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Shame (Steve Mcqueen, 2011)


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106 replies to this topic

#101 vuvu

    الرجل المكرسة لقضية المرأة ويقع في

  • Redattore OndaRock
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Inviato 26 maggio 2012 - 12:41

A parte alcuni momenti decisamente inverosimili (ribaditi in parte da Norman), mi ha colpito il modo in cui il giovane regista cerca di isolare l'angoscia sessuale del protagonista attraverso questo suo sguardo fisso, apparentemente assente. Non era facile descrivere questo tipo di "vittima", questa dipendenza ormonale che prende forma da un cervello "sano" che ha ormai letteralmente deviato il proprio obiettivo sentimentale, disintegrandolo con forza e ciclica continuità nel sesso spinto e nei rapporti occasionali, nella carnalità estrema, apparentemente "libera" e svincolata da qualsiasi legame affettivo. Il cibernetico Brandon non riesce a scindere la carnalità animale dalla passione dettata in qualche modo dal cuore e non dall'ormone. E' questa la sua battaglia più grande. Riuscire ad accorpare questi due elementi, potrebbe salvarlo da questo limbo di coiti e selvagge penetrazioni. In tutto questo marasma di conflitti muti e ingannevoli, subentra d'un tratto la figura della sorella, persona fragile in cerca di una posizione sociale, socialmente contrapposta al fratello, incapace di trovare una posizione nella vita, ma che a differenza del fratello riesce ancora a distinguere la sottile differenza tra mera urgenza della carne e semplice bisogno d'amore. Figura cruciale per riuscire a comprendere la fragilità intrinseca del fratellino, in preda a un delirio sessuale costante. Mi pare che il regista abbia posto l'accento sulla figura del classico single di successo che non vuole legami affettivi e che finisce per esasperare questa sua "libertà". Persone apparentemente fredde e distaccate dal mondo delle passioni affettive, in quiete con la società ma in lotta con se stessi. E' una figura che esiste nella società moderna e che vedo trattata un po' a destra e a manca, anche se non in maniera così dettagliata. Nel complesso, è un buon film. Qualche leggerezza di troppo nel descrivere il tran tran sessuale di Brandon (occasioni troppo ghiotte e quant'altro), ma credo fosse anche l'unico modo per raggruppare in meno di due ore le deviazioni del protagonista, fondamentali nella comprensione globale di questo suo disagio.
  • 0

"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


#102 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 30 gennaio 2013 - 12:47

mcqueen è un regista radicale, e radicali sono i protagonisti del suo cinema. attraverso le peripezie di un sessodipendente anaffettivo ci parla di ossessione pornografica, esibizionismo, perdita della propria identità (sessuale e non), alienazione, solitudine metropolitana, suicidio, ovvero i sintomi principali di una società malata. dopo la fame (hunger), la vergogna (shame). se non fosse che è totalmente assente la critica sociale sembrerebbe un romanzo di bret easton ellis. anche se penso che l'aver ambientato il film a new york non sia casuale. è un apologo radicale sulla società occidentale qui simboleggiata dalla sua mecca di cemento e luci. di nuovo fassbender si da anima e corpo al film, e mcqueen continua a fare fede al suo stile rigoroso, l'unico stile possibile forse per riprendere le materie viscerali che tratta. come hunger mi sento di dire che non lo definirei un film "bello", ma un film "necessario". anche perché in alcuni punti resta irrisolto come il rapporto tra fratello e sorella.
  • 1

#103 Jules

    Pietra MIliare

  • Redattore OndaCinema
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Inviato 30 gennaio 2013 - 12:50

Caro, voglio un impegno per questo 2013: stare al passo delle nuove uscite per poter fare una classifica a fine anno.

Però come puoi dire che è assente la critica sociale? E' un uomo distrutto dai tempi in cui è costretto a vivere.
  • 0

#104 Guest_cinemaniaco_*

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Inviato 30 gennaio 2013 - 14:03

Caro, voglio un impegno per questo 2013: stare al passo delle nuove uscite per poter fare una classifica a fine anno.


