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Il cigno nero [Darren Aronofsky, 2010]


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139 replies to this topic

#101 Guest_ale_*

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Inviato 28 febbraio 2011 - 13:55

ma secondo me di Cronenberg nel cinema aronofskyano c'è davvero tanto, mi sembra addirittura evidente in film come "Requiem for a dream" e in quest'ultimo "Il cigno nero".


in Requiem for a dream, scusa, cosa c'è di cronenberg? nulla dello stile, ma anche nulla delle tematiche: insomma, è un film  troppo agganciato alla realtà per essere cronenberghiano.
e anche nel cigno nero non ci vedo l'ombra di cronenberg che okay ha fatto spider, ma non lo considero di certo il suo film più rappresentativo. il tema del doppio, la sospensione tra realtà e psicosi, boh mi sembra che siamo più sulla scia di fight club e american psycho.

poi sull'approccio viscerale alla Von Trier ci può stare, ma per me Lars è molto più cerebrale dell'americano...


vero. ma trier rimane il regista che più gli assomiglia, secondo me.

Io ci vedo anche tanto Polanski in quest'ultimo Black swan...


mica rosemary's baby?  ;D
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#102 William Blake

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Inviato 28 febbraio 2011 - 13:55

Io ci vedo anche tanto Polanski in quest'ultimo Black swan...


vabè ma per forza, polansky sulla dissociazione psichico-sessuale è stato uno dei primi a lavorarci asd


ma secondo me di Cronenberg nel cinema aronofskyano c'è davvero tanto, mi sembra addirittura evidente in film come "Requiem for a dream" e in quest'ultimo "Il cigno nero".


in Requiem for a dream, scusa, cosa c'è di cronenberg? nulla dello stile, ma anche nulla delle tematiche: insomma, è un film  troppo agganciato alla realtà per essere cronenberghiano.
e anche nel cigno nero non ci vedo l'ombra di cronenberg che okay ha fatto spider, ma non lo considero di certo il suo film più rappresentativo. il tema del doppio, la sospensione tra realtà e psicosi, boh mi sembra che siamo più sulla scia di fight club e american psycho.


l'ossessione per la dipendenza e la dose per me sono figli diretti di "Crash", proprio a livello concettuale. a livello di linguaggio Cronenberg riesce a vincere la scommessa con uno stile sobrio, mentre Aronofsky ci affligge con uno parossistico. inoltre ne "Il cigno nero" oltre a un plot di base che ricorda "Perfect blu" di Kon, c'è la questione del riconoscimento del proprio corpo che è centrale ne "La mosca" (la citazione dell'unghia spezzata e della più che spunta dalla spalla è esplicita) e anche nel capolavoro "M. Butterfly"



Io ci vedo anche tanto Polanski in quest'ultimo Black swan...


mica rosemary's baby?  ;D


quello no, ma "Repulsion" e "Le locataire" sì...
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#103 Guest_ale_*

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Inviato 28 febbraio 2011 - 15:04

l'ossessione per la dipendenza e la dose per me sono figli diretti di "Crash"


non condivido: non sono i temi predominanti di crash e di crash non c'è proprio nulla in requiem for a dream.

ne "Il cigno nero" c'è la questione del riconoscimento del proprio corpo che è centrale ne "La mosca" (la citazione dell'unghia spezzata e della più che spunta dalla spalla è esplicita) e anche nel capolavoro "M. Butterfly"


e allora gli scarafaggi che vede il protagonista di pigreco ci rimandano al pasto nudo, e così via...
francamente non so: ti ripeto, mi pare che i nuclei fondamentali del cinema di cronenberg (l'ossessione per il contagio, la mutazione, il rapporto uomo-tecnologia, nuove forme di sessualità, sesso-contagio, ecc.) non fosse altro per la matrice horror del suo cinema, siano belli che assenti in aronofksy che comunque fa anch'egli un cinema "della carne", viscerale, ossessivo, ma molto più pragmatico di cronenberg.
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#104 xone89

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Inviato 28 febbraio 2011 - 15:28

Anche per me c'è tanto Cronenberbg in Aronofsky, il culto del corpo presente negli ultimi due film e in parte la mutazione stessa di esso (seppure solo immaginaria), il dolore e il disfacimento fisico necessario per raggiunere la "perfezione" è un parallelismo piuttosto concreto col teorema della "nuova carne", mentre nei primi film il richiamo è sopratutto stilistico e simbolico.

Detto ciò, neanche questo Black swan (che forse è il suo che preferisco) riesce a scogliere in me il dubbio se Aronofsky sia più bravo o più furbo, o per meglio dire inutilmente e fastidiosamente pretenzioso e vacuo, l'unica cosa sicura che mi sento di dire è che è un gran direttore di attori e che con quella camera a mano dovrebba andarci un pò più leggerino...
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#105 astrodomini

    ...

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Inviato 01 marzo 2011 - 00:17

Anche per me c'è tanto Cronenberbg in Aronofsky


Concordo, torno ora dal cinema ed è una delle prime cose a cui ho pensato durante la proiezione.
Il film mi è piaciuto, la psiche disturbata di Nina e soprattutto la pesantezza della situazione e la pressione continua a cui è sottoposta la sua esistenza sono rese in maniera notevole. Lo stesso nervosismo che pervade, a livello di inquadrature e fotografia, tutto il film riesce a trasmettere sensazioni davvero forti e a farti immedesimare nella storia. Forse non un capolavoro ma un gran bel film sicuramente sì.
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#106 Twin アメ

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Inviato 01 marzo 2011 - 08:53

Detto ciò, neanche questo Black swan (che forse è il suo che preferisco) riesce a scogliere in me il dubbio se Aronofsky sia più bravo o più furbo, o per meglio dire inutilmente e fastidiosamente pretenzioso e vacuo,


Visto che ricorre spesso, mi definiresti meglio - tu o gli altri che l'hanno usato - il termine furbo?
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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#107 Guest_ale_*

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Inviato 01 marzo 2011 - 09:56


Detto ciò, neanche questo Black swan (che forse è il suo che preferisco) riesce a scogliere in me il dubbio se Aronofsky sia più bravo o più furbo, o per meglio dire inutilmente e fastidiosamente pretenzioso e vacuo,


Visto che ricorre spesso, mi definiresti meglio - tu o gli altri che l'hanno usato - il termine furbo?


lo volevo chiedere anch'io  asd
ma quanti danni ha fatto la critica sulle menti di molti cinefili?
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#108 Twin アメ

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Inviato 01 marzo 2011 - 10:20



Detto ciò, neanche questo Black swan (che forse è il suo che preferisco) riesce a scogliere in me il dubbio se Aronofsky sia più bravo o più furbo, o per meglio dire inutilmente e fastidiosamente pretenzioso e vacuo,


Visto che ricorre spesso, mi definiresti meglio - tu o gli altri che l'hanno usato - il termine furbo?


lo volevo chiedere anch'io  asd
ma quanti danni ha fatto la critica sulle menti di molti cinefili?


