Bellissima l'ultima di Greed.
Riscrivere [Giuoco]
#103
Inviato 28 maggio 2017 - 16:23
POPOLARE
Twin Peaks meets Promessi Sposi
Diane, sette e trenta di sera del giorno 7 novembre dell'anno 1628. Sono quasi arrivato a [omissis] cinque chilometri a sud del lago di Como. Diavolo, non avevo mai visto tanti ciottoli in tutta la mia vita! Come direbbe Azzeccagarbugli , è meglio stare qui che a Monza ! Temperatura 12°, cielo leggermente nuvoloso. Il meteorologo ha previsto pioggia. Be', guadagnare tutti quei soldi per sbagliare il 60% delle volte è un bel lavorare. Chilometri percorsi tutt'oggi: settantanove mila. Il mio cavallo è in riserva, ormai manca poco, gli darò il fieno appena giunto in città, poi ti dirò quanto mi è costato. La colazione è venuta sei fiorini e trentuno sesterzi alla Osteria della Luna Piena , vicino a Lecco. Ho preso un sandwich al tonno, una fetta di torta di ciliegie ed un caffè. Non male davvero. Diane, se dovessi capitare da quelle parti ti consiglio la torta. Bene, la prima persona che incontrerò sarà... sarà Don Abbondio Non è un nome difficile da ricordare. Lo troverò mentre ritornerà dalla sua passeggiata quotidiana Dovrò esaminare attentamente un breviario che è stato ritrovato fuori città in pessime condizioni. Appena finito mi cercherò una locanda, spero che il Don mi consigli un posto pulito a un prezzo ragionevole. Questo mi serve: un posto pulito a un prezzo ragionevole. Ah, Diane, quasi dimenticavo: debbo scoprire che ciottoli sono questi. Sono davvero fantastici!
#105
Inviato 29 maggio 2017 - 07:52
Ahahah max, assolutamente al momento giusto.
Un + per la citazione dell'Osteria della Luna Piena, hai studiato.
#106
Inviato 29 maggio 2017 - 13:46
Sì ma ànimalo sto giuoco, animàlo! O stiam fermi su Abbondio ad libitum?
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#107
Inviato 30 ottobre 2017 - 21:13
#108
Inviato 31 ottobre 2017 - 09:48
Un po' di figa qua? [cit]
Qualche oncia di pertugio femmineo in questi lidi?
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#109
Inviato 31 ottobre 2017 - 14:36
(Antitetico): Parecchio cazzo da altre parti?
#110
Inviato 31 ottobre 2017 - 14:43
#113
Inviato 31 ottobre 2017 - 15:52
perchè non usare il materiale che c'è in casa e scegliere una recensione di OR ?
No, dai.
Poi non so quanto sottile sia il sottile gioco di scegliere un punto di partenza
#postoscuro?
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#114
Inviato 31 ottobre 2017 - 19:26
#115
Inviato 31 ottobre 2017 - 21:06
Ma no, facciamo qualcosa di più seminale ancora dei Promessi Sposi:
Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Riassunto con figure retoriche
#116
Inviato 31 ottobre 2017 - 23:34
Lo vuoi sapere di cosa parla la parabola del Figliol Prodigo? Parla di un gran figlio di puttana che va dal suo vecchio e gli fotte tutti i soldi che ha da parte. Succede che un bel giorno questo avido e faccia di culo decide che vuole avere subito il malloppo che altrimenti avrebbe intascato solo quando paparino se ne sarebbe andato all'altro mondo. E lo sai che fa il suo vecchio? Quel povero deficiente glieli dà pure, i soldi, e non appena ha arraffato la grana il figlio bastardo prende su i suoi cazzo di stracci e se ne va sbattendo la porta. Ora voi penserete: magari questo pischello se ne voleva soltanto andare in un appartamento tutto suo, a farsi le seghe in pace senza che sua madre gli bussasse alla porta del bagno, mettendogli fretta mentre questo se ne stava a cazzo in mano per divertirsi un po', capisci cosa intendo? Un po' di sano relax lontano dalle rotture di cazzo. Invece sai che fa, questo fottuto ingrato? Va a sputtanarsi tutti i verdoni al casinò e passando da una troia all'altra, senza sosta. Troia troia troia troia troia troia. Una marea di troie. Il pischello se la passa alla stragrande, non c'è che dire, ma nel giro di una settimana si ritrova con il culo a terra e con l'uccello ancora gocciolante, chiedendo soldi in prestito al primo che capita. Ora, naturalmente tutti a questo punto se ne strafottono di questo poveraccio del cazzo, se la ridono alla grande e sono ben lieti di mollargli qualche ceffone senza troppi complimenti. Ed è così che il ricco rampollo del granducato di ‘sto cazzo si ritrova a rotolare nella