è dura ma ci proverò. ho già iniziato bene dai, ho visto il film di tarantino (che però è del 2012 asd).

Però come puoi dire che è assente la critica sociale? E' un uomo distrutto dai tempi in cui è costretto a vivere.


si, ma non lo percepisco come un uomo "schiacciato" o "condizionato" dalle condizioni socio-economiche del suo tempo, quanto più "avvelenato" dallo spirito dei tempi. in questo senso tutti noi potremmo essere brandon, anche se non siamo dei ricchi newyorkesi. e nel film non percepisco quella sottile carica metaforica che serpeggia nei libri di ellis, che ha sempre criticato l'upper class americana. ad un certo punto del film ho pensato che brandon poteva appartenere a qualsiasi classe sociale, e in fondo è un personaggio "interclassista" nel modo in cui si muove tra i diversi strati sociali della metropoli (i locali e i ristoranti per i ricchi borghesi, i bar e i locali di scambisti per i common people e i disperati). insomma io l'ho visto come una sorta di "fantasma" che si aggira per la società occidentale.
con questo non volevo e non voglio dire che essendo assente la critica sociale il film valga di meno. anzi, lo trovo più originale con questo punto di vista (che almeno io ho interpretato così).
  • 1

#105 Guybrush Threepwood

    avvocato delle cause perse

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Inviato 30 gennaio 2013 - 14:08


Caro, voglio un impegno per questo 2013: stare al passo delle nuove uscite per poter fare una classifica a fine anno.


è dura ma ci proverò. ho già iniziato bene dai, ho visto il film di tarantino (che però è del 2012 asd).

Però come puoi dire che è assente la critica sociale? E' un uomo distrutto dai tempi in cui è costretto a vivere.


si, ma non lo percepisco come un uomo "schiacciato" o "condizionato" dalle condizioni socio-economiche del suo tempo, quanto più "avvelenato" dallo spirito dei tempi. in questo senso tutti noi potremmo essere brandon, anche se non siamo dei ricchi newyorkesi. e nel film non percepisco quella sottile carica metaforica che serpeggia nei libri di ellis, che ha sempre criticato l'upper class americana. ad un certo punto del film ho pensato che brandon poteva appartenere a qualsiasi classe sociale, e in fondo è un personaggio "interclassista" nel modo in cui si muove tra i diversi strati sociali della metropoli (i locali e i ristoranti per i ricchi borghesi, i bar e i locali di scambisti per i common people e i disperati). insomma io l'ho visto come una sorta di "fantasma" che si aggira per la società occidentale.
con questo non volevo e non voglio dire che essendo assente la critica sociale il film valga di meno. anzi, lo trovo più originale con questo punto di vista (che almeno io ho interpretato così).


beh appunto critica la societá nel suo complesso, anche perché sinceramente non mi sembra che il consumismo (anche a livello sessuale) e l'alienazione, etc siano cose tipiche solo delle classi piú ricche
  • 0

#106 Guybrush Threepwood

    avvocato delle cause perse

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Inviato 30 gennaio 2013 - 14:11

in ogni caso il film me lo sono visto pochi giorni fa e personalmente mi é piaciuto molto, magari ogni tanto la tira per le lunghe con qualche scena dove poteva essere tagliato via qualche minuto, ma l ho trovato molto potente e anche molto curato dal punto di vista registico/visivo.

in ogni caso non capisco chi accusa il protagonista di essere troppo figo, in veritá a me sembra che lui ne esca massacrato
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#107 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 31 gennaio 2013 - 02:57

anche perché in alcuni punti resta irrisolto come il rapporto tra fratello e sorella.


i non detti li ho visti come un punto a favore al film.anche il finale circolare, sospeso, che lascia libero spazio all'interpretazione dello spettatore.
  • 0

Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

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"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"





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