Mordecai Richler - "La versione di Barney"
#1
Inviato 20 giugno 2006 - 14:25
Dato che ho terminato di leggerlo oggi, e l'ho trovato veramente incredibile, mi piacerebbe scambiare qualche impressione con chi l'ha letto.
All'inizio mi annoiava (soprattutto la prima parte), e la sua struttura per flashback era molto pesante da seguire per me. Ma è andato in crescendo e alla fine l'ho trovato veramente unico, per lo stile, per l'amarezza di cui è intriso, per la feroce (e a tratti esilarante) satira di molti vezzi culturali degli ultimi decenni, e per il suo essere allo stesso tempo straziante, persino commovente.
Veramente un libro che si staglia per originalità nel panorama letterario degli ultimi anni.
#2
Inviato 20 agosto 2006 - 12:18
In un'altra discussione ne parlava Brucaliffa.
Dato che ho terminato di leggerlo oggi, e l'ho trovato veramente incredibile, mi piacerebbe scambiare qualche impressione con chi l'ha letto.
All'inizio mi annoiava (soprattutto la prima parte), e la sua struttura per flashback era molto pesante da seguire per me. Ma è andato in crescendo e alla fine l'ho trovato veramente unico, per lo stile, per l'amarezza di cui è intriso, per la feroce (e a tratti esilarante) satira di molti vezzi culturali degli ultimi decenni, e per il suo essere allo stesso tempo straziante, persino commovente.
Veramente un libro che si staglia per originalità nel panorama letterario degli ultimi anni.
Questo topic era del tutto sfuggito alla mia attenzione, e con grande ritardo cerco di scrivere le mie impressioni su questo bellissimo romanzo.
Mi ha colpito molto la sua capacità di conciliare uno stile di scrittura fresco e brillante, tipicamente contemporaneo, all'intensità letteraria di un classico. In questo però rimane secondo al grandissimo Lamento di Portnoy di Philip Roth, che circa tre decenni prima esprimeva ancora meglio questo equilibrio. Mi viene da associare questi due romanzi anche se in realtà trovo che La Versione di Barney sia un'opera meno "immortale" è più legata al nostro tempo, infatti come dici tu è molto satirico verso i vezzi culturali degli ultimi decenni - che dopo aver scritto questo libro Richler ha anche dovuto subire sulla sua pelle, con l'innamoramento dei critici verso il suo caso letterario e la conseguente forzatura Mordecai Richler = Barney Panofsky. Rispetto a Lamento di Portnoy La Versione di Barney è anche più legato alla storia che racconta, che non a caso ha un filo conduttore molto forte dal punto di vista narrativo, il giallo della scomparsa di Boogie. Io personalmente mi sono innamorata di tutti i personaggi di questo libro, da Clara alla seconda signora Panofsky, che sono secondo me i personaggi più "vivi", al mitico Terry McIver (spero che si scriva così perché non ho sotto gli occhi il libro) e al grande amore Miriam, che poi è il pretesto per farci vivere tutte le emozioni strazianti e commoventi di quella nullità di Barney (e cosa dire di quel grandissimo personaggio del padre-sbirro!). Boogie invece mi stava sul cazzo, ma credo che dovesse essere proprio la parodia dello "spirito libero" che in realtà è solo uno snob, uno scroccone privo di ambizioni, colui che nella versione distorta dell'invidioso Barney risulta il vero artista (mancato) al posto del sublime sfigato Terry McIver.
Il finale è la parte che mi è piaciuta di meno, per me il "giallo" si poteva pure lasciare aperto, ma è anche un mio limite quello di rimanere quasi sempre delusa dal finale dei romanzi, una tappa obbligata della scrittura che deve essere tanto difficile da scrivere quanto esaltante deve essere invece la scrittura degli incipit. Comunque un grandissimo romanzo pieno di emozioni, capace di muovere al riso e alle lacrime, che consiglierei a tutti di leggere.
#3
Inviato 21 agosto 2006 - 07:43
Ã? propos, come lo pronunciate Mordecai Richler? Alla francese o all'inglese?
#4 Guest_Paradosso_*
Inviato 21 agosto 2006 - 10:12
P.
#5
Inviato 21 agosto 2006 - 10:17
Sì, infatti. Grandissimo romanzo. Non mi sentirei però di fare un parallelismo con il lamentoso Portnoy (ottimo libro anche quello), visto che Roth è anni luce dall'ironia tagliente e sofisticata di Richler. Barney ha il respiro di un romanzo classico, col suo immancabile antieroe novecentesco, in una struttura postmoderna e con un nugolo di personaggi deformi ed incredibilmente vividi (pynchoniani?).
À propos, come lo pronunciate Mordecai Richler? Alla francese o all'inglese?
Non sono d'accordo sull'ironia, trovo che Roth, fra i tanti registri che sa utilizzare con maestria, sappia eccellere anche in quello ironico, e trovo che Portnoy lo dimostri pienamente. Solo con la tragica ironia di Portnoy è infatti possibile fare uno spaccato così impietoso della vita familiare.