Mah, non so se è colpa della critica, io ho un'idea diversa, per esempio per me un film "furbo" è Il Grinta. Basta intendersi.

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#109 Çorkan

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Inviato 01 marzo 2011 - 10:33




Detto ciò, neanche questo Black swan (che forse è il suo che preferisco) riesce a scogliere in me il dubbio se Aronofsky sia più bravo o più furbo, o per meglio dire inutilmente e fastidiosamente pretenzioso e vacuo,


Visto che ricorre spesso, mi definiresti meglio - tu o gli altri che l'hanno usato - il termine furbo?


lo volevo chiedere anch'io  asd
ma quanti danni ha fatto la critica sulle menti di molti cinefili?


Mah, non so se è colpa della critica, io ho un'idea diversa, per esempio per me un film "furbo" è Il Grinta. Basta intendersi.


Beh, premettendo che il Cigno Nero ancora non l'ho visto, credo che con "furbo" si intenda il fatto che costruisce i suoi film con estrema crudezza (Requiem fo a Dream) , follia e visionarietà (Pi Greco) non per precisa scelta estetica, ma per il gusto fine a se stesso di schiaffeggiare lo spettatore.
Secondo me Pi Greco ne è l'esempio lampante (sugli altri ho solo il sospetto): i deliri di Cohen non hanno alcun senso, continuano a ripetersi uguali all'infinito, senza portare da nessuna parte. Aronofsky costruisce un'architettura altissima e complessa non per raggiungere un obiettivo  (estetico o teorico che sia) e condividerlo con lo spettatore, ma solo per il gusto di salire in cima e guardarti dall'alto in basso.
In parole povere alla fine di quel film mi son sentito preso per il culo.
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Inviato 01 marzo 2011 - 12:34

Che in Aronosky ci sia la voglia di dire "anvedi quanto so' fico con ste inquadrature" mi sembra palese,poi molto spesso ci riesce quindi alla fine va bene pure così.
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#111 xone89

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Inviato 01 marzo 2011 - 15:20

lo volevo chiedere anch'io  asd
ma quanti danni ha fatto la critica sulle menti di molti cinefili?


Cerco di spiegartelo non appena posso, ora vado un pò di fretta...
Personalmente cmq, anche per motivi anagrafici e pur non negando di spulciare la rete spesso, eccezion fatta per i soliti noti non conosco neanche i nomi di questa fantomatica critica deleteria (immagino quella più vetusta), quindi non vedo dove io possa essere stato danneggiato da questi, a prescindere dal fatto che trovo queste prese di posizione un pò stucchevoli, per me il critico oggi non è una specie di verbo, ma un lavoro più o meno come un altro, magari potessi camparci io con le mie passioni, quindi andando a vedere e scrivendo di cinema nel qualcaso...
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#112 Guest_ale_*

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Inviato 01 marzo 2011 - 18:39

credo che con "furbo" si intenda il fatto che costruisce i suoi film con estrema crudezza (Requiem fo a Dream) , follia e visionarietà (Pi Greco) non per precisa scelta estetica, ma per il gusto fine a se stesso


l'arte per l'arte. a me sta bene.
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#113 Guest_Konur_*

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Inviato 01 marzo 2011 - 18:54

Lo vedrò stasera, intanto in giro ho letto più opinioni negative che positive. Vedremo.
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#114 verdoux

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Inviato 01 marzo 2011 - 19:57

Secondo me Pi Greco ne è l'esempio lampante (sugli altri ho solo il sospetto): i deliri di Cohen non hanno alcun senso, continuano a ripetersi uguali all'infinito, senza portare da nessuna parte. Aronofsky costruisce un'architettura altissima e complessa non per raggiungere un obiettivo  (estetico o teorico che sia) e condividerlo con lo spettatore, ma solo per il gusto di salire in cima e guardarti dall'alto in basso.
In parole povere alla fine di quel film mi son sentito preso per il culo.


D'accordo su tutto, per me i Coen non valgono un acca, quindi per favore levagliela  :)

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Inviato 01 marzo 2011 - 20:56


Secondo me Pi Greco ne è l'esempio lampante (sugli altri ho solo il sospetto): i deliri di Cohen non hanno alcun senso, continuano a ripetersi uguali all'infinito, senza portare da nessuna parte. Aronofsky costruisce un'architettura altissima e complessa non per raggiungere un obiettivo  (estetico o teorico che sia) e condividerlo con lo spettatore, ma solo per il gusto di salire in cima e guardarti dall'alto in basso.
In parole povere alla fine di quel film mi son sentito preso per il culo.


D'accordo su tutto, per me i Coen non valgono un acca, quindi per favore levagliela  :)


se è una battuta è geniale asd (Cohen è il protagonista di "Pi-greco")
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Inviato 01 marzo 2011 - 21:10



Secondo me Pi Greco ne è l'esempio lampante (sugli altri ho solo il sospetto): i deliri di Cohen non hanno alcun senso, continuano a ripetersi uguali all'infinito, senza portare da nessuna parte. Aronofsky costruisce un'architettura altissima e complessa non per raggiungere un obiettivo  (estetico o teorico che sia) e condividerlo con lo spettatore, ma solo per il gusto di salire in cima e guardarti dall'alto in basso.
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D'accordo su tutto, per me i Coen non valgono un acca, quindi per favore levagliela  :)


se è una battuta è geniale asd (Cohen è il protagonista di "Pi-greco")


asd  Però forse anche quello si scrive senz'hacca.


credo che con "furbo" si intenda il fatto che costruisce i suoi film con estrema crudezza (Requiem fo a Dream) , follia e visionarietà (Pi Greco) non per precisa scelta estetica, ma per il gusto fine a se stesso


l'arte per l'arte. a me sta bene.


No, io intendevo proprio il contrario, infatti escludevo anche l'intento estetico. Non l'arte per l'arte ma l'arte solo per la proprio ego e  soddisfazione personale.


