Recuperato ieri.
E’ un gran film American Sniper, potente, viscerale, senza compromessi
Personalmente avevo molto apprezzato anche Jersey Boys ma con questo film Eastwood a quasi 85 anni e dopo alcune prove onestamente sotto tono, si conferma come uno dei registi più vitali e interessanti della scena americana.
Dopo un prologo veloce ed asciutto ma di grande importanza, l’opera si risolve praticamente in un’alternanza continua tra le missioni sempre più adrenaliniche e i mesti ritorni a casa del protagonista ma lungi dall’essere un limite si rivela al contrario una delle scelte più azzeccate di un film che riesce a spiegare e scandagliare, come e meglio della Bigelow di The Hurt Locker, la dipendenza dalla guerra e dall’azione degli uomini coinvolti con una descrizione del cameratismo maschile vista tutta dall' interno e per questo quanto mai efficace e illuminante.
Ma è nelle scene d’azione geometriche, perfette, chirurgiche anche quanto diventano caotiche che Eastwood da il meglio di sé, il modo in cui riesce a far “respirare”anche i passaggi più tesi e adrenalinici ha veramente del miracoloso, segno di una padronanza e di una perizia tecnica ormai perfette.
I i giovani registi dovrebbero andarlo a vedere con il taccuino e prendere appunti, anche perché tenere in piedi senza flessioni un film di più di due ore che a conti fatti è solo una lunga ripetizione non è da tutti e se a volte lo fa con espedienti magari un po’ grossolani come la sfida tra Kyle e il misterioso cecchino siriano (che si risolverà comunque in una delle scene migliori del film) direi che la cosa è assolutamente scusabile e comprensibile.
L’unico momento in cui il vecchio Clint perde qualche colpo è semmai nella rappresentazione della svenevole mogliettina interpretata da Sienna Miller ma per contrapposizione trova uno dei suoi punti di forza nella prova di Bradley Cooper, di grande spessore mimetico e soprattutto emotivo.
Per me è di gran lunga il miglior Eastwood degli ultimi anni,
Voto: 8/10
Detto questo mi sembra inevitabile affrontare anche la parte politica, storica e ideologica del film.
Si tratta infatti e piuttosto chiaramente (non so come alcuni utenti abbiano potuto parlare di ambiguità, forse hanno visto un altro film) di un’opera di propaganda della destra USA ed un film totalmente e ottusamente americanocentrico.
La visione di Eastwood è infatti grossolana, monolitica, senza alcun tentennamento o riflessione: gli Usa sono i buoni e gli iracheni sono i cattivi in una rappresentazione manichea che non viene mai messa in dubbio nel corso dell’intero film che non solo non prende in considerazione ma proprio non contempla minimamente il punto di vista e le possibili ragioni del nemico.
E’ infatti veramente risibile la contrapposizione tra soldati americani tutti bravi, buoni, sensibili, altruisti e supercompetenti (nel corso del film non commettono un errore e non provocano una perdita civile che sia una, anzi si prodigano nell’evitarle, “non sparate c’è troppa gente” dice una dei comandanti della base ai marines assediati e anche le uccisioni di Kyle sono tutte giustificate e necessarie) e arabi invariabilmente brutti, sporchi e cattivi con tratti di ferocia parossistica, che cospirano e imbrogliano senza sosta, trapanano il cervello di un ragazzino, mandano a morire i propri figli (che differenza con l’amorevole famigliola del nostro eroe!! ), addirittura conservano teste di nemici morti nel frigorifero di un ristorante, metti caso che siano pure cannibali.
E se nel film c’è una blanda condanna della guerra essa è legata esclusivamente all’eroico sacrificio di tanti bravi giovani americani con una retorica insistente (ed efficacissima per carità) sui “nostri ragazzi” .
Bisogna dare atto a Eastwood di non barare e di esporre le sue idee e la sua visone senza reticenze e furbi cerchiobottismi ma per quanto mi riguarda da questo punto di vista rimane un film assolutamente e totalmente riprovevole e aberrante.