Condivido invece le tue considerazioni sulla maggiore classicità di Barney rispetto a Portnoy.
Io Mordecai lo pronuncio proprio così, all'italiana!
Terry McIver è Philip Roth, eh.
P.
Non lo sapevo, è una cosa risaputa o una tua personale interpretazione? Fra l'altro mi pare che nella Versione di Barney venga pure nominato Roth, e infatti mi è sembrato che non stesse molto simpatico a Richler. Non avendo letto molte critiche e interviste sono all'oscuro dei rapporti che intercorressero fra i due.
#6
Inviato 21 agosto 2006 - 11:38
finora c'è molta poca trama e molte chiacchiere, voglio dire; anche se chiacchiere indubbiamente affascinanti, nella loro sconclusionatezza (spero che questa parola esista)...
#7
Inviato 21 agosto 2006 - 11:40
se è vero che questo romanzo comincia a prenderti man mano che vai avanti, spero sia così anche per me, ché finora ho letto le prime 140 pagine e pur gradendo lo stile di scrittura e lo zoo di personaggi rappresentati, non ho ancora trovato nulla che mi dia quell'impulso irresistibile ad andare avanti.
finora c'è molta poca trama e molte chiacchiere, voglio dire; anche se chiacchiere indubbiamente affascinanti, nella loro sconclusionatezza (spero che questa parola esista)...
Davvero trovi che ci sia poca trama??
#8
Inviato 21 agosto 2006 - 11:42
#9
Inviato 21 agosto 2006 - 11:46
per ora, dico. sono sicuro che andando avanti comincerà ad emergere, anche retrospettivamente (cioè: elementi accennati nei primi capitoli, che per ora mi sembrano semplicemente gettati lì alla rinfusa, acquisteranno un senso, un posto nell'intreccio).
Infatti è l'intreccio a complicare la trama con la sovrapposizione dei piani temporali, ma la trama di per sé è ricchissima.
#10
Inviato 21 agosto 2006 - 12:32
Terry McIver è Philip Roth, eh.
P.
io non credo che Terry McIver sia Roth, sia perchè nel libro Roth viene proprio nominato come Roth anzi, come "quell'antisemita di Roth", sia perchè da quello che ho letto sulla vita di Richler mi risulta che i due nella realtà fossero tutt'altro che acerrimi nemici o rivali. Inoltre non trovo che i caratteri peculiari del McIver scrittore si adattino o corrispondano a quelli di Roth, tranne forse il "successo accademico".
Comunque questa è una mia interpretazione, se sai per certo da interviste o cose del genere che McIver rappresenta Roth evidentemente è così.
(fra l'altro su un vecchissimo numero del Foglio c'era un articolo di Christian Rocca molto bello su Mordecai Richler, in cui diceva proprio che anche lui aveva pensato che McIver fosse Roth, fino a che non scoprì dell'amicizia dei due leggendo un libro su Richler del quale purtroppo adesso non ricordo nè titolo nè autore.)
#11 Guest_Enrico_*
Inviato 21 agosto 2006 - 14:30
#12
Inviato 21 agosto 2006 - 14:49
McIver è Roth per ammissione dello stesso Richler, ovviamente l'amicizia si trasforma in competizione ma La Versione Di Barney è fortemente autobiografico, soprattutto nei sentimenti espressi dal protagonista (a proposito del Quebec, Montreal e il Canada, giudaismo etc).
che i sentimenti espressi dal protagonista fossero autobiografici non avevo dubbi, non avevo però mai letto alcuna dichiarazione riguardante McIver/Roth, e proprio dal momento che le critiche che ho letto presentavano il libro come fortemente autobiografico non mi spiegavo come mai, nel caso dei sentimenti verso Roth, avesse operato questa "inversione" rispetto alla realtà , inoltre il fatto che Roth venisse nominato nel libro come Roth stesso mi aveva fatto pensare che quel personaggio non si riferisse a lui.
Dov'è che posso trovare maggiori informazioni sulla corrispondenza fra La Versione Di Barney e la vita e le idee di Richler (magari per bocca di Richler stesso, che in diverse interviste che ho letto smentische questo presunto autobiografismo)?
#13 Guest_Enrico_*
Inviato 21 agosto 2006 - 15:38
VA a cura di Alfredo Rizzardi e Giovanni Dotoli - Il Canada e le Culture della Globalizzazione, Schena editore 2001
l'ideale, ma tanto non la troverai mai in commercio, prova in una qualche biblioteca.
Northrope Frye - Mythologizing Canada. Essay on the Canadian literary Imagination, Legas 1997
VA - The Mordecai Richler Papers, University Of Calgary Press, 1987
preò è del 1987
#14
Inviato 21 agosto 2006 - 18:27
Non sono d'accordo sull'ironia, trovo che Roth, fra i tanti registri che sa utilizzare con maestria, sappia eccellere anche in quello ironico, e trovo che Portnoy lo dimostri pienamente. Solo con la tragica ironia di Portnoy è infatti possibile fare uno spaccato così impietoso della vita familiare.
