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Ipcc // Climate Change: Scienza Ed Energia (Aka Fa Caldo)


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24 replies to this topic

#1 uomoz

    ឡុកឡាក់

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Inviato 20 novembre 2015 - 12:21

Dopo gli attentati di Parigi l'atmosfera continua a scaldarsi.

Mancano 10 gg all'inizio del COP21 e visto che in Francia ogni manifestazione pubblica è stata cancellata (era prevista una marcia con 200mila persone e numerose attività parallele per smuovere le trattative) ed i media coprono unicamente gli avvenimenti degli attentati del 13/11, è giunta l'ora di parlare di quanto sta accadendo a livello scientifco e di politica per l'ambiente.
Esiste un certo consenso sull'origine antropogenica del riscaldamento del pianeta, e sebbene si cerchi di debunkare questa teoria, al momento non esistono alternative veramente comprovate ad un'origine naturale del cambiamento climatico.


Al di là di visioni utopiche e pacifiste riguardanti l'argomento, apriamo il topic che discute:

 

- innovazioni tecnologiche del settore energetico ed ambientale

 

- ultimi risultati scientifici sull'argomento

 

- strumenti di mitigazione

 

- environmental hazards

 

Per concludere:

 

http://www.newyorker...-hope-for-peace
 

In più un'intervista di Bill Gates sull'importanza di una transizione energetica, e lo state of the art sull'argomento esposto dal 5th Report del 2013 dell'IPCC.



NB: Per quanto personalmente sia nel settore (solo lato scientifico), è difficile coprire i singoli aspetti dell'argomento, per cui la discussione di modelli di analisi dei dati o di saggi, (ex: This changes everything, Naomi Klein) richiede tempo per essere trattata ampiamente. Per chi volesse cominciare a sensibilizzarsi all'argomento c'è un documentario molto buono sul tema: Chasing Ice.

chasing-ice-melting-glaciers-6.jpeg


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#2 Marguati

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Inviato 20 novembre 2015 - 16:28

Per chi volesse cominciare a sensibilizzarsi all'argomento c'è un documentario molto buono sul tema: Chasing Ice (2011-2012).


Nature Geoscience: Increased Arctic sea ice volume after anomalously low melting in 2013
Between autumn 2010 and 2012, there was a 14% reduction in Arctic sea ice volume, in keeping with the long-term decline in extent. However, we observe 33% and 25% more ice in autumn 2013 and 2014, respectively, relative to the 2010–2012 seasonal mean, which offset earlier losses.

Ma quindi se avesse fatto il documentario con un anno di ritardo avrebbe raggiunto la conclusione opposta?
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#3 uomoz

    ឡុកឡាក់

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Inviato 20 novembre 2015 - 17:05

 

Per chi volesse cominciare a sensibilizzarsi all'argomento c'è un documentario molto buono sul tema: Chasing Ice (2011-2012).


Nature Geoscience: Increased Arctic sea ice volume after anomalously low melting in 2013
Between autumn 2010 and 2012, there was a 14% reduction in Arctic sea ice volume, in keeping with the long-term decline in extent. However, we observe 33% and 25% more ice in autumn 2013 and 2014, respectively, relative to the 2010–2012 seasonal mean, which offset earlier losses.

Ma quindi se avesse fatto il documentario con un anno di ritardo avrebbe raggiunto la conclusione opposta?

 


Beh lui parla di ice sheets e non di arctic sea ice extent/volume che costituiscono l'ice shelf e che sono due cose diverse; il fatto che il volume del mare artico abbia avuto un' "anomalia" rispetto alle misurazioni precedenti non equivale al fatto che non ci sia un trend di diminuzione del volume totale del ghiaccio al polo artico (anche perchè bisogna considerare che ci sono le variazioni stagionali e che il 2013 appunto è stato un record di volume minimo). Inoltre, bisogna notare che le stazioni dell'EIS sono posizionate lungo ice sheets e quindi concordano con i risultati pubblicati dalla NASA.

