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Le Impasse Della Critica Cinematografica, Dai Cahiers Du Cinéma In Poi.


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68 replies to this topic

#51 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 30 dicembre 2020 - 17:49


Che in questo caso esponga le sue idee con pacatezza neanche una parola, che abbia ragione anche no, o meglio può aver ragione solo nell'ottica della sua maniera ultraortodossa e militante di intendere il cinema.


a mio avviso non si tratta di aver torto o meno, sta ragionando su una determinata rappresentazione secondo termini che chiaramente non sono universali ma (come dici anche tu, solo che per te è un difetto presumo) figli di un modo articolato di intendere il cinema, questo lasciando stare il fatto che il titolo è un bait, che non sta gettando merda su nessuno e che sono un paio di minuti estrapolati da un discorso più ampio.

in generale penso che queste critiche (legittime, ché nulla è intoccabile) nascano da un fraintedimento del ruolo dei cahiers (anche qui poi, come già fatto notare da blake mi pare: che senso ha trattare i cahiers come un'entità unica quando in realtà furono composti da una pluralità di voci e da gestazioni editoriali [e politiche, a proposito di questo "militante" usato sempre in senso dispregiativo asd] diversissime? secondo me nessuno) nella storia del cinema, che li si accusi di chiudere al genere è assurdo poi dato che fu proprio il contrario, le possibilità del mezzo furono triplicate, ma su questo hanno detto già bene kaplan e blake.

personalmente ho lasciato un po' da parte il cinema in questo periodo ma ho qualche familiarità con l'ambiente teorico da cui sono nate cose come i cahiers e molte neoavanguardie degli anni '60 e penso che si dovrebbero rileggere o leggere i testi prima di arrivare a giudizi perentori, lasciando stare le tesi di laurea trovate su academia.edu - intendo i testi originali - perché un modo complesso di intendere il cinema non può di certo essere ridotto al numerino, e neanche alla singola recensione (formato assurdo e nato già morto, forse il peggior modo di fare critica), se si parla dei cahiers io mi aspetto che si parli effettivamente di questi cahiers e non di quello che si desume ci sia scritto.

detto ciò comunque è chiaro che ogni idiosincrasia (ogni attitudine, ogni sguardo) porta con sé dei problemi e dei singoli giudizi che possono essere quel che sono, ma credo che il contributo dei cahiers o - più concretamente - della nouvelle vague vada oltre questi singoli giudizi. quindi giusto non prendere tutto per oro colato ma penso che servirebbe andare oltre gli spunti più datati: amo molto carpenter ma il fatto che non loro non ne abbiano parlato o ne abbiano parlato male non smuove di una virgola il valore di un'impresa critica e cinematografica che ha aperto spazi e possibilità che prima semplicemente non esistevano.

Ma infatti l'ho detto anche qualche pagina indietro, la loro importanza (dei Cahiers e della Nouvelle Vague) è fuori discussione ed è secondo me ben superiore all'effettiva validità di quello che scrivevano e filmavano.
Poi son passati anche 60 anni e oggi che pure abbiamo una velocità e un numero di informazioni infinitamente superiore siamo pure messi peggio sotto molti punti di vista quindi teniamoceli pure stretti sti cazzo di francesi anche se erano oggettivamente sullo stronzo andante asd
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#52 Central Perk

    Il fu Chanandler Bong

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Inviato 30 dicembre 2020 - 18:04

Credo che l'importanza (grandissima e innegabile) dei Cahiers sia pari solo alle stronzate che hanno partorito nel corso degli anni, come è giusto che sia in un campo che si presta per definizione a sparare le meglio stronzate come la critica cinematografica.