In Roth quel che vedo io, al massimo, è un violento ed ossessivo umorismo yiddish, ma non l'ironia esistenziale e complessa di Mordecai.
Opinioni.
#15
Inviato 22 agosto 2006 - 07:15
Nicòla, non conosco nessun libro che tratti direttamente l'argomento, ti posso però consigliare alcune opere contenenti saggi su Richler e sulla letteratura canadese in generale, i cui tratti peculiari sono presenti nell'opera del nostro (soprattutto nel primo L'Apprendistato di Duddy Kravitz). Non sarà facile reperirli dato che non sono mai stati tradotti e le opere in italiano sono in larga parte incomplete, non trattano Barney's Versione perchè è un'opera del 1997. Alcuni saggi ce li ho io fotocopiati però come già sai non te li darò mai.
VA a cura di Alfredo Rizzardi e Giovanni Dotoli - Il Canada e le Culture della Globalizzazione, Schena editore 2001
l'ideale, ma tanto non la troverai mai in commercio, prova in una qualche biblioteca.
Northrope Frye - Mythologizing Canada. Essay on the Canadian literary Imagination, Legas 1997
VA - The Mordecai Richler Papers, University Of Calgary Press, 1987
preò è del 1987
allora non hai capito cretino, TU MI DEVI DIRE ESATTAMENTE DOVE RICHLER DICE CHE MCIVER E' ROTH HAI CAPITO ALTRIMENTI SE NON ME LO DICI SIGNIFICA CHE E' UNA CAZZATA CHE TI SEI INVENTATO TU. DEVI SUFFRAGARE.
#16
Inviato 22 agosto 2006 - 10:01
#17 Guest_Enrico_*
Inviato 22 agosto 2006 - 12:30
#19 Guest_Enrico_*
Inviato 22 agosto 2006 - 16:17
sei uno schmuk, te e quell'altro cretino
#20
Inviato 26 aprile 2007 - 14:29
E' dura descriverlo perché c'è il timore che qualsiasi aggettivo verrebbe accolto da Barney Panofsky con un'occhiataccia sarcastica, se non con una parolaccia in yiddish.
Condivido soprattutto questo:
la sua capacità di conciliare uno stile di scrittura fresco e brillante, tipicamente contemporaneo, all'intensità letteraria di un classico.
Comunque, mi ha fatto ridere, pensare e commuovere come pochi altri libri in questi anni, questo lo posso dire.
E contiene tra l'altro la descrizione definitiva del Canada
Il Canada è un paese dei Balocchi, una terra fastidiosamente ricca governata da idioti i cui problemi, inventati di sana pianta, sono una specie di intermezzo comico rispetto alle piaghe che affliggono il mondo reale: carestie, odi razziali, microdelinquenza diffusa.
Viva i Montreal Canadiens e la Totally Unnecessary Productions, abbasso Blair Hopper e gli indipendentisti del Quebec!
Qualcuno ha letto "Solomon Gursky was here" (che in Canada viene considerato il suo libro più famoso) oppure "St. Urbain's Horseman", che lo stesso Richler qui definisce il suo vero libro autobiografico?
#21
Inviato 05 febbraio 2012 - 04:00
Citando dal libro, la volontà di Richler di giocare con l'empatia del lettore si riscontra in questo passaggio:
"Se dei personaggi ci viene mostrato solo il lato migliore, restiamo sconfortati, perché riteniamo impossibile imitarli in alcunché. I grandi scrittori descrivono anche le azioni più basse degli uomini, non solo quelle virtuose. E questo sortisce un effetto benefico, perché risparmia all'umanità la disperazione"
Trovo che questo sia il manifesto di tutta l'opera e che tale intenzione traspaia nell'abilità di Richler di prendere il lettore per mano durante i rari momenti in cui Barney si comporta in modo decoroso, per poi mollare la presa e di colpo lasciare il lettore solo davanti alla propria meschinità quando - con una battuta feroce di un personaggio o una tarda ammissione dello stesso Barney - rielabora la realtà, inquadrandola da un'altra angolazione nella quale si manifesta evidente la bassezza di intenti o l'infantile superficialità di Barney e, transitivamente, del lettore.
Ok, ho disseppellito un topic del 2006... solo per questo mi mando a dormire senza cena.
#22
Inviato 05 febbraio 2012 - 18:56
#23
Inviato 08 gennaio 2014 - 22:08
L'ho trovato due giorni fa a casa dei miei e ho deciso di metterlo nel borsone. Ieri a letto ne ho letto più o meno 1/4.
Ogni frase un capolavoro.
Forse l'ultimo grande classico della letteratura mondiale.
M.
M.
#24
Inviato 09 gennaio 2014 - 10:10
No?
Dovresti.
Devi.
Leggilo e basta.
mi ricorda un po' Moro.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità . Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).
#25 Guest_000_*
Inviato 10 gennaio 2014 - 21:56
#26
Inviato 11 gennaio 2014 - 09:28
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
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