EIS-location-map-AUG2015-1024x576.jpg


Utilizzando lo stesso tipo di ragionamento si potrebbe ipotizzare che il pianeta non si stia attualmente scaldando (il paradosso del climate hiatus) visto che i trend cambiano e le pendenze delle rette cambiano rispetto all'intervallo di misurazione.

La NASA ha recentemente pubblicato i risultati sulle misurazioni del volume del ghiaccio in Groenlandia, se guardi il trend su lunga scala e non semplicemente il trend di un piccolo intervallo definito si nota che il volume nel complesso sta diminuendo.



E per finire...



[Edit]: qualcuno mi può spostare la discussione in sezione Altro perfavore? Ho sbagliato sezione


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#4 auslöschung

    internal bio-reverb

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Inviato 20 novembre 2015 - 19:33

l'ho spostata, ma francamente a me sembrava avesse senso in vota la trippa. 


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#5 neuro

    king (beyond the wall)

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Inviato 20 novembre 2015 - 22:32

ti ringrazio per aver aperto questo dibattito

 

chiunque si legga i documenti dell'IPCC e continui a cincischiare è veramente fuori di testa

 

altra lettura consigliata l'ultimo della Klein, ma l'edizione italiana fa così vomitare, a partire dal titolo, che toccherebbe prenderlo in inglese


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apri apri, apri tutto!

#6 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 21 novembre 2015 - 15:04

mi spiegate voi in breve le cause antropog.

 

grazie

 

edit-> ho visto che qualche genio mi ha messo un meno: dico sul serio uomoz, grazie, bastano 2 righe, poi ti passo un bel disco ;-)


  • -1

 


#7 Limenitis

    sputasentenze

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Inviato 21 novembre 2015 - 15:16

Argomento che mi interessa parecchio, quando sono con una tastiera decente scrivo qualcosa.

Intanto questo è l'anno con più Acherontia atropos che io ricordi nella mia vita di entomologo dilettante.
  • 0

Stefano

 

 

Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!

 


#8 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 21 novembre 2015 - 15:17

 scrivo qualcosa.
 

 

ahia


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#9 Limenitis

    sputasentenze

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Inviato 21 novembre 2015 - 15:22

asd 4 righe, nessun pericolo per te
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Stefano

 

 

Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!

 


#10 uomoz

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Inviato 21 novembre 2015 - 17:40

Allora partiamo dalle basi

 

Fondamentalmente quasi tutta l'energia che raggiunge la terra arriva dal sole. L'assorbimento e l'emissione nello spazio dell'energia assorbita dalla terra e dall'atmosfera sono responsabili per la regolazione del clima e dei fenomeni metereologici. L'energia del sole una volta che raggiunge il pianeta viene immagazzinata in diversi sistemi che si scambiano il calore tra loro e che tendenzialmente raggiungono un equilibrio piuttosto stabile, visto che la temperatura del pianeta risulta tendenzialmente costante. Questi diversi sistemi sono: atmosfera, criosfera, gli oceani, e su minore scala biosfera e geosfera. 

L'atmosfera in particolare gioca un ruolo fondamentale perchè regola la quantità di radiazione che raggiunge la superfice del pianeta e perchè contemporaneamente regola la quantità di calore che lascia il pianeta; se la Terra non avesse un'atmosfera la temperatura media che si misurerebbe alla superfice sarebbe di ca. -18°C.

Si può definire un valore chiamato radiative forcing, RF, che misura la differenza tra energia che raggiunge la terra e l'energia che il pianeta riflette nello spazio. La terra ritiene parte dell'energia ricevuta dal sole non riflettendo il 100% di ciò che raggiunge la superfice del pianeta e per questo mantiene una temperatura media di 15°C. Questa figura mostra i diversi meccanismi che regolano questo equilibrio tra Terra-sole-spazio.

FT08-Raw-550x398.png

 

^Processi che coinvolgono il bilancio di energia del pianeta.

