Io ai Depeche Mode ho cantato a squarciagola dal primo all'ultimo brano
Viva la libertà ma permettimi una domanda: se quello al tuo fianco la voleva vivere in silenzio adorativo?
Eviti il parterre e se ne vada seduto sugli spalti
. Personalmente evito , appunto, di andare sotto il palco perché le urla della gente mi disturbano assai, ma al tempo stesso non li biasimo, quindi da questo punto di vista concordo con Interface. Nel mezzo di queste due facce della stessa medaglia sta, a mio avviso, l'educazione, o almeno il semplice pensiero che non si e' soli, e che quel che per noi puo' rappresentare uno sfogo, per altri e' decisamente un fastidio, e viceversa, considerato che il prezzo del biglietto lo si paga tutti alla stessa maniera. Un concerto e' una unione di piu' teste , quindi per me e' praticamente impossibile trovare una soluzione, se non nel fatto che il buonsenso debba inizialmente partire da me stessa, e estraniarmi quanto piu' possibile da cio' che mi disturba, causa una serata rovinata dal rodersi di questo e quello, a favore invece di una serata in compagnia di chi ho voglia di sentire, senza curarmi dei versi che fa mio prossimo di cui nulla m'importa e nulla a loro importa di me. A proposito non e' che negli altri paesi le cose vadano meglio e'? Mi han detto che in America e' tutto un urlare, schiamazzi a go go., pure al cinema fanno il tifo per i personaggi dei film! In Inghilterra ho visto Peter Gabriel, sono piu' educati ma cavolo, che freddezza!. . . il pubblico italiano e', a detta degli artisti, uno dei piu' amati, perché capta e rimanda immediatamente all'artista una speciale gratitudine. E, per quanto un artista sia introverso e timido, o con un carattere scorbutico, l'applauso e il calore di chi ascolta e' cosa sempre molto gradita, spesso riesce anche a dare una direzione di cosa fare in futuro, accarezza sempre il proprio ego , ed, infine, non stanca mai, diciamolo!