che ci appartengono e che confermano questo: che noi siamo sempre e comunque all'interno dell'esperienza dell'Essere. Sempre e comunque. 


  • 0

#120 bELLE ELLEish

    TOPAZIO

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Inviato 12 gennaio 2018 - 12:29

Ho capito ma non ho capito perché ammantare di parole poetiche (e fraintendimenti) la logica classica e ripetere sempre e solo le stesse cose, ossia che l'essere è e non può non essere.
Quanto al punto 1, non so se ci capiamo.
Una sedia non è un Io, ma è misura di ciò che l'affligge.

Comunque non è che io non muoio perché l'evento della morte non mi si presenta, bensì muoio in quanto smetto di presentarmi a me stesso, e questo genere di evento si presenta continuamente a noi soggetti quando affligge altri oggetti. Quando mi muore il cane non c'è un oggetto fisico che scompare dallo spaziotempo, ma c'è un insieme di eventi che cessa e altri ne iniziano, ed è questo cambiamento la morte; nessuno svolazzo verbale può negare questo per quanto voglia minare la sicurezza delle parole usate per indicarlo, il tuo Io psicologico è salvato da Severino e forse avvicinerai il tuo limite senza paura nichilistica, ma stai certo che morirai comunque. Che la cosa non ti preoccupi è bene, ma che si debba leggere sempre lo stesso discorso di opacità presocratica no
  • 1

A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO

There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play

Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you


#121 Giuseppe Bergman

    Masturbatore

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Inviato 12 gennaio 2018 - 12:42

Ma chi è Severino? Ha qualcosa a che fare con l'oggetto del thread? Si, no? C'è qualcuno che consideri con buona creanza il concetto di OFF TOPIC???

 

Sono sei pagine che aspettiamo qualcuno che risponda al quesito originale della discussione, quesito peraltro non scontato e molto interessante specie per novizi o gente semplicemente curiosa. Invece state qui a cazzeggiare e a fare figuracce da accademici timorosi di abbassarsi la patta per primi nel malaugurato caso dovessero scoprire di avercelo più corto dell'altro, o peggio tutti corti allo stesso modo. Quoto Michele Murolo -> Infami


  • 0

" Chi lo sa veramente? Chi può qui dichiarare

da dove è stata prodotta, da dove viene la creazione?

Dalla creazione di questo universo gli Dei vennero successivamente:
chi allora sa da dove ciò è sorto? "


#122 frankie teardrop

    The scars on my wrists may seem like a crime

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Inviato 12 gennaio 2018 - 12:45

Purtroppo, quella logica classica di cui tu parli è, sin dalle sue primissime battute, inficiata dal problema del nulla... per cui essa è sfociata nel nichilismo, che è l'ombra che accompagna l'umanità. Quella logica non è stata mai veramente portata alle estreme conseguenze, nemmeno dallo stesso Parmenide. Che l'essere non possa mai svanire nel non-essere significa che un punto saldo c'è e si chiama "struttura originaria".
Non è un caso, poi, che proprio ne La struttura originaria (il libro del 1958), Severino abbia anche risolto, una volta e per tutte, l'antichissima questione dell'aporia del nulla!

 

La sedia non è l'io? E' ciò che l'affligge? Allora la domanda è: che cos'è la sedia oltre il nesso che la mantiene saldamente all'interno del campo della "struttura originaria"? E' qualcosa, no? E a chi appare questo qualcosa se non allo stesso nesso che "io" sempre sono?

Quanto alla morte: che il mio "essere morto" apparirà agli altri, ci siamo... ma il mio "essere morto" non riguarda me, perché la fine dell'essere (che è l'esperienza "eterna" del mio essere sempre in connessione col mondo) non può apparire a "se stesso"... Non è colpa mia se questa è l'"evidenza" che gli altri non vogliono vedere...


  • -1

#123 debaser

    utente stocazzo

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Inviato 12 gennaio 2018 - 13:23

Non è un caso, poi, che proprio ne La struttura originaria (il libro del 1958), Severino abbia anche risolto, una volta e per tutte, l'antichissima questione dell'aporia del nulla!

 

 

mettere in spoiler prego!!!