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#53 George Kaplan

    Giraghiere a tradimento

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Inviato 30 dicembre 2020 - 20:36

Quanto rigidamente abbiano segnato la cultura cinematografica lo sta riprovando proprio questo thread, dove da tre pagine stiamo a leggere difese d'ufficio perché qualcuno ha messo in dubbio quei simpatici, intoccabili, sanguigni pazzarielli

 

Il punto è che sono sessant'anni che i Cahiers vengono celebrati come l'apice della critica cinematografica, quindi lo sappiamo che hanno fatto anche cose buone (per me no, ma amen asd ). Il senso di questo thread sarebbe proprio quello di mettere in luce le cose non buone però, o è vietato? 

 

Ma per carità, direi che c'è libertà di dire tutto il male che si vuole dei Cahiers. Precisavo solo che il punto non è che hanno fatto anche cose buone, ma che tentare di ridurli a dei Mereghetti qualsiasi che danno <pallino vuoto> a Nostalghia mi pare assai ingeneroso, visto che senza di loro staremmo ancora qui a lamentarci che Psycho è mal scritto.


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#54 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 30 dicembre 2020 - 21:19

Eh, invece stiamo qui a dire che Wyler non era poi questo gran regista. Sicuro che c'abbiamo guadagnato?
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7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:

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#55 George Kaplan

    Giraghiere a tradimento

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Inviato 30 dicembre 2020 - 21:37

Ma l'esempio di Psycho non riguarda solo Psycho, ma un modo generale di pensare il cinema non piegato ai meccanismi della letteratura, mentre le obiezioni al cinema di Wyler francamente non so su cosa vertessero. Ricordo però un articolo molto bello e approfondito di Bazin su Wyler in cui ne analizza con grande attenzione lo stile, non mancando di elogiarlo.


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#56 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 30 dicembre 2020 - 21:48

ma figurati Matteo, gozer ce l'ha con me perché a pagina 2 ho scritto che Wyler "alla fine non era un regista così pazzesco" asd chiaramente non ho scritto né che fosse l'ultimo degli stronzi né che tutto quello che ha fatto fa cagare, ma vabè


  • 0
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#57 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 30 dicembre 2020 - 23:13

Adesso però non facciamo passare l'idea che Psyco sia stato scoperto dai Cahiers altrimenti in America non se lo cagava nessuno, fu un megasuccesso di pubblico, stroncato ed elogiato in egual misura dai critici d'oltreoceano ed ebbe pure 4 nomination agli oscar di cui pure una a Hitchcock per la regia, e stiamo parlando di un film a basso costo molto duro per l'epoca.
Questa degli americani critici arretrati e perbenisti e dei francesi illuminati e rivoluzionari è un po' una mistificazione e una semplificazione.
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#58 George Kaplan

    Giraghiere a tradimento

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Inviato 30 dicembre 2020 - 23:25

Sì, ma era un esempio per dire che la rivoluzione dei Cahiers ha sistematizzato una lettura del cinema che andasse oltre le approssimazioni della critica che interpretava i film in chiave di scrittura. Ho citato Psycho perché film dove, più che altrove (nel cinema di H), le deficienze di scrittura – intendiamoci: di una scrittura interpretata secondi canoni “romanzeschi” – paiono esibite. E poi Psycho è del 1960, mentre già nel ’57 Rohmer e Chabrol pubblicano la loro monografia su Hitchcock, quindi siamo in un’epoca in cui la rivalutazione autoriale del nostro era già iniziata – e questa sì in specie per la spinta dei Cahiers.


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#59 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 30 dicembre 2020 - 23:41

Sì, ma era un esempio per dire che la rivoluzione dei Cahiers ha sistematizzato una lettura del cinema che andasse oltre le approssimazioni della critica che interpretava i film in chiave di scrittura. Ho citato Psycho perché film dove, più che altrove (nel cinema di H), le deficienze di scrittura – intendiamoci: di una scrittura interpretata secondi canoni “romanzeschi” – paiono esibite. E poi Psycho è del 1960, mentre già nel ’57 Rohmer e Chabrol pubblicano la loro monografia su Hitchcock, quindi siamo in un’epoca in cui la rivalutazione autoriale del nostro era già iniziata – e questa sì in specie per la spinta dei Cahiers.