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Inviato 01 marzo 2011 - 21:23

Beh, premettendo che il Cigno Nero ancora non l'ho visto, credo che con "furbo" si intenda il fatto che costruisce i suoi film con estrema crudezza (Requiem fo a Dream) , follia e visionarietà (Pi Greco) non per precisa scelta estetica, ma per il gusto fine a se stesso di schiaffeggiare lo spettatore.
Secondo me Pi Greco ne è l'esempio lampante (sugli altri ho solo il sospetto): i deliri di Cohen non hanno alcun senso, continuano a ripetersi uguali all'infinito, senza portare da nessuna parte. Aronofsky costruisce un'architettura altissima e complessa non per raggiungere un obiettivo  (estetico o teorico che sia) e condividerlo con lo spettatore, ma solo per il gusto di salire in cima e guardarti dall'alto in basso.
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Perdonami ma mi sembra il tentativo di piegare una definizione al proprio bisogno. Parlerei di idiosincrasia personale nei confronti di una certa forma di cinema che privilegia l'estetica pura, che è una scelta artistica come un'altra.

Cosa ci sarebbe di furbo nell'infastidire volutamente lo spettatore, ottenendo di allontanarne molti? La furbizia è esattamente l'opposto secondo me, cioè piegare la propria creatività a scelte molto lineari e scontate per compiacere il maggior pubblico possibile.

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#118 Boces

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Inviato 01 marzo 2011 - 21:43


Beh, premettendo che il Cigno Nero ancora non l'ho visto, credo che con "furbo" si intenda il fatto che costruisce i suoi film con estrema crudezza (Requiem fo a Dream) , follia e visionarietà (Pi Greco) non per precisa scelta estetica, ma per il gusto fine a se stesso di schiaffeggiare lo spettatore.
Secondo me Pi Greco ne è l'esempio lampante (sugli altri ho solo il sospetto): i deliri di Cohen non hanno alcun senso, continuano a ripetersi uguali all'infinito, senza portare da nessuna parte. Aronofsky costruisce un'architettura altissima e complessa non per raggiungere un obiettivo  (estetico o teorico che sia) e condividerlo con lo spettatore, ma solo per il gusto di salire in cima e guardarti dall'alto in basso.
In parole povere alla fine di quel film mi son sentito preso per il culo.



Perdonami ma mi sembra il tentativo di piegare una definizione al proprio bisogno. Parlerei di idiosincrasia personale nei confronti di una certa forma di cinema che privilegia l'estetica pura, che è una scelta artistica come un'altra.

Cosa ci sarebbe di furbo nell'infastidire volutamente lo spettatore, ottenendo di allontanarne molti? La furbizia è esattamente l'opposto secondo me, cioè piegare la propria creatività a scelte molto lineari e scontate per compiacere il maggior pubblico possibile.

concordo pienamente. le critiche mosse al film qui sul forum non le ho capite granchè. tra il processo alle intenzioni e le accuse di manierismo, non ho trovato un solo post di critiche che mi abbia fatto riflettere sul cinema di Aronofsky, ma ho preso atto che le sue scelte non sono apprezzate da tutti per via di una presunta "via di mezzo furbesca" che sarebbe il linguaggio di questo cineasta.

questo film mi è piaciuto parecchio, più di pi greco che era comunque affascinante... trovo che the wrestler sia stato una specie di preparazione per questo film, essendo passato a un formato un pò più hollywoodiano e aprendo un discorso che ha parecchi punti in comune col cigno nero. ma sono completamente diversi, the wrestler trasuda america e sentimentalismo, Il Cigno Nero è il film che ha incarnato di più il complesso di inferiorità fra tutti quelli che ho visto fin'ora. Si muove sotto la pelle.

Voglio recensire il film sul giornalino scolastico, mi date una mano? Volevo citare la storia del lago dei cigni facendo presente che il film ricalca la trama, spostando il conflitto dalle due gemelle alle due anime della protagonista... ma così rivelerei che il cigno bianco è costretto a togliersi la vita... come posso fare senza rivelare il finale?
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#119 Guest_Konur_*

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Inviato 01 marzo 2011 - 22:41

Visto, finalmente.
Allora il film ci mette parecchio a decollare, anzi direi che il meglio si vede negli ultimi 30 minuti, ovvero quando Nina è in preda al delirio più acuto. Prima di quel momento però, calma piatta. Non mi è piaciuto come sono stati presi e trattati i temi, gettati sul piatto della sceneggiatura senza un minimo di approfondimento: il perfezionismo, la tecnica vs l'emotività, il burrascoso passato familiare, la difficoltà di Nina nel costruire una relazione "sana". Tutti questi temi vengono solo citati senza scavare dentro di essi. Il fatto che poi il film cominci in medias res non è una scusante per il regista che in quasi 2 ore di pellicola è riuscito solo a presentarli i personaggi. Una lunga introduzione fatta di sommarie informazioni che traghettano lo (stanco) spettatore agli ultimi 30 minuti del film. Il personaggio più insulso è il coreografo interpretato da Vincent Cassel, mancava che dicesse alla Portman "non sei televisiva" per assomigliare ad un giudice qualsiasi da talent show.

Più che di furberia da parte di Aronofsky parlerei per Black Swan di un bluff. Da un lato il regista pare che volesse concentrarsi più sull'azione pura soffermandosi sul movimento della danza che accompagna Nina nel suo disastroso crescendo, dall'altra parte però ha voluto (dovuto) dare a questo movimento una giustificazione seppur sommaria, gettando nella mischia i temi di cui sopra ma sfiorandoli in maniera marginale. Questo compromesso però ha causato solo danni alla pellicola, perchè non si riesce nè a seguire bene Nina nel suo viaggio nell'abisso nè a capire pienamente perchè faccia quello che faccia. Il risultato di questa operazione è un film freddo, banale di cui non si capisce la sua ragion d'essere, ovvero, il messaggio da veicolare: la ricerca spasmodica della perfezione come annullamento di sè? la perfezione non esiste senza l'emotività? è inutile cercare la perfezione perchè non esiste? la vita imita l'arte più di quanto l'arte non imiti la vita (ancora?)? se sei stressata fatti una sega (maddai!)? Mah, non saprei. Bastava veicolarne uno e veicolarlo bene che non mettere tutta questa carne al fuoco senza farla cuocere. E poi nel finale mi sono un po' vergognata, quella teatralità così ostentata nel voler far combaciare la morte del cigno con quello della protagonista mi ha irritato. Non si prende così per culo lo spettatore, in modo così didascalico poi. Cmq niente mi attendevo e niente è valso. Andiamo avanti.

Cmq di Cronenberg non ci vedo proprio nulla, su tutt'altro emisfero.
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#120 Seattle Sound

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Inviato 01 marzo 2011 - 22:44

No, io intendevo proprio il contrario, infatti escludevo anche l'intento estetico. Non l'arte per l'arte ma l'arte solo per la proprio ego e  soddisfazione personale.