  • 5

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#124 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 13:44

sarebbe più interessante, non dico per me, eh, ma per quanti vogliono seguire la discussione, se ci limitassimo a fare interventi nel merito, invece di fare le solite battutine da quattro soldi... per quelle, ci sono altri spazi sul forum
grazie.


  • 0

#125 bachi

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Inviato 12 gennaio 2018 - 13:45

frank, ti ha già risposto ellefantin più o meno come avrei fatto io.

l'errore di base che fai è credere che i vocaboli indichino enti. devi uscire da quel circolo vizioso io-essere stile anselmo da aosta. (a scanso di equivoci, neanche la matematica è ontologica)



Non è un caso, poi, che proprio ne La struttura originaria (il libro del 1958), Severino abbia anche risolto, una volta e per tutte, l'antichissima questione dell'aporia del nulla!



mettere in spoiler prego!!!

AHAHAHAHAH
  • 0

#126 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 13:51

ma scusa, io ho posto la seguente domanda: 

 

che cos'è la sedia (esempio di ente qualsiasi) oltre il nesso che la mantiene saldamente all'interno del campo della "struttura originaria"? E' qualcosa, no? E a chi appare questo qualcosa se non allo stesso nesso che "io" sempre sono?

Insomma, che cos'è un "ente" se non appare ad un Soggetto che è INNANZITUTTO il luogo della significazione? Che cos'è un ente se non la sintesi originaria di immediatezza logica ed immediatezza fenomenologica, per usare la terminologia severiniana?

 

P.s.: se citi Anselmo, mostri proprio di non aver capito il discorso che sto facendo


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#127 bELLE ELLEish

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Inviato 12 gennaio 2018 - 13:55

ma scusa


:)
  • 0

A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.

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#128 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 13:57

:)

 

e?


  • 0

#129 bachi

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Inviato 12 gennaio 2018 - 14:15

scusami se mi permetto e non prenderla male, ma hai scritto un'ovvietà.
hai scritto che la coscienza è fatta in uncerto modo e che in quel modo acquisisce informazioni.
dove sbagli, secondo me, è nel trattare la sedia come qualcosa di reale, ontologico. invece è un'approssimazione, un principium individuationis. e pertiene a quella categoria di principi che solo a breve termine si presta alle deduzioni logiche.

ho citato anselmo non perché tu abbia proposto il suo argomento, ma perché il tipo di errore che fai è lo stesso.
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#130 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 14:18

tu dici che la sedia è un approssimazione... ma è un'approssimazione lo sfondo in cui la sedia appare?
la struttura originaria è un approssimazione o un incontrovertibile sfondo?

la sedia può essere interpretata in tanti modi, ma la struttura originaria è un'interpretazione?


  • 0

#131 bachi

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Inviato 12 gennaio 2018 - 14:22

quello che chiami struttura originaria è un codice di traduzione dell'esperienza. che sappiamo essere difettoso, dato che continuiamo a cambiare interpretazione del divenire.

da qui la critica che facevo ai procedimenti deduttuvi bastati su nozioni confuse.
  • 0

#132 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 14:26

allora non capisci... 
e, quindi, riformulo: DOVE appare il continuo mutamento dell'esperienza?
se non c'è uno sfondo IMMUTABILE, come può qualcosa apparire come "mutabile"?

se la struttura originaria fosse un "mutabile", ci dovrebbe comunque essere un "punto saldo" rispetto a cui questa struttura appare come "mutabile"...

 


  • 0

#133 bachi

    aspirante indie

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Inviato 12 gennaio 2018 - 14:33

se rileggi, io non ho detto che la "struttura originaria" (mamma mia , che nome dimmerda) è mutabile. ho detto che molte delle interazioni oggetto-soggetto mutano, cadono in contraddizione, e che questo è dovuto, evidentemente, a un'imperfezione, una limitatezza della "struttura originaria".
limitatezza che ci impedisce di fare speculazioni su quello sfondo immutabile di cui parli. possiamo IMMAGINARE che ci sia, ma anche no. è irrilevante.
  • 0

#134 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 14:38

ma mostri di non aver capito che io sto proprio dicendo che è quello sfondo a non mutare mai... insomma, quando appare un qualsiasi "ente" (interpretabile quanto si vuole!), appare, NECESSARIAMENTE, quello sfondo ultimo (caratterizzato dalle determinazioni che costituiscono il campo persintattico) che rende possibile ogni "apparire determinato"

X è X e non Y: ciò è possibile solo se, innanzitutto, Io sono cosciente di essere Io e di essere, sempre e comunque, in relazione ad un "mondo"... anzi, di essere, sempre e comunque, un io-mondo

 


  • 0

#135 100000

    Enciclopedista

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Inviato 12 gennaio 2018 - 14:41

Se non potete spostare il frankie vs tutti, potreste spostare il resto del topic. Questo lo rinominiamo e via.

