non so se sia già stato osservato ma all'epoca dell'annessione della Crimea il debito estero russo era sopra i 700 miliardi di dollari, le riserve valutarie sotto i 500 e poi da lí giù in picchiata.
Ora, hanno ribaltato la situazione: debito estero sui 500 miliardi e riserve valutarie sopra i 700 (di cui in dollari solo il 20% circa, meno dell'oro).
Questo per dire che Putin si è fatto un tesoretto coi proventi del gas (70% dei quali dall'Europa), guardandosi bene dall'usarli per investimenti interni, chè si sa i russi si contentano della loro vita frugale e chi rompe i coglione in galera.
E che in virtù di questo tesoretto (oltre che della nota gestione del dissenso interno) potrebbe forse tirare avanti per un pò, soprattutto se paradisi fiscali britannici e Cina aiutano a ripulirlo e renderlo utilizzabile.
Nel mentre la crisi da lui stesso provocata fa salire il prezzo degli idrocarburi facendogli cosí guadagnare di più, e nel contempo danneggiando l'economia degli europei.
Chiaro che se avessimo il fegato e il cuore di fare a meno del gas russo nei prossimi due mesi (a riserve strategiche come stiamo?), noi subiremmo una botta fortissima (soprattutto un paese mediterraneo che non ha margine fiscale essendosi sputtanato tutto in bonus e prepensionamenti), ma la Russia finirebbe in ginocchio già nel breve termine.
Se invece non andiamo giù cosí duro coi russi e con noi stessi (scenario credo più probabile), allora ok i russi se la cavano (vedi sopra) ma il punto è: per andare dove?
Nel medio-lungo periodo - anche senza sanzioni estreme - avranno sempre meno prospettive di crescita, l'Ucraina ingestibile, la Nato rivitalizzata.
L'unico "senso" di questa guerra potrebbe essere l'interesse di Putin di mantenere il potere nella veste del grande condottiero nella tempesta. A tal fine, ha innescato forzatamente una trappola della sicurezza (minaccio i miei vicini -> quelli guardano alla NATO/UE -> li minaccio ancora di più -> eccetera) in modo plateale e grottesco, visto che negli ultimi anni la NATO manco era stata al gioco.
Il guaio è che queste "strategie" non sempre prevedono sviluppi anti-climatici; se la controparte si mostra arrendevole, il dittatore è tentato di rilanciare, magari è costretto a farlo da fattori interni, per conservare il potere. E se/quando la controparte dice mò anche basta, allora abbiamo l'escalation, che in questo caso sarebbe drammatica.