Come dicevo anche sopra concordo con questa idea. Per rimanere nell'attualità un regista furbo e piacione verso il pubblico per me è Danny boyle,parlando del suo ultimo film basta vedere il finale dove rinuncia a mostrare fino in fondo la natura non del tutto positiva del protagonista e finisce per farlo diventate un eroe,quasi un santino.
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
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#121 Çorkan

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Inviato 01 marzo 2011 - 22:47



Beh, premettendo che il Cigno Nero ancora non l'ho visto, credo che con "furbo" si intenda il fatto che costruisce i suoi film con estrema crudezza (Requiem fo a Dream) , follia e visionarietà (Pi Greco) non per precisa scelta estetica, ma per il gusto fine a se stesso di schiaffeggiare lo spettatore.
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Perdonami ma mi sembra il tentativo di piegare una definizione al proprio bisogno. Parlerei di idiosincrasia personale nei confronti di una certa forma di cinema che privilegia l'estetica pura, che è una scelta artistica come un'altra.

Cosa ci sarebbe di furbo nell'infastidire volutamente lo spettatore, ottenendo di allontanarne molti? La furbizia è esattamente l'opposto secondo me, cioè piegare la propria creatività a scelte molto lineari e scontate per compiacere il maggior pubblico possibile.

concordo pienamente. le critiche mosse al film qui sul forum non le ho capite granchè. tra il processo alle intenzioni e le accuse di manierismo, non ho trovato un solo post di critiche che mi abbia fatto riflettere sul cinema di Aronofsky, ma ho preso atto che le sue scelte non sono apprezzate da tutti per via di una presunta "via di mezzo furbesca" che sarebbe il linguaggio di questo cineasta.

questo film mi è piaciuto parecchio, più di pi greco che era comunque affascinante... trovo che the wrestler sia stato una specie di preparazione per questo film, essendo passato a un formato un pò più hollywoodiano e aprendo un discorso che ha parecchi punti in comune col cigno nero. ma sono completamente diversi, the wrestler trasuda america e sentimentalismo, Il Cigno Nero è il film che ha incarnato di più il complesso di inferiorità fra tutti quelli che ho visto fin'ora. Si muove sotto la pelle.

Voglio recensire il film sul giornalino scolastico, mi date una mano? Volevo citare la storia del lago dei cigni facendo presente che il film ricalca la trama, spostando il conflitto dalle due gemelle alle due anime della protagonista... ma così rivelerei che il cigno bianco è costretto a togliersi la vita... come posso fare senza rivelare il finale?


Non so ripeto, è solo un sospetto e non nego che Aronofsky sia anche bravo quando vuole. Però percepisco insincerità, menzogna dietro le sue pellicole.
Anche Welles, solo per citare un film che ho visto di recente( nessun parallelismo eh) , Fake!, ti prende per il culo, affabulandoti, ma non mi sento  ingannato perchè nonostante lui sia un mostro, il rapporto mi pare paritario fra me spettatore e lui regista, mi sta solo mostrando il suo modo di interpretare un'inquietudine quasi chiedendo il mio aiuto.
Di Aronofsky percepisco solo il volermi dimostrare quanto è bravo, quanto è superiore, tramite appunto, le scelte di stile succitate. E questo, quando si attiene al realismo come in The Wrestler o Requiem for Dream, gli riesce anche, quando pretende di raccontarla troppo grossa (Pi Greco) gli manca il fiato arranca, e io spettaotre, dopo mezz'ora perdo l'adrenalina iniziale e non solo m'annoio, ma mi sento anche "tradito"
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#122 Guest_ale_*

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Inviato 01 marzo 2011 - 22:58

io trovo alcune scelte registiche dei primi due film (i più originali da questo punto di vista) veramente geniali: un esempio, la ripetizione ossessiva e nevrotica nel montaggio (il protagonista di pigreco che blocca con le molteplici serrature la porta o i protagonisti di requiem for a dream che si fanno), una scelta che comunica la meccanicità e il nervosismo del comportamento, estremizzandolo con la velocità febbrile del montaggio.
wrestler e cigno nero sono invece più "sobri": la forza sta tutta nella narrazione e nella recitazione dei protagonisti. una scelta più che azzeccata, eh.
a me corkan pare che tu sia stato semplicemente deluso e irritato dalla visione di pigreco (gli altri mi pare di capire che ti siano piaciuti): secondo me però sbagli ad allargare quel discorso che fai su questo film a tutta la produzione di aronofksy (anche perché se hai detestato l'estetica di pigreco, avresti dovuto detestare pure requiem for a dream, sennò cadi in contraddizione).
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#123 xone89

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Inviato 01 marzo 2011 - 23:36

Ma anche no, quelle scelte di regia e montaggio mi vanno bene in "Pi greco" perchè funzionali al soggetto e alla paranoia schizoide del protagonista e della stessa messinscena, mentre in "Requiem for a dream", le ho trovate per lunghi tratti davvero irritanti, nei primi 40 minuti e passa non succede assolutamente nulla che giustifichi un tale uso smodato di certi artifici necessari magari a mascherare altro.
Allo stesso modo se in "The wrestler" ci sta tutto l'utilizzo smodato della camera a mano, in "Black swan" nei primi 15 minuti mi era venuto letteralmente il mal di mare (meno male poi si ammorbidisce decisamente), e questo senza timore alcuno di contraddirmi, infatti è un altro dei dubbi che nutro su questo regista (che per inciso non mi fa schifo nè definirei un mestierante).

Poi nel post precedente mi ero già corretto sul lessico, nel qualcaso non intendevo dire furbo nel senso canonico del termine (non potrebbe esserlo uno che fa un film come "The fountain"), intendevo piuttosto che quando guardo un suo film spesso sento puzza di egocentrismo ed eccessiva pretenziosità, autocompiacimento, mancanza di senso della misura laddove il soggetto o il momento lo richiederebbe, tendenza all'effettaccio a buon mercato, e non penso di dover spiegare il significato di queste cose, pur magari interessandomi e piacendomi complessivamente o sotto altri aspetti (come in effetti è per almeno 3 dei suoi film).
E' anche un regista di cui faccio un pò fatica ad individuare un percorso chiaro e netto pur riconoscendogli una propria identità di fondo, molti hanno detto che il film leone d'oro a Venezia fu un punto di rottura, ma sec me questa c'era gia stata col film precedente, che a parte alcune allusioni tematiche di fondo, non ha nulla a che spartire nè i primi due (questi si speculari) nè col sucessivo, e non a caso direi, sec me non avrebbe retto il terzo proseguendo su quella strada anche originale per carità, ma così chiusa a riccio in sè stesa, e i risultati di quello che doveva (o voleva) essere al contempo il suo film più personale e un apertura verso altre forme di cinema fu sotto gli occhi di tutti.
Poi dopo il disastro venne il più rassicurante e addomesticabile "The wrestler" che fu un nuovo e ancor più netto cambio di rotta in così pochi anni e fu grande successo (anche e non solo grazie Rourke), con quest'ultimo è tornato parzialmente sui suoi passi e ha cercato evidentemente di unire le sue due(?) sensibilità per dar vita ad un pastone che credo proprio per questo sta ricevendo tanti consensi quante pernacchie da critica e pubblico, io personalmente nel dubbio mi pongo un pò nel mezzo (ripeto, forse questo Black swan è il suo che preferisco), ma solo il tempo saprà fornirci maggiori indicazioni, forse già il prossimo progetto su commissione potrà essere indicativo in questo senso.
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#124 Twin アメ