All'epoca dell'uscita del libro di Rohmer e Chabrol il buon Hitchcock vantava già 4 nomination agli oscar come miglior regista e in America era famosissimo e generalmente osannato da critica e pubblico.
Poi sicuramente i Cahiers hanno aiutato un approccio critico più moderno e se vogliamo anche più valido ma era già uno dei registi più famosi e riconoscibili del panorama hollywoodiano quindi dire che lo hanno rivalutato o addirittura scoperto loro non corrisponde assolutamente alla realtà.
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#60 George Kaplan

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Inviato 30 dicembre 2020 - 23:55

Comunque anche in America Cassavetes aveva fatto Shadows, lo stesso anno di Hiroshima mon amour e Les 400 coups, un anno prima di À bout de souffle. Forse meno "testuale" e più musicale, però come radicalità siamo allo stesso livello. Il film di Godard è giustamente ricordato come manifesto e frutto dell'humus culturale formatosi nel vecchio continente, però mi dispiace che il film di Cassavetes sia considerato meno mitologico.

 

Certo, nessuno nega che ci fosse qualcosa nell’aria. La Nouvelle Vague non fu, certo, l’unica e neppure la prima, se guardiamo, ad esempio, al Free Cinema inglese. Però è indubbio che la capacità di far convivere elemento teorico e realizzativo, la capacità di incidere a livello tanto cinematografico quanto giornalistico, una sistematizzazione di idee estremamente divergenti – Bazin non condivideva l’amore sfrenato per Hitchcock – ma capaci di articolarsi secondo una linea comune (quello di una visione del mondo di cui scrivevo prima), di tendere a un medesimo centro e, naturalmente, anche un certo gusto pubblicitario, derivato dall’arroganza con cui invadevano il panorama cinematografico dell’epoca fu essenzialmente solo dei giovani turchi.
 

Il che non toglie nulla al grande Cassavetes, ci mancherebbe.

 

 

All'epoca dell'uscita del libro di Rohmer e Chabrol il buon Hitchcock vantava già 4 nomination agli oscar come miglior regista e in America era famosissimo e generalmente osannato da critica e pubblico.

Poi sicuramente i Cahiers hanno aiutato un approccio critico più moderno e se vogliamo anche più valido ma era già uno dei registi più famosi e riconoscibili del panorama hollywoodiano quindi dire che lo hanno rivalutato o addirittura scoperto loro non corrisponde assolutamente alla realtà.

 

 

Ma il punto, per me, non è averlo reso famoso o aver scoperto che era un ottimo cineasta – con tutto che le nomination agli oscar, come qualsiasi premio, potevano essere al più garanzia del riconoscimento di una certa qualità generale, del resto innegabile, ma non necessariamente il segno di una reale comprensione critica dei suoi testi filmici – ma aver introdotto uno sguardo critico innovativo capace di valorizzare appieno quelle caratteristiche che rendono H non un ottimo cineasta, ma uno dei più grandi di sempre. Insomma, non è questione che prima dei Cahiers parlassero bene o male dei suoi film, ma il fatto che lo facessero secondo prospettive in qualche misura antiquate quando non apertamente inadatte a penetrarne realmente la complessità.