merda, e intendo dire letteralmente nella merda, portando a spasso i porci dei contadini e pregandoli in ginocchio per avere gli avanzi della loro zuppa. Solo che questi non sono dei ricconi del cazzo come era lui, e il pane se lo guadagnano facendosi il culo da mattina a sera, quindi col cazzo che gli danno da mangiare a ‘sto povero stronzo, capisci cosa intendo? Ci può anche crepare in mezzo a tutta quella merda di porco. E insomma un giorno, mentre se ne sta a faccia in giù nel trogolo del porcile, a questo coglione viene un’idea geniale, senti qua che cazzo gli viene in mente: decide di tornare indietro e lavorare come servo del padre. Come servo! Capito che cazzo di mente malata? Questo cazzo di puttaniere si ripassa tutte le zoccole dell’universo mondo e poi trova anche il coraggio di tornarsene strisciando da papino, facendo la faccetta triste e piegandosi a novanta gradi pregando che il vecchio se lo riprenda in casa. Ma non è finita qui, stai a sentire perché deve ancora venire il bello in questa storia del cazzo, ti giuro che questo è veramente il massimo. Mentre questo straccione sporco di merda sta tornando e si prepara tutto il suo bel discorsetto da fare al suo vecchio, questo lo vede giù per la strada e va verso di lui correndo come un pazzo e gridando di gioia come uno che ha appena visto un cazzo di miracolo, insomma corre verso di lui e gli salta addosso e se lo strapazza ben bene, come se quel criminale di suo figlio non lo avesse inculato per benino come invece ha fatto, fottendosene a meraviglia di tutta la sua allegra famigliola. Così finisce che ‘sti due deficienti si abbracciano come froci in calore e se ne tornano in casa a sbronzarsi come se nulla fosse, solo perché il coglionazzo è tornato a casa invece di starsene per i cazzi suoi. Quindi, il Figliol Prodigo.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#117
Inviato 01 novembre 2017 - 07:58
Tre miliardi di vite umane si spensero il giorno 29 di agosto del 1997. I sopravvissuti dell'olocausto nucleare chiamarono quella guerra "Il Giorno del Giudizio" e sopravvissero solo per affrontare un nuovo incubo: la guerra contro il Figliol Prodigo. Il padre che controllava i robot, Skynet, divise le sostanze tra i due Terminator e li spedì a ritroso nel tempo. La loro missione: sperperare tutte le sostanze vivendo da dissoluti. Il primo Terminator quando ebbe speso tutto fallì la sua missione e fu costretto a mettersi al servizio di uno degli abitanti della regione che lo mandò nei campi a pascolare i porci Il secondo fu inviato per colpire direttamente il padre quando era ancora un bambino. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. il Terminator gli disse: "Vieni con me se vuoi vivere". Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo Terminator era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
#118
Inviato 01 novembre 2017 - 08:41
Ma se sei feudatario è più difficile finire nella merda e più facile uscirne.
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#119 Guest_Michele Murolo_*
Inviato 01 novembre 2017 - 09:24
Sacrileghi!
#120
Inviato 01 novembre 2017 - 11:57
Dato gli ultimi avvenimenti avevo pensato ad Anna Frank, poi ho detto lassa perde vah.
#121
Inviato 08 dicembre 2017 - 12:30
---
Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Eravamo seduti nel Korova milkbar arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova milkbar vende " latte+ ", cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quel che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto e disposto all'esercizio dell'amata ultraviolenza.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#122
Inviato 08 dicembre 2017 - 13:03
Ecce Meccanico
<No, veramente, non mi va. Ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci state tutti a picchiare vecchie con grossi falli di ceramica e io sto buttato in un angolo, no? Ah no, se si uccide non vengo. No, allora non vengo. Che dici, vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce. Voi mi fate: "Alex vieni di là con noi, dai", e io: "andate, andate, vi raggiungo dopo". Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo. Eh no, sì. Ciao, arrivederci. Buonasera>.
---
Madre di Alex: Alex? [Bussa alla porta] Alex! ...Alex!
Alex: Che cosa vuoi?