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Inviato 02 marzo 2011 - 08:36

Poi nel post precedente mi ero già corretto sul lessico, nel qualcaso non intendevo dire furbo nel senso canonico del termine (non potrebbe esserlo uno che fa un film come "The fountain"), intendevo piuttosto che quando guardo un suo film spesso sento puzza di egocentrismo ed eccessiva pretenziosità, autocompiacimento,


Ecco, giusto per chiudere sul tema del "furbo/non furbo" ci tengo a sottolineare che per me questi NON sono difetti, per un artista/autore. Anzi, sono qualcosa che si configura più come personalità, coraggio, scelte precise anche anti-commerciali. Poi certo, vanno valutati caso per caso.
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“Era un animale difficile da decifrare, il gigante di Makarska, con quella faccia da serial killer e i piedi in grado di inventare un calcio troppo tecnico per essere stato partorito da un corpo così arrogante." (Marco Gaetani  - UU)

 


#125 Twin アメ

    pendolare pre post attilio lombardo

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Inviato 02 marzo 2011 - 08:40

Visto, finalmente.
Allora il film ci mette parecchio a decollare, anzi direi che il meglio si vede negli ultimi 30 minuti, ovvero quando Nina è in preda al delirio più acuto. Prima di quel momento però, calma piatta. Non mi è piaciuto come sono stati presi e trattati i temi, gettati sul piatto della sceneggiatura senza un minimo di approfondimento: il perfezionismo, la tecnica vs l'emotività, il burrascoso passato familiare, la difficoltà di Nina nel costruire una relazione "sana". Tutti questi temi vengono solo citati senza scavare dentro di essi. Il fatto che poi il film cominci in medias res non è una scusante per il regista che in quasi 2 ore di pellicola è riuscito solo a presentarli i personaggi. Una lunga introduzione fatta di sommarie informazioni che traghettano lo (stanco) spettatore agli ultimi 30 minuti del film. Il personaggio più insulso è il coreografo interpretato da Vincent Cassel, mancava che dicesse alla Portman "non sei televisiva" per assomigliare ad un giudice qualsiasi da talent show.

Più che di furberia da parte di Aronofsky parlerei per Black Swan di un bluff. Da un lato il regista pare che volesse concentrarsi più sull'azione pura soffermandosi sul movimento della danza che accompagna Nina nel suo disastroso crescendo, dall'altra parte però ha voluto (dovuto) dare a questo movimento una giustificazione seppur sommaria, gettando nella mischia i temi di cui sopra ma sfiorandoli in maniera marginale. Questo compromesso però ha causato solo danni alla pellicola, perchè non si riesce nè a seguire bene Nina nel suo viaggio nell'abisso nè a capire pienamente perchè faccia quello che faccia. Il risultato di questa operazione è un film freddo, banale di cui non si capisce la sua ragion d'essere, ovvero, il messaggio da veicolare: la ricerca spasmodica della perfezione come annullamento di sè? la perfezione non esiste senza l'emotività? è inutile cercare la perfezione perchè non esiste? la vita imita l'arte più di quanto l'arte non imiti la vita (ancora?)? se sei stressata fatti una sega (maddai!)? Mah, non saprei. Bastava veicolarne uno e veicolarlo bene che non mettere tutta questa carne al fuoco senza farla cuocere. E poi nel finale mi sono un po' vergognata, quella teatralità così ostentata nel voler far combaciare la morte del cigno con quello della protagonista mi ha irritato. Non si prende così per culo lo spettatore, in modo così didascalico poi. Cmq niente mi attendevo e niente è valso. Andiamo avanti.

Cmq di Cronenberg non ci vedo proprio nulla, su tutt'altro emisfero.


Sei estremamente contenutista e questo ovviamente ti allontana da un autore che è solo regia e fotografia. I contenuti sono un pretesto.

P.S. Cassel male anche secondo me.
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#126 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 02 marzo 2011 - 16:32

Ecco, il contenutismo contro il non-contenutismo è l'apoteosi di questo thread!

:'(
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#127 vegeta851

    Enciclopedista

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Inviato 02 marzo 2011 - 16:33

Mazzarella in due righe su vivimilano ha centrato il bersaglio:

Una ballerina ossessionata dal perfezionismo confonde realtà e allucinazione. Di contorno: «Il lago dei cigni», tentazioni lesbo, accenni splatter, ovvi e vecchi ricami sul tema del doppio. Il regista stupisce per la tecnica, ma non per molto altro. (f.m.)
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#128 Guest_Konur_*

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Inviato 02 marzo 2011 - 18:02

Ecco, il contenutismo contro il non-contenutismo è l'apoteosi di questo thread!

:'(


Per la serie: cado dalle nuvole  :)

Sei estremamente contenutista* e questo ovviamente ti allontana da un autore che è solo regia e fotografia. I contenuti sono un pretesto.

P.S. Cassel male anche secondo me.


*Scusa?  ??? Questo cosa dovrebbe significare?  ::)
Secondo la tua opinione poichè (semplicisticamente) do importanza ai contenuti non posso apprezzare la struttura e l'involuscro (regia e fotografia)? Non afferro il discorso, forse perchè manca proprio di contenuti.  asd. Io non do importanza solo ai contenuti o solo all'aspetto estetico, non sono solita scindere i due aspetti in una forma d'espressione che poi li deve per forza contemplare entrambi altrimenti non sarebbe cinema. E' come dire "guarda devi valutare i girasoli di Van Gogh senza badare ai colori"; "devi ascoltare i Talking Heads senza badare all'arrangiamento", "devi valutare la Lambda di Zanuso senza considerare il materiale e il tipo di produzione" ma che discorso è? I contenuti saranno anche il pretesto (mi pare di averlo anche scritto), ma sono il pretesto per una regia fiacca e una fotografia altrettanto fiacca. A tratti mi ha ricordato il (pessimo) Dorian Gray di Oliver Parker con quelle incursioni orrorifiche e disturbate che possono spaventare tutto sommato solo il pubblico di Twilight. Ed anche lì la parte migliore è stata l'ultima mezz'ora.
E ora che mi sono offesa mi vado a rivedere Inland Empire, a proposito di regia e fotografia, solo che David Lynch è un mattacchione più di Aronofsky. Lui almeno te lo fa credere che stai assistendo alla più grande ficata mai vista  asd. Pigliatemi pure per culo, ma con classe diamine.