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#61 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 31 dicembre 2020 - 00:01

In realtà Hitchcock era proprio osannato per le sue qualità di regia tanto che, fatto piuttosto raro, veniva spesso candidato solo lui come regista e non il film (è successo con Prigionieri dell'Oceano, La finrstra sul cortile, Psyco e Gli Uccelli).
Era insomma già considerato un autore prima che questo termine entrasse nel gergo comune.
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#62 William Blake

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Inviato 31 dicembre 2020 - 00:06

ma le nomination all'oscar cosa c'entrano con la critica? se è per questo pure negli ultimi anni film con molte nomination hanno accoglienze critiche tiepide, perché le candidature le decidono gli addetti ai lavori. ovviamente Hitchcock era già famoso e apprezzato, ma Rohmer, Chabrol e Truffaut ne parlavano come uno dei massimi artisti della storia del cinema, che poteva tranquillamente essere collocato nel pantheon dei maggiori creatori di forme cinematografiche al fianco di Murnau, Renoir e Rossellini e non so in quanti a metà degli anni 50 avessero preso una posizione del genere (ancor più in Europa). inoltre proprio il successo del citato "Psyco" è probabilmente l'ultima svolta nella carriera di Hitchcock, perché da lì in poi la sua statura non verrà più messa in discussione (ricordiamoci che "Vertigo" di due anni prima aveva avuto un'accoglienza controversa e se non erro pure "Intrigo internazionale" era stato criticato per uno script che conteneva implausibilità).

 

per fare un parallelismo è come se Cronenberg fosse dovuto arrivare alla fine degli anni 90 prima di essere riconosciuto come un maestro di prima grandezza.


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#63 George Kaplan

    Giraghiere a tradimento

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Inviato 31 dicembre 2020 - 00:22

Non voglio essere asfissiante, ma, di nuovo, nessuno nega che i signori dell’Academy e molti critici si fossero accorti di una certa maestria nel gesto con cui H muoveva la macchina da presa, bisognerebbe essere ciechi per non vederlo. Da qui a farne un genio ne passa, così come ne passa dal dire che la sua messa in scena fosse ottima al trovare le risonanze tra un lavoro e l’altro, tra un gesto registico e l’altro al punto da farne non un artigiano, ma un autore, nel senso dei Cahiers. Vero è che oltreoceano, per una minore esigenza di intellettualismi, furono comunque più benevoli verso Hitchcock, mentre in Italia e più in generale in Europa era abbastanza massacrato. Ma prendiamo anche uno dei film di cui la critica parlò meglio: L’ombra del dubbio, guarda caso quello dall’impianto di scrittura più solido per la collaborazione con Thornton Wilder e di certo, per quanto bello, non uno dei capolavori. Ora non ho con me il libro di Kapsis sulla storia della ricezione del cinema di Hitchcock, ma dispongo di una splendida dimostrazione del fatto che fosse poco amato o comunque frainteso anche dalla critica americana, che però non può essere contenuta nel margine troppo stretto della pagina.

Edit: preceduto da William


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#64 pooneil

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Inviato 31 dicembre 2020 - 09:24

forse non é lo stesso sito, ha cambiato grafica e non lo riconosco, ma filmtv era quello che per un periodo metteva anche le recensioni d'epoca? grazie a quelle era un piacere da leggere.

 

no, era mymovies.it, che le mette ancora (qui ad esempio Italo Calvino su L'avventura https://www.mymovies...astampa/195360/), ma solo l'incipit mentre un tempo era disponibili nella loro interezza.

Fra tante, me ne ricordo una fantastica di Natalia Ginzburg, non so per quale film però.


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#65 Gozer

    Grande eletto non anglofonista Kadosch

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Inviato 31 dicembre 2020 - 09:42

ma figurati Matteo, gozer ce l'ha con me perché a pagina 2 ho scritto che Wyler "alla fine non era un regista così pazzesco" asd chiaramente non ho scritto né che fosse l'ultimo degli stronzi né che tutto quello che ha fatto fa cagare, ma vabè

 

Che c'entra l'ultimo degli stronzi? Ha una delle più grandi filmografie dell'Hollywood classica, quindi sì che era pazzesco. E comunque il problema non è certo Wyler di per sé: quanti hanno stroncato è evidente dalla lista che ho messo pagine fa, e quanto la loro critica fosse basta su valori oggi poco accettabili è palese dalle citazioni postate da Captino. 