Succo, agisci.


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#136 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 14:45

 frankie vs tutti.

 

 

asd


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#137 bachi

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Inviato 12 gennaio 2018 - 14:51

e si torna a bomba su quello che dicevo prima. continui a "ontologizzare" le percezioni , non se ne esce. per te a ogni "sedia" corrisponde un ente-sedia, punto. solo per il fatto che 'appare'. ma si può ragionare così?
io separo l'insieme delle interzioni io-oggetto , la struttura originaria o come vuoi chiamarla, dall'immutabilità dell'assoluto , ammesso che un assoluto esista, perché non è lecito fare altrimenti, non perché nom capisco quel cazzo che vuoi dire.
  • 0

#138 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 14:53

scusa, ma cosa sarebbe l'assoluto che separi dall'"'insieme delle interezioni io-oggetto"?

se è un assoluto e lo separi da qualcosa, questo qualcosa, non rientrando nell'assoluto, nega l'assolutezza di quell'assoluto...

e soprattutto: a chi appare quell'assoluto?


  • 0

#139 bachi

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Inviato 12 gennaio 2018 - 14:56

ma tu sei un filosofo/studente di filosofia? o ti occupi solo di severino?
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#140 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 15:00

è possibile occuparsi solo di Severino senza studiare anche la filosofia in generale? Magari qualcuno lo fa, ma non vedo come possa capirci qualcosa...

e, comunque, questo non vedo cosa possa significare: stai discutendo, non vengo mica a chiederti il curriculum vitae
perciò, se vuoi continuare...


  • 0

#141 bachi

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Inviato 12 gennaio 2018 - 15:10

figurati, ero solo un po' sorpreso dalla tua domanda. comunque mi sa che non conviene che continuiamo. ognuno ha le sue idee, pace.
  • 0

#142 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 15:12

potresti almeno provare a rispondere alle mie ultime domande? 

qui non si tratta di avere idee diverse, ma di capire che la stessa diversità delle nostre idee è possibile solo perché appare qualcosa che rende possibile la DISTINZIONE... 


  • 0

#143 bachi

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Inviato 12 gennaio 2018 - 15:24

l'assoluto è ciò che parmenide chiama to on (o to eon, ora non ricordo in quale dialetto lo scrivesse). appare alla coscienza, ma dirlo è un'ovvietà perché vale anche per tutto il resto. di fatto, usata in questi termini, la nozione di coscienza è priva di contenuto. a meno che non crediamo alla logica dialettica di hegel e fichte, che ha una sua genialità "umanistica" , ma che qui non c'entra.
ripeto , il problema del tuo ragionamento è che credi che "oggetto" ,"sogetto" , "io" , "sedia" siano enti definiti da queste stesse parole. e non che queste parole, invece , indichino una parte del divenire che non regge deduzioni logiche all'infinito.
  • 0

#144 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 15:30

quel divenire può apparire come divenire se non appare la "stabilità" della struttura originaria?
se la struttura originaria è solo una illusione, allora anche la tua negazione di cui sopra è "illusoria"?

 

la nozione di coscienza non è priva di contenuto, semplicemente perché la "mancanza di contenuto" deve comunque apparire come tale... e a chi appare, se non alla coscienza, questa PRESUNTA mancanza di contenuto?

vedi, il problema sta tutto qui: qualsiasi de-finizione o non-definizione è possibile solo se la coscienza si sa come sfondo stabile
in caso contrario, non si capisce in che modo possa apparire anche la negazione di tutto e il contrario di tutto...