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#129 Twin アメ

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Inviato 02 marzo 2011 - 18:12

Il regista stupisce per la tecnica, ma non per molto altro. (f.m.)


Un film non è una partita di calcio, non è necessario fare gol, va bene anche fare palleggi di tacco e spalla senza avvicinarsi alla porta  :D
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#130 Twin アメ

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Inviato 02 marzo 2011 - 18:22

"devi ascoltare i Talking Heads senza badare all'arrangiamento"


Sarebbe più corretto l'esempio: "devi ascoltare il gruppo X senza badare ai testi." Che infatti spesso sono inutili.


incursioni orrorifiche e disturbate che possono spaventare tutto sommato solo il pubblico di Twilight.


E chi ha detto che le incursioni orrorifiche debbano spaventare?

E ora che mi sono offesa mi vado a rivedere Inland Empire, a proposito di regia e fotografia, solo che David Lynch è un mattacchione più di Aronofsky. Lui almeno te lo fa credere che stai assistendo alla più grande ficata mai vista  asd.


Te lo fa credere perché è così asd
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#131 Guest_Konur_*

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Inviato 02 marzo 2011 - 18:43


"devi ascoltare i Talking Heads senza badare all'arrangiamento"


Sarebbe più corretto l'esempio: "devi ascoltare il gruppo X senza badare ai testi." Che infatti spesso sono inutili.


Con la musica funziona la sostituzione ma il risultato non muta. Levaci i colori a Van Gogh, il PET a Zanuso (Brian Eno ai Talking Heads) e poi magari ne riparliamo meglio  ::)


incursioni orrorifiche e disturbate che possono spaventare tutto sommato solo il pubblico di Twilight.


E chi ha detto che le incursioni orrorifiche debbano spaventare?


Allora mi sfugge la loro funzione  ::). Se non servono nemmeno a fare la cosa più ovvia perchè usarle? Come è nella realtà tra l'altro  ::). Se non è capace di usare quei mezzi nella loro funzione canonica figurati cosa può venire fuori se si attribuisce ad essi un altro fine.


E ora che mi sono offesa mi vado a rivedere Inland Empire, a proposito di regia e fotografia, solo che David Lynch è un mattacchione più di Aronofsky. Lui almeno te lo fa credere che stai assistendo alla più grande ficata mai vista  asd.


Te lo fa credere perché è così asd


Secolarizzata  ;D. Non officio più nei culti pagani  asd.
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#132 Twin アメ

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Inviato 02 marzo 2011 - 18:54

Con la musica funziona la sostituzione ma il risultato non muta. Levaci i colori a Van Gogh, il PET a Zanuso (Brian Eno ai Talking Heads) e poi magari ne riparliamo meglio  ::)


Eh ma qua non parliamo né di musica né di pittura, parliamo di Aronofsky, uno che non si cura di lanciare particolare messaggi o di approfondire particolari psicologie, bensì uno che ti sbatte in faccia ottime immagini. I temi dei suoi film  sono abbastanza banali o cmq poco rilevanti. Come sempre ciò che conta è il come, non il cosa.
Se poi non ti piace neanche il come, discutiamone.

Allora mi sfugge la loro funzione  ::). Se non servono nemmeno a fare la cosa più ovvia perchè usarle? Come è nella realtà tra l'altro  ::). Se non è capace di usare quei mezzi nella loro funzione canonica figurati cosa può venire fuori se si attribuisce ad essi un altro fine.


Sono i bambini che si spaventano per le cose di paura, gli adulti godono (dovrebbero) di un'estetica, di una visione immaginifica.

Secolarizzata  ;D. Non officio più nei culti pagani  asd.


Non ricordao che INLAND EMPIRE durasse così poco, fila a rivederlo asd
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#133 Guest_Konur_*

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Inviato 02 marzo 2011 - 19:41

Parliamo di cinema infatti, che sia Aronofsky o pincopallo parliamo cmq di una forma d'espressione da cui non si prescinde. Non serve traslare continuamente i concetti e ribaltarli. Dicendomi "ma qua non parliamo né di musica né di pittura, parliamo di Aronofsky" capirai che hai sostituito il cosa col chi e con queste premesse è facile cadere in contraddizione. Parliamo del cinema di Aronofsky, di una specifica in un contesto molto ampio. Una specifica che, da come ne parli, secondo me parte già monca mettendo così in secondo piano la narrazione per "favorire" la rappresentazione che nel Cigno Nero alla fine è di tipo convenzionale. Ed insisto nel dire che il come e il cosa vanno di pari passo. Il mancato approfondimento del personaggio di Nina ha generato una rappresentazione banale delle proprie angosce (la nemesi incentrata al solito sulla dicotomia cromatica bianco/nero; addirittura sottolineata da un tatuaggio perchè altrimenti non si capiva il rapporto tra la Portman e la Kunis; il tema del doppio marcato usando il solito stratagemma degli specchi; il passaggio dall'infanzia alla maturità marcato dal rapporto possessivo con la madre e la seguente ribellione; il delirio affidato interamente allo splatter) che può andar bene per un manuale tanto che sono astratte ed attribuibili indistintamente ad altri personaggi analoghi. Non venendo fuori la personalità di Nina in tutto e per tutto tocca ripiegare sul canone. Ma volendo Aronofsky avrebbe potuto anche non parlare affatto dei perchè che generano le azioni della protagonista così come ha fatto in maniera eccellente Christopher Nolan col Joker: caos puro, morte e distruzione violenta e psicotica senza un valido perchè, senza alcun pretesto. Aronofsky fallisce perchè cede ad una scrittura abbozzata, mandando in cancrena tutto il film. Cerca di stabilire un equilibrio quando invece dovrebbe scegliere tra l'uno e l'altro estremo, condannando il film alla mediocrità.
La regia è il trucco sono le uniche note positive ma da sole non bastano a farmi urlare al miracolo mancando il resto.

