visto ieri e mi e' piaciuto.
non un film perfetto, ma non capisco molte delle critiche che ho letto qua sul forum.
per esempio non lo trovo un film moralistico. e' si' un ritratto generazionale, ma moralista solo nel suo elemento satirico. non nel senso di voler fare la morale.
anche il contenuto / "messaggio" mi sembra abbastanza chiaro e ben presentato. si parla di una gioventu' alla ricerca di (o bombardata da) un sovraccarico sensoriale/emozionale per ovviare ad un vuoto esistenziale. e questo e' ben rappresentato dai toni sparati dei colori e delle musiche di skrillex.
ma questo percorso non viene esaltato, anzi. la ripetizione di frasi volutamente vacue e' piu' il mantra a cui appigliarsi che non una ricerca di significati piu' profondi. i protagonisti restano volutamente in superficie a livello emotivo, gli abbraccetti privi di reale compassione rendono piu' di mille parole questo senso di disconnessione emotiva.
in tale contesto anche la sessualita' / corporeita' mi sembra rappresentata coerentemente. c'e' grande esposizione, ma poca penetrazione. e' un'inquietudine che per forza di cosa resta in superficie, senza reali sbocchi interiori se non un "voglio andare via, non e' questo che cercavamo". non c'e' nessuna capacita'/voglia di elaborare piu' in profondita'da parte delle protagoniste.
korine pero' non se la prende con loro. il suo e' piu' uno sguardo a meta' tra il divertito e l'impaurito, da osservatore. una constatazione neanche troppo amareggiata di qualcosa di inestricabile dalla cultura moderna.
delle quattro ragazze che vediamo all'inizio 2 (il 50% del campione giovanile) si tirano indietro prima di arrivare all'epilogo. senza troppa convinzione in fondo, senza una vera e propria rinnegazione della deriva edonistico-gangeristica (magari avviene, ma solo a livello "epidermico", in faith solamente).
le altre due (altro 50% del campione) vanno fino in fondo, ma per poi tornare ad un'esistenza che e' come non intaccata dal percorso di perdizione. i valori tradizionali (la famiglia, la brava ragazza) restano in piedi tranquillamente a fianco alla loro distruzione senza un battito di ciglia (io a differenza di altri utenti, non ho visto un passaggio all'eta' adulta nel bagno in piscina, anzi, sembrano piu' ragazzine di prima nella scena delle telefonate a casa prima del gran finale).
io questa cosa la trovo bellissima, perche' mette a nudo proprio la contraddizione di fondo di tanta cultura odierna (non a caso si e' parlato di MTV e tanta tv americana, che su questa dicotomia "porno-benpensante" ci campa). certo noi italiani abbiamo avuto una versione ancor piu' technicolor ed efficace del film grazie all'emblematica parabola berlusconiana quindi magari abbiamo un senso di deja-vu
.
la morale (o semplice constatazione) potrebbe essere questa: la ricerca edonistica spinta di questi anni ci sta rendendo eticamente/moralmente insensibili. possiamo guardare alla realta' come a un videogioco (ed e' dove la societa' iperconsumista ci sta spingendo) e la cosa ormai non ha piu' effetto sulla nostra esistenza. e' come se al contratto faustiano venga tolta la drammaticita'. tutto ormai puo' essere metabolizzato da questa nuova generazione di umani, proprio perche' questa iperrealta' ci disconnette da quelli che erano i ritmi e l'etica derivante da ritmi piu' "naturali", semplificando un po'. ok, concetti non nuovissimi, ma secondo me affrontati con uno sguardo originale.
bello come tutto sia ipertrofico, non solo i colori. masse di corpi festeggianti in cui non s'intravede un'imperfezione. montagne di droga ed armi senza che ci sia dolore, o cedimento.
una "perfezione" pop folle di cui britney spears e il suo breve burnout sono una rappresentazione perfetta, come fatto notare giustamente da korine nell'intervista postata qua sopra. la stilizzazione estrema (i completini abbinati) ed i brevi sfasamenti temporali contribuiscono perfettamente a quest'aria allucinata.
forse la storia funziona meno nel momento in cui korine inizia ad affezionarsi ai personaggi, a franco in particolare. togliendo un po' di forza d'urto ad una rappresentazione fino ad allora perfettamente iconoclasta.
ma d'altra parte questa partecipazione umana, anche da una posizione critica abbastanza evidente, e' anche uno dei punti di forza di korine come autore. non sembra mai che il cinismo abbia la meglio, per quanto la situazione possa facilmente prestarsi ad interpretazioni nichiliste.