Madre di Alex: Le 8 passate, Alex. Fai tardi per la scuola, figlio mio!
Alex: Mi fa male il Gulliver, ma'. Lasciami in pace, dormendo mi passa. In modo che per il pom sarò in piena forma.
Madre di Alex: No, che dici?
Alex: Forse ho toccato un argomento che non...
Madre di Alex: No, no. È l'espressione. Non è l'argomento, non è l'argomento, non è l'argomento è l'espressione: "Mi fa male il Gulliver" ma come parli?
Alex: Preferisci "Mi fa male la testa"? Ma è così old.
Madre di Alex: "Old" ma dove le vai a prendere queste espressioni? Dove le vai a prendere? [toccandosi il cuore]
Alex: Mamma, io non sono alle prime armi...
Madre di Alex: "Alle prime armi" ma come parli? Il linguaggio è...
Alex: Anche se il mio ambiente è molto hipster.
Madre di Alex: Il tuo ambiente è molto?
Alex: È molto hipster.
Madre di Alex [gli dà uno schiaffo]: Ma come parli?
Alex: Senti, ma tu sei fuori di testa!
Madre di Alex: E due. [gli dà un altro schiaffo] Come parli? Come parli? Le parole sono importanti!!!
When the seagulls follow the trawler, it is because they think that sardines will be thrown into the sea
#123
Inviato 08 dicembre 2017 - 13:52
Le donne, il Ludovico, i falli, l'amori,
il Korova, il latte più io canto,
che furo al tempo che passaro con cori
sinfonici i drughi, e in Britannia nocquer tanto,
seguendo il gulliver e il giovenil furore
D'Alex DeLarge che si dié vanto
Di imperversar, ultraviolento e vano,
davanti a Stanley regista kubrickiano.
(La metrica è un po' andata a milkbar)
#124
Inviato 08 dicembre 2017 - 13:52
Io e Greed lanciamo la prossima sfida, dai che è vacanza, sbizzarritevi.
---
Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Eravamo seduti nel Korova milkbar arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova milkbar vende " latte+ ", cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quel che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto e disposto all'esercizio dell'amata ultraviolenza.
UTENZA MECCANICA (A CLOCKWORK OR)
ecco2r. ciofo73 alexander e i miei tre Giovanni Drogo. ciofo73 peter gabriel 86, George Kaplan e dimension. Eravamo seduti nel Korjenyk millivanilli arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korjenyk millivanilli vende lattementa, ciofo73 diciamo lattementa rinforzato con qualche Drosophila Mescalex, che è quel che stavamo bevendo. È robina che ti Fra Roberto e Disposable Hero all'esercizio dell'Amanita Muscaria Ultramarine
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#125
Inviato 08 dicembre 2017 - 14:00
Va bé, chiudiamo tutto.
#126
Inviato 08 dicembre 2017 - 14:35
“Il cammino di Alex e dei miei tre drughi, cioè Pete , Goerge e Dim è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome del Korova e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle del "latte+" perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia amata ultraviolenza calerà sopra di loro con qualche droguccia mescalina e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere il mio gulliver. E tu saprai che il mio nome è quello del Signor Milkbar quando farò calare la mia vendetta sopra di te"
#127
Inviato 09 dicembre 2017 - 11:36
Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Eravamo seduti nel Korova milkbar arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova milkbar vende " latte+ ", cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quel che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto e disposto all'esercizio dell'amata ultraviolenza.
Verifica di filosofisica meccanica
Nome Cognome Classe Data 09/12/2017 Punteggio /10
Problema:
Nel più buio anfratto di un insieme K contenente in tutto 34 elementi, sono seduti x e 3d. x e 3d sono esseri dotati di pensiero. All'interno di K è possibile acquistare un recipiente di Latte+3y al prezzo di 5£, laddove y è la costante della violenza. Sapendo che X e 3d spendono in tutto 25£ e che x spende il doppio di ogni d, calcola il coefficiente di violenza prodotto da x nell'arco di 12h.
#128
Inviato 24 luglio 2018 - 17:37
Ma veramente vogliamo lasciar morire il topic più divertente della storia del fòrum?
Ve prego.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#129
Inviato 24 luglio 2018 - 19:32
Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Eravamo seduti nel Korova milkbar arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova milkbar vende " latte+ ", cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quel che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto e disposto all'esercizio dell'amata ultraviolenza.