Ps: anche gli adulti si spaventano "per le cose di paura" essendo portatori sani di un'emotività  ;D e anche i bambini godono di un'estetica (naturalmente diversa da quella degli adulti) e posseggono più immaginazione di quanto un adulto possa farsi capace. Insomma non mi hai risposto alla domanda  :P

Ps2: ci ho ripensato, mi guardo un film a caso di Gondry, lì c'è tutto, come, quando e perchè  asd
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#134 Twin アメ

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Inviato 02 marzo 2011 - 20:28

Parliamo del cinema di Aronofsky, di una specifica in un contesto molto ampio. Una specifica che, da come ne parli, secondo me parte già monca mettendo così in secondo piano la narrazione per "favorire" la rappresentazione che nel Cigno Nero alla fine è di tipo convenzionale.


Non è convenzionale. Il suo "stare addosso" ai corpi (al sangue, al sudore) e alle emozioni dei protagonisti è un suo marchio di fabbrica. Lo stare sempre in bilico fra crudo iper-realismo e irrealtà non è forse una novità ma lui lo porta ad alti livelli di coinvolgimento. Il ritmo (se parli con un mio conoscente regista, il ritmo è tutto) del montaggio è serrato senza essere frenetico e ti inchioda allo schermo.

Ed insisto nel dire che il come e il cosa vanno di pari passo. Il mancato approfondimento del personaggio di Nina ha generato una rappresentazione banale delle proprie angosce (la nemesi incentrata al solito sulla dicotomia cromatica bianco/nero;


L'antagonismo bianco/nero è una premessa del film, non è giudicabile come se fosse una scelta evitabile.

il tema del doppio marcato usando il solito stratagemma degli specchi;


Ah, gli specchi! sono un aspetto interessante, non so quanti registi abbiano giocato così tanto con gli specchi combattendo quell'atavico tabù cinematografico, lo specchio che riflette la cinepresa.

il passaggio dall'infanzia alla maturità marcato dal rapporto possessivo con la madre e la seguente ribellione;


Quale passaggio? Nina ha 28 anni! Qua il problema è ben più grosso, c'è una madre ossessiva e compulsiva, figura estremamente inquietante.


Non venendo fuori la personalità di Nina in tutto e per tutto tocca ripiegare sul canone.


Ma non ti seguo, cosa volevi sapere in più, di Nina?

Ma volendo Aronofsky avrebbe potuto anche non parlare affatto dei perchè che generano le azioni della protagonista così come ha fatto in maniera eccellente Christopher Nolan col Joker: caos puro, morte e distruzione violenta e psicotica senza un valido perchè, senza alcun pretesto.
Aronofsky fallisce perchè cede ad una scrittura abbozzata, mandando in cancrena tutto il film. Cerca di stabilire un equilibrio quando invece dovrebbe scegliere tra l'uno e l'altro estremo, condannando il film alla mediocrità.



E' un paragone assurdo, Joker è un fumetto, è tagliato con l'accetta e va benissimo così. A. fa un film che sono quasi 110 minuti di primo piano di una persona schizzata, io non ho avvertito assolutamente la necessità di sapere altro o di sapere meno.

Ps: anche gli adulti si spaventano "per le cose di paura" essendo portatori sani di un'emotività  ;D e anche i bambini godono di un'estetica (naturalmente diversa da quella degli adulti) e posseggono più immaginazione di quanto un adulto possa farsi capace. Insomma non mi hai risposto alla domanda  :P


Un adulto che si spaventa per delle cose finte secondo me non ha un'emotività sanissima asd
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#135 Guest_Konur_*

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Inviato 02 marzo 2011 - 21:25


Parliamo del cinema di Aronofsky, di una specifica in un contesto molto ampio. Una specifica che, da come ne parli, secondo me parte già monca mettendo così in secondo piano la narrazione per "favorire" la rappresentazione che nel Cigno Nero alla fine è di tipo convenzionale.


Non è convenzionale. Il suo "stare addosso" ai corpi (al sangue, al sudore) e alle emozioni dei protagonisti è un suo marchio di fabbrica. Lo stare sempre in bilico fra crudo iper-realismo e irrealtà non è forse una novità ma lui lo porta ad alti livelli di coinvolgimento. Il ritmo (se parli con un mio conoscente regista, il ritmo è tutto) del montaggio è serrato senza essere frenetico e ti inchioda allo schermo.


Beh, deciditi. Prima mi dici che A. come lo chiami non è convenzionale, poi dici che (forse) il suo stile non è una novità. E' convenzionale o non convenzionale? Per quanto riguarda il brand, tutta sta caratterizzazione basata sul corpo non l'ho mica evinta.  ::)

E io dovrei prendere per buono il discorso sul ritmo perchè lo dice un tuo conoscente regista? Perchè uno da solo non ci sa arrivare?  asd Pensavo che i film della Coppola esistessero proprio per rendere più palese una tale affermazione.


Ed insisto nel dire che il come e il cosa vanno di pari passo. Il mancato approfondimento del personaggio di Nina ha generato una rappresentazione banale delle proprie angosce (la nemesi incentrata al solito sulla dicotomia cromatica bianco/nero;


L'antagonismo bianco/nero è una premessa del film, non è giudicabile come se fosse una scelta evitabile.


E su questo hai ragione.


il tema del doppio marcato usando il solito stratagemma degli specchi;


Ah, gli specchi! sono un aspetto interessante, non so quanti registi abbiano giocato così tanto con gli specchi combattendo quell'atavico tabù cinematografico, lo specchio che riflette la cinepresa.


E allora? E' cmq un tema classico.


il passaggio dall'infanzia alla maturità marcato dal rapporto possessivo con la madre e la seguente ribellione;


Quale passaggio? Nina ha 28 anni! Qua il problema è ben più grosso, c'è una madre ossessiva e compulsiva, figura estremamente inquietante.


E che c'entra? La madre la tratta ancora come una bambina, c'ha anche i pupazzi in camera  ::) e la Nina quando si parla di sesso arrossisce come una ragazzetta al menarca. Anche qui un tema classico.


Non venendo fuori la personalità di Nina in tutto e per tutto tocca ripiegare sul canone.


Ma non ti seguo, cosa volevi sapere in più, di Nina?


Cos'ha di diverso rispetto ad altre figure analoghe per cominciare.


Ma volendo Aronofsky avrebbe potuto anche non parlare affatto dei perchè che generano le azioni della protagonista così come ha fatto in maniera eccellente Christopher Nolan col Joker: caos puro, morte e distruzione violenta e psicotica senza un valido perchè, senza alcun pretesto.
Aronofsky fallisce perchè cede ad una scrittura abbozzata, mandando in cancrena tutto il film. Cerca di stabilire un equilibrio quando invece dovrebbe scegliere tra l'uno e l'altro estremo, condannando il film alla mediocrità.



E' un paragone assurdo, Joker è un fumetto, è tagliato con l'accetta e va benissimo così. A. fa un film che sono quasi 110 minuti di primo piano di una persona schizzata, io non ho avvertito assolutamente la necessità di sapere altro o di sapere meno.