6rqm2y5q-1380278533.jpg

^Diversi fattori che modificano l'equilibrio della RF dell'atmosfera (colonnine che vanno a dx sono elementi che riscaldano e hanno valoti positivi ed accumulativi per la RF, a sx significa che hanno l'effetto opposto e raffreddano, vedi aerosol o nuvole)

L'atmosfera è composta al 78% di azoto, 21% di ossigeno, ca. 1% di argon, del vapore acqueo e <1% di altri gas definiti come trace gases. Sebbene la loro bassa concentrazione i trace gases modificano l'energia ritenuta nell'atmosfera e ne modificano inoltre la chimica. Tra questi gas ci sono principalmente: anidride carbonica, CO2, metano, CH4, nitrossido di azoto, N2O (gas esilarante, LOL?), l'acqua, H2O, halocarbons, che sono molecole organiche che contengono atomi di diversi alogeni (tipo i CFC e i HCFC).

La CO2 ad esempio assorbe energia a grandi lunghezze d'onda (gli infrarossi IR) e la immagazzina cominciando a vibrare e redistribuendo l'energia attorno, in questo modo cattura energia che sarebbe stata riemessa nello spazio e la trattiene nell'atmosfera che di conseguenza si riscalda, dando vita all'effetto serra. Il metano e l'acqua ad esempio immagazzinano più energia e sono dei gas serra più potenti rispetto alla CO2, solo che appunto il metano è presente in molta minore quantità nell'atmosfera. 

Il maggiore prodotto di scarto dei combustibili fossili è la CO2 che deriva dalla combustione di carbonio in presenza di ossigeno. Dalla rivoluzione industriale l'economia e l'energia che l'uomo utilizza sono dipendenti dai combustibili fossili che hanno trovato largo uso in diversi settori dall'industria, alla produzione di energia elettrica con le centrali a carbone. La quantità di CO2 emessa nell'atmosfera dall'uomo ha superato di gran lunga la quantità che serabbe emessa naturalmente dal pianeta annualmente e continua ad accumularsi in quanto ogni anno tendenzialmente aumenta la quantità di CO2 che l'uomo emette (ad eccezione del 2014-2015).

Di conseguenza l'atmosfera continua a scaldarsi. I poli in particolare sono molto più sensibili perchè non hanno veri e propri pozzi di CO2 (vegetazione ad esempio) e perchè hanno una chimica atmosferica molto più delicata. 

ça va?

 

PS: poi in realtà ci sono anche altri processi sempre derivati dall'attività umana che influenzano il clima, come il disboscamento e la produzione di aerosol (sempre dovuti all'immissione di sostanze nell'atmosfera).


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#11 uomoz

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Inviato 21 novembre 2015 - 17:45

ti ringrazio per aver aperto questo dibattito

 

chiunque si legga i documenti dell'IPCC e continui a cincischiare è veramente fuori di testa

 

altra lettura consigliata l'ultimo della Klein, ma l'edizione italiana fa così vomitare, a partire dal titolo, che toccherebbe prenderlo in inglese


Mi fa solo che piacere, io devo ancora leggere l'ultimo libro della Klein anche perchè è un malloppone. So che ne hanno tratto un documentario (e due, This changes everything) che stanno mostrando in giro per festival in europa e nel mondo (di sicuro era a Copenhagen al CPH:DOX il mese scorso).


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#12 uomoz

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Inviato 23 novembre 2015 - 11:28

 

Per chi volesse cominciare a sensibilizzarsi all'argomento c'è un documentario molto buono sul tema: Chasing Ice (2011-2012).


Nature Geoscience: Increased Arctic sea ice volume after anomalously low melting in 2013
Between autumn 2010 and 2012, there was a 14% reduction in Arctic sea ice volume, in keeping with the long-term decline in extent. However, we observe 33% and 25% more ice in autumn 2013 and 2014, respectively, relative to the 2010–2012 seasonal mean, which offset earlier losses.

Ma quindi se avesse fatto il documentario con un anno di ritardo avrebbe raggiunto la conclusione opposta?

