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Ritratto Della Giovane In Fiamme (Sciamma, 2019)


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8 replies to this topic

#1 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 16 gennaio 2020 - 12:04

*
POPOLARE

vado pochissimo al cinema, mi mancano tantissimi film, ma ho avuto la fortuna di vedere Ritratto della giovane in fiamme che è bellissimo. E' bello in molti sensi, il primo dei quali lo ritengo anche sufficiente: è bello da guardare. La messa in scena, la fotografia, la scelta dei colori, le inquadrature, è tutto molto bello da vedere, la Sciamma pone con cura i rimandi pittorici (è la storia del making di un ritratto dopotutto), c'è a mio avviso, per esempio, una rivisitazione del Viandante sul mare di nebbia con una delle protagoniste di spalle sulla spiaggia e il mare che si infrange sugli scoglio bagnati da una luce splendente e ombre lunghissime.
E' bello perché la sceneggiatura è equilibrata, piena di ritmo su una storia molto semplice (una pittrice, Marianne, deve realizzare il ritratto di una ragazza, Heloise, da inviare al facoltoso futuro marito, le due donne e una domestica, Sophie, rimarranno per alcuni giorni sole), E' bello perché è un film politico in maniera specchiata (l'esclusione delle donne dal nudo maschile le esclude di fatto dal mercato; il matrimonio come destino e come scelta; l'aborto come questione di donne che non è rifiuto della vita; la sapienza femminile che si tramanda come un sabba, le tasche nelle gonne), ma è anche lieve, evocativo, emozionante. E' bello perché è recitato bene.
Il film parla di nascondimenti e cancellazioni (la lunga attesa per il disvelamento del volto di Heloise nella realtà anticipa le vicende del suo ritratto), ma anche di appropriazione di identità, di scelte: con un semplice escamotage narrativo, tre donne sole costituiscono una utopica comune femminile in cui le differenze di classe scompaiono. Al centro della storia vi è l'arte dell'immagine, la pittura che non "rappresenta/racconta" l'oggetto dipinto, ma racconta anche l'artista; attraverso la costruzione di questi dipinti si costruisce una identità dialogante e disvelatrice fra le due donne, senza questo filo fra le due non ci sarebbe nessun ritratto; attraverso i dialoghi, fitti e molto belli, fra le protagoniste si costruisce la relazione di sorellanza a tre e amorosa a due; attraverso le arti in generale come la musica (è quasi assente penché era molto difficile per le donne del 700 accedervi) e come la poesia si esplicano le scelte individuali. Le tre donne riflettono attorno al mito di Orfeo ed Euridice e del perché Orfeo ad un passo dall'uscire dagli inferi si volti, perdendo Euridice, dice Marianne che Orfeo agisce da poeta, sceglie di fissare l'oggetto del suo amore per sempre nell'immagine poetica, ma Heloise aggiunge "forse è lei che gli chiede di voltarsi". Chi è vero attore della propria esistenza e delle proprie scelte? Per questo alla fine, tentata dalla possibilità di fuggire dal matrimonio, Heloise chiede a Marianne di accettare, da complice, la sua scelta di andare in sposa, appunto non più destino, ma scelta.
Tutta la pellicola è piena di immagini bellissime: le nudità, il tuffo iniziale di Marianne, la mano maschile che inchioda il ritratto, il numero 28 della pagina, i libri scambiati, i colori fissi, verde e rosso, delle due donne (blu, azzurri e toni scuri per la madre), il bambino che accarezza Sophie mentre abortisce, le fiamme che incendiano le vesti di Heloise, il sabba canoro delle donne del villaggio, la corsa di Sophie per procurarsi l'aborto fra le due donne sulla spiaggia, i volti velati, il vento che spazza la natura, la corsa iniziale di Heloise verso il precipizio, la passeggiata nell’erba.
Menzione speciale al finale, l'estate di Vivaldi che Heloise ascolta in teatro, camera fissa sul suo volto che ride, si commuove, piange, si rasserena. Sì, assomiglia al finale di Chiamami con il tuo nome, ma il tema musicale qui sprigiona un ricordo, il ricordo di Marianne; qui la reazione emotiva è una reazione di fierezza per se stessa, le proprie scelte, la propria forza che è sì la sua storia vissuta, ma anche il suo presente (Heloise è sola a teatro, cosa alquanto difficile per una donna nel 700); qui Marianne la guarda da lontano e con consapevolezza.
Filmone.
  • 10

#2 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 16 gennaio 2020 - 12:16

Hai scritto nella sezione "Film recensiti" perché volevi anche linkare la recensione della webzine, vero? E' così?