  • 0

#145 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 15:34

l'assoluto è ciò che parmenide chiama to on (o to eon, ora non ricordo in quale dialetto lo scrivesse). appare alla coscienza, ma dirlo è un'ovvietà perché vale anche per tutto il resto. 

 

L'assoluto non può apparire alla coscienza come un "che" di distinto da essa. Infatti, se questo fosse possibile, l'assoluto non sarebbe assoluto, perché avrebbe, fuori di esso, almeno la coscienza cui si mostra.
La verità, invece, dice questo: che la coscienza, come sintesi originaria di io-mondo, è l'ASSOLUTO. 


  • 0

#146 bachi

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Inviato 12 gennaio 2018 - 15:39

mi spiace frankie, stiamo girando in tondo.
se severino ha ragiione ci rivedremo tutti nell'eternità. anzi lo stiamo già facendo.
  • 0

#147 frankie teardrop

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Inviato 12 gennaio 2018 - 15:43

non è certo in questo modo che fai onore alla tua capacità di discutere di filosofia...
le battutine, poi, lasciale altrove: qui si cerca di discutere seriamente, e io lo sto facendo, con ciò mostrandoti un certo rispetto e ponendoti interrogativi la cui risoluzione potrebbe dare un senso alle tue parole...
 


  • 0

#148 bachi

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Inviato 12 gennaio 2018 - 15:55

non sono battutine, non ti sto prendendo in giro. è un modo rilassato di chiudere la questione, una cosa tipo komisch sterben.
ovviemente grazie per il rispetto, ma non possiamo stare qui in eterno a discutere , if you know what i mean. ciao.
  • 0

#149 frankie teardrop

    The scars on my wrists may seem like a crime

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Inviato 12 gennaio 2018 - 16:02

pensavo ci fosse più sostanza nelle tue parole - insomma: alla fine, l'edificio che sembrava dovesse crollare resta lì, tranquillo è innegabile...  :firuli: 
in ogni caso, ciao.


  • -1

#150 markmus

    cui prodi

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Inviato 12 gennaio 2018 - 16:09

quel divenire può apparire come divenire se non appare la "stabilità" della struttura originaria?
se la struttura originaria è solo una illusione, allora anche la tua negazione di cui sopra è "illusoria"?

non si puo' semplicemente compararla alle cose circostanti senza fare riferimento alla "struttura originaria"?

(se ho capito cosa sia - sono ignorante di severino e di filosofia in generale, solo incuriosito dalla discussione logica/filosofica, sentiti libero di non rispondere se ho frainteso troppo le semplificazioni).

 

nel senso che se la sedia viene spostata tu lo capisci perche' e' piu' distante dalla porta per dire, la struttura originaria non dev'essere necessariamente stabile, o per lo meno non univoca. tant'e' che il movimento sarebbe percepito allo stesso modo sia da me che sono consapevole che il punto di riferimento e' in realta' mobile e ruota con me intorno all'asse terrestre, sia per il terrapiattista, che ha una percezione diversa.

 

non vuol dire quindi che si possono definire questi concetti anche in un contesto relativo, senza necessariamente ricorrere ad una struttura originaria?

 

la nozione di coscienza non è priva di contenuto, semplicemente perché la "mancanza di contenuto" deve comunque apparire come tale... e a chi appare, se non alla coscienza, questa PRESUNTA mancanza di contenuto?

anche qui, non si parla sempre di contenuto  / non-contenuto in relazione a qualcos'altro dal punto di vista di UN soggetto/coscienza? senza dubbio il soggetto e' quello che compara le cose, ma questa cosa non dimostra per forza che non esistano altre cose al di la' del soggetto (anche IL NULLA?).
non nega che tutto possa essere "Essere", ma non capisco perche' dimostri l'impossibilita' dell' "esistenza" del NON-essere, un mondo non raggiungibile da soggetti che possano percepirlo.
 

vedi, il problema sta tutto qui: qualsiasi de-finizione o non-definizione è possibile solo se la coscienza si sa come sfondo stabile. in caso contrario, non si capisce in che modo possa apparire anche la negazione di tutto e il contrario di tutto...

non sarebbe piu' corretto scrivere: "qualsiasi definizione o non-definizione e' possibile solo se la coscienza si PERCEPISCE come uno sfondo stabile"? perche' magari invece non lo e'.

 


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