Korova Milkbar annuncia di aver ceduto, a titolo temporaneo con obbligo di riscatto, il diritto di arrovelarsi il gulliver da parte di Alex, Pete, Georgie e Dim, a fronte di un corrispettivo fisso, di latte rinforzato, e variabile, da qualche droguccia fino a un massimo mescalinico, per bonus legati al raggiungimento da parte dei tesserati di determinati obiettivi di esercizio e di amata ultraviolenza.
http://www.asroma.co...di-robin-olsen-
«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico.
consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto
Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.
#130
Inviato 24 luglio 2018 - 20:04
Eccomi là. Cioè Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, Georgie e Dim. Eravamo seduti nel Korova milkbar arrovellandoci il gulliver per sapere cosa fare della serata. Il Korova milkbar vende " latte+ ", cioè diciamo latte rinforzato con qualche droguccia mescalina, che è quel che stavamo bevendo. È roba che ti fa robusto e disposto all'esercizio dell'amata ultraviolenza.
Signor Burgess, quali libri porterebbe su un'isola deserta?
Jonathan Safran Foer - Eccomi
Valerio Massimo Manfredi - Alexandros
Pietro Orselli - Quando ero un Beatles. La vera storia di Pete Best
Yumiko Iragashi, Man Izawa - Georgie
David Bloor - La dimensione sociale della conoscenza
Leo Longanesi - In piedi e seduti
Christina Tosi - Momofuku Milk Bar
Jonathan Swift - I viaggi di Gulliver
Alessandro D'Avenia - Bianca come il latte, rossa come il sangue
Antonio Colì - Mescalina
AA.VV. - Di sana e robusta costituzione
Raymond Queneau - Esercizi di stile
Giuseppe Manfridi - Epopea ultrà
René Girard - La violenza e il sacro
#131
Inviato 24 luglio 2018 - 20:21
Dai, ripartiamo.
Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo. Li. Ta.
Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo metro e quarantasette con un calzino solo. Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. Ma tra le mie braccia era sempre Lolita.
Una sua simile l'aveva preceduta? Ah sì, certo che sì! E in verità non ci sarebbe stata forse nessuna Lolita se un'estate, in un principato sul mare, io non avessi amato una certa iniziale fanciulla. Oh, quando? Tanti anni prima della nascita di Lolita quanti erano quelli che avevo io quell'estate.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#132
Inviato 26 luglio 2018 - 10:34
Con tante scuse a Lovecraft e, in particolare, a La cosa sulla soglia.
«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico.
consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto
Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.
#133
Inviato 26 luglio 2018 - 12:20
Alla fine è una fortuna che Pessoa non abbia scritto "Lolita".
---
Sono ostaggio di me stesso, al numero civico 13 di questa Rue Jacob. Nel retrobottega della libreria, nella stanza dell'Olympia Press, considero il spegnersi della mia vita.
Questa Rue Jacob accoglie tutto il senso delle cose, ogni sogno, ogni enigma. Se vi fossero enigmi questa stanza sarebbe la soluzione. Quest'ufficio di carta e d'abbandono, la camera al secondo piano di un letto e una scrivania, fanno il pane all'angolo della strada e ogni giorno vedo il padrone sapendo di conoscerlo come si conoscono le persone, inutile lavorio di giornate uguali, visione quotidiana di volti che si ripetono nel dramma ineluttabile dell'esistere. Scegliere d'esistere solo in una realtà fatta di sogno, confini slabbrati, fine senza inizio. Posso creare tutto perché non sono niente.
Dalla stanza spoglia al secondo piano di questa Rue Jacob giungo all'infinito, a una finestra che apre su un mondo ipotetico o semplicemente impossibile. E affacciata sull'inizio delle stelle vi è una notte con il suo sussurro: Lo. Li. Ta.
Vedo tutto, ciò che ho già visto, ciò che non vedrò mai. Il peccato di un'anima che non ha dimora. Mio sogno, mia luce, mio fuoco. Tu che esisti solo quando non esiste più il mondo, nella notte che tutto smonta, tu che non conosci il passare degli anni, la stanchezza dei lombi, tu che sempre sarai Lolita nel tuo metro e quarantasette con un calzino solo che ricade sulla caviglia, tu che non conoscerai forma se non la forma che ti ho dato. Nei pantaloni estivi Lola, nei documenti Dolores, Lo al mattino fresco, Lolita nelle mie iridi. La tua sensazione è come un sonno che mi abbandona al risveglio, quando qualcosa rimane intrappolato tra il mondo dell'inesistente e il mondo dell'esistente e rimane nebbia ad avvolgere l'anima, un'ubriachezza del volerti e non volere niente, del non essere niente.