Se voi ritenete che il loro essere anarchici (trasformatosi quasi subito in rigida istituzione) possa valere tutte le cose negative di cui sopra buon per voi, a ognuno le sue opinioni.

 

Comunque, il thread sarebbe sulle assurdità della critica, non su quanto erano bravi i Cahiers, quindi tecnicamente siete off-topic da diverse pagine. asd


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#66 Mr. Atomic

    Classic Rocker

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Inviato 04 gennaio 2021 - 17:46

ho ritrovato il commento di Ebert sull'inquilino del terzo piano, ve lo giro così avete un' altro soggetto da insultare giustamente. 

 

https://www.rogerebe...the-tenant-1976

 

questo qua è ritenuto l'ABC della critica eh, da molti considerato un punto di riferimento, ahinoi (il sito è bello cmq).


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#67 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 04 gennaio 2021 - 18:16

ho ritrovato il commento di Ebert sull'inquilino del terzo piano, ve lo giro così avete un' altro soggetto da insultare giustamente. 

 

https://www.rogerebe...the-tenant-1976

 

questo qua è ritenuto l'ABC della critica eh, da molti considerato un punto di riferimento, ahinoi (il sito è bello cmq).

 

 

In questo caso il problema non è tanto che stronchi il film (legittimo), ma che lo faccia con pensierini tipo 4 elementare, roba di una pochezza disarmante. In pratica non dice NIENTE (oltre a fare una sinossi mal fatta), se non che il film gli ha fatto cagare, non è manco ascrivibile al concetto di critica cinematografica sto papiro. Così è proprio inutile, più che fastidioso. Manco dannoso,* visto il successo di consensi che il film continua ad avere.

 

* Per entrare in topic: così come non stati dannosi i Cahiers con le loro stroncature bislacche, visto che tutti i film che avete citato non sono stati né dimenticati, né godono si scarsa considerazione, anzi. 


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#68 captino

    ł

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Inviato 05 gennaio 2021 - 13:40

Tra l'altro di Rogert Ebert ricordo una stroncatura di Velluto blu abbastanza disonesta in cui il film veniva accusato di misoginia per il modo in cui veniva trattato il personaggio di Isabella Rossellini, ricordo che mi sembrò la reazione ossessiva di un fan di Isabella Rossellini che non aveva sopportato di vederla umiliata e violentata in un'opera di finzione. Stando al ragionamento di Ebert si dovrebbe stroncare buona parte del cinema noir, dove le donne ne subiscono di cotte e di crude o sono direttamente più meschine degli uomini, invece è solo il povero Lynch a prenderle.

 

* Per entrare in topic: così come non stati dannosi i Cahiers con le loro stroncature bislacche, visto che tutti i film che avete citato non sono stati né dimenticati, né godono si scarsa considerazione, anzi. 

 

 

Dipende: nel caso del cinema di Hollywood secondo me gli effetti dei Cahiers si sono visti a lungo, poi è chiaro che se uno si interessa davvero al cinema giapponese invece le stroncature premature e superficiali di Shindo e Kobayashi fatte dai Cahiers lasciano il tempo che trovano.


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#69 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 05 gennaio 2021 - 14:49

In realtà Hitchcock era proprio osannato per le sue qualità di regia tanto che, fatto piuttosto raro, veniva spesso candidato solo lui come regista e non il film (è successo con Prigionieri dell'Oceano, La finrstra sul cortile, Psyco e Gli Uccelli).
Era insomma già considerato un autore prima che questo termine entrasse nel gergo comune.

 

Il primo lavoro critico su Hitchcok, però, è proprio quello di Truffaut: lo status di Autore che aveva in Francia non lo aveva certo in America, dov'era considerato tutt'al più un abile mestierante che faceva film di cassetta. Dopo fu ampiamente rivalutato anche dagli americani, certo, ma i francesi ci arrivarono prima.


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