 


Giusto per concludere, il progetto è andato avanti documentando in media 3 anni ogni stazione. Tanto per dire.


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#13 Marguati

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Inviato 23 novembre 2015 - 12:02

Si, gli anni precedenti al 2013

Non so se si era capito che il ridicolo stava nel fatto che questo era uno scettico (stando alla descrizione del video), poi è andato al polo nord e ha visto il ghiaccio ridursi e ha cambiato idea; se fosse andato nel 2013, dove il ghiaccio è aumentato del 33%, sarebbe rimasto scettico? davvero bastano delle immagini per prendere posizione in un dibattito che dovrebbe restare razionale e non emotivo?
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#14 uomoz

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Inviato 23 novembre 2015 - 13:32

non so se si era capito che il ridicolo stava nel fatto che questo era uno scettico (stando alla descrizione del video), poi è andato al polo nord e ha visto il ghiaccio ridursi e ha cambiato idea; se fosse andato nel 2013, dove il ghiaccio è aumentato del 33%, sarebbe rimasto scettico? davvero bastano delle immagini per prendere posizione in un dibattito che dovrebbe restare razionale e non emotivo?


Innanzitutto James Balog: [...]mountaineer with a graduate degree in geography and geomorphology[...] che poi ha intrapreso la carriera di fotografo. Non era uno scettico che si è convinto e redento, ma semplicemente ha voluto documentare quanto veloce fosse lo scioglimento del ghiaccio polare e della criosfera. Per questo motivo ha fondato l'EIS e si è appoggiato all'University of Boulder, Colorado (che è seconda solo al Caltech in merito alle Geoscienze) per portare avanti questo progetto di documentazione visiva.

Lo scopo è quello di documentare e sensibilizzare il grande pubblico su un argomento sottostimato, che viene visto soprattutto come un problema che si manifesterà lontano nel tempo e con effetti a lunga scala temporale, quando di fatto non lo è, e come è stato riportato è molto più veloce. 

Poi ripeto ice sheets e sea ice extent/volume sono due cose diverse e sebbene la media del 2013 sia più alta del 2010-2012 puoi notare che è comunque minore rispetto al 2004 e dipende sempre dal punto da dove cominci a fare la media per calcolare il trend.
 

 

Nature Geoscience: Increased Arctic sea ice volume after anomalously low melting in 2013
Between autumn 2010 and 2012, there was a 14% reduction in Arctic sea ice volume, in keeping with the long-term decline in extent. However, we observe 33% and 25% more ice in autumn 2013 and 2014, respectively, relative to the 2010–2012 seasonal mean, which offset earlier losses.

Ma quindi se avesse fatto il documentario con un anno di ritardo avrebbe raggiunto la conclusione opposta?

 
[edit]:
Poi bisognerebbe considerare che il 2013 e il 2014 sono stati due anni anomali e che probabilmente (perchè devono ancora spiegarlo ampiamente) ci siano stati dei fenomeni di aggiustamento a causa del riscaldamento del precedente periodo. Di fatti nello stesso periodo il Jet stream polare ha avuto una forte anomalia e si è esteso scendendo di latitudine rispetto a tutte le osservazioni precedenti (motivo per cui ci sono state le ondate polari nel nord-est degli USA). 
Se questo poi sia stata una delle cause per cui il mare artico si sia ghiacciato più degli altri anni precedenti è ancora da vedere visto che non si possono correlare direttamente essendo fenomeni più complessi.
 





Al di là del documentario in se, uno può sensibilizzare con immagini argomenti colmplessi anche sulla base di dati analitici. Secondo questa logica qualsiasi opera di divulgazione scientifica non dovrebbe andare oltre alla mera pubblicazione di articoli, e quindi qualsiasi sensibilizzazione ulteriore per un pubblico diverso dalla comunità scientifica rischierebbe di scadere nell'emotivo perchè suscita interesse oltre ai numeri.
 


