Il motivo è quello che Limentis spesso ripete su questo forum. Ho idee politiche opposte alle sue, ma ha maledettamente ragione. Purtroppo in Italia nella stampa c'è stata da metà degli anni 70 una critica ostile a qualsiasi proposta artistica che non fosse politicamente impegnata, e so che già ai tempi d' oro la critica italiana non era benevola con i Blondie, gruppo poi non certamente schierato a Destra, ma sicuramente non comunisti in quanto americani: per fortuna ero troppo piccolo per patire la sofferenza di quelle letture. Erano un gruppo che aveva sporcato il rock con la discomusic per vendersi all' ideologia capitalista!!!! E il pregiudizio si è mantenuto nella cricca di critici di Repubblica e dintorni, i vari Castaldo, Bertoncelli, Sisti.... che invece tessevano magari le lodi del rock nazionale puzzone e senza personalità di sconosciuti gruppi inutili come Rats e Indiani Padani. La letteratura rock in Italia è scarsa, e il passo è breve tra il leggere una enciclopedia dove i Blondie vengono considerati "sicuramente sopravvalutati" e la convinzione pregiudiziale di lettori che sicuramente avranno avuto poche possibilità di accedere alla discografia ndel gruppo nella sua evoluzione, e conoscono solo "Heart of glass" e "Call me". Per loro resterà solo l' immagine invadentemente sessuale di Debbie Harry.
Quoto tutto, pure le virgole. I Blondie sono sempre stati un po' sottovalutati/sottostimati da un certo tipo di critica snob italiana, in primis perché guidati da una cantante con un'immagine troppo forte (soprattutto per l'epoca, perché è chiaro che nel post-Madonna la ricezione sarebbe stata ben diversa, ma eravamo ancora nei super politicizzati anni '70...), in secondo luogo perché giudicati superficialmente frivoli, poco impegnati e tutte quelle minchiate lì che si commentano da sole. Che poi se si va a leggere i testi (magari non proprio quello di "Atomic", ecco ) o le dichiarazioni rilasciate, o le frequentazioni con personaggi tipo Burroughs o Giger, ti accorgi esattamente del contrario, ma vabbé, certi pregiudizi sono duri a morire e quindi i Blondie erano un gruppo disimpegnato a prescindere. A ciò aggiungiamoci le critiche dei primi punk duri e puri che non gradirono la svolta "commerciale" di Parallel Lines e che li accusarono di essersi venduti dopo la pubblicazione di "Heart of Glass", che filtrava con l'odiatissima disco-music, in quel periodo ritenuta Il Male da un elevato numero di ascoltatori. E poi anche un po' di sana invidia, perché quando cominci a vendere molto di più rispetto ai tuoi colleghi contemporanei ti crei inevitabilmente delle antipatie.
Detto questo, il paragone con il britpop fatto poco sopra non c'entra nulla, quello è stato un fenomeno essenzialmente inglese da un punto di vista commerciale, che ha fatto fatica a emergere altrove nello stesso modo e che non ha mai realmente sfondato negli States (Oasis a parte). I Blondie per 4-5 anni sono stati una delle band più famose del Mondo, hanno dominato le classifiche e tuttora rimangono tra i gruppi più noti dalla massa di quel periodo lì, a cavallo fra anni '70 e '80. Sono casi estremamente diversi.
E comunque, checché ne dica Marcio, i loro classici mi capita di ascoltarli spesso in radio (o in tv), soltanto negli ultimi due mesi Carlo Massarini ha proposto su Rai 5 un documentario su di loro e un concerto, persino sul numero di Blow Up! attualmente in edicola c'è un bello speciale di 10 pagine, quindi un certo culto ce l'hanno senz'altro anche da noi. Anche se, come ho scritto sopra, non godono della stessa considerazione che hanno altrove, e la reazione sbigottita di Marcio a quella mia affermazione è emblematica. Parlo con cognizione di causa eh, sono più di 10 anni che leggo (prevalentemente a scrocco ) le riviste musicali inglesi più disparate, e poi grazie al web - con un po' di pazienza - quasi tutto è reperibile, anche archivi risalenti a 20-30 anni fa.
Concludo questo mio papiro sottolineando come i Blondie all'apice della carriera, per motivi che onestamente non conosco, non hanno mai fatto un concerto ufficiale in Italia, da noi sono venuti per la prima volta nel 2014 (!). E guardate che l'attesa spasmodica per un evento fa la differenza, eccome se la fa. Soprattutto la faceva in quel periodo, in quel contesto storico italiano così particolare, dopo che per anni gli artisti internazionali rifiutarono di esibirsi da noi. Pensate al famoso concerto di Patti Smith a Bologna: se Patti è così amata dal pubblico italiano (lo stesso Lenny Kaye ha detto recentemente che l'Italia è in assoluto il paese in cui hanno suonato più volte), parecchio lo deve a quell'evento. Anche il concerto dei Talking Heads a Roma del 1980, trasmesso per giunta in tv dalla Rai, creò scalpore... Immagino che le stesse reazioni ci sarebbero state (probabilmente ingigantite, vista la maggior popolarità) per i Blondie, se solo avessero avuto la possibilità di esibirsi nel Belpaese. Tanto per intenderci, in un sondaggio di qualche mese fa si è scoperto che Debbie Harry è la personalità più famosa degli ultimi 100 anni nella città di Glasgow (FONTE). Il motivo più verosimile di un risultato per certi versi così clamoroso? Il live dei Blondie nel capodanno del 1980, che generò un'isteria di massa nella città scozzese. Anche questo è un aspetto da non sottovalutare (e che vale per tutti, ovviamente).
Infine, ogni community fa storia a sé. Ricordo di aver letto in passato sul forum del Mucchio (a quanto pare morto definitivamente) discussioni con termini entusiastici sui Blondie, tra cui un sondaggio in cui gli utenti si scannavano per stabilire il loro album migliore. Se aprissi qui un sondaggio del genere risponderebbero in 5 (forse ). Relativamente al forum di OR ho notato che i loro maggiori (unici) estimatori sono tutti dei famigerati over-35 ( ), molti dei quali purtroppo sempre meno attivi e altri invece proprio scomparsi da tempo immemore (penso a Francis, Joey, etc).