Molto bello l'articolo che riporti, Tom. Però bisogna ricordarsi che il film si tratta di una megaproduzione, non di un fumetto underground. All'interno di questi moduli i fratelli Nolan hanno veramente disegnato la figura di cattivo più cattivo, di psicopatico più psicopatico, della storia del cinefumetto, un genere di solito destinato ai ragazzini. Temo che lo spingere all'eccesso, come fa il fumetto citato, se trasportato al cinema, soprattutto all'interno di una megaproduzione hollywoodiana, avrebbe affogato il film nel cattivo gusto, nella cattiveria fine a se stessa, nella provocazione trash. Tom, sono sicuro che anche tu non avresti voluto vedere quelle scene in un film di Batman.
Beh, Killing Joke non è di sicuro un'opera "underground", trattandosi di una delle più famose storie a fumetto di sempre, che sarà sicuramente capitata tra le mani di moltissimi ragazzini (io stesso lo lessi in diretta quando avrò avuto tredici o quattordici anni). Ma ok, un fumetto per quanto noto non avrà mai lo stesso impatto di un film...
Solo che il secondo Batman di Nolan è ben più violento del fumetto di Moore.
Perché il fumetto non ha nulla di eccessivo, visto che le uniche scene violente sono quelle due mostrate da Recchioni, per il resto ci troviamo di fronte ad un incruento confronto psicologico a distanza tra il Batman e il Joker e allo straziante approfondimento psicologico del secondo.
Per me i discorsi sul target di un'opera lasciano il tempo che trovano. Quale sia il target di riferimento è un problema che si devono porre gli autori e i produttori, non io. Per me esistono storie belle, storie brutte e storie così così, che possono essere raccontate con qualsiasi mezzo (film, telefilm, fumetto, romanzo).
Non mi interessa se un film è indirizzato agli adulti o ai ragazzi, mi interessa sia un bel film per adulti o un bel film per ragazzi.
Ciò che imputo ai Batman di Nolan - mediocre il primo, bello con parecchi squilibri il secondo - è di non essere né carne né pesce, volendo mantenere il piede in due scarpe, ma senza il giusto equilibrio. Ambiguità che paga lo scotto a livello estetico (la magnifica sequenza della rapina "alla Mann" a cui fanno da contraltare sequenze da action di serie C, tipo quella del Joker che irrompe alla festa) e a livello, diciamo, "etico" (l'ho già scritto da altre parti beccandomi del bacchettone, ma io sono rimato interdetto a leggere che il cinema di Denver dove c'è stata la strage era pieno di bambini, tanto che tra le vittime c'è un bambino di sei anni... un bambino di sei anni ad una proiezione di mezzanotte di un film di Nolan? Cioè è davvero normale che film con gente che viene uccisa con una matita ficcata in gola siano considerati adatti ai bambini "perché c'è Batman"? Beh, allora anche in "Batman XXX: A Porn Parody" c'è Batman...).
Comunque stringi stringi, come dicevo, alla fine per me contano solo le storie e quello che mi trasmettono.
E, per restare sul paragone di Recchioni, per me il finale di "Killing Joke" è ancora oggi una delle cose più sottili, inquietanti e spiazzanti che abbia mai letto riguardanti i supereoi...
Finale troppo raffinato per un film da blockbuster?
Può darsi, ma, ripeto, questo è un problema a monte, che riguarda le scelte di target degli autori. Scelgono loro in che "campionato" giocare. Vogliono giocare in due campionati contemporaneamente, facendo film smerciabili anche ai ragazzini ma con contenuti e messa in scena da adulti? Facciano pure, se ne sono capaci.
Per me non ne sono stati tanto capaci. Visto che appunto anche in "The Dark Knight" è troppo netto lo scarto tra situazioni da cinema per adulti (pressapoco tutte le sequenze con il Joker) e le sequenze pensate per un pubblico più giovane (più o meno tutte le sequenze con Batman).
E infatti il finale di "The Dark Knight" di Nolan lo trovo goffo e incerto, proprio perché probabilmente a quel punto gli autori hanno sentito l'esigenza di spiegare "il messaggio" anche ai ragazzini, uscendosene con quella cosa didascalica e quei dialoghi tagliati con l'accetta.