A me invece non è bastato. Nina così com'è stata delineata assomiglia a una delle tante eroine degli anime sportivi degli anni '80, da Mimì fino a Madama Butterfly. Tutte ossessionate dalla perfezione tecnica, dalla competizione e con una vita socio-sentimentale da far pena. E' dall'infanzia che ci propinano sto topos che sotto i 30 è divenuto ormai stucchevole. Per me non è improprio il paragone, e non regge la scusa che poichè è "fumetto" (e che significa?) di conseguenza è accettabile che venga trattato così. Basta vedere la differenza che intercorre tra il Joker di Burton e quello di Nolan, 2 personaggi completamente diversi, 2 storie completamente diverse (del primo ne viene spiegata la genesi, del secondo non si sa nulla).


Ps: anche gli adulti si spaventano "per le cose di paura" essendo portatori sani di un'emotività  ;D e anche i bambini godono di un'estetica (naturalmente diversa da quella degli adulti) e posseggono più immaginazione di quanto un adulto possa farsi capace. Insomma non mi hai risposto alla domanda  :P


Un adulto che si spaventa per delle cose finte secondo me non ha un'emotività sanissima asd


La psicologia spicciola no  :). Mancava all'appello in effetti  asd.
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#136 Twin アメ

    pendolare pre post attilio lombardo

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Inviato 02 marzo 2011 - 23:24

Beh, deciditi. Prima mi dici che A. come lo chiami non è convenzionale, poi dici che (forse) il suo stile non è una novità. E' convenzionale o non convenzionale? Per quanto riguarda il brand, tutta sta caratterizzazione basata sul corpo non l'ho mica evinta.  ::)


ecchettedevodì, è la caratteristica di cui si parla di più quando lo si nomina.
per il resto, separiamo per favore l'obsoleto concetto di originalità (niente è più originale bla bla bla) da quello di stile, che c'è ed è inconfondibile.



Ah, gli specchi! sono un aspetto interessante, non so quanti registi abbiano giocato così tanto con gli specchi combattendo quell'atavico tabù cinematografico, lo specchio che riflette la cinepresa.


E allora? E' cmq un tema classico.


Ma affrontato in modo estremo e personale.

A me invece non è bastato. Nina così com'è stata delineata assomiglia a una delle tante eroine degli anime sportivi degli anni '80, da Mimì fino a Madama Butterfly. Tutte ossessionate dalla perfezione tecnica, dalla competizione e con una vita socio-sentimentale da far pena. E' dall'infanzia che ci propinano sto topos che sotto i 30 è divenuto ormai stucchevole. Per me non è improprio il paragone,


Al contrario, è un paragone geniale, sul serio O_O però mi fornisce un ulteriore spunto per spiegarmi.
La tua lettura Nina/Mimì è puramente contenutistica, infatti attiene a un complesso di caratteristiche di base che possono essere comuni ai due personaggi, e quindi cos'è che differenzia Black Swan dal cartone animato? La forma, naturalmente, che PLASMA il contenuto assegnandogli altri significati e altre sfumature.
Con un soggetto del genere si potevano fare mille film diversi, si poteva fare un filmone hollywoodiano melodrammatico, telenovela-style con fotografia patinata. Si poteva fare un college-musical, si poteva fare un horror-gore e anche un pornazzo, volendo. E invece abbiamo Black Swan che si caratterizza fortemente per le scelte del suo regista. Bello, brutto, coi suoi difetti, coi suoi eccessi, ma decisamente determinato da scelte formali forti e consapevoli.
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#137 Greed

    round control to major troll

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Inviato 03 marzo 2011 - 13:02

film potente ed esagerato nel bene e nel male dove la manona pesante di aronofsky si sente fino in fondo,molti difetti soprattuto in una sceneggiatura eccessivamente didascalica(sia per alcuni dialoghi che nel simbolismo)e con qualche clichè di troppo(la madre ex ballerina frustrata che  cerca riscatto attraverso la figlia,la fantasia lesbo) che banalizzano i temi interessanti del doppio,della ricerca della perfezione,della discesa verso la follia. Anche la messa in scena soprattutto nella seconda metà tende ad esagerare prendendo una piega horror quanto caricata quanto innocua,non entrando nel ridicolo involontario solo grazie ad una fantastica nathalie portman(diciamo quasi sempre nella scena del vecchio pervertito in metro nemmeno lei può nulla asd). Nonostante i difetti elencati il film riesce a catturarti nel suo vortice di emozioni e atmosfere claustofobiche(la camera a mano che segue come un ombra la protagononista) e malate(ottima fotografia,costumi,scenografie) che crescono fino al trionfo finale tra l'allucinato e il kitsch.

La testa mi invita ad un giudizio medio,la pancia ad un giudizio alto.Vado a grattarmi la spalla mentre mi tormento sul voto da scegliere.


ancora una volta quoto seattle, senza aver voglia di scrivere niente.
Il film mi è piaciuto, mi ha scosso, interessanti le riprese (piaciuta molto la vorticosità di quando riprende alcune prove del balletto), senza un attimo di tranquillità.
Però c'è l'impressione di un po' di confusione (che poi ritrovo nella maggior parte dei film "nuovi", soprattutto con buon budget), e che a parte le sensazioni forti che si provano, non si possa andare molto in là con la riflessione.
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#138 SV

    Roadie

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Inviato 07 marzo 2011 - 09:12

(uno viene qui a pensar di dare "le prime impressioni sul film"... e invece si trova 2 mesi di discussione già in corso... eccccheccazzz! Fancazzisti lavoranti cinematografi!)

Peccato...
La sceneggiatura non era niente male... ma alla fine è stata banalizzata dal percorso...
... la psicosi è tangibile, la Portman fa (Bene) il suo... ma rischia più volte di ridursi al messaggio "se non fai sesso, al limite anche 'fai date', e non ti droghi... non riesci ad esprimere te stesso/a"
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#139 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 07 marzo 2011 - 22:19

La sceneggiatura non era niente male...


Io la trovo il punto debole del film.
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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#140 Claudio

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Inviato 20 marzo 2011 - 18:25

"The Wrestler" mi era piaciuto, questo l'ho trovato un esercizio di stile molto pretenzioso, eccessivo e poco coinvolgente. L'aspetto della fisicità, il doppio bianco/nero, la sensualità... trovate ampiamenti prevedibili e studiate. Insomma, al contrario di molti, ho avuto l'impressione di un film molto freddo e manieristico, inclusa la performance non certo così esaltante della Portman (che pure mi piace in assoluto). Insomma, i paragoni con altri film psicologici e con Cronenberg in particolare mi sembrano molto generosi.
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