 

Comunque al nostro SteSan il film è piaciuto: http://www.ondacinem...lle-en-feu.html


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#3 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 16 gennaio 2020 - 12:18

Hai scritto nella sezione "Film recensiti" perché volevi anche linkare la recensione della webzine, vero? E' così?
 
Comunque al nostro SteSan il film è piaciuto: http://www.ondacinem...lle-en-feu.html


Non lo so fare, sigh!
  • 0

#4 rudic

    mainstream Star

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Inviato 16 gennaio 2020 - 12:19

Ciao Tiresia,

 

come regola nella sezione film recensiti bisogna linkare la rece della webzine. Per linkare basta andare sulla recensione, copiare l'url della pagina completo (tutta la pappardella nella barra in alto che inizia per ondacinema.it/film/recensione... eccetera eccetera) e incollarlo o ricopiarlo per intero nel testo, così: http://www.ondacinem...lle-en-feu.html. Semplicissimo!

 

Film molto bello, complimenti per l'intervento.


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#5 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 16 gennaio 2020 - 13:12

Ciao Tiresia,
 
come regola nella sezione film recensiti bisogna linkare la rece della webzine. Per linkare basta andare sulla recensione, copiare l'url della pagina completo (tutta la pappardella nella barra in alto che inizia per ondacinema.it/film/recensione... eccetera eccetera) e incollarlo o ricopiarlo per intero nel testo, così: http://www.ondacinem...lle-en-feu.html. Semplicissimo!
 
Film molto bello, complimenti per l'intervento.

Grazie!
  • 0

#6 pooneil

    Enciclopedista

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Inviato 16 gennaio 2020 - 13:52

I suoi lavori precedenti non mi sono piaciuti quasi per nulla ed il fatto che questo sia in costume costituisce per me un deterrente... ma non si puo' mai dire, mi piacerebbe essere piacevolmente sorpreso


  • 0

#7 Alphaville

    Agente Lemmy Caution

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Inviato 22 aprile 2020 - 18:16

visto da poco, la Sciamma dopo Diamante Nero ci delizia con un upgrade del suo stile gia' maturo e riconoscibile.
È un paesaggio/pittura di altri tempi, una ricerca profonda e non leziosa di una intimità perduta e di una passione domata solo dalla rigidità del tempo e della società', ma pronta ad infiammarsi con suggestiva potenza con una piccola carezza, un bacio sospirato e l' ascolto di una semplice melodia. Come in Diamante Nero la misurazione dei tempi è cronometrica , i silenzi riecheggiano l'emotività delle 2 protagoniste all' unisono , in un substrato stilistico dove prevale l' assenza di una vera colonna sonora ma in cui gli unici 3 momenti musicali rubano la scena a tutto il film e diventano totem dell' ascesi delle 2 protagoniste. Può' far solo rabbia l' assenza di ogni ribellione alla tragicità della vita nelle 2 eroine della Sciamma, la stessa rassegnazione che per i ricorsi storici donne, e uomini, vivono anche oggi nel XX secolo offuscati dalle costrizioni e dai vincoli di una società consumista e manipolatrice.
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#8 paloz

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Inviato 24 aprile 2020 - 18:14

Per me il gioiello della Sciamma rimane Tomboy, e il resto francamente oscilla tra il "solo ben fatto" e il poco interessante. Non ho visto "Naissance des pieuvres", ma forse neanche voi  :shifty:


  • 1

esoteros

 

I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#9 pooneil

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Inviato 25 aprile 2020 - 09:10

Non ho visto Tomboy, e neanche l'ultimo film qui discusso, ma anche per me la Sciamma non è che sia sto granché (ricordo con piacere solo la scena con la canzone di Rihanna in Bande de filles, Naissance des pieuvres invece orribile).


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