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#15 Marguati

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Inviato 23 novembre 2015 - 15:53

Innanzitutto James Balog: [...]mountaineer with a graduate degree in geography and geomorphology[...] che poi ha intrapreso la carriera di fotografo. Non era uno scettico che si è convinto e redento,


Io leggo nella descrizione del video su youtube da te postato:

Acclaimed environmental photographer James Balog was once a skeptic about climate change.

L'hai scelto tu il link eh.

Poi se uno cerca di farmi prendere posizione facendo appello alla mia emotivita' per me mi sta manipolando - opinione che ho gia' espresso in passato su Vota la trippa. Siccome mi sta in culo essere manipolato, mi stanno un po' in culo anche operazioni del genere.

La divulgazione non c'entra assolutamente niente, perche' a differenza della climatologia non va cercando di costruire un consenso, informa soltanto. Gia' il fatto che usi la parola sensibilizzare ti dovrebbe far rendere conto che il tuo intento va oltre l'informare.
  • -1

#16 uomoz

    ឡុកឡាក់

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Inviato 23 novembre 2015 - 16:12

 

Innanzitutto James Balog: [...]mountaineer with a graduate degree in geography and geomorphology[...] che poi ha intrapreso la carriera di fotografo. Non era uno scettico che si è convinto e redento,


Io leggo nella descrizione del video su youtube da te postato:

Acclaimed environmental photographer James Balog was once a skeptic about climate change.

L'hai scelto tu il link eh.


Qui hai ragione, non avevo letto con attenzione la descrizione del video perchè avevo cercato il trailer e basta, visto che l'avevo visto in precedenza e non sottolineava di essere uno scettico, ma di esserne interessato in quanto fotografo. E qui chiedo pure scusa, anche se continuo a sostenere che c'è una differenza tra volume del ghiaccio come ice sheets e come volume del mare artico.

Per il resto, non credo sia una questione di manipolazione. Se ci tengo ad informare su una cosa che mi sta a cuore perchè secondo me è svalutata e sottovalutata, visto una campagna di disinformazione che è andata avanti per decenni, per te manipolo. Non so cosa dirti. Io cercavo di portare l'attenzione su questo tema che mi sembrava attuale visto che sarà un anno decisivo in merito.

Finisco dicendo che resti comunque intrattabile e demotivante, e già prima di aprire il topic immaginavo ti saresti comportato così visto come mi avevi già risposto in un'altra occasione; nemmeno fossi venuto a romperti le palle con la cazzata del Joylent, ti stai attaccando al fatto che fosse uno scettico prima di iniziare questo progetto, e sottolineo che anche tu parti da una posizione prevenuta rispetto al tema/topic dicendo che sulla climatologia si cerchi di creare un consenso visto che ogni spinta informativa in questo ambito viene vista come una spinta a prendere una posizione.


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#17 Limenitis

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Inviato 23 novembre 2015 - 16:35

Di conseguenza l'atmosfera continua a scaldarsi. I poli in particolare sono molto più sensibili perchè non hanno veri e propri pozzi di CO2

PS: poi in realtà ci sono anche altri processi sempre derivati dall'attività umana che influenzano il clima, come il disboscamento e la produzione di aerosol (sempre dovuti all'immissione di sostanze nell'atmosfera).



Quella del disboscamento è un po' una leggenda, a meno che non corrisponda con una desertificazione. Anche un campo coltivato fotosintetizza grosso modo come una foresta, e la gran parte dell'ossigeno derivante dai vegetali viene prodotto dalle alghe verdi.


Ci sono statistiche/studi che tengono conto anche dei cicli naturali nei cambiamenti climatici? Considerando che, a partire dal 1750 circa, le temperature sono andate aumentando, esistono gradienti per stabilire la % di fattore umano e quella naturale?
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Stefano

 

 

Sono stato ad un loro concerto in prima fila, impiedi. Ubriaco fracico ed erano convinte fossi un fan sfegatato, mi dedicavano le canzoni mentre io per quasi due ore urlavo: troieee!