E poi l'alba, rosa, quest'alba è la prima alba del mondo. Mai prima d'ora c'è stata questa luce, tutto il mistero del mondo precipita sull'asfalto bagnato di Parigi. Non lascerò mai questa Rue Jacob. E se lo scrivo, mi sembra l'eternità.
#134
Inviato 26 luglio 2018 - 12:42
#135
Inviato 26 luglio 2018 - 17:37
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#136
Inviato 26 luglio 2018 - 18:52
CUORE DI HUMBERT
Uuuuhhh! Guardatemi sto morendo. La bufera mi ulula il de profundis e io ululo con lei. È fatta, sono fregato. Una delinquente col calzino spaiato, una scolaretta del comitato LOcale delle LIceali TAccheggiatrici sovietiche, mi ha infiammato i lombi e m’ha accecato la vita. Che mascalzona! E sì che è anche una proletaria!
Che noia gli davo? Mica mando sul lastrico il LO.LI.TA., se passo un po’ la lingua sul palato e poi la batto contro i denti, no?
Del resto una minorenne di nona categoria e di un metro e quarantasette di altezza guadagna quarantacinque rubli. I calzini bianchi, d’accordo, glieli regala il patrigno; ma quanti bocconi amari deve ingoiare, per quei calzini! Perché lui mica si contenta delle storielle estive di tanti anni fa – di quando c’era ancora lo zar, quel porco! – e ora se ne sta con la sua vecchia Matriona, con i suoi mutandoni di flanella, come tutti; macché, vuole la ragazzina con le mutandine di cotone bianco, il maiale! E manco la chiama per nome, compagna Dolores, come scritto sul passaporto interno. E non parliamo di Lo… Lo, ma che scherziamo? Comincerebbe subito a strepitare. Anche lei ci si mette! Quand’era giovane è morto dietro a ragazzine poi scomparse, anche troppo. Adesso è venuto il suo turno. È diventato presidente del soviet dei professori di francese (però, che mascalzoni questi francesi, detto tra noi!), e tutto quello che ruba vuole spenderlo in prosa ornata e in pantaloni da togliere alla sua Lola. Anzi Lolita, quell’assassino!
#137
Inviato 29 novembre 2022 - 14:08
Ma veramente vogliamo lasciar morire il topic più divertente della storia del fòrum?
Ve prego.
Ogni tanto ci riprovo. Questo giuochetto ha tirato fuori il meglio di tutti noi, e lo abbiamo lasciato dissolversi così, immeritatamente.
Vogliamo ritentare?
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#138
Inviato 29 novembre 2022 - 16:45
Era davvero figo, ripigliate dai... non fatevi pregare
#139
Inviato 29 novembre 2022 - 16:51
L'iniziatore / animatore era Greed, che invito a non fare lo gnorri
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#140
Inviato 29 novembre 2022 - 19:07
Ok, sono a casa ammalato, stasera penso a un nuovo testo di partenza.
***
- C'era una volta...
- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.
- No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno.
Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d'inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze. Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome mastr'Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura.
#141
Inviato 29 novembre 2022 - 21:27
NOn avevo mai visto sto thread, complimenti, non ne avevo dubbi ma qui dentro c'è gente veramente in gamba, io devo esserci finito sicuramente per sbaglio
Sarei curioso di ascoltare la versione degli Uochi Toki su base Autechre ma è morto il link
#142
Inviato 29 novembre 2022 - 21:37
Est sans issue
#143
Inviato 29 novembre 2022 - 22:14
Prova di ottava:
Qui canto il burattino che di legno
Fece Geppetto e poi nomò Pinocchio.
La fata lo salvò, però lui fregno
Tra i baloccacci volle porre l'occhio:
Somaro diventò, perse suo ingegno,
Giurò bontà, meschìn, stando in ginocchio.
Del gatto dirò anche e della volpe,
Di come al fin riacquisterà sue polpe.
Volevo provare in terzine dantesche ma mi è venuto sonno. Lascio quel che ho, prima o poi finirò.
Non re vid'io, ma legno piccioletto,
Non la fucina di Vulcano ròggia [o altro bisillabo, boh],
Ma di Ciliegia che lo diè a Geppetto.
Come il sereno quando sgombra pioggia
Turchino pel avea la fata bella
Che uom lo fé, che lo cangiò di foggia.
