In realtà nella narrativa di Lovecraft, come sottolinea anche il suo maggior biografo S.T. Joshi, il razzismo è abbastanza trascurabile, se alcune sue opere anche maggiori sono innervate da una certa tensione razziale (penso per esempio alla maschera di Innsmouth dove per altro il finale rimette in discussione tutto), voler far risalire i mostri e l'universo extradimensionale creato da HPL in maniera univoca al suo conclamato razzismo mi sembra una teoria alquanto forzata.
Anni fa andava di moda collegare il tutto a presunte fobie sessuali, ora si è passati al razzismo, in verità dietro queste teorie c'è spesso un psicologismo tagliato con l'accetta abbastanza disarmante.
A una disamina oggettiva le opere in cui vi è traccia, spesso peraltro molto blanda, di razzismo sono
- Orrore a Red Hook, opera minore e poco riuscita in cui si respira effettivamente un'aria pesante di xenofobia, è il racconto razzista di Lovecraft per eccellenza
- Il terribile vecchio, due ladri immigrati vengono descritti con connotazioni etniche piuttosto pesanti
- Herbert West, rianimatore, un pugile di colore viene definito più volte "scimmiesco"
- I topi nei muri, il gatto del protagonista si chiama Nigger-man, che oggi ci sembra qualcosa di oltraggioso ma in realtà all'epoca la tanto famigerata N-word era usata in letteratura senza particolari patemi.
- Il richiamo di Cthulhu, all'inizio c'è un'orgia voodoo di neri e mulatti, ma la cosa non va molto più in là di scene simili descritte decine di volte in letteratura, cinema o fumetti.
- Per contro sarebbe corretto citare anche una famiglia di colore che vive in un quartiere residenziale di Providence descritta con evidente simpatia nel Caso di Charles Dexter Ward.
Nel resto della sua opera HPL divide i molti vizi e le pochissime virtù senza fare generalmente distinzione di razza, censo o provenienza.
Diversa la questione a livello personale, il razzismo di Lovecraft emerge chiaramente dal suo monumentale epistolario e ha diverse tappe:
- in gioventù razzismo conclamato ma abbastanza in linea a quello diffuso nel luogo e nel periodo in cui viveva, ovvero il New England di inizio secolo, bianco, conservatore e borghese
- razzismo epidermico e schifiltoso che sfocia spesso nella xenofobia negli anni newyorkesi quando lui così ordinato e controllato si trova a vivere in una quartiere popolare e a districarsi nel caotico melting pot della città
- un razzismo più scientifico e razionale in linea con le teorie eugenetiche, che per altro andavano per la maggiore all'epoca anche in molti ambienti culturali ed accademici, una volta tornato a Providence
- razzismo sempre più blando sino quasi a scomparire negli ultimi anni (quando lui da sempre conservatore convinto diventa pure un sostenitore di Roosevelt e addirittura del socialismo), senza però che si possa farlo passare in nessun modo per un "razzista pentito".
Bisogna comunque sottolineare che in tutte le sue fasi il razzismo lovecraftiano è sempre e solo teorico, non diventa mai una scelta attiva o socialmente perniciosa, tanto che il poeta Samuel Loveman, ebreo e omossessuale, definirà il solitario di Providence come "la persona più mite, gentile e tollerante che si possa avere la fortuna di conoscere e un amico fidato, sensibile e generoso", giudizio del resto condiviso dalla quasi totalità dei suoi amici e conoscenti.
Si possono ovviamente trovare molte scuse e motivazioni tutte più o meno valide per questo innegabile sentimento xenofobo (oltre a epoca e luogo di nascita si possono aggiungere fobie varie, angoscianti problemi di sostentamento economico, traumi fisici e psicologici assortiti, due genitori morti in manicomio ecc) ma secondo me si rischia di far torto al suo pensiero e alla sua persona, semplicemente, con sfumature diverse in diversi momenti della sua vita, il razzismo era perfettamente connaturato alla sua visione del mondo che è sempre stata molto estrema e radicale.
Alla fine come osserva ancora una volta acutamente Houellebecq "il personaggio di Lovecraft affascina anche perché il suo sistema di valori è totalmente opposto al nostro"