[Disco Del Mese] Binker & Moses - Feed The Machine (Gearbox Records 2022)
#1
Inviato 17 febbraio 2022 - 14:30
#2
Inviato 17 febbraio 2022 - 14:34
#3
Inviato 04 marzo 2022 - 13:23
Parecchio diverso dall'album di debutto, pareri?
#4
Inviato 04 marzo 2022 - 23:03
#5
Inviato 05 marzo 2022 - 10:24
Se ci penso razionalmente posso concordare con quanto detto sopra da Atomic, ma onestamente questo disco mi sta piacendo un sacco proprio a pelle. Credo sia il continuo saliscendi di rumore che si snoda non solo tra traccia e traccia ma anche all'interno del movimento stesso. Lo trovo ipnotico, mi sta stregando. Tra l'altro l'ultimo solista di Moses mi aveva alquanto annoiato nonostante l'hype e le premesse, secondo me sa dare il meglio quando si affianca ad altri (vedi anche Alewya).
#6
Inviato 05 marzo 2022 - 12:36
A me non dispiace come ascolto in sottofondo ma non riesco cogliere la forza che dovrebbe elevarlo tra gli altri prodotti simili. Cioè, da cosa si differenza da tanti altri dischi nu-jazz che stanno uscendo a migliaia?
Non ci sono altri prodotti simili. In questo disco sono in tre e qualcosa è cambiato rispetto ai primi album, la forza sta nell'essere sostanzialmente in due e non risultare mai monotoni (che detta così può sembrare una cosa da poco, ma è tutt'altro che semplice).
#7
Inviato 05 marzo 2022 - 14:56
Beh a dire il vero non mi sembra un album così paradigmaticamente nu jazz, anzi, io personalmente ho perplessità a includerlo nel genere tout-court. Ci trovo indubbi punti di contatto, ma rispetto ai canoni del filone mi pare assai meno incentrato sull'elemento compositivo e più che altro basato su quello improvvisativo, con una ripresa di stilemi free particolarmente evidente nel ruolo dei fiati.
A me non è spiaciuto, anzi l'ho trovato piacevole come sound. Certo, ho anche avuto l'impressione che pezzi davvero incisivi non ne abbia e che spesso si perda via: è un po' quel genere di disco in cui ogni sequenza mi convince abbastanza ma nessuna lo fa del tutto. Il tipo di cosa che ascolto con interesse un paio di volte ma difficilmente mi fa venir voglia di tornarci sopra.
Comunque sia i miei passaggi preferiti li ho: quelli in cui l'elemento impro- "tratatapum-pling-pepperepè" viene messo un po' da parte, gli sconfinamenti pseudo-spiritual che tanto vanno al momento cedono il passo alle presenze sintetiche, la bordaglia si coagula ed emerge un andamento un po' jazz-rock, con ritmo ben scandito e qualche richiamo minimalista. "Accelerometer Overdose" ad esempio trascina niente male.
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