...
Siamo vittime di una trovata retorica.
#144
Inviato 30 novembre 2022 - 10:38
Non re vid'io, ma legno piccioletto,
Non la fucina di Vulcano ròggia
Ma di Ciliegia che lo diè a Geppetto.
Come il sereno quando sgombra pioggia
Turchino avea 'l pel la fata bella
Che uom lo fé, che lo cangiò di foggia.
Riumanar vuol dire tòr la sella
Da l’asino balocco che divenne
A ritrovare sua natura isnella,
Pur se miracolo non mai avvenne
In campo dove ‘l golpe lo condusse
E ‘l gatto, omai lontano de l’antenne
Del grillo che svelò che matto fusse.
Autòmo cantò già Guido di legno,
Nel tristo verso a una di sue musse,
O pietra o rame scrisse quell’ingegno,
Non mai però dentro lo squalo stretto,
Né come cagno uscirne ma più degno;
Unqua Lucignolo per lui fu detto,
Né di colui che’l foco divorava.
Pargolo vero a riveder Geppetto,
Così si terminò sua vita brava.
Basta perché qui hanno quasi finito la verifica (è finita la pacchia) e per coprirmi di ridicolo sono sufficienti questi versi.
Siamo vittime di una trovata retorica.
#145
Inviato 30 novembre 2022 - 14:15
Sarei curioso di ascoltare la versione degli Uochi Toki su base Autechre ma è morto il link
Purtroppo il file originale è andato perduto per sempre e si sa, i miracoli non si ripetono.
Ma mi ero talmente divertito che ho comunque provato a registrarla di nuovo. La trovi qui.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#146
Inviato 30 novembre 2022 - 14:52
Senza la E.
Molti anni fa vi fu un tronco. Non si trattava di un gran tronco di faggio o di mogano, ma quasi un ramulo da catasta, da stufa o da camino, con cui cavarci un minimo di fuoco, cavarsi un po' d'umido dai muri. Non so proprio tutta la storia, dalla a alla z: ma un giorno, così dicono, 'sto ramo fu visto in un'officina, l'officina di mastr'Antonio, da tutti chiamato mastro Mirtillo. Infatti il suo naso, in cima in cima, ogni santo giorno si colorava di uno strano color paonazzo lustro, tipo una bacca di Vaccinium oxycoccum.
#147
Inviato 30 novembre 2022 - 17:26
Più facile: in O.
Niente re in questa fiaba, mi scuserete. Inizia in una strana maniera: c’era un dì una frasca né grande né bella: mica quercia, larice, teak, legna passabile da bruciare, se mai, ma neanche a pensare di cavarci lettini, credenze, deschi, neppure una sedia da niente, di quelle impagliate che ai vecchi piace tenere davanti casa, per via, se c'è da tirar sera, se la vita li tedia.
Mastr’A. Ciliegia la vide, e s’era in aprile, buttata lì, uguale a tant'altre che aveva nell’atelier. Perché Ciliegia, vi chiederete. Perché la nasca sempre gli si tingeva d’una tinta magenta, cremisi, cardinalizia quasi, e in paese era Ciliegia per tutti.
Siamo vittime di una trovata retorica.
#148
Inviato 30 novembre 2022 - 18:50
#149
Inviato 30 novembre 2022 - 20:18
Signorini, il racconto l'è questo:
Burattino diventa bambino,
Era legno e nemmeno il più fino.
Questa fiaba non ha neanche un re!
Questa fiaba non ha neanche un re!
La smetto.
Siamo vittime di una trovata retorica.
#150
Inviato 30 novembre 2022 - 22:29
Mozzo la testa al toro: nessun re, conte, barone o regale rampollo sul sofà. Ecco d'amblé la favola del legno povero, ovvero né olmo né betulla, platano, abete, castagno o cerro, né tantomeno ebano (pare?); un zocco del quale non conta la pregevolezza - vana d'altronde, essendo d'uopo soprattutto per un bel fuocherello quando fa davvero freddo - ma la sorte, l'alta fortuna d'esser cascato presso la bottega del Mastro falegname comunemente detto Cerasa, nomea nata nel popolo a causa del suo nasone perpetuamente rosso al sommo. Oltre dovrete leggere per vostro conto, senza me frammezzo, ché non ho davvero l'afflato, lo humour, la verve del prosatore nato. Solo questo posso avanzare: ne nascerà un pupazzo che parla.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
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