 


#18 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 30 novembre 2015 - 12:22

il topic in terza pagina sulla crisi energetica risulta bloccato, cmq meritava un topic tutto per sè
 
si sta svolgendo il COP21 in Francia, difficile pensare che accadrà qualcosa di sconvolgente ma cmq per la presenza di (quasi) tutti è già una conferenza storica.
 
un ottimo link che spiega tutti gli obbiettivi principali
 
http://www.glistatig...lima-negoziati/


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#19 dirac

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Inviato 30 novembre 2015 - 20:50

a me fece impressione scendere per la passerella della Mer de glace:

 

dsc_1885.jpg?w=819&h=544

 

per il resto sono molto ignorante e spero sia tutta una bufala come il buco nell'ozono (che magari non lo era).


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#20 uomoz

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Inviato 01 dicembre 2015 - 11:50

Quella del disboscamento è un po' una leggenda, a meno che non corrisponda con una desertificazione. Anche un campo coltivato fotosintetizza grosso modo come una foresta, e la gran parte dell'ossigeno derivante dai vegetali viene prodotto dalle alghe verdi.

 

 

Quella del disboscamento non è una leggenda, nel senso che si considerano altri effetti quando si parla di agricoltura.
Infatti, sebbene più della metà dell'ossigeno terrestre sia emesso/prodotto dal phytoplankton ed il restante sia di derivazione vegetale (piante ed alberi), il problema principale del disboscamento a favore dell'agricoltura è che l'introduzione di agricolture intensive modifica il rapporto di nitrificazione/denitrificazione del terreno con conseguente innalzamento delle emissioni di N2O

Al momento la vegetazione è il mezzo più veloce ed economico di storage di CO2 rispetto al costo di una pompa di CO2 che ha costi elevati a parità di CO2 assorbita e stoccata.

Solitamente nel ciclo dell'azoto si instaura un equilibrio tra batteri/atmosfera/terreno che permette l'immagazzinamento di azoto atmosferico nel suolo. Questo azoto viene utilizzato dalla vegetazione per sopravvivere e crescere. Nel complesso le foreste hanno terreni abbastanza scarni di nutrienti ed il passaggio di un terreno da foresta ad un'agricultura intensiva, fa si che si consumi gran parte dell'azoto naturalmente presente nel suolo. Per rimediare a questo problema si incentiva l'introduzione di fertilizzanti sintetici a base di composti azotati (solitamente sali derivati dell'ammonio), nel complesso aumenta la concentrazione di azoto nel terreno, si incentiva la crescita intensiva delle piante, ma in contemporanea si causa un'eccessiva opera di denitrificazione nel terreno.
 

Il processo di denitrificazione che si attiva nel suolo produce nitrati e N2O, e questa è probabilmente la conseguenza più significativa dell'utilizzo di fertilizzanti sintetici a base di azoto. L'N2O viene successivamente emesso nell'atmosfera, mentre i nitrati che si generano possiedono un'alta mobilità nel terreno (una volta introdotti come fertilizzanti) ed arrivano facilmente alle falde acquifere (oltre ad essere tossici per buona parte delle forme di vita terrestri). L'N2O è un gas serra 300 volte più potente della CO2, quindi a livello di emissione un kg di N2O corrisponde ad emettere 300 kg di CO2. Per finire, se l'ammonio, altro prodotto di scarto, non è smaltito efficacemente causa l'eutrofizzazione dei bacini acquiferi (crescita disproporzionata della popolazione di alghe). 

Se il terreno agricolo viene utilizzato come allevamento ci si ritrova ad affrontare il problema dello smaltimento dei composti azotati di orgine animale (vedere: urina in primis), che allo stato attuale una volta denitrificati producono sempre N2O. Idem per le acque di scarico di origine urbana/umana.

E' difficile al momento quantificare precisamente le quantità di emissioni azotatate legate agli allevamenti animali, e qiundi al momento è ancora un fattore di incertezza nella misurazione del budget delle emissioni antropogeniche di composti di N.

Questo devo ancora leggerlo per bene perchè al momento non posso scaricarlo, ma dovrebbe avere risposte più chiare in merito al link agricultura - N2O e termini di mitigazione.
 


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#21 uomoz

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Inviato 01 dicembre 2015 - 12:03

Ci sono statistiche/studi che tengono conto anche dei cicli naturali nei cambiamenti climatici? Considerando che, a partire dal 1850 circa, le temperature sono andate aumentando, esistono gradienti per stabilire la % di fattore umano e quella naturale?

 

Solitamente si misurano strumentalmente le emissioni e le concentrazioni presenti in un sistema (ad esempio delle stazioni cittadine) e poi si passa ai livelli di modellizazione. Si tiene conto sia dei fattori antropogenici che di quelli biogenici, si misura una concentrazione globale per vedere l'incremento nel corso degli anni e successivamente si risale alle emissioni locali (anche se non è immediato ed è un processo complicato, vedi N2O). Gli studi tengono presente dei cicli naturali ed anche l'IPCC di per se tiene conto delle influenze esterne come ad esempio l'attività solare e la riflessione di raggi UV ad opera delle nuvole (o almeno quello che è stato scoperto finora in merito).

 

per il resto sono molto ignorante e spero sia tutta una bufala come il buco nell'ozono (che magari non lo era).

 

Il buco dell'ozono non era assolutamente una bufala, è/era causato dall'accumularsi di composti alogenici (cloro, Cl, fluoro, F, bromo, Br) sopra l'antartide durante l'inverno australe. I composti CFC - HCFC et simili raggiungevano inermi la stratosfera, dove con l'arrivo dei raggi UV in primavera venivano fotolizzati. Questi formavano specie radicali che attaccavano l'ozono, distruggendolo, e creando il buco che rimane/va abbastanza concentrato in quella zona a causa del jetstream polare.
L'utilizzo di CFC e gli HCFC nell'industria è stato vietato nel 1987 con il protocollo di Montreal, dopo anni di campagne e di ricerche sull'argomento. Molina e Rowland hanno vinto il nobel per la chimica nel 1995 grazie ai loro studi anche sull'interazione tra radicali degli alogeni e l'ozono.


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#22 uomoz

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Inviato 02 dicembre 2015 - 09:18

Nature dedica la copertina della settimana alla conferenza di Parigi e crea un tumblr interattivo che riassume i passi fatti dal 1760 al 2015.

In conclusione due commenti: Hoesung Lee (chairman dell'IPCC) su Science e una delle colonne di Nature sui possibili after talks.


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#23 Mr. Atomic

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Inviato 03 dicembre 2015 - 12:48

intanto il congresso se ne sbatte le palle

 

http://www.nytimes.c...d=65126757&_r=0

 

cmq sto topic andrebbe spostato in vota la trippa


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#24 uomoz

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Inviato 08 marzo 2016 - 18:28

Piccolo contributo 

http://www.nationalg...x-it/index.html


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#25 uomoz

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Inviato 01 giugno 2016 - 18:53

Boh mi va di condividerlo...

Sito interessante con aggiornamento quasi in tempo reale, ca. ogni 3h, di dati atmosferici ed oceanici:

 

https://earth.nullsc...55.56,37.69,272

(cliccando sul menu Earth si può cambiare il setting dei dati, che mostrano relative humidity, RH, circolazione oceanica, SO2, CO2 e temperature)

 

Il nord europa (DK etc...) è attualmente colpito da venti orientali, che stanno modificando la normale circolazione del centro europa. In particolare la zona Nord Francia, Germania, Nord Italia etc. che sono attualmente più umide e "fresche" delle medie stagionali. 
 

Northern europe should normally have fairly strong steady westerly winds off the Atlantic. But the wind seems to be stuck blowing from the east, day after day after day. It's unusually warm and dry, with fire warnings.

 

In DK (CPH ad esempio) stanno avendo una primavera particolarmente calda e soleggiata, perchè i venti continentali (da est, caldi e con scarsa umidità) continuano a soffiare alle latitudini scandinave. 
